Days Gone, provato in anteprima
Il passato e il presente in eterno contrasto per la sopravvivenza.
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a cura di Matteo Bussani
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Bend Studio
- Distributore: Sony
- Piattaforme: PC , PS4 , PS5
- Generi: Azione , Survival Horror
- Data di uscita: 26 aprile 2019
Marzo è appena arrivato e, neanche il tempo di ingranare, ha portato nel mondo videoludico una ventata di aria fresca con anteprime, novità e uscite. Un periodo dell’anno particolarmente caldo che, tra le sue tante avventure, ci ha dato in pasto una corposa anteprima di Days Gone, esclusiva Sony a tema survival attesa definitivamente per il 26 del prossimo mese. Una prova che doveva esserci, e che dunque è arrivata, per chiarire pad alla mano la silohouette del progetto di Sony Bend che finora si era mostrato troppo poco e con troppe incertezze.
La prova si è svolta per la durata di circa due ore abbondanti; lo stato dei lavori quasi definitivo del gioco e due demo: la prima incipit del gioco, mentre la seconda più avanzata per mostrare l’esperienza ad avventura inoltrata.
La firma di Sony
Days Gone è prima di tutto un gioco single player. Il fatto di fare parte di quella categoria di giochi paladini di questo tipo di esperienza, ne ha delineato tratti molti simili agli altri esponenti frutto della stessa filosofia. Lo stampo “Sony” delle ultime due generazioni videoludiche si percepisce chiaramente. Ancora prima della natura survival, che dovrebbe portare il gameplay ad essere l’elemento predominante della scena, soprattutto in un titolo open world, è la narrativa che detta i tempi delle fasi iniziali. Il cui ritmo risulta forse per certi versi un po’ frammentato. In Deacon l’azione scaturisce da avvenimenti che gli hanno cambiato la vita, in un mondo vittima di un’epidemia che non ha lasciato scampo. Le comunità di sopravvissuti si riuniscono per il proprio interesse, e non mancano lupi solitari che cercano di arrangiarsi come possono per affrontare le insidie di tutti i giorni.
Un rimpianto che rimane
Per Deacon è il ricordo di Sarah, la moglie perduta, ad essere il più grande rimpianto del passato, anche perché da quanto si capisce è stata la scelta di farla partire per una zona sicura, poi assaltata, ad averne decretato la morte. Lui, invece, continua la sua vita vagabonda assieme all’amico, talvolta alla ricerca di cibo, altre volte alla ricerca di armi per potersi difendere. Una vita di fortuna, a bordo della sua cara moto da drifter.
Lo stile di vita da Biker della vita passata lo lega al mezzo come se fosse un arto del suo corpo. Scopriamo poi che quello stesso legame a due ruote è il primo contatto tra lui e la moglie ed è andato a modificarsi con pezzi e regali, parallelamente al loro rapporto. Una questione che mette in ballo, in un contesto fortemente survival tanti elementi legati in maniera imprescindibile ai sentimenti, alla sfera emozionale. Ne nasce un forte contrasto che ha il coraggio di sottolineare la violenza di una vita da sopravvissuti in un mondo ostile, in cui vivere è una conquista quotidiana, e di rievocare l’emotività del protagonista traslata nella rabbia del presente con flashback dei bei tempi passati.
Gioca un ruolo fondamentale la colonna sonora, vibrante di sentimenti, con quel misto di malinconia e di sonorità acustiche tipiche dell’atmosfera On the Road americana.
La sopravvivenza dei guerrieri
Una volta assimilato questo primo inatteso risvolto dell’avventura di Deacon, ci ritroviamo a che fare con meccaniche di gioco approfondite, tipiche di un survival open world. Non c’è una particolare dedizione al crafting se non per gli strumenti base, viene data molta più rilevanza all’esplorazione. A lato delle tipiche missioni principali e secondarie, determinate da un obiettivo da portare a termine, la mappa offre attività contestuali come distruggere i nidi di freakers presenti in una zona. Per far ciò occorre rivolgersi sempre al recupero di risorse che, pur non scarseggiando, vengono ampiamente richieste, tanto che è facile incappare nello spreco.
Il contributo maggiore arriva dalla componente shooter, fondamentale nelle missioni e decisamente più rilevante di quella stealth. Il gioco ci chiede di sparare e ci invita a farlo senza grosse remore, pur sempre tenendo un occhio alle riserve a disposizione. Lo shooting funziona ma non è eccezionale, principalmente per un calcolo delle hitbox che non convince e un sistema di mira con troppa dispersione. Ci si sente a tratti come senza il controllo dell’arma e ciò si ripercuote nel ritmo delle sparatorie.
In Days Gone piccoli agglomerati delle comunità sono gli hub di gioco e sono ricchi dei vendor dedicati alle diverse risorse. Permane un sistema monetario che non si capisce bene su quale base si poggi, ma per il giocatore detta le regole della compra vendita, e di un sistema di taglie per i resti dei freakers uccisi. Ad esso si aggiungono meccanismi di abilità che migliorano per il nostro le doti da sopravvissuto. Avremo modo sicuramente di approfondirne le caratteristiche in sede di recensione. Per il momento esso ci è sembrato molto canonico.
Giorni di una moto perduta
Days Gone, come anticipato, insiste nel sottolineare il rapporto tra Deacon e la sua moto, dedicandole spazio tanto nelle cutscene, quanto nel tempo di permanenza a bordo. E’ il nostro mezzo per sportarci attraverso la vasta mappa di gioco. E’ necessario rifornirla di benzina alle pompe, oppure tramite le taniche sparse per la mappa, ed è opportuno ripararla in caso di danno, pena una velocità ridotta. Tanti piccoli elementi che le danno rilevanza.
Peccato che la stessa attenzione non sia stata riservata alla realizzazione del modello di guida. La moto da drifter è quasi ingovernabile, sbandando da destra a sinistra non mette il giocatore nelle condizioni di controllarla al meglio. La situazione paradossalmente migliora con una moto meno performante, con un rimbalzo ridotto e un controllo più semplice. Facciamo fatica a trovare motivazioni per questa scelta, anche perché ne facciamo conoscenza proprio nel primissimi contatto con il gameplay del gioco.
Il versante tecnico
Days Gone con questa nuova build, quasi definitiva, ha totalmente cambiato faccia. La qualità dell’immagine è ottima, ma il lavoro più evidente è il framerate ampiamente nei margini della stabilità per tutta la durata della prova, anche se non siamo mai incappati nell’orda, l’elemento più pesante di tutti sul versante computazionale. Rimangono sparse texture in bassa definizione e fenomeni di pop up, ma rispetto a prima il divario è abissale.
+ Atmosfera musicale
+ Survival open world godibile
- ritmo iniziale un po' frammentato
Ci sentiamo rinfrancati dall’ultima prova con mano di Days Gone. Certo, alcuni problemi rimangono, ma abbiamo finalmente compreso la peculiare chiave di lettura del titolo. Una narrativa potente, un gameplay survival di facile lettura e un continuo contrasto tra la sfera emozionale dell’uno e la cruda violenza dell’altro, legati da un marcato stile on the road. Ora manca solo l’ultimo passo della recensione per mettere ai voti l’esperienza completa, in arrivo il 26 aprile 2019 in esclusiva PS4.
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Voto Recensione di Days Gone - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
contrasto narrativo tra cruda violenza e il passato perduto
-
Atmosfera musicale
-
Survival open world godibile
Contro
-
Il sistema di guida della moto
-
ritmo iniziale un po' frammentato
Commento
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