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Degrees of Separation Recensione

Sciarpe calde e fredde per un puzzle game crudista

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a cura di Adriano Di Medio

Redattore

Il mondo degli indie si tiene su con un’insostenibile leggerezza. Un mondo di contrasti, una volta alleati una volta nemici, ma che tuttavia hanno bisogno l’uno dell’altro senza avere mai il coraggio di ammetterlo. Su tale contrasto i norvegesi Moondrop hanno realizzato Degrees of Separation, un’avventura puzzle dalla sottile, fiabesca dolcezza ma purtroppo vittima di sé stessa.

Fiabe del Ghiaccio e del Fuoco

La storia di Degrees of Separation si basa sulla logica del contrasto e della complementarietà. Un ragazzo di nome Rime e una ragazza di nome Ember si risvegliano un giorno da un brutto incubo, solo per poi accorgersi che neanche nella realtà le cose vanno bene: i loro mondi sembrano sull’orlo del collasso. Rime vive in un mondo freddo, dove l’acqua ghiaccia e la neve si accumula sugli oggetti; Ember vive in un mondo mosso e baciato dal sole, caldo e rigoglioso fin quasi a bruciare. L’incipit li vede trovarsi, separati da una linea apparentemente invalicabile ma che allo stesso tempo è punto di contatto. La loro storia sarà narrata da una voce di donna senza corpo, che descriverà gli avvenimenti e il progressivo avvicinamento dei due nel corso delle loro esplorazioni.

A livello di narrativa il gioco è tutto qui, e sinceramente troviamo vada benissimo così. La costruzione dei due personaggi tramite il contrasto è semplice ma non banale, e rappresenta con insolito amore la distanza ravvicinata di due personaggi che si rendono conto di aver bisogno l’uno dell’altra, prima per sopravvivere e poi per vivere, il tutto in un rapporto di perfetta parità. L’idea dei mondi è poi una giustificazione originale per quello che poi alla fine è uno split-screen dinamico, non tanto dissimile a quello ai tempi sperimentato dai Traveller’s Tales per i loro videogiochi a tema Lego. In ogni caso, il modo in cui la storia di Ember e Rime finirà dipende solo da voi.

Degrees of separation

Il mondo ruota attorno alle sciarpe

Il collidere dei loro mondi porterà ben presto Ember e Rime a un vecchio castello mangiato dalla vegetazione. Oltre a costituire livello a sé, questo sarà anche il punto nevralgico per l’accesso agli altri macro-livelli (mondi) di cui si comporrà il gioco. L’esplorazione avverrà in maniera chiaramente bidimensionale, e il compito principale di Ember e Rime sarà recuperare delle particolari sciarpe blu notte. Per raggiungerle bisognerà ogni volta calcolare le proprie azioni e sfruttare l’ambientazione a proprio vantaggio.

Nei fatti Degrees of Separation è composto da una serie di puzzle ambientali risolvibili in maniera indipendente l’uno dall’altro. La maggior parte delle volte bisognerà avere a che fare con macchinari e piattaforme mobili. In alcuni casi andranno attivati sospendendosi a delle corde, in altre bisognerà fare in modo che tali marchingegni rimangano nella giusta “metà del cielo”. Oltre all’interazione dei personaggi infatti l’ambiente reagisce e muta in tempo reale a seconda di quale porzione di schermo si trova. Al freddo l’acqua ghiaccerà e Rime potrà camminarvi sopra, mentre il calore di Ember accenderà le lanterne che sposteranno le piattaforme. Spesso la sfida sta infatti nel far raggiungere a un personaggio lidi e porzioni del livello che in teoria non dovrebbe essere in grado di raggiungere.

Spesso i mondi di Degrees of Separation doneranno ai protagonisti dei poteri particolari, il cui utilizzo sarà limitato al livello in cui li riceveremo. Chiaramente tali poteri saranno spesso essenziali nella risoluzione degli enigmi del livello in questione, e obbligano a ricalibrarsi in corsa a seconda della situazione. Ad esempio è possibile “solidificare” la linea tra i due ragazzi in modo che possano camminarci sopra facendo da ponte per zone altrimenti impossibili da raggiungere, oppure produrre esplosioni e sfruttarne l’energia cinetica per prolungare i salti. In ogni caso non si possono fallire i puzzle e non esistono i danni da caduta, dunque tutta l’attenzione è incentrata sul provare e riprovare.

Ice and Fire Recensione

+ Una fiaba sulla complementarietà

+ Colonna sonora ispiratissima

+ Atmosfera riuscita

- Cooperativa e animazioni molto rigide

- Limitato, specialmente in singolo

- Molti enigmi e passaggi troppo cervellotici

6.0

Degrees of Separation è un puzzle game difficile da valutare. La sua grafica è piuttosto basica, la realizzazione tecnica semplice ma niente di più e la progressione punta sull’accessibilità fino a renderla limitante. Lo stesso insistere sui puzzle con sempre i medesimi elementi ben presto lo porta ad architettare situazioni fin troppo astruse. Eppure allo stesso tempo ha al suo interno molto più cuore di quello che ci si potrebbe aspettare, e nelle giuste mani (o coppie di mani) potrebbe rivelarsi una ben piacevole sorpresa. La sua è una versione fiabesca della comune cerimonia della costruzione di un rapporto di fiducia tra due persone. Le quali, pure se opposte, non cercano prevaricazione ma reciproco completamento nella cornice di un mondo dormiente e di una colonna sonora di sapore mistico e celtico. E sono proprio questi dettagli e quest’anima che lo salvano dall’abisso; ma purtroppo solo da quello.

Voto Recensione di Degrees of Separation Recensione - Recensione


6

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Una fiaba sulla complementarietà

  • Colonna sonora ispiratissima

  • Atmosfera riuscita

Contro

  • Cooperativa e animazioni molto rigide

  • Limitato, specialmente in singolo

  • Molti enigmi e passaggi troppo cervellotici

Commento

Degrees of Separation è un puzzle game difficile da valutare. La sua grafica è piuttosto basica, la realizzazione tecnica semplice ma niente di più e la progressione punta sull’accessibilità fino a renderla limitante. Lo stesso insistere sui puzzle con sempre i medesimi elementi ben presto lo porta ad architettare situazioni fin troppo astruse. Eppure allo stesso tempo ha al suo interno molto più cuore di quello che ci si potrebbe aspettare, e nelle giuste mani (o coppie di mani) potrebbe rivelarsi una ben piacevole sorpresa. La sua è una versione fiabesca della comune cerimonia della costruzione di un rapporto di fiducia tra due persone. Le quali, pure se opposte, non cercano prevaricazione ma reciproco completamento nella cornice di un mondo dormiente e di una colonna sonora di sapore mistico e celtico. E sono proprio questi dettagli e quest’anima che lo salvano dall’abisso; ma purtroppo solo da quello.