E3 2019, conferenza Bethesda | Tra comunicazioni di servizio e nuove IP
Deathloop dai creatori di Dishonored e Ghostwire Tokyo di Shinji Mikami guidano la carica di Bethesda
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a cura di Paolo Sirio
In occasione dell’E3 2019, Bethesda ha tenuto il suo tradizionale media briefing, il quinto nella storia dell’etichetta di publishing americana. Ed è stato un media briefing diametralmente opposto per toni a quello della scorsa edizione, sebbene a livello di struttura si sia mantenuta su due grosse sorprese e una restante parte, la principale, basata sulle fondamenta concrete di giochi già annunciati o addirittura sul mercato da tempo.
Tutto sommato è una conferenza che è scivolata via abbastanza in fretta, nonostante sia mancata l’anima punk dell’E3 2018 e abbia avuto una dimensione più dimessa, e a parte un paio di inciampi ha dimostrato quanto la label di Skyrim si trovi a proprio agio con la fiera losangelina, e quanto sia capace di proporre qualcosa un po’ per ogni palato in circolazione.
Le comunicazioni di servizio
Partiamo dalle comunicazioni di servizio, ovvero dalle informazioni che sono arrivate al media briefing su titoli di cui eravamo già a conoscenza e che avevano bisogno soltanto di alimentare il loro lungo supporto post lancio.
The Elder Scrolls Online, fresco di uscita dell’ultima espansione Elsweyr, si è esibito in una (lunga) dissertazione sullo stato del gioco da parte del game director Matt Firor prima di lanciarsi in un nuovo trailer sulla storia di Dragonhold, che amplierà ulteriormente quella che è stata definita la Stagione del Drago dell’MMO. Nel trailer a nostro dire è mancata la gag con il miagolio del Khajiit di fronte al drago che lo minacciava, ma ci siamo andati parecchio vicini.
Detto di un nuovo dungeon DLC, Scalebreaker, in arrivo in agosto, un trattamento simile è stato ricevuto da The Elder Scrolls Legends, che si prepara a ricevere Moons of Elsweyr – un’espansione, manco a farlo apposta, introdurrà i draghi nella Tamriel del gioco di carte dal 27 giugno. A quest’iniziativa è da collegare il logo apparso in rete che aveva fatto pensare addirittura ad un MOBA di TES (pericolo, sembrerebbe, scongiurato).
Wolfenstein Cyberpilot, l’esperienza in realtà virtuale della serie a base di nazisti morti ammazzati, sarà infine disponibile a partire dal 26 luglio 2019, e ha avuto una buona esposizione all’evento insieme all’altro Wolfenstein, Youngblood, in arrivo lo stesso giorno completo di un pass che permetterà ad un amico di unirsi alla nostra partita senza acquistare il titolo.
Restando nell’alveo delle notizie non proprio freschissime, si è parlato di Rage 2 con il tradizionale trailer sopra le righe per mood e parecchi contenuti in arrivo per il titolo open world di id Software e Avalanche Studios.
Tra gli aggiornamenti gratuiti in arrivo troviamo un mech pilotabile, un Sandworm gigante, nuovi veicoli, nuovi trucchi, nuove modalità e una nuova fazione. Ci sarà anche spazio per sfide programmate su una base settimanale, e abbiamo ottenuto un assaggio della prima espansione DLC Rise of the Ghosts a pagamento, che sarà disponibile più avanti quest’anno.
Nella terra di mezzo
Un capitolo a parte lo meritano, in questo recap, due annunci dalla natura molto differente l’uno dall’altro ma che ugualmente fanno alzare un sopracciglio. Il primo è quello connesso alla volontà di Bethesda di immettere sul mercato una tecnologia che permetterà di ottenere dei miglioramenti nel campo dello streaming, chiamata Orion. A lasciare perplessi è che non si tratta di un servizio di cloud gaming ma di una tecnologia, appunto, che servirà a ridurre la latenza a prescindere dalla posizione del data center, un problema che fin dalle prime battute sembra avere Google Stadia e che pertanto, va ammesso, potrà tornare parecchio utile (Stadia è stato supportato con The Elder Scrolls Online e DOOM Eternal da Bethesda).
Sorprende allo stesso modo che se ne sia parlato nel corso di un evento che la label fa di tutto per passare come ad uso e consumo della platea di videogiocatori, e non per affezionati del lato tech o per la stampa (lo stesso Phil Spencer ha detto prima dell’E3 che questa manifestazione ha ormai poco a che fare coi giornalisti, con buona pace di chi vi scrive).
L’impressione è che sia stato un modo per dire “ci siamo anche noi” in un momento in cui l’industria sta compiendo una corsa immane e non sempre alla sua portata per accaparrarsi una fetta del business del cloud gaming, che promette di essere di altissimo livello; il fatto che la compagnia di Fallout 76 si stia proponendo in questo segmento è soltanto… ironico.
Il secondo momento, ben più imbarazzante di Orion, è quello suggellato dalla presentazione del nuovo titolo di ZeniMax Online. Si vociferava da tempo di un nuovo gioco dai creatori di ESO, e lo stesso studio aveva ammesso di stare lavorando a qualcosa di inedito, ma mai avremmo pensato si sarebbe trattato di un gioco per dispositivi mobile free to play.
Bethesda ha ormai una tradizione nel settore, per cui sappiamo che non teme certe reazioni scomposte, ma parlare per una buona porzione dell’evento di Commander Keen, tra lo stupore di noi che abbiamo seguito la conferenza e dei presenti (per quanto evidentemente istruiti su come si mostri calore in una diretta televisiva, per non dire di peggio), non è una scelta che ci ha esaltato.
