Cult of the Lamb | Recensione - Una setta violenta ma adorabile
L'agnello sacrificale è pronto a vendicarsi in Cult of the Lamb: scopriamo l'ibrido tra action roguelike e gestionale nella nostra recensione.
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a cura di Francesco Corica
Staff Writer
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Massive Monster
- Produttore: Devolver Digital
- Distributore: Devolver Digital
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , SWITCH , PS5
- Generi: Azione , Roguelike , Dungeon Crawler
- Data di uscita: 11 agosto 2022
Vi siete mai chiesti che cosa accadrebbe se il proverbiale "agnello sacrificale" riuscisse non solo a sfuggire al suo ruolo di vittima, ma a diventare lui stesso un carnefice pronto a sacrificare qualunque cosa si faccia davanti al suo cammino pur di sopravvivere e diventare sempre più potente?
È con questa folle — e altrettanto affascinante — premessa che viene annunciato Cult of the Lamb, la nuova affascinante produzione di Massive Monster pubblicata da Devolver Digital, in uscita su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Switch e PC l'11 agosto.
La nuova avventura ci ha affascinato fin da subito per via della sua direzione artistica adorabile, ma non per questo priva di violenza e ironici riferimenti a rituali oscuri che, per quanto folli, si sposano perfettamente nel loro insieme. La nostra prova iniziale ci aveva infatti convinto molto positivamente, pur lasciandoci qualche piccolo dubbio sulla possibile ripetitività a lungo andare della produzione.
Cult of the Lamb ci aveva infatti restituito la sensazione che potessimo trovarci davanti a una piccola perla nascosta da tenere assolutamente d'occhio, soprattutto per chi ama sia i giochi action che i più rilassanti gestionali: dopo aver provato approfonditamente il gioco, esplorando e sbloccando la maggior parte dei contenuti presenti, possiamo dirvi ufficialmente che, pur non trovandoci di fronte a una produzione priva di sbavature, le promesse degli sviluppatori sono state pienamente mantenute.
Scopriamo dunque insieme come proseguirà la vostra trasformazione da vittime a carnefici.
Agnello sacrificale a chi?
La narrazione si apre con il nostro tenero agnello protagonista pronto per essere sacrificato per un fine superiore, dove i malvagi signori del male accennano qualcosa riguardo all'impedire che si avveri una profezia.
Pochissimi istanti prima di venire uccisi ci ritroveremo di fronte a quella che appare essere una vera e propria rivisitazione del Diavolo, che ci propone un accordo: avremo salva la vita se in cambio diffonderemo il suo culto, indossando una corona nera in grado di darci poteri speciali e uccidendo proprio coloro che hanno tentato di sacrificarci per liberarlo.
Sebbene la proposta appaia decisamente sospetta, considerando il nostro imminente destino non avremo altra scelta se non quella di accettare il patto: da adesso il nostro agnello sarà in grado di impugnare armi tremendamente potenti e scagliare maledizioni sui propri avversari, non morendo mai anche dopo una sconfitta.
Eventualmente sarà necessario rinunciare solo ad alcuni oggetti raccolti sul proprio percorso o, in fasi più avanzate, sacrificare uno dei nostri seguaci per avere una seconda possibilità. Tutto per un bene — o un male — superiore, ovviamente.
Con questa simpatica introduzione i fan scopriranno quello che è solo uno dei due volti di Cult of the Lamb, ovvero quello formato da tantissima azione roguelike: i giocatori dovranno esplorare dungeon che cambieranno in base a ogni nostro ingresso, raccogliendo potenziamenti e preoccupandosi di sopravvivere per arrivare allo scontro finale. Non si tratta di una sfida particolarmente impegnativa, motivo per il quale sconsigliamo di partire con il livello di difficoltà facile: i nemici tendono infatti a essere lenti e facilmente prevedibili, almeno nelle fasi iniziali dell'avventura.
A differenza di altri roguelike disponibili sul mercato, il titolo di Massive Monster incentiva a non lasciare inesplorata alcuna stanza per via dei tanti bonus che è possibile trovare: non solo potremo infatti raccogliere risorse che saranno particolarmente utili per il prosieguo del gioco, ma con i giusti power-up avremo maggiori possibilità di rendere la sfida finale una passeggiata.
Insieme infatti ai potenziamenti delle armi e delle maledizioni, che rappresentano i nostri attacchi magici, all'interno di ogni livello del dungeon troveremo un'area speciale dedicata ai tarocchi: ogni carta ci permetterà di potenziare il nostro tenero agnello, permettendoci ad esempio di aumentare la nostra salute, rendere i nostri attacchi più veloci o attivare effetti secondari, come armi velenose e tanto altro ancora.
La nostra prima arma e maledizione sarà sempre scelta dal caso, anche se proseguendo nel gioco saremo in grado di partire con equipaggiamenti più potenti: gli strumenti di morte equipaggiabili sono divisi in pugnali, spade, asce e martelli, che vi abbiamo classificato in base alla velocità di attacco e relativa potenza.
Abbiamo notato durante la nostra prova che il gioco tende a favorire maggiormente un approccio da pochi colpi, ma efficaci: per questo motivo riteniamo che sul bilanciamento delle armi si poteva fare, probabilmente, qualcosa di più. La sensazione è infatti che asce e martelli siano decisamente troppo forti rispetto ai pugnali e le spade, scoraggiandone l'utilizzo e diventando particolarmente letali se dovessimo avere la fortuna di pescare un tarocco con un attack rate migliorato.
In ogni caso, tutte le armi a disposizione costringeranno i giocatori ad adottare approcci diversi per sconfiggere nemici e boss: non potete aspettarvi di utilizzare il pugnale, per esempio, come utilizzereste un martello, ma dovrete avvicinarvi e capire quanti colpi potrete infliggere prima di effettuare la vostra fuga con le apposite schivate.
Un leader solitario è però estremamente debole e destinato a morire da solo: un aspetto che hanno capito perfino i nostri malvagi avversari, pronti a lanciare i loro seguaci come carne al macello contro le nostre lame. Pur non adottando a nostra volta esattamente le loro stesse tattiche, come già accennato in precedenza, inaugureremo anche noi quello che sarà un vero e proprio culto, reclutando seguaci e creando un villaggio in cui vivranno sotto la nostra sorveglianza.
Ed è proprio qui che inizia quella che è la seconda anima, ma non per questo trascurabile, di Cult of the Lamb, ovvero quella di titolo gestionale.
Benvenuti nel culto
Dopo aver scelto un nome per il nostro villaggio, dovremo fare in modo che i nostri adepti credano ciecamente in noi conquistando la loro lealtà: questo sarà possibile non soltanto offrendo loro un sermone al giorno, ma anche e soprattutto stando attenti alle loro necessità.
Gli abitanti dovranno infatti avere sempre le pance piene, motivo per il quale potremo cucinare per loro molti pasti utilizzando gli ingredienti a nostra disposizione — compresi quelli decisamente discutibili e per coprofagi — e assicurarci che vivano sempre in condizioni igieniche ottimali.
Inizieremo dunque ripulendo costantemente i loro bisogni, per poi costruire diverse strutture all'altezza per assicurarci che siano sempre soddisfatti e non si scontentino mai. In caso contrario, c'è infatti il rischio che uno dei nostri seguaci smetta di credere in noi e diventi un ribelle, provando a convincere gli altri animali che il nostro è un falso credo e finendo perfino per andarsene, qualora la situazione non dovesse migliorare.
A differenza di prodotti come Animal Crossing New Horizons (che trovate in sconto su Amazon), dove i nostri eroi sono costretti ad essere i migliori vicini possibili e andare d'amore e d'accordo con tutti, noi però siamo a capo di un culto satanico e gestiremo il tutto in maniera decisamente differente.
Ed è per questo motivo che potremo decidere di intervenire con metodi poco amichevoli per assicurarci una fedeltà eterna, imprigionando dissidenti, utilizzare funghi allucinogeni per sedare ogni protesta o, addirittura, sacrificare i nostri adepti per ottenere quanta più devozione possibile.
L'obiettivo alla base delle fasi gestionali è infatti proprio l'ottenimento della maggiore quantità di devozione possibile, da utilizzare poi per migliorare le strutture del culto e rendere il tutto molto più semplice da gestire. Ci sarà poi la possibilità di seguire individualmente i bisogni di ciascuno dei nostri abitanti, ispirandoli per fare in modo che ci siano maggiormente devoti o riscuotendo tasse per ottenere monete da spendere nei negozi.
Sfortunatamente, è proprio in quest'ultima fase che emergono le crepe di questa modalità: non appena il nostro culto sarà infatti estremamente ampio, sarà necessario andare a conversare con ogni singolo abitante per eseguire manualmente le singole operazioni. Non trattandosi di una procedura particolarmente rapida, verrete dunque scoraggiati molto presto a farne uso per concentrarvi sugli aspetti davvero prioritari della vostra gestione.
La sensazione è che si sia trattata di una scelta di game design appositamente voluta per bilanciare al meglio l'avventura durante le sue fasi finali, ma riteniamo che si sarebbe potuto trovare un compromesso accettabile accelerando determinate operazioni.
