Call of Duty Warzone Pacific è una ghiotta occasione per tornare a vivere la battle royale

Il nuovo e corposo aggiornamento per Warzone è una piacevole scoperta per tutti gli appassionati.

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a cura di Marino Puntorieri

Redattore

Dopo due anni passati a cercare di sopravvivere sulla mappa di Verdansk – ed una sua rivisitazione in pieno stile anni'80 – Activision porta il suo battle royale di riferimento su un nuovo livello, con Warzone Pacific che introduce stagioni e contenuti legati a quel Call of Duty: Vanguard di recente pubblicazione.

Parliamo di un macro aggiornamento necessario per mantenere sempre alta l’attenzione dei videogiocatori, a fronte di una concorrenza sempre più agguerrita per il settore degli sparatutto online. Un contesto particolarmente intricato che vede, tra l'altro, in Halo Infinite una nuova e temibile insidia, avendo un sistema di battle pass in linea proprio con la struttura dei più blasonati battle royale. Opzione che non può non mettere in difficoltà il videogiocatore su quale software house supportare con maggiore intensità.

Impossibile, comunque, non riconoscere al team di Activision una certa lungimiranza per gli sforzi profusi per ottenere enormi consensi nel panorama dei battle royale, attraverso un progetto sviluppato e supportato parallelamente ai vari capitoli classici. Strategia che di anno in anno ha permesso di sfruttare le peculiarità di questi ultimi per numerosi e piccoli miglioramenti, anche se solo con Warzone Pacific ci siamo ritrovati davanti qualcosa di effettivamente diverso dal solito.

Ovviamente non si fa riferimento esclusivamente all’introduzione di una vera e propria mappa, ma anche ad alcune minuzie di gameplay che arricchiscono un’esperienza di per sé estremamente riconoscibile per tutti gli appassionati.

Addio Verdansk

Come anticipato, Call of Duty: Warzone Pacific segna l’inizio di un supporto costante per i prossimi mesi volto a introdurre armi, modalità, skin e collezionabili che legano Vanguard all’omonimo battle royale della stessa software house. Con una prima stagione di contenuti sostanziosa – come da tradizione per la serie – pronta ad attirare gli appassionati tramite innumerevoli sfide e livelli da superare partita dopo partita.

La vera novità è, ovviamente, la nuova mappa Caldera che prende il posto dell’amata Verdansk, cercando fin dalle prime settimane di entrare nel cuore dei videogiocatori. Si tratta di una non ben specificata isola del Pacifico che ricalca in tutto e per tutto la Seconda guerra mondiale, precisamente il contesto bellico che vede frapporsi l’esercito americano a quello giapponese nei tipici assalti agli atolli di questi ultimi, tra bunker, nascondigli, villaggi e barricate di fortuna.

Caldera è una mappa con molti più spazi aperti rispetto a Verdansk, ma paradossalmente più densa di edifici e piccole strutture lungo le coste, con una fitta vegetazione man mano che ci si avvicina al centro della mappa che dà origine a numerosi ripari naturali da sfruttare per gli agguati. Verso il centro dell'isola emergono per la loro posizione strategica un vulcano (al momento) dormiente e una miniera, che conferiscono ad alcune aree un’interessante verticalità degli scontri, sempre a seconda della casuale chiusura della safe zone.

Rispetto agli elicotteri da trasporto utilizzati in passato, i cieli di Caldera possono riempirsi in poco tempo di svariati caccia, velocissimi velivoli che montano una coppia di mitragliatrici da pilotare facendo affidamento sui numerosi accampamenti e aeroporti che ne ospitano in diverse quantità. Ovviamente non mancano anche numerose batterie di contraerea da sfruttare per l’occasione – anche in mobilità tramite comodi cingolati – diversificando sensibilmente il ventaglio di opzioni ideali all’assalto di una qualche squadra nemica.

Imprevedibilità delle sparatorie e prontezza dei riflessi rimangono due aspetti fondamentali anche su Warzone Pacific, rendendo il nuovo aggiornamento un’esperienza – al netto dell’impatto visivo del nuovo paradisiaco scenario – estremamente riconoscibile per i fedelissimi. A fronte di ciò, non si può non apprezzare la scelta di dare importanza ad alcune modalità battle royale dedicate esclusivamente agli equipaggiamenti di Call of Duty: Vanguard, sia per il loadout personalizzabile dal menù iniziale sia per le tipologie di armi disseminate casualmente nella mappa. Un aspetto utile anche per concentrarsi sul bilanciamento delle nuove armi a seconda dei vari feedback della community, con l’obiettivo di regalare partite il più possibile equilibrate.

Rispetto alle armi ben più moderne e precise di Black Ops: Cold War e Modern Warfare quelle della Seconda guerra mondiale presentano un rinculo più difficile da controllare e mirini più ingombranti; tutti elementi che conferiscono una piacevole sensazione, ovvero di trovarsi immersi in una vera e propria lotta per la sopravvivenza dove a farla da padrone è lo spirito di adattamento.

Le piccole implementazioni di Warzone Pacific

Con l’approdo di Call of Duty: Vanguard su Warzone, Activision ha saggiamente scelto di non variare il gunplay del suo battle royale, che ben si sposa con le armi dell’ultimo capitolo, ma nonostante ciò abbiamo riscontrato alcune piccole e piacevoli novità che impreziosiscono ulteriormente le partite online.

Su tutte, i contratti che permettono di ottenere denaro completando brevi obiettivi secondari e aumentano come quantità e varietà, concedendo ai giocatori più scaltri di dedicarsi alla raccolta di pecunia da spendere nei vari negozi o per la ricerca di equipaggiamento speciale attraverso lauti bottini. Abbiamo anche apprezzato l’impossibilità di ottenere, come in passato, il proprio equipaggiamento personalizzabile nei primi minuti di gioco, un limite su Warzone Pacific necessario per evitare di concedere troppi vantaggi nelle fasi iniziali della partita.

Qualche gradevole novità da segnalare riguarda anche semplicemente le cinematiche dedicate all’arrivo sulla mappa e l’eventuale vittoria, per via di brevi sequenze che rispettivamente vedono il giocatore o la sua squadra lanciarsi da un aereo in fiamme e fuggire tramite un blindato nel bel mezzo del gas letale.

Cambia anche il gulag, ovvero l’ultima chance concessa quando si viene eliminati per tornare in partita, con un’arena per questa prima stagione ubicata in una piccolissima sezione chiusa della miniera. La differenza sostanziale rispetto al passato è che vincere questo 1v1 permette di rientrare in partita con lo stesso equipaggiamento utilizzato al suo interno rispetto alla semplice pistola. Un cambiamento che abbiamo particolarmente apprezzato, poiché concede ai giocatori qualche possibilità ulteriore di sopravvivenza anche nei respawn tra le fasi finali della partita.

Rimane qualche dubbio per i bug riscontrati in queste prime giornate di gioco, tra compenetrazioni con i veicoli e lo scenario, così come qualche incertezza con l’interfaccia di gioco che tira dei brutti scherzi in più occasione – in primis per il nascondere gli indicatori che solitamente ci permettono di riconoscere gli alleati dai nemici in modo casuale. Rimaniamo comunque fiduciosi in un supporto mirato e che riesca ad intervenire al più presto, senza dimenticare la continua lotta ai fastidiosi cheater lontana dall'essere risolta. Al momento, Warzone Pacific è un validissimo aggiornamento che non potrà non ingolosire gli appassionati di battle royale durante le festività natalizie, per passare qualche ora a cervello spento in totale relax con i propri amici online.

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