DualShock 5, le mani sulla next-gen di PS5 - Speciale
Esploriamo la creazione e le ambizioni del pad di PlayStation 5
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a cura di Paolo Sirio
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Sony
- Produttore: Sony
- Distributore: Sony
- Data di uscita: 19 novembre 2020
Seppur in maniera inusuale, Sony ha dato il via alla comunicazione dei propri piani per la prossima generazione di console, dandoci col contagocce le prime informazioni riguardo a cosa dovremo aspettarci al lancio di PS5. Oltre ad accenni delle specifiche, abbiamo avuto accesso a particolari di un certo interesse relativi a DualShock 5, l’estensione next-gen del nostro corpo nelle grandi storie PlayStation.
Non è un caso che il gigante di Tokyo abbia cominciato a sbottonarsi sull’erede di PS4 proprio con il DualShock 5, dal momento che il suo predecessore fu il punto d’inizio della presentazione in due tappe, tra il meeting di febbraio e l’E3 del giugno 2013, con un focus su alcune delle sue caratteristiche più significative come il design, il tasto Share e il touchpad.
Similmente, è probabile che un nuovo PlayStation Meeting targato febbraio 2020 sia destinato a concentrarsi sul controller con cui saremo chiamati a fare i conti per la prossima decade, spiegando in cosa consistano novità esotiche come il feedback tattile e i trigger adattivi, e soprattutto mostrandole all’atto pratico con qualche dimostrazione dal vivo.
E, allora, diamo un’occhiata a come sarà il nuovo DualShock sulla base delle informazioni ufficiali e dei più recenti rumor.
Nuova vibrazione, grilletti, batteria: cosa sappiamo
Le modalità di avvicinamento alla next-gen, lo abbiamo anticipato, sono state piuttosto atipiche per PlayStation 5. Si è parlato in veste ufficiale della nuova console in tre occasioni, due delle quali sono state rappresentate da interviste concesse dai responsabili dello sviluppo della console (il system architect Mark Cerny su tutti) a Wired e una da una lettera aperta del presidente di Sony Interactive Entertainment Jim Ryan pubblicata su PlayStation Blog.
In tutte queste occasioni, il DualShock 5 ha avuto un ruolo da protagonista, e ha messo in mostra alcune delle unicità che lo differenzieranno in maniera sostanziale rispetto alla versione disponibile attualmente. La vibrazione è una funzionalità della passata generazione, potremmo dire con la citazione di un intervento sfortunato dell’era PS3, e mai avremmo pensato che ci saremmo presto o tardi trovati a concordare.
Sony ha concentrato molta della sua attenzione in questa fase ‘pre-reveal’ sul feedback tattile, e questo altro non è che una nuova generazione di vibrazione, scoperta dal gaming grazie ai touchpad del Controller Steam. Il classico “rumble” con cui abbiamo avuto a che fare sin qui è un tipo di feedback tattile, infatti, e le due cose non escludono l’altra; di certo, quello che verrà proposto all’uscita di PS5 sarà un’evoluzione della tecnologia corrente.
La vibrazione del DualShock 4, il rumble appunto, offre una vibrazione costante a varie frequenze nel momento in cui il giocatore compia delle specifiche azioni che la attivino all’interno di un titolo; il nuovo ed elaborato feedback tattile sarà una vibrazione raffinata, garantirà sfumature di contatto altrimenti impensabili e viene non a caso definita come “altamente programmabile” dagli sviluppatori in modo da restituire precisamente determinate sensazioni mentre giocheremo.
“Con la tecnologia tattile, senti davvero una gamma più ampia di feedback, quindi sbattere contro un muro in una macchina da corsa sembra molto diverso rispetto a fare un contrasto sul campo di calcio”, ha spiegato Jim Ryan nel suo post. “Così come puoi percepire una varietà di trame quando corri attraverso i campi di erba o ti trascini nel fango”.
Starà naturalmente agli sviluppatori introdurre le differenze di feeling tra una superficie e l’altra, e Sony, come sempre accade a ridosso del lancio di una nuova tecnologia, si sta dando già da fare per dimostrarne le potenzialità: Wired ha potuto provare diverse demo basate su Gran Turismo Sport e su brevi fasi di platforming realizzate dal team di Astro Bot Rescue Mission per PlayStation VR.
