Un post su Reddit proveniente da un utente che proclamava di essere un ex dipendente di CD Projekt RED è stato verificato da Jason Schreier di Bloomberg, e getta nuove ombre sulle condizioni di lavoro presso lo studio polacco su Cyberpunk 2077.
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Lo sviluppatore anonimo ci tiene a precisare che l'indiscrezione sulla scelta tra un rinvio e un periodo di crunch prolungato non sia mai stata posta davvero al team, nonostante i recenti report di Game Informer.
A detta della gola profonda, il crunch sarebbe partito a maggio 2019, quando il gioco era ancora in alpha e la dirigenza non aveva ancora ammesso la possibilità di un piano B che includesse un rinvio.
Tale piano non è esistito addirittura fino a dicembre 2019, a cinque mesi dal lancio di Cyberpunk 2077 programmato in origine per aprile 2020 e poi a settembre dello stesso anno.
«Per darvi un'idea di quanto basso sia il livello di comunicazione tra il management e gli sviluppatori, abbiamo scoperto entrambe le volte su Twitter e altri social che il gioco stesse venendo rinviato, con una mail da Adam [Badowski, studio head di CD Projekt RED] a seguire alcune ore dopo», ha spiegato l'ex dipendente.
«La stessa cosa è successa con l'annuncio della fase Gold, e tutti gli altri annunci da giugno 2019», ha aggiunto.
L'ex CDPR afferma inoltre che il crunch non si limiterebbe ad un giorno in più di lavoro: «molte persone» hanno passato weekend in ufficio e fatto 16 ore di lavoro al giorno praticamente da giugno 2019, quando lo studio si è reso conto di essere troppo indietro coi tempi.
Aspettiamo a questo punto una nuova replica di CD Projekt RED, dopo che Badowski era intervenuto per confermare il crunch solo nell'ultima fase del progetto e la remunerazione aggiuntiva garantita agli sviluppatori.
Domani Cyberpunk 2077 avrà un altro appuntamento con la stampa e con i fan in cui svelerà come funzioneranno le auto del gioco.
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