Durante le fasi gestionali potremo anche lasciare il nostro villaggio per esplorare alcune aree secondarie, composte principalmente da negozi, per ottenere ulteriori potenziamenti e sbloccare contenuti aggiuntivi, tra i quali sottolineiamo la presenza di nuovi tarocchi e decorazioni per il nostro culto.
Proprio come nel popolare gestionale di casa Nintendo, potremo infatti ridisegnare il nostro villaggio a nostro piacimento collocando strade, strutture e tanto altro nelle posizioni che preferiamo. Questa componente di design è assolutamente facoltativa e non necessaria per il proseguimento del gioco, ma è in ogni caso apprezzabile per tutti gli amanti della personalizzazione, così come lo è la possibilità di scegliere prima del reclutamento nome e razza di ogni adepto, qualora non dovessero essere di nostro gradimento quelli proposti di default.
Un aspetto interessante da tenere in dovuta considerazione è che il nostro culto andrà avanti anche senza la nostra presenza: avremo infatti sempre a disposizione un apposito orologio che ci indicherà se sarà mattina o sera.
Inoltre,anche mentre saremo in esplorazione all'interno dei dungeon verremo sempre notificati di avvenimenti importanti nel nostro villaggio, che includono anche la morte dei nostri adepti. Avere un culto numeroso sarà fondamentale per sbloccare le quattro aree del gioco, oltre a quello che sarà la fase finale dell'avventura — che, ovviamente, non vi spoilereremo in questa sede —, ma come abbiamo sottolineato in precedenza, più seguaci avrete a disposizione e più difficile sarà riuscire a soddisfare le esigenze di ciascuno di essi.
Adorabile violenza
La grande forza di Cult of the Lamb è che può essere giocato nel modo che gli utenti preferiscono: se si tratta di giocatori che prediligono le fasi action, potranno semplicemente fare tutto il minimo indispensabile per soddisfare i requisiti del culto e aumentare il livello di sfida all'interno del titolo; se gli utenti preferiranno invece prendersi una pausa e creare il miglior villaggio possibile, potranno spendere tantissimo tempo per badare ai propri abitanti, renderli felici e arrivare addirittura a sposare i propri seguaci preferiti.
Anche la gestione dei rituali e della devozione tiene conto delle scelte dei giocatori, che potranno decidere se utilizzare un approccio senza alcuna pietà o se diventare una figura da ammirare e stimare.
Indubbiamente alcuni rituali si riveleranno eccessivamente più efficaci rispetto ad altri, motivo per il quale diventerà abbastanza semplice abusare quelli più utili, ma se giocherete l'avventura in un'ottica da GDR riuscirete ad apprezzare tutte le piccole ma significative scelte che avrete di fronte.
In ogni caso, l'avventura di Massive Monster si è rivelata un prodotto incredibilmente divertente, che una volta arrivato alla sua naturale conclusione ci ha lasciato semplicemente con un sorriso enorme stampato sulla faccia.
Abbiamo adottato un approccio che ci consentisse di analizzare la maggiore quantità possibile di contenuti presenti in-game, sbloccando un elevato numero di potenziamenti e oggetti cosmetici e prendendoci tutto il tempo che serviva per affrontare le side quest e curare al meglio il nostro culto: la nostra prova si è conclusa dopo circa 14 ore di gioco, ma se sceglierete di adottare un approccio con meno distrazioni possibili sarà possibile scendere facilmente sotto le 10 ore.
Cult of the Lamb non è dunque un'avventura particolarmente longeva o impegnativa, a meno che non decidiate di renderla voi stessi tale, e per questo motivo adatta anche ai giocatori che dovessero avere meno tempo a disposizione.
Considerata anche la quantità di contenuti presente al suo interno, riteniamo giustificata tale longevità, dato che allungare ulteriormente il tutto avrebbe fatto emergere qualche crepa sulla possibile ripetitività del gameplay.
Vogliamo dedicare un'ultima nota positiva al comparto grafico, con uno stile artistico che sa essere sia adorabile che inquietante ad ogni evenienza: se sceglierete di "sacrificare" qualche ora della vostra vita, vi troverete davanti a quella che si rivelerà, con molta probabilità, una delle più grandi sorprese di questo 2022.
Versione recensita: PC
Voto Recensione di Cult of the Lamb - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Direzione artistica è semplicemente eccezionale
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Le componenti action roguelike e gestionali si fondono bene
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Meccaniche divertenti e alla portata di tutti
Contro
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Il bilanciamento di poteri e armi non è sempre ben riuscito
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La microgestione dei fedeli può diventare frustrante
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Il gameplay non è molto vario e potrebbe stancare prima del previsto
Commento
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