Call of Duty Vanguard | Anteprima – COD cambia (e, con lui, Warzone)
Seconda Guerra Mondiale, ma con un twist
a cura di Paolo Sirio
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Sledgehammer Games
- Produttore: Activision
- Distributore: Activision Blizzard
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
- Data di uscita: 5 novembre 2021
Call of Duty Vanguard è stato finalmente presentato e sarà disponibile dal 5 novembre per un’ampia gamma di piattaforme - PC, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X|S. Ora che ci siamo tolti il dente, possiamo anticiparvi una pletora di dettagli sul nuovo capitolo della serie bellica di Activision, grazie ad un briefing per la stampa cui abbiamo partecipato nei giorni scorsi e che ci ha fornito un’infarinatura d’insieme sul progetto riservato agli utenti nel 2021.
Prima di affrontare il discorso COD, un aspetto che ci preme sottolineare della presentazione è che lo studio head di Sledgehammer Games (team titolare della nuova iterazione, assistito da una gamma stellare di realtà interne) Aaron Halon ha fornito un breve commento sulla querelle Blizzard, coinvolta in un vergognoso caso, l’ennesimo nel settore, di molestie e ambiente lavorativo tossico.
È stata un’espressione di solidarietà a tutti gli individui coinvolti e alle persone negli studi del gruppo californiano, e anche per noi l’opportunità di rimarcare come, al di là delle logiche da the show must go on e del focus che poniamo sui tanti videogiochi che proveremo nel corso dell’annata a prescindere da chi li produca, esigiamo risposte concrete – e non c’è Call of Duty che tenga, certe cose non passeranno mai in secondo piano.
Ciò detto, andiamo a mettere nero su bianco tutte le informazioni fornite da Sledgehammer in questo primo appuntamento stagionale, che copre l’innovativa campagna single-player, il multiplayer, Zombie e Warzone, ovvero il pacchetto completo cui i fan della serie non rinunciano mai da qualche anno a questa parte.
La nascita delle Forze Speciali
Call of Duty Vanguard riporterà il franchise nella Seconda Guerra Mondiale e lo farà, diversamente da quel WWII che ripercorreva le orme di Band of Brothers, attraversando molteplici teatri di guerra: abbiamo Nord Africa, Est Europa (Russia), Occidente (Regno Unito) e Pacifico (Stati Uniti contro Giappone), con una manciata di capisaldi che hanno guidato l’intera progettualità.
Questi includono “a world at war”, per usare la stessa espressione del team che voleva citare il classico della saga, e cioè un gioco internazionale con molteplici punti di vista, laddove ciascun fronte avrà una trama e un gameplay diversi; l’ispirazione alla storia, che diventa un punto di partenza e non un limite; il racconto della nascita delle Forze Speciali, e il tentativo di replicare quelle sensazioni; una produzione blockbuster, con personaggi e situazioni appassionanti al di là del puro gameplay; e un’esperienza unificata tra tutti i prodotti di Call of Duty in circolazione.
Sledgehammer Games ha optato per un approccio abbastanza diverso rispetto al solito gioco di guerra: Vanguard sarà metà storia e metà fiction, con una narrazione basata su personaggi realmente esistiti e scenari davvero percorsi dalle ostilità della Seconda Guerra Mondiale, ma allo stesso tempo puntellata da una trama originale scritta con il criterio della credibilità che ci si aspetterebbe centrale in una produzione simile.
La storia è ambientata verso la fine della Guerra, e avremo il compito di infiltrarci nel quartier generale della Gestapo a Berlino per capire cosa sia il famigerato Project Phoenix (fittizio). Per sventare questo piano dei nazisti, gli Alleati fonderanno le Forze Speciali, dei cui primi membri da molteplici nazioni vestiremo i panni per raggiungere l’obiettivo; i nostri eroi saranno catturati e interrogati all’HQ, e da lì ripercorreremo i vari teatri di guerra ricostruendo l’intreccio per filo e per segno attraverso le parole di chi l’ha vissuto in prima persona.
I personaggi di cui abbiamo fatto la conoscenza sono i quattro della nostra squadra e Heinrich Freisinger, capo della Gestapo basato su quello originale e che fungerà da antagonista principale in Call of Duty Vanguard. Questo è il team:
- Arthur Kingsley, inglese, basato su Sydney Cornell
- Polina Petrova, russa, basata su Lyudmila Pavlichenko
- Wade Jackson, americano, basato su Vernon “Mike” Michael
- Lucas Riggs, australiano, basato su Charles Upham
Come vedete, il fatto che questa narrazione sia originale non ha ridotto affatto il lavoro di ricerca condotto dalla software house nordamericana. Petrova (il personaggio che abbiamo visto “cecchinare” i vincitori della battle royale in Call of Duty Warzone nello spassoso teaser) è ispirata ad esempio ad una famosa cecchina ex infermiera, Jackson è un pilota soldato precipitato su un’isola del Pacifico e capace di combattere da solo a terra, Riggs è incentrato su un eroe che è rimasto alla storia per aver attraversato un campo pieno di carri armati con una sacca di granate in Nord Africa.
