Destiny 2: La Regina dei Sussurri | Recensione - Tutto ciò che speravamo di avere
Un’espansione ben più che all’altezza delle aspettative
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a cura di Lorenzo Kobe Fazio
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Bungie
- Produttore: Activision
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE
- Generi: Sparatutto
- Data di uscita: 6 settembre 2017 (console) - 24 ottobre 2017 (PC)
Le aspettative intorno alla nuova espansione di Destiny 2, La Regina dei Sussurri, erano innegabilmente alte. Ad infondere hype nella folta community del GaaS, a suon di indiscrezioni e trailer, ci ha pensato Bungie stessa nei mesi che hanno separato la presentazione, all’effettivo debutto del DLC avvenuto lo scorso 22 febbraio.
Dall’entrata in scena di Savathûn, personaggio introdotto per la prima volta addirittura dodici anni fa, all’epoca del capostipite della saga; alla certezza di aver ormai imboccato l’ultimo rettilineo prima della definitiva conclusione dello scontro tra Luce e Oscurità, battaglia che alimenta e anima il plot del brand sin dalle sue origini, di motivi per essere emozionati all’idea di mettere le mani sull’ultimo episodio dell’epopea sci-fi dello sviluppatore americano ce n’erano e ce ne sono a bizzeffe.
Senza girarci troppo attorno, dopo aver completato campagna e raid, dopo esserci immersi per diverse ore in tutto ciò che rappresenta l’end-game, se così lo si può definire, possiamo tranquillamente concludere che cotanta attesa era assolutamente giustificata, legittimata e convalidata da una qualità di fondo solida e palpabile, che per certi versi annichilisce quella del pur ottimo Oltre la Luce.
A caccia di Megere Regine
Approcciandosi a La Regina dei Sussurri, il primo contatto non può che avvenire con la nuova campagna, per la prima volta disponibile in due differenti livelli di difficoltà. Questa nuova feature, che dovrebbe diventare uno standard da qui in avanti, non si concretizza unicamente in ricompense specifiche e comparabili alla fatica profusa per ottenerle. Come specificheremo meglio a breve, cambia radicalmente il modo con cui si affronta e ci si gode l’avventura.
In modalità standard, chiunque sarà in grado di mettersi sulle tracce di Savathûn e di stanarla, in un’epopea tanto emozionante, quanto più si è a conoscenza della lore dell’IP. Come sanno i più informati, lo strumento principale di cui si serve la Regina dell’Alveare Lucente è l’inganno, il sotterfugio, il raggiro e proprio facendo affidamento a queste subdole tattiche insinuerà il dubbio e il sospetto tra le fila dei Guardiani, per la prima volta nella loro storia alle prese con nemici che usano la Luce, temibili campioni che possono utilizzare abilità Solari, ad Arco e del Vuoto, e che possono tornare in vita all’infinito, se non viene abbattuto in tempo il loro Spettro.
In termini prettamente narrativi, La Regina dei Sussurri vive di grandi colpi di scena e di rivelazioni che gettano inquietanti ombre sulle reali intenzioni del Viaggiatore. Come vociferato e preventivato, inoltre, ci sarà anche spazio per una veloce apparizione del Testimone, tenebroso e inquietante araldo dell’Oscurità.
Sebbene buona parte della narrazione viva, fin troppo a dire il vero, di didascalie ed eventi raccontati sottoforma di ricordi, tecnica narrativa che parzialmente attutisce il coinvolgimento emotivo di alcune sequenze, la trama tiene con il fiato sospeso fino alla rocambolesca conclusione, in un cliffhanger che esaspera il desiderio di concedersi una seconda run, a caccia di qualche dettaglio perduto nella frenesia delle battaglie appena combattute.
Resta la vaga impressione di aver assistito ad un gustoso preambolo, una sorta di anticamera in vista delle prossime stagioni in cui Bungie affonderà ancor più il piede sull’acceleratore, ma il fascino di Savathûn e la pungente ironia di Fynch, Spettro disertore dell’Alveare Lucente che vi aiuterà a più riprese, sono più che sufficienti per comporre un plot denso di emozioni.
Sul piano pratico, come dicevamo, la campagna a livello di difficoltà standard si lascia giocare, anche grazie all’ingegnosità degli enigmi ambientali, legati a doppio filo sia all’esplorazione di alcune aree, sia alla sconfitta di particolari nemici. Tuttavia, se cercate una vera sfida, magari da affrontare con il vostro gruppo di amici affiatati, in Leggendario apprezzerete appieno non solo il level design dell’avventura, che alterna con buon ritmo le sparatorie a svariate sezioni platform, ma soprattutto la profondità di un gameplay che si palesa in scontri che vi costringeranno a cambiare spesso e volentieri bocche di fuoco in uso, unica strategia efficace per adattarsi, di volta in volta, a minacce che utilizzeranno diverse tattiche per mettervi alle strette.
Dovendo soverchiare forze nemiche particolarmente resistenti ai colpi e numericamente superiori, sopperirete la disparità solo sfruttando ogni bonus, ogni perk, ogni abilità speciale in vostro possesso. Avrete la meglio unicamente a patto di mettere in conto numerosi game over, necessari per accumulare l’esperienza necessaria che vi permetterà di capire come muovervi al meglio sul campo di battaglia.
Da questo punto di vista, non c’è alcun dubbio, siamo di fronte ad una delle migliori campagne di Destiny 2.
La Forgia, il Falcione, il Tronomondo
Un’altra novità di questa ricca espansione è la Forgia, strumento che vi permetterà di creare armi i cui perk possono essere opportunamente selezionati e potenziati. Questa (ulteriore) apertura al crafting, la cui efficacia ed evoluzione verrà sicuramente monitorata nelle prossime settimane da Bungie, ha diverse implicazioni.
Da una parte incentiva, quasi piacevolmente, il farming. Ogni bocca di fuoco, per essere forgiata da zero o rinvigorita, necessita di un certo quantitativo di risorse, oltre che del progetto inerente. Un po’ per curiosità di provare questo manipolo di nuove armi messe a disposizione, un po’ perché ottenerle tutte non è impresa particolarmente improba, una volta tanto eliminare nemici a ripetizione, esplorare e completare pattuglie non pesa più del dovuto.
Dall’altra, l’introduzione del crafting, paradossalmente, fortifica il rapporto di preferenza verso le armi create tramite la Forgia le quali, legate ad un sistema di crescita in pieno stile RPG, possono essere ricostruite di volta, in volta con perk sempre più efficienti.
Trovato il fucile, la mitraglietta, il cannone, l’arma insomma che si sposa a meraviglia con il proprio stile di combattimento, si fatica davvero a passare oltre, aggiornandone di continuo il livello di Luce, sacrificandone ben volentieri altre incontrate lungo il percorso.
Come detto poco sopra, non si corre comunque il rischio di fossilizzarsi unicamente su due, tre armi al massimo, perché tra sfide nel Crogiolo e missioni della campagna particolarmente impegnative, senza citare il nuovo raid su cui ci soffermeremo a breve, la varietà di situazioni con cui verrete a contatto è tale che sarete comunque costretti a portarvene appresso altre, pronte ad entrare in gioco in qualsiasi momento.
A questo proposito, vale la pena spendere due parole anche sui Falcioni, nuova tipologia di strumenti offensivi introdotti proprio ne La Regina dei Sussurri. Si tratta, in buona sostanza, di una sorta di incrocio tra una Spada e un Cannone Portatile.
La lama può fare a fette qualsiasi cosa osi entrare nel suo raggio d’azione, mentre il fucile presente sulla sua punta, esplode cariche energetiche potentissime. In più, con lo stesso pulsante con cui si richiama lo zoom della mira, attiverete per una manciata di secondi uno scudo, utile per affrontare a viso aperto il fuoco di soppressione, senza il rischio di essere colpiti mentre mirate al target che vi siete prefissati di eliminare.
Si tratta, senza mezzi termini, di una tipologia di armamento davvero divertentissima da utilizzare, che amplierà enormemente le possibilità strategiche dei videogiocatori più smaliziati. Come tutte le altre armi della Forgia, inoltre, possono essere potenziati, rendendone opportunamente più veloce la ricarica, aumentando la gittata del cannone, incrementando la durata dello scudo e così via. Dovendo affrontare per lo più l’Alveare, con i suoi sciami di Schiavi, e Infami, che spesso e volentieri prediligono lo scontro a corta distanza, inutile dire che il Falcione diventerà per molti l’arma di riferimento di questa espansione.
Tra le new entry de La Regina dei Sussurri, non si può non citare anche la nuova ambientazione, ovvero il Tronomondo di Savathûn, rifugio, quartier generale, ma anche tempio della Megera sorella di Oryx.
Pur mancando di quell’ariosità e senso d’immensità a cui ci ha abituati Destiny in tutti questi anni – salvo in certi specifici scenari, beninteso – è innegabile che vi muoverete all’interno di in una location affascinante divisa sostanzialmente tre biomi differenti.
Il meno interessante del trio è sicuramente la palude che funge da periferia e da canale di collegamento tra le varie macro-aree. Putrescente e stagnante, non spicca particolarmente per originalità, dimostrandosi comunque sufficientemente ramificata da nascondere diversi sentieri (visibili e non), ricchi di Settori Perduti, casse, profonde grotte che, di fatto, rappresentano l’altro grande bioma del Tronomondo.
In questi scenari, di tanto in tanto, si ripresenta l’ariosità di cui sopra, con costruzioni geologiche che si estendono per chilometri, mentre qui e lì gigantesche e grottesche strutture dell’Alveare ricordano continuamente ai Guardiani di essere sfacciati e audaci invasori di un mondo ostile. Sulla superficie, invece, all’interno della palude sorgono e si estendono i giardini e palazzi di Savathûn che con i loro colori a tratti sgargianti, in pieno contrasto con i cromatismi che solitamente caratterizzano l’Alveare, sottolineano la vicinanza della Megera alla Luce, al Viaggiatore.
Il Tronomondo, tirando un po’ le somme, non raggiunge il fascino delle migliori ambientazioni esplorate in Destiny sin dal suo esordio, ma in generale è suggestivo quando basta, soprattutto considerando le catacombe e templi sotterranei che da un punto di vista architettonico sono davvero uno spettacolo per gli occhi.
Promessa del Discepolo, il nuovo raid
Veniamo così al contenuto più atteso e desiderato da chi gioca a Destiny ormai da tempo, ovvero il raid, Promessa del Discepolo che, inserendosi perfettamente nell’end game de La Regina dei Sussurri, non fa altro che ritirare in ballo il Testimone, introducendo un oscuro villain a lui piuttosto vicino, e anche per questo estremamente potente.
L’Incursione si divide sostanzialmente in cinque fasi, boss fight compresa, la prima di queste ambientata nelle paludi del Tronomondo. Inizialmente dovrete scortare una sorta di manufatto che vi permetterà di accedere alla Piramide, luogo in cui alberga il temibile Rhulk. Particolarmente dinamica, questa fase si fa apprezzare per il ritmo con cui si alternano le ondate di nemici e per la rapidità con cui ci si muove sulla mappa.
Entrati nella fortezza, la seconda parte del raid è invece l’esatto opposto. La collaborazione con gli altri membri del party diventerà imprescindibile, poiché per superare la gigantesca arena in cui verrete costantemente attaccati da tutti i fronti, dovrete risolvere un complesso enigma che coinvolge obelischi e la sequenza di simboli che dovrete trovare in giro e battendo i nemici.
Senza fare spoiler, si tratta di un puzzle piuttosto complesso, che tuttavia smorza un po’ l’adrenalina della prima parte, poiché vi vedrà affrontare ad oltranza ondate di malintenzionati che, sulla lunga, fiaccheranno lievemente l’entusiasmo.
Ciononostante, una volta superata questa fase, ne affronterete altre due molto più movimentate, merito anche di un level design che, sviluppandosi anche in verticale, vi permetterà più facilmente di fiancheggiare e circondare i nemici, ben supportati dai vostri compagni d’arme.
Lo scontro con Rhulk, infine, è semplicemente una delle migliori boss fight che Destiny ci abbia mai regalato. Complessa, prolungata, enormemente soddisfacente. Tutte le fasi che ne caratterizzano la battaglia vivono di meccaniche proprie che incentivano ancora una volta la cooperazione e richiedono precise operazioni per essere superate.
Versione recensita: Xbox Series X/PlayStation 5
Siete fan di Destiny e cercare un simpatico regalo da farvi per premiare i vostri sforzi con la campagna e il radi de La Regina dei Sussurri? Che ne dite di questo tenerissimo peluche di un Baby Caduto?
Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
-
Campagna longeva ed impegnativa
-
La Forgia vi incentiverà a creare tante nuove armi
-
Raid tra i migliori mai proposti
Contro
-
Trama un po’ troppo didascalica
-
Il Tronomondo si lascia guardare, ma non è tra le migliori ambientazioni di Destiny
Commento
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