Un nuovo report di PC Gamer rivela come la Cina, attraverso Tencent - uno dei suoi più grandi conglomerati, che possiede tra l'altro il sistema di messaggistica WeChat -, abbia messo le mani sui videogiochi occidentali, e non, nel 2020.
Solo nell'anno scorso, Tencent ha acquisito o fatto investimenti nella bellezza di 31 compagnie videoludiche, un autentico record difficilmente battibile in futuro. Trovate qui l'elenco completo.
Tra i nomi più importanti coinvolti in questo processo troviamo Platinum Games (quota di minoranza) e Funcom (100%) a gennaio, Yager e Marvelous a febbraio, Leyou Technology ad agosto ($1.5 miliardi per il 100%, possiede tra gli altri Splash Damage, le proprietà intellettuali di Telltale Games e Digital Extremes, ed era stata accostata a Sony), e 10 Chambers ad ottobre.
Queste operazioni rappresentano un'attività superiore del 300% rispetto all'anno precedente da parte di una compagnia che già possiede quote in Epic Games, Activision Blizzard e Ubisoft.
Ha messo inoltre le mani su proprietà intellettuali come Call of Duty (la versione mobile è del suo team Timi) e Pokémon, del quale sta realizzando un MOBA.
Gli analisti ritengono che tali movimenti siano dettati dalla crescita dell'interesse nel gaming in Cina, che ha portato ad una maggiore competizione da parte di altri player sul posto come i big Bytedance e Alibaba, e i più piccoli come Lilith e MiHoYo.
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Secondo quanto riporta Daniel Ahmad, analista di Niko Partners, questa tendenza non è destinata a rallentare nel 2021.
Al contrario, Tencent avrebbe puntato un'altra grande compagnia occidentale, con le principali indiziate negli Stati Uniti e in Corea del Sud.
A giudicare dai fondi che stanno venendo raccolti in questo momento, non dovrebbe trattarsi di una piccola operazione, visto che parliamo di diversi miliardi di dollari (Microsoft ha sborsato $7.5 miliardi per l'intera ZeniMax Media).
Un precedente report indicava come Tencent avrebbe potuto acquisire Ubisoft già nel 2020, ed è evidente come il publisher della famiglia Guillemot sia una delle candidate per questo genere di manovre.
Per quanto sia la sua massima esponente, la Cina dei videogiochi non è soltanto Tencent: sono sempre di più gli sviluppatori piccoli e grandi della nazione asiatica che stanno avendo successo in Occidente.
Tra questi figura la già menzionata MiHoYo, del fenomeno Genshin Impact, così come Wukong, che con la sua grafica next-gen e l'affascinante raffigurazione della cultura locale ha ottenuto un'ampia copertura mediatica.
La nuova acquisizione potrebbe avvenire in un contesto che è già stato previsto come di grande fermento per il 2021, un quadro in cui secondo gli analisti dovrebbe esserci margine per almeno un'operazione da 1+ miliardo e altre più piccole tra i 100 e i 500 milioni di dollari.
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