Commander Keen, per il resto, è un revival per le nuove generazioni della storica IP di id Software, che potrà contare su due protagonisti, una modalità Storia in cui saremo chiamati ad usare una pletora di gadget e personalizzazioni, e una multiplayer nella quale potremo sfidare altri utenti. L’idea è ripercorrere il successo di Fallout Shelter, non a caso tirato in ballo coi suoi 150 milioni di download. L’uscita è intanto fissata all’estate per iOS e Android.
Fallout 76 è stato anch’esso della partita, immancabilmente, e la sua presenza è stata tutt’altro che banale. Un update, Wastelanders, farà del tutto retrofront su uno dei capisaldi del design del gioco, ovvero l’assenza degli NPC, che invece torneranno in pompa magna con un sistema di dialoghi completo che ci permetterà di decretarne la vita o la morte, nonché l’importanza nella nuova storyline.
In aggiunta, e qui Bethesda ha esibito semplicemente la sua migliore faccia da bronzo possibile, l’aggiornamento Nuclear Winter introdurrà una modalità battle royale, in barba a cosa possa pensarne la sua utenza tradizionale: questa modalità avrà 52 giocatori connessi simultaneamente, dei livelli dedicati da scalare e ricompense speciali per quanti la proveranno. Un primo assaggio arriverà come parte della prova gratuita dal 10 al 17 giugno.
I momenti più alti
C’è stata una parte con momenti più alti, se ve lo state chiedendo, e questa ha avuto il suo apice nel segmento dedicato a DOOM Eternal e alla presentazione non di una ma di ben due nuove proprietà intellettuali del catalogo di Bethesda.
DOOM Eternal, di cui vi abbiamo parlato approfonditamente nel nostro hands on da Los Angeles per l’E3 2019, è in arrivo il 22 novembre e una data d’uscita, in fondo, era tutto ciò che gli chiedevamo; in aggiunta, ci è stata mostrata una modalità multiplayer 2v1 molto caratteristica e una serie di edizioni speciali, tra cui spicca quella che ci permetterà di ottenere l’elmetto del Demon Slayer… e sarà indossabile.
In tema di buone notizie, The Elder Scrolls Blades è stato annunciato per Nintendo Switch e porterà in dote cross-play e cross-progression con la versione per i dispositivi mobile. Verrà lanciato in autunno, dunque un po’ (!) prima di TES 6, e supporterà i controlli di movimento. Questo rende l’idea di come Nintendo abbia aperto le porte agli account dei partner, come fatto con Xbox Live, dal momento che un sistema del genere non vediamo altri modi per farlo funzionare all’infuori di supportare Bethesda.net.
Sapevamo che ci sarebbe stato Shinji Mikami e quasi temevamo avrebbe chiuso il cerchio di una trilogia (a dire nostro, non troppo ispirata) di The Evil Within, e invece è andata come speravamo: Tango Gameworks sta lavorando ad una nuova IP, e questa è ora nota col nome di Ghostwire Tokyo.
Nel titolo ci ritroveremo ad indagare sulla ragione dietro molteplici sparizioni e “liberare la città di uno strano nuovo male”. Il giocatore godrà di “misteriosi abilità spettrali” e dovrà affrontare forze “occulte”, scoprire “teorie della cospirazione” e mettere le mani su “leggende urbane come mai prima d’ora”. La creative director Ikumi Nakamura è già un meme vivente per simpatia e movenze cannabinoidi, e va benissimo così: l’E3 ha sempre bisogno di personaggi del genere.
Il gioco è un action adventure ambientato nella capitale giapponese, non sarà un survival horror, e si è esibito in un trailer in computer grafica che ha mostrato location sia urbane al neon che più rurali. Il fatto che non ci sia stato mostrato del gameplay e che la clip sia terminata senza riferimenti né alle piattaforme, né ad una finestra di lancio sembrerebbe indicare tempi ancora lunghi (e forse next-gen).
Da un po’ ci stavamo tutti chiedendo cosa stesse facendo Arkane Studios, e la risposta più semplice sarebbe stata Prey 2. Anche in questo caso per fortuna, Bethesda e il suo team di Lione non si sono accontentate di un sequel e hanno puntato su una nuova IP, che porta il nome di Deathloop ed è un atipico action adventure dal gameplay simile a quello di Dishonored, seppur in un contesto parecchio diverso.
Sull’isola “senza legge” di Blackreef, ci ritroveremo in un loop temporale all’interno del quale due assassini si daranno continuamente la caccia, nel tentativo di eliminare il nemico e porre fine a questo continuo riavvolgersi della storia. Il gioco potrà contare su “ambienti di incredibile bellezza e livelli meticolosamente progettati”, nonché sulla possibilità di “gestire ogni situazione come volete”, un marchio di fabbrica della software house transalpina.
Anche per Deathloop non abbiamo visto del gameplay ma soltanto una CGI, per quanto impressionante per il tono del prodotto e dall’ottima colonna sonora, al termine della quale non si è parlato né di finestre di lancio (una finestra è stata però spaccata nella clip!), né di piattaforme; parrebbe che Arkane non abbia troppo fretta, e d’altronde un concept così ambizioso potrebbe richiedere l’appoggio delle prossime console.
Come dicevamo in apertura, Bethesda ha fatto suo un nuovo modello, che la vede alternare un paio di annunci a lunga gittata con il puntellamento della propria lineup e il supporto post lancio dei suoi titoli dalla vita più estesa, mentre in passato giocava sul rivelare le date d’uscita dei nuovi titoli a pochi mesi dal day one. Un modello che ci può piacere, sebbene porti a storture come quelle di The Elder Scrolls VI e Starfield, menzionati brevemente da Todd Howard che ha chiesto ancora pazienza ai fan confermando che non li avremmo visti al media briefing.
Voto Recensione di E3 2019 - Recensione
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