Eroi, ecco, ce ne saranno a iosa, ma l’idea dello studio era – tra un deserto nordafricano e una Stalingrado innevata – porre l’accento sulla gente comune diventata straordinaria, e attraverso i loro occhi approfondire battaglie fondamentali nella definizione della Seconda Guerra Mondiale. Ci saranno tanti punti di vista, anche quelli di chi non voleva far parte della guerra: a Stalingrado, unico momento in cui incontreremo civili nel gioco, abbiamo visto una scena in cui portavamo una cassa d’acqua ad una signora; un piccolo gesto nato dall’analisi di foto d’epoca e ambienti (non solo bunker, ma pure normalissimi centri residenziali) per cogliere lo stile di vita del tempo.
Detto delle premesse, la portata principale resta il gameplay e l’etichetta di Activision ce ne ha mostrato un bel po’. È ancora presto per trarre dei giudizi, dal momento che vorremo vedere la campagna nel suo insieme, ma quanto abbiamo visto è sensibilmente diverso rispetto al tradizionale Call of Duty e qualcosa che si avvicina molto più al thriller, sia come atmosfera che come giocato. Chiaramente, ciascuna storia e ciascuno scenario avranno un loro gameplay specifico, ma stando a ciò cui abbiamo assistito le libertà che sono state assunte in alcune queste potrebbero sorprendere e non poco.
Il livello che ci è stato mostrato è posizionato all’inizio della campagna, la notte prima del D-Day, 5 giugno 1944, Operazione Tonga. Siamo nei paracadutisti inglesi e dobbiamo lanciarci per una missione d’infiltrazione per agevolare le operazioni che si svolgeranno nel giro di poche ore e saranno immortalate nella Storia. Ovviamente, mentre ci avviciniamo al suolo, qualcosa va storto e il nostro aereo si ritrova in fiamme; appena prima di precipitare ci paracadutiamo alla bell’e meglio, e finiamo in acqua.
In acqua, un QTE ci permette di tagliare via il paracadute (ne avevamo completato un altro, poco prima, per l’apertura) e uscire; mentre ci muoviamo silenziosamente per raggiungere un mulino a vento, che costituirà il punto di estrazione, soldati con torce e cani cercano di stanarci, e una battaglia area illumina – sarebbe meglio dire “infiamma” – i cieli.
In questa parte del gioco vediamo come Sledgehammer Games sia riuscita a proporre un comparto grafico realmente next-gen grazie ad un’esperienza cinematografica e a transizioni video/giocato molto fluide; i QTE in questo senso non costituiscono una novità per la serie, anzi fanno parte del suo linguaggio canonizzato, ma aiutano a fungere da via di mezzo tra un momento e l’altro dell’esperienza. Il tutto sembra lineare ma non sappiamo quanto “coreografato” in stile demo E3 di The Last of Us Part II, per intenderci, e quanto “automatico”.
A tal proposito, gli sviluppatori ci hanno raccontato di aver puntato su un giusto bilanciamento tra frangenti in cui la storia deve andare avanti e decisioni tattiche libere riposte nelle mani dei giocatori. La storia in sé non prevede ramificazioni né la possibilità di scegliere l’ordine delle missioni, diversamente dalle War Stories di un Battlefield V.
Sulla strada per il mulino sentiamo un nostro commilitone rimasto intrappolato col paracadute in un albero; ci scambiamo la parola d’ordine (che prevede anche un gioco di luci con una torcia) e proviamo ad aiutarlo, ma i tedeschi lo scoprono e lo uccidono. Ne raccogliamo l’arma e scappiamo verso il mulino in fiamme, ma notiamo che ha un solo proiettile e dunque dovremo trovarne altri rovistando in un furgone.
Per qualche breve attimo, prima di trovare il furgone, Vanguard pare giocare sull’elettricità della dinamica survival, facendoci passare per un po’ di ambienti col rischio di essere scoperti e avere in canna, appunto, soltanto un colpo – e questo, unito al fatto che i soldati che ci sono piovuti addosso nella demo illustrataci, è qualcosa di estremamente differente da quanto siamo abituati a vedere nella saga.
C’è una contaminazione thriller e quasi horror quando, passando per una casupola, risaliamo le scale e apriamo lentamente e poi di soppiatto la porta per scoprire cosