Neil Druckmann e le fake news su The Last of Us - Part II: sono esausto

Il direttore di The Last of Us - Part II elenca la quantità di notizie inventate per screditare il gioco

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

C’è sempre tempo per diventare migliori. Più che altro, per quanto concerne la valutazione delle fonti e la diffusione di fake news – di cui si ignora l’origine, ma purché avvallino la propria linea di pensiero che si è già deciso di sposare, al di là di cosa ci sia a suo sostegno o meno. Si tratta di un problema ben noto della società odierna e della sua iper-informazione, che non è certo circoscritto al mondo dei videogiochi, ma che purtroppo non li risparmia.

Ecco che così Alexandria Neonakis, character concept artist di Naughty Dog per The Last of Us – Part II, si domanda sul suo profilo Twitter da dove sia nata la notizia secondo la quale il team avrebbe «forzato a vedere video di mutilazioni su esseri umani»in maniera tale da poter ricreare in-game questi dettagli.

«Solo per curiosità, ma da dove viene la citazione ‘forzati a vedere video di mutilazioni su esseri umani?’ Perché non è nello stesso articolo in cui ho trovato un sacco di queste altre cose e mi chiedevo quale fosse la fonte. Perché si sappia, ho lavorato a un po’ di brutalità contro esseri umani, ho guardato materiali di riferimento. E ad ogni assegnazione il mio lead verificava la situazione con me. ‘Sei sicura che ti vada bene vedere questo video? Vuoi che se ne occupi qualcun altro? Facci sapere se per te è troppo’. Ogni singola volta.»

È venuto fuori nell’arco della conversazione, anche grazie al contributo di Emilee Kieffer, che subì purtroppo l’esposizione a contenuti violenti durante i lavori su Mortal Kombat, che probabilmente il collegamento è stato fatto da qualcuno, per motivi non meglio precisati, proprio tra le notizie che parlavano del fondato caso del picchiaduro di NetherRealm e il titolo Naughty Dog.

In merito si è espresso anche Neil Druckmann, direttore del gioco, che ha messo anche questa nella lista di una serie informazioni che stanno circolando nel tentativo di mettere il gioco in cattiva luce – per quale peccato originale preciso ancora non si sa bene.

Attenzione: il paragrafo di seguito potrebbe contenere piccoli spoiler sui temi del gioco. Se non volete anticipazioni, vi consigliamo di abbandonare la lettura.

Quando Neonakis chiede quale sia la fonte che parla di dipendenti di Naughty Dog costretti a visionare materiale violento, Druckmann commenta che «sarà la stessa che dice che combattete contro i cristiani omofobi? O che sostiene che Anita [Sarkeesian, ndr] abbia lavorato a questo gioco? O che Abby sia transessuale? O che io sono stato scansionato e ho fatto il motion capture per comparire nel gioco? O che abbiamo pagato per le recensioni? O che… sono esausto

Anche pochi giorni fa il direttore era intervenuto per commentare il review bombing subito dal gioco su Metacritic, insieme alla lead writer Halley Gross, per far notare come a pochissime ore dall’uscita fossero presenti già il doppio delle recensioni utente di quelle avute dal predecessore in sette anni. Mentre battiamo questa notizia, siamo arrivati a 55.995 recensioni utente con la media di 4/10 – The Last of Us, dal 2013, ne ha messo insieme 9.987.

Sempre nelle scorse ore, l’attrice Laura Bailey è dovuta intervenire per ricordare ai videogiocatori che non sarebbe male giocare un gioco, prima di decidere cosa se ne pensa: una regola alla base, in effetti, di qualsiasi opinione che valga la pena prendere in considerazione per un confronto, valida anche per qualsiasi altro medium.

The Last of Us – Part II è disponibile su PS4 dal 19 giugno. Per la nostra video recensione, fate riferimento a questo indirizzo.

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