Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro dell’E3? - Speciale
Per la prima volta, l'E3 non ci sarà. Può essere una svolta per il futuro, al di là di COVID-19?
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a cura di Valentino Cinefra
Staff Writer
Con l’aggravarsi della situazione mondiale della pandemia del Coronavirus, un po’ tutti ci aspettavamo che anche la fiera losangelina sarebbe stata rimandata, o ancora peggio cancellata. Quest’ultima è stata la decisione finale dell’ESA che, preoccupata per la situazione (Los Angeles è in stato di emergenza da una settimana circa), ha deciso di cancellare definitivamente l’E3 2020.
Nel momento in cui scriviamo non sappiamo cosa succederà in quei giorni, esattamente. L’organizzazione dell’E3 ha subito specificato che si muoverà, con le aziende che avrebbero partecipato, per creare un’alternativa online. Dare, in buona sostanza, alle aziende la possibilità di comunicare lo stesso i propri annunci e novità, ma in maniera del tutto “digitale”, in una maniera ancora non ben definita.
Ma, al momento, E3 si ritroverà a non esistere per la prima volta nel 2020. Per quanto la fiera abbia avuto alti e bassi, sia stato un evento non sempre all’altezza delle aspettative, e in generale avesse bisogno di una rinfrescata, il fatto che non ci sia nel 2020 è uno scossone tremendo per l’industria. Insieme a questo, cerchiamo di capire quali potrebbero essere gli scenari futuro per un E3 2021 che, l’ha specificato l’ESA durante l’annuncio, ci sarà in ogni caso, nonostante tutto.
Una trasformazione obbligatoria
Partiamo da qualche mese fa, ovvero Sony e Geoff Keighley che hanno deciso di prendere le distanze dall’E3. Sony lo fa, lo sappiamo, perché dalla sua posizione semi-monopolistica può permettersi di fare il bello e cattivo tempo. Con l’attenzione mediatica spesso su PlayStation, l’azienda nipponica detta legge e fa muovere stampa e pubblico dove vuole lei, con eventi specializzati e focalizzati sui loro prodotti e la loro comunicazione.
Lo fanno anche Bethesda, Microsoft, EA e Nintendo, con degli eventi separati e dedicati per i loro prodotti. Ma c’è una differenza importante: sono a Los Angeles nei giorni dell’E3. Devolver Digital è letteralmente di fronte al Convention Center. Questo è un dettaglio fondamentale, perché partecipano al momento più importante dell’anno dell’industria dei videogiochi. Lo fanno fuori dai (costosissimi) padiglioni del centro congressi, ma ci sono.
Perdere tutto questo, nel futuro, significa fare un passo indietro in termini di crescita del medium. Perché durante queste fiere non ci sono solo le conferenze ed i trailer, ma tutto un indotto di persone che lavorano nel settore e spesso sono anche molto lontane dai videogiochi in sé. Ci sono spazi per i meeting, si stringono accordi commerciali, ed in generale l’industria si muove.
Al di là di questo, è ovvio che l’informazione è cambiata e la potenza di eventi come l’E3 è diminuita. Le notizie arrivano in diretta, ed i trailer parlano contemporaneamente ai giocatori ed alla stampa, e questo ormai da anni. Rimane l’importanza della prova su campo, l’intervista ed in generale il racconto di chi partecipa alle fiere per lavoro. Qualcosa di insostituibile in primis per l’ovvia presenza fisica, e poi per l’esperienza del professionista in questione che fa da filtro a ciò che prova.
Detto ciò, cosa ci aspettiamo dal futuro di E3? Sicuramente un cambiamento considerevole. La cancellazione dell’edizione di quest’anno servirà senz’altro a rielaborare i contenuti della fiera per il futuro. L’ESA ha dichiarato che sarò “un evento reimmaginato che unirà i fan, i media e l’industria in uno showcase che celebri l’industria globale dei videogiochi”.
Il futuro passa inevitabilmente per esperienze che accolgano più tipi di avventori. L’influencer, lo spettatore, il giornalista ed i professionisti del settore, con zone del Convention Center dedicate ad ognuno di questi comparti dell’industria videoludica. L’idea di EA Play, ma strutturato su più livelli.
In un contesto del genere le conferenze non avrebbero più molto senso, forse. Le aziende potrebbero strutturare delle presentazioni online in stile Direct, per poi dare ai giornalisti la possibilità di provare le build dei giochi direttamente in fiera, così come organizzare eventi specificatamente dedicati ai fan.
Per il 2020 l’E3 sarà online e non è detto che, effettivamente, non lo diventi per sempre anche nelle edizioni future. In fondo, già adesso i publisher fanno degli eventi pianificati durante tutto l’anno per invitare i giornalisti a provare i loro prodotti, e potrebbero continuare a farlo a maggior ragione con un E3 strettamente legato a presentazioni online.
Questo, non considerando la risposta che i publisher e le aziende daranno ad un eventuale E3 2021. Perché, cogliendo la palla al balzo, tutti potrebbero decidere di seguire la strada intrapresa da Nintendo anni fa con i Direct, poi evoluta da Sony con l’assenza totale dalla fiera, e gestire autonomamente le presentazioni durante l’E3 a prescindere da quella che sarà l’organizzazione della fiera in sé.
Questo è lo scenario peggiore, francamente, perché E3 è da sempre il Natale dei videogiocatori, un momento per tirare una riga sull’annata videoludica e vedere la concretezza del futuro prossimo. Immaginate di non poter godere di un momento come l’ormai leggendaria comparsata di Keanu Reeves durante la conferenza Microsoft dello scorso anno. Perché anche le tanto vituperate conferenze sono il sale dell’E3, il modo in cui i videogiochi dicono al mondo intero che “ci sono”. Un futuro senza E3 è un futuro triste, onestamente, e la speranza è che ESA colga la sfortunata situazione di quest’anno per rivedere pesantemente l’evento dal punto di vista creativo, e proporre alle aziende qualcosa di così interessante da rendere poco appetibile l’allontanamento dalla stessa.
Intanto, tutti gli altri publisher si stanno organizzando per proporre una loro idea per E3 2020. Quindi, in un modo o nell’altro, qualcosa a giugno accadrà. Certo il futuro è incerto, ma in un momento di pandemia non si può che vivere alla giornata.
La cancellazione dell’E3 2020 ci ha colto di sorpresa, ma non troppo. ESA ha deciso di correre ai ripari ed evitare di rischiare ulteriormente di ingigantire la pandemia. In attesa di capire cosa faranno Gamescom e le altre fiere di settore, non si può non riflettere su quello che sarà il futuro dell’E3, una fiera che già ha fatto fatica a mantenersi fresca in momenti in cui tutto va bene, figuriamoci ora con un mondo dai nervi tesissimi. Cosa potrebbe succedere, secondo voi, nel futuro dell’E3? Cosa vi aspettate, e cosa vorreste?
Voto Recensione di E3 2020 - Recensione
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