Darksiders III | I Quattro Cavalieri
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a cura di Adriano Di Medio
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Produttore: THQ Nordic
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE
- Data di uscita: 27 novembre 2018
È tornato dopo esser stato dato per morto per sei anni: Darksiders III. Il brand sui Cavalieri dell’Apocalisse ideato da Joe Madureira e concepito ai tempi di una morente THQ è stato riportato alla vita pochi giorni fa, con il terzo capitolo. Una mossa che si è rivelata vincente, per riprendere le redini di una storia altrimenti incompiuta. Avendone già ripercorso la storia, in questo primo speciale post-lancio vogliamo parlare proprio dei Cavalieri dell’Apocalisse, approfondendone i profili psicologici passati, presenti e futuri.
Guerra: il portatore del fuoco che consuma il mondo
È il primo Cavaliere dell’Apocalisse che impersoniamo, oltre che quello attorno a cui ruota la maggior parte della trama. Guerra è colui che viene accusato di aver prematuramente scatenato l’Apocalisse sulla Terra. La sua avventura per discolparsi viene raccontata nel primo Darksiders, il quale offre anche la possibilità di capirne meglio le origini. Dei quattro, egli è il Cavaliere che più di tutti corrisponde alla descrizione originale presente nel libro dell’Apocalisse: “Ed ecco uscì un altro cavallo, rosso, e a colui che vi stava sopra fu dato il potere di togliere la pace dalla terra, e di far sì che gli uomini si sgozzassero fra di loro, e gli fu consegnata una grande spada” (Apocalisse 6:4). Arma caratteristica del personaggio è infatti la Divoracaos, uno spadone decorato con bassorilievi di facce contrite dalla sofferenza. Guerra non sarebbe un Cavaliere senza un destriero adeguato. Si chiama Rovina ed è un terribile stallone rosso, in ottemperanza al testo biblico. Rovina sembra nei fatti essere l’unica altra entità (al di fuori dei suoi fratelli) per cui Guerra provi un minimo di attaccamento. Nel romanzo vi parla e l’entità pare comprenderlo perfettamente. Quando nel primo Darksiders lo ritrova come cavalcatura di un anonimo ufficiale dell’Inferno, lo punisce disarcionandolo e poi tranciandogli di netto le gambe. Recupererà la fiducia del suo cavallo con la frase “Non combatto contro di te, Rovina”.
Crudele, spietato e feroce, Guerra non ha il minimo riguardo nei confronti di angeli e demoni, ma di contro porta con sé un infinito senso dell’onore, proprio e altrui. Tale mentalità lo rende per somma parte prevedibile, e verrà quindi usato dall’Arso Consiglio per scoprire gli autentici fautori dell’Apocalisse. Com’è ovvio vive per le battaglie e ha un conseguente e spontaneo animo tattico; di contro parrebbe non possedere una mente molto strategica. Il romanzo La Cripta degli Abomini lo mostra attaccare e distruggere un magazzino in cui gli Angeli custodivano una nuova arma la cui potenza avrebbe minacciato l’Equilibrio. Un atto così violento avviene smaccatamente alla luce del sole. Per quanto autorizzato dall’Arso Consiglio, gli enormi danni collaterali causati porteranno molti guai al Cavaliere. In effetti, il senso dell’onore del personaggio è motore di altre emozioni. Nel corso della sua avventura restituisce rispetto a coloro che gliene rivolgono, e si dimostra molto leale. Pur con la rivalità di fondo, i suoi dialoghi con l’ambiguo Samael sono pervasi da parole paritarie. Contro l’Angelo Uriel dimostra invece fedeltà alle regole: lei lo sta perseguitandolo per accuse infondate, ma Guerra accetta comunque il suo desiderio di vendetta aderendo al Nex Sacramentum. Infine Guerra dimostra un profondo senso vendicativo nella convivenza forzata con la Sentinella. Il suo viscido sorvegliante approfitta spudoratamente dell’autorità conferitagli per trattarlo con crudele disprezzo, sottomettendolo al suo volere mascherandolo come quello del Consiglio. Nel finale Guerra si vendicherà anche di lui.
Morte: l’oscura anima dell’eternità
“E subito vidi apparire un cavallo verdastro, e colui che vi stava sopra aveva nome la Morte e l’Inferno lo seguiva. E fu data loro autorità su un quarto della terra, per uccidere con la spada, colla fame, colla peste e mediante le fiere della terra” (Apocalisse 6:8) Il secondo cavaliere che impersoniamo è Morte, raffigurato con una grottesca maschera da teschio e memorabili occhi spietati. Malgrado l’apparenza, è il Cavaliere dall’atteggiamento paradossalmente meno spietato. Ne La Cripta degli Abomini viene specificato che si tratta del fratello più anziano, che in quanto tale è consapevole dell’influenza che ha sugli altri tre. Ciò lo ha portato a divenire di fatto il loro leader, per quanto egli per primo non si imponga solo quando necessario. È comunque il più responsabile dei quattro, e questo lo porta a voler agire testardamente da solo pur di non metterli in pericolo. Appunto in Darksiders II lo vediamo agire in maniera indipendente e spesso inavvertita, andando da Padre Corvo nel Velo. Non considera comunque la violenza come primo mezzo per risolvere un problema, preferendo indagare anche con metodi poco leciti come la negromanzia. Pacato, appena sprezzante ma molto saggio, è dotato anche di un sottile e cinico senso dell’umorismo, per quanto molti dei suoi interlocutori siano troppo seri per capirne l’ironia. Per quanto sia decisamente severo nei confronti dei suoi altri fratelli non esita a sacrificare anche sé stesso pur di preservarli, come mostrato nel finale di Darksiders II.
Il suo destriero si chiama Disperazione, un massiccio animale spirituale dal manto di un verde malattia. Tale colore è una scelta ben precisa, in quanto come abbiamo visto viene citato direttamente nel testo biblico. Il nome invece è un’invenzione degli sviluppatori, come era stato con Rovina. In ogni caso Morte tiene molto a lui, tanto da rifiutarsi di evocarlo quando è ferito. Specialmente nel romanzo egli parla molto con la sua cavalcatura, che pare persino capirlo per quanto possibile. In tal senso egli incarna anche l’idea della malattia letale, che nel mondo antico e poi medievale è stato associato alla peste. Non a caso la sua epidemia più famosa, avvenuta dal 1347 e il 1352, è ancora adesso ricordata come “peste nera” o “morte nera”. All’inizio di Darksiders III viene peraltro accennato che Morte è “scomparso”, a dimostrazione del fatto che neppure l’Arso Consiglio è al corrente che sia andato da Padre Corvo. Da quest’ultimo il Cavaliere ha ricevuto in dono Polvere, un corvo domestico cui egli parrebbe quantomeno affezionato, pur trattandolo con sufficienza. Per quanto non dotato di parola l’animaletto pare comprendere perfettamente il linguaggio di Morte; ciò ha fatto nascere il dubbio che potrebbe stare spiandolo per conto di Padre Corvo.
Furia: mossa dalla rabbia più pura
Il terzo Cavaliere che impersoniamo è Furia, unica donna e protagonista dell’appena pubblicato Darksiders III. Una donna dalla lingua tagliente, che incanala la propria rabbia distruttiva nell’impazienza e nell’utilitarismo. Eppure, nonostante non si possa parlare di empatia, eppure lei stessa è effettivamente l’unica che mostra qualche sentimento. È infatti incredibilmente attaccata al suo destriero Distruzione, nero con criniera e coda celesti, a cui vuole molto bene. Proprio il suo cavallo pare essere l’unico punto di autentico contatto con l’originale biblico. Furia è infatti quella per cui è più “difficile” trovare delle rispondenze nel testo originale, che indica “E quando l’Agnello aprì il terzo sigillo, sentii il terzo Vivente, che diceva ‘Vieni!’. E vidi immediatamente apparire un cavallo nero, e colui che vi stava sopra aveva una bilancia. E sentii come una voce in mezzo ai quattro Viventi, che diceva: ‘Due libbre di frumento, per un denaro, e sei libbre d’orzo, per un denaro, ma l’olio e il vino non li toccare’.” (Apocalisse 6:5-6). Più che alla rabbia si accenna a fame e carestia, a cui è simbolicamente associata la bilancia. Andando un po’ in senso lato potremmo indicare che uno dei maggiori interruttori della furia sta proprio nella fame.
Altro tratto di lei è la sua integrità, tanto da indignarsi profondamente quando, venendo spedita a cacciare i Sette Vizi Capitali, il Consiglio le affibbia una Sentinella esattamente come con Guerra. Tale presenza è un atto di sfiducia terribile, specialmente perché non aveva mai dato motivo al Consiglio di dubitare di lei. La sgradita compagnia è però artificio attraverso cui il carattere spietato di Furia viene spiegato. Suo obiettivo è diventare lei stessa guida dei Quattro, che a conti fatti è il tipico desiderio da “predatore alfa”. Del resto è attraverso la fame che i predatori (quelli veri) hanno sviluppato tecniche millenarie, e che li spingono a cacciare ottimizzando il più possibile tempo e fatica. Furia è tra i quattro colei che agisce in maniera più istintuale, ma sarebbe sbagliato dire che vi è dominata. Piuttosto la trasforma in sprezzante sicurezza. Parte della storia del gioco è appunto il suo realizzare un’accresciuta percezione delle cose e del disegno del Creatore.
Infine, su Furia pende anche il distacco più evidente riguardo il testo originale: l’Apocalisse non fa il minimo accenno sul genere dei Cavalieri, quindi che il terzo cavaliere sia di genere femminile è una totale invenzione degli sviluppatori. Le rappresentazioni tradizionali dipingono i Quattro come uomini perché la cavalleria è stata “affare maschile” fin dal Medioevo. Rimane comunque che il principio di Furia come donna è una decisione che risale a quando c’era ancora Madureira nello studio, visto il suo comparire di genere femminile già nei videogiochi precedenti e nel romanzo. A dispetto dei pregiudizi però Furia è lontana dalla sessualizzazione. In una strana ironia, è piuttosto la sua Sentinella a mostrare i segni di una femminilità più estremizzata.
Conflitto: l’eterno spirito irrequieto
Non resta che Conflitto, il Cavaliere ancora non rivelato ai nostri occhi. La vocazione che gli viene data nel terzo capitolo è che egli rappresenta “tutto ciò che si agita nel cuore dei viventi”. Nei fatti, su di lui sono note solo poche informazioni sparse. La sua sagoma nei filmati introduttivi dei videogiochi lo mostra con un particolare elmo a forma di uovo, dotato di più fori per gli occhi. Altra sua caratteristica estetica è una sciarpa svolazzante dietro le spalle. Suoi sono però molti manufatti e armi che girano nell’universo di Darksiders: nel secondo capitolo Morte ottiene dalla Creatrice Alya una pistola che il Cavaliere riconosce come appartenente appunto a Conflitto. Nel finale di Darksiders II Conflitto stesso viene mostrato maneggiare una coppia di pistole. Pur presentando dei dubbi sul fatto che potrebbe essere solamente un vecchio bottino nephilim, gli indizi su Conflitto protendono verso l’idea che lui sia il più furbo e cervellotico dei quattro. Anche nel romanzo La Cripta degli Abomini viene mostrato come incredibilmente silenzioso e schivo, idee che potrebbero benissimo avvalorare un suo ruolo da “ingannatore”.
Anche nell’incipit di Darksiders III un membro dell’Arso Consiglio si limita a dire che Conflitto è “impegnato”. Il fatto che esiti prima di usare tale termine lascerebbe intendere di nuovo che non sia un incarico “alla luce del sole”. Ancora adesso non conosciamo il nome del suo destriero, mentre volendo tornare alle radici bibliche potrebbe essere la transazione del cavaliere che San Giovanni indica armato di arco e come il primo che compare all’apertura dei Sigilli. “E vidi subito apparire un cavallo bianco, e colui che ci stava sopra aveva un arco, e gli fu donata una corona, e partì vincitore, e per riportare nuove vittorie” (Apocalisse 6:2). L’arco è un’arma a distanza esattamente come la pistola, quindi potremmo interpretare Conflitto come una metafora della guerra “regolata”, dove Guerra sarebbe invece rappresentante di ogni forma di violenza distruttiva. A voler dar credito a tale transazione, il cavallo e Conflitto stesso dovrebbero essere quindi bianchi.
In questo speciale post-lancio di Darksiders III abbiamo ripercorso le radici sia filologiche che narrative dei quattro Cavalieri dell’Apocalisse. Pure se il brand ha rielaborato in maniera propria concetti biblici prendendo poi una sua direzione, è sorprendente come ancora adesso sia possibile trovarvi riferimenti alle sue origini. Allo stesso modo è piacevole vedere come il brand sia finalmente tornato alla vita, producendo un terzo capitolo che impara a fare di necessità virtù. Al momento comunque è impossibile riuscire a capire se davvero Furia avrà un seguito. Ma se ci sarà, è anche ovvio aspettarsi che ci vedrà comandare Conflitto, prima della battaglia finale dei quattro fratelli. Rimanete con noi per lo speciale sulla trama!