Ha fatto notizia, nella giornata di ieri, l'ennesimo rinvio che ha colpito Cyberpunk 2077 e in particolare la patch che era in programma per il mese di febbraio.
L'update 1.2, adesso, non arriverà prima di marzo, ma ad aver spinto allo slittamento non sarebbero stati (non soltanto, almeno) problemi di natura tecnica con i contenuti in programma.
Come rivela Bloomberg, a causa del cyber attacco subito da CD Projekt, gran parte dei dipendenti dello studio polacco sarebbero rimasti chiusi fuori dalle loro postazioni di lavoro per ben due settimane.
Sarebbe stato questa, dunque, la vera ragione per lo slittamento dell'aggiornamento: gli sviluppatori non hanno potuto lavorarci.
L'etichetta europea si è rifiutata di pagare un riscatto agli hacker e, di conseguenza, il team non ha potuto accedere al network virtuale privato della compagnia.
Questo ha impedito loro di accedere ai sistemi e agli strumenti di cui necessitavano per lavorare alla tanto attesa patch.
Considerando che gran parte dello studio lavora adesso da casa per via del COVID-19, molti hanno dovuto spedire i loro computer allo staff IT in modo che potessero ripulirli da malware e altri software che avrebbero potuto favorire l'intrusione.
Inoltre, i dipendenti potrebbero aver "perso" informazioni personali come carte d'identità e passaporti, dati relativi al conto corrente e altro ancora, il che ha spinto CD Projekt a chiedere loro di bloccare tutti i loro conti e sporgere denuncia.
Insomma, la situazione è stata ed è molto seria, e il rinvio di un mese a questo punto assume la dimensione del minimo che potesse succedere dopo un caso simile.
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