Le prime impressioni sono entusiastiche, con il racing – un genere che pure viene dal force feedback dei volanti, qualcosa di abbastanza preciso di suo – che viene descritto come del tutto diverso su un dev kit per PS5 equipaggiato di DualShock 5: “guidare sul cordolo tra il tracciato e lo sporco, ho potuto sentire entrambe le superfici; fare la stessa cosa sullo stesso tracciato usando un DualShock 4 su una PS4, quella sensazione è sparita completamente”.
Molto interessante anche il funzionamento del feedback tattile sui platform: la nuova tecnologia, installata tramite attuatori a bobine nelle impugnature sinistra e destra, trasmette vibrazioni così particolareggiate da far sentire davvero l’attraversamento di un fondale scivoloso perché ghiacciato, ad esempio, o impervio perché roccioso, o pesante perché sabbioso, e via discorrendo, tutti avvertibili in maniera “distinta” come diversi dagli altri.
Un aspetto altrettanto interessante è che, diversamente dal rumble, la nuova ‘vibrazione’ non si limiterà ai grip ma si estenderà alle levette analogiche, che in base alle superfici riceveranno “risposte ad alta frequenza” e modificheranno in tempo reale il loro comportamento, avendo ora una maggiore flessibilità, ora risultando maggiormente tesi… Al di là dei platform, potrebbero trarne vantaggio soprattutto gli action adventure come Uncharted o Tomb Raider, un po’ stagnanti sotto il profilo del design negli ultimi anni.
Dalla stessa intervista abbiamo appreso che questa novità tecnica di Sony era già pronta prima del lancio di PS4 Pro, e che la casa giapponese ha valutato per qualche tempo la possibilità di introdurla già nella macchina mid-gen. L’idea fu scartata e tenuta per la prossima generazione soltanto perché proporla su Pro e non sul modello base dell’attuale PlayStation fu ritenuto qualcosa che avrebbe potuto dividere la community.
Anche questo aspetto ci fa capire come il DualShock 5, già fatto pervenire ad una rosa selezionata di sviluppatori esterni in modo che prendano confidenza con le sue peculiarità, sia probabilmente la componente ‘più pronta’ alla presentazione, e quella che potrà costituire in scioltezza l’ossatura della prima esibizione di PS5.
Le novità del pad vanno oltre il feedback tattile, per quanto questo sia in grado di rubare la scena a tutte le altre, e includono per fare un nome anche i grilletti adattivi. Tramite questa feature, gli sviluppatori potranno programmare i livelli di resistenza dei trigger, che cambieranno in base all’azione che andremo a compiere esercitandovi una pressione.
La resistenza variabile simulerà ad esempio la tensione che cresce gradualmente quando tenderemo un arco per scoccare una freccia, e logicamente proporrà un feedback diverso nel momento in cui useremo lo stesso tasto L2 o R2 per un’azione differente come potrà essere premere sull’acceleratore in un’auto da corsa.
Il reparto ingegneristico di Sony ha implementato una serie di perfezionamenti sul versante quality of life, inoltre, volti a migliorare ed estendere funzionalità forgiate per il DualShock 4. Tra quelle già rivelate, l’altoparlante è stato potenziato per fornire un’esperienza sonora perlomeno all’altezza del feedback tattile sotto il profilo del coinvolgimento.
Le indicazioni degli utenti circa la durata della batteria sono state recepite e il DS5 sarà pertanto equipaggiato con una più capiente e maggiormente longeva sia in termini di durata per sessione che come ciclo vitale. La ricarica avverrà tramite la nuova porta USB di tipo C, standard ormai per quanto riguarda le interfacce nel settore della telefonia; è confermato che, esattamente al pari della gen corrente, si potrà continuare a giocare durante le operazioni di ricarica via cavo.
La batteria più ampia si tradurrà in un controller “un po’” più pesante, a detta degli esperti del platform owner, ma comunque “un po’ più leggero” rispetto all’attuale pad Xbox One completo di batterie. Una mossa che permetterà al team giapponese di rimanere nel solco del progetto del DualShock 4 di dare una robustezza superiore al device a confronto con il passato (senza neanche tirare nuovamente in ballo l’inconsistente Sixaxis).
Il design è ancora un punto interrogativo
Quanto al comparto estetico della sua offerta next-gen, Sony tiene ovviamente le proprie carte molto strette in modo da non far trapelare alcunché di rilevante. Brevetti e certificazioni con design di potenziali console e controller sfuggiti negli ultimi mesi ci permettono però di fare delle previsioni abbastanza attendibili rispetto alla progettazione definitiva dei prodotti di prossima generazione.
Di partenza, in base alle informazioni filtrate finora dalla casa giapponese, possiamo già tracciare un quadro piuttosto articolato su come sarà il DualShock 5 finale. Un pad, riteniamo, molto simile ad impatto visivo al DualShock 4, com’è del resto stato per le precedenti iterazioni, pur tuttavia portato all’attenzione del pubblico con un’evoluzione anche esteticamente visibile ad occhio nudo.
Una foto rubata ad ambienti di sviluppo con i dev kit a V di PS5 ha esibito quello che potrebbe essere un prototipo, o una versione comunque non molto lontano dalla definitiva, del controller; l’impressione che si è avuta guardandolo, coadiuvata da un mockup di VGC, è che il colosso asiatico abbia optato per un design ulteriormente bombato rispetto all’esile DualShock 3 e al suo erede già più corpulento (e comodo, d’altronde).
La sensazione, corroborata dal paragone sul peso – che non abbiamo fatto noi, ma il product manager Toshi Aoki -, è che PlayStation abbia guardato molto alle mosse di Microsoft per ciò che concerne i joypad e abbia dedotto alcune lezioni da un’azienda che su questo campo ha in effetti parecchio da insegnare (ne aveva imparate a sua volta ai tempi della prima Xbox).
Da questo punto di vista, se è folle attendersi due levette analogiche asimmetriche, è legittimo puntare su due impugnature “ravvicinate”, ovvero con curve più spaziose ad unire i grip e il corpo centrale del controller. Ciò permetterebbe di appoggiare più comodamente le dita della mano non impegnate nella gestione dell’azione del gioco sul retro della scocca e prevenire fenomeni di stanchezza piuttosto frequenti sulla linea DualShock.
La lightbar sarebbe stata completamente rimossa, evidentemente sia per ridurre l’impatto sulla durata della batteria e per togliere un ingombro dal dispositivo che perché sarà stato presumibilmente improntato un sistema alternativo per la sua rilevazione. Di conseguenza il già citato retro della scocca sarebbe stato appiattito e non presenterebbe più la curiosa spigolatura del DS4.
Restando in materia di novità, il secondo reportage di Wired ha sottolineato come nella versione del DualShock 5 testata ad ottobre ci fosse “un piccolo buco” sotto il tasto PlayStation che sembrava potesse venire utilizzato come microfono nella release finale. Sony ha brevettato qualcosa di molto simile ad un assistente vocale, ed è possibile che lo scopo della sua inclusione sia proprio permetterne il funzionamento.
L’assistente vocale, la cui inclusione è molto probabile, sarebbe basata sull’IA della compagnia nipponica e scenderebbe in campo non soltanto nello spulciare le feature dell’interfaccia utente come avviene più o meno oggi, ma anche scovare contenuti realizzati dai giocatori e condivisi online per, ad esempio, avere una mano a superare un livello particolarmente ostico di un titolo.
Se questo assistente ci aiuterà nella fruizione dei contenuti (tramite la tecnologia che si chiamerebbe Scene Tagging), la loro immissione sarebbe garantita dalla conferma del tasto Share, probabilmente la più grande intuizione della generazione attuale, e dall’estensione del suo parco funzionalità, possibilmente – ma qui speculiamo – con qualcosa di simile alla creazione di piccole demo al volo per gli amici in stile State Share di Google Stadia.
Il touchpad, per finire, sembrerebbe essere stato confermato sebbene non sfruttatissimo se non all’inizio della generazione di PlayStation 4. Le sue dimensioni parrebbero essere state leggermente aumentate, ad occhio, anche se è difficile prevedere le modalità con cui Sony potrebbe avere in programma di rilanciarlo dopo che è quasi sparito negli ultimi anni. Idee che possano renderlo più di uno strumento-vezzo per la navigazione sarebbero ben accette.
Il DualShock 5 sarà la prima tappa del viaggio di PS5 quando sarà presentata il prossimo anno, se le cose dovessero andare in maniera simile al percorso di avvicinamento a PlayStation 5 sei primavere fa. Il design evoluto ma non rivoluzionato e familiare rispetto al genitore vincente garantiranno una continuità quantomai consigliabile; c’è però curiosità per toccare con mano il feedback tattile su cui Sony punta molto, nonché scoprire quali saranno le nuove funzionalità e se queste avranno lo stesso impatto del tasto Share o rimarranno semplici gimmick utili soltanto a promuovere un dispositivo desideroso di apparire avveniristico. L’appuntamento con la next-gen, e con tutte le risposte che cerchiamo, è fissato al 2020.