Castlevania 4, la notte diventa orizzonte | Recensione
L'odissea di Trevor, Alucard e Sypha arriva a conclusione. Leggi la recensione!
a cura di Marcello Paolillo
Senior Staff Writer
Sin dall'annuncio, la serie di Castlevania targata Netflix ha attirato l'attenzione di una legione di fan, specie quelli orfani di un nuovo capitolo del franchise videoludico assente dalle scene da ormai troppi anni. L'ultimo tentativo, quel Lords of Shadow 2 realizzato fin troppo confusamente dai (bravissimi) componenti del team spagnolo MercurySteam, penso sia stato proprio l'ultimo chiodo nella bara di una saga che ha visto il suo picco massimo nel seminale Castlevania: Symphony of the Night, padre spirituale del genere dei metroidvania.
Dopo una terza stagione in grado di innalzare il livello qualitativo, sia per quanto concerne l'aspetto puramente visivo che quello contenutistico, Castlevania è ora tornato per un ultimo, emozionante ciclo di episodi, nonostante Netflix abbia confermato una nuova serie spin-off ambientata nello stesso universo narrativo di Dracula & Co. e che vedrà la luce solo prossimamente.
La trama della quarta stagione di Castlevania
Ma andiamo per gradi: la storia della quarta stagione riprende le fila dal momento esatto in cui finiva la terza, con dei piccoli salti temporali utili a spiegare il destino del cacciatore di vampiri Trevor Belmont e della maga parlatrice nota con il nome di Sypha Belnades, nomadi a caccia di mostri. Dopo aver fermato l'avanzata di Vlad Tepes Dracula e della sua orda di creature della notte ai danni della gente della Valacchia, qualcuno sta tramando nell'ombra per riportare in vita il Principe delle Tenebre e ristabilire così il terrore tra le lande putride e desolate degli esseri umani.
Alucard, figlio di Dracula e della sua amata moglie Lisa, vive nel castello (ormai abbandonato) di suo padre, costretto a una solitudine che ovviamente non durerà troppo a lungo. Nel mentre, la vampira Carmilla e le sue sorelle Lenore, Morana e Striga si preparano a dare il via a un'invasione senza precedenti, grazie anche e soprattutto alla legione di mostri ripugnanti partoriti dal talento del mastro fabbro Hector, con l'obiettivo neanche troppo velato di conquistare il mondo soggiogando l'intera razza umana. Anche il secondo mastro fabbro di Dracula, Isaac, sta preparando una controffensiva degna di tale nome, grazie al suo esercito di creature della notte.
Non mancano neppure le new entry, come ad esempio l'inquietante vampiro Varney, ex sottoposto di Dracula intento a riportare in vita il suo vecchio padrone (doppiato in lingua originale dal leggendario attore Malcolm McDowell). Il personaggio in questione è inoltre palesemente ispirato al romanzo omonimo di James Malcolm Rymer e Thomas Peckett Prest pubblicato in origine (e in forma episodica) dal 1845 al 1847.
A differenza delle tre stagioni precedenti, in Castlevania 4 troviamo tre (e più) linee narrative distanti fra loro, ma destinati a incontrare un destino comune e una chiusa ideale per ciascuno dei protagonisti: che sia la sete di potere dei vampiri o l'arroganza dell'ultimo cacciatore di mostri sulla faccia della Terra, l'intero tessuto narrativo della serie alterna tematiche tanto care a Warren Ellis, scatenato nel proporre dialoghi fin troppo costanti a danno delle (poche) sequenze d'azione, relegate spesso e volentieri ai margini. Non che questa sia un necessariamente una negatività, visto che le battaglie e i momenti ricchi di pathos non mancano.
A differenza della terza stagione, meno intima e riflessiva, in questo ultimo ciclo di episodi si è deciso di accelerare sul fattore emotivo, visto che tutti i personaggi saranno chiamati a confrontarsi coi loro demoni interiori, prima ancora che coi mostri veri e propri che minacciano la quiete della Valacchia. Il proprio tornaconto personale spesso diventa la causa scatenante di omicidi e tradimenti, e in questo frangente Castlevania 4 sembra imitare in maniera neanche troppo velatamente una serie fantasy che di certo non ha fatto sconti in quanto a sangue e violenza, ossia Il Trono di Spade.
Chiaramente, gli ultimi episodi accelerano la storia in maniera considerevole, superando così una sorta di "stasi" nella parte centrale di questa quarta stagione che funge da vero e proprio atto conclusivo. I personaggi e il loro background non sono mai lasciati al caso, percependo anche una chiara evoluzione caratteriale: lo stesso Trevor , ad esempio, in questa quarta stagione appare molto più eroico e caparbio rispetto al cacciatore di vampiri stanco e disilluso che abbiamo conosciuto nella prima serie.
Anche Alucard, dopo una débâcle che lo ha visto disprezzare - e rinnegare - la razza umana a seguito di continui tradimenti, sembra aver trovato una nuova ragione di vita, tanto che i fan della serie videoludica non faticheranno a scovare alcune chiare strizzatine d'occhio al capitolo della saga che lo vede protagonista assoluto, ossia Symphony of the Night.
Tecnica, animazioni e il gran finale di stagione
Anche dal punto di vista visivo, Castlevania 4 è un traguardo non indifferente per Powerhouse Animation Studios, grazie ad animazioni decisamente più fluide rispetto a quanto visto nelle precedenti stagioni e sequenze d'azione che non risparmiano mai dettagli anche piuttosto truculenti (si sconsiglia infatti la visione ad un pubblico facilmente impressionabile). Anche l'ottimo character design fa di tutto per rendere ancora più carismatici sia i personaggi principali che quelli di contorno, mostrando un salto qualitativo non indifferente rispetto alla prima stagione uscita prodotta nel 2017.
Tra i doppiatori, tornano ovviamente Richard Armitage nei panni di Trevor Belmont, James Callis nel ruolo di Alucard e Alejandra Reynoso in quello della maga Sypha Belnades. A chiudere il cerchio Graham McTavish come Dracula e Billy Nighy scelto per dare la voce a Saint Germain. Anche il doppiaggio italiano è in ogni caso piuttosto curato e attento nel tratteggiare i momenti più intensi e drammatici, senza mai scadere nell'amatorialità (cosa che accade piuttosto spesso in alcuni show Netflix tradotti nel nostro idioma).
Per il resto, trattandosi del gran finale, la storia di Castlevania arriva poco sorprendentemente a un epilogo che non mancherà di far discutere: se da un lato la "fine" non lascia spazio a chissà quali chiavi di lettura, dall'altro è palese l'intento degli sceneggiatori di lasciare la porta socchiusa per un'eventuale continuazione della storia. L'odissea di Dracula è in ogni caso arrivata alla conclusione che molti speravano, raccontando la fine di un viaggio lungo e doloroso nelle tenebrose lande della Valacchia.
Sam Deats ha diretto uno show che è riuscito, non senza qualche difficoltà lungo il percorso, a imporsi come vero e proprio paradigma per quanto riguarda le serie animate tratte da videogiochi di successo, con la speranza che il successo di critica e pubblico ottenuto da Castelvania sia solo l'inizio di un nuovo filone di prodotti più o meno meritevoli di attenzione, ispirati ad altrettanti franchise di successo provenienti dall'universo videoludico (qualcuno ha forse detto The Legend of Zelda?).
Inoltre, resta anche e soprattutto la speranza che il successo della serie Netflix convinca Konami a rispolverare finalmente uno dei suoi franchise più amati di sempre, nato negli anni '80 ma ancora oggi bramato da una moltitudine di videogiocatori. Sia mai che la famiglia di cacciatori di vampiri di Belmont, Alucard e tutti gli altri protagonisti visti anche nella serie animata non tornino presto a combattere contro le orde demoniache di Vlad Tepes Dracula anche nel mondo dei videogiochi, grazie a un nuovo capitolo ufficiale della saga.
Prima di allora, il nostro consiglio è e resta quello di godervi la quarta stagione della serie animata, disponibile sul catalogo streaming a partire da giovedì 13 maggio: se riuscirete a sorvolare su un ritmo fin troppo altalenante, quello che vi aspetta è un viaggio assolutamente intimo e profondo nel regno delle tenebre.
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Voto Recensione di Castlevania 4, la notte diventa orizzonte | Recensione - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Visivamente intenso.
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Dialoghi profondi e ricercati...
Contro
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... anche se talvolta fin troppo prolissi.
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Un calo di ritmo negli episodi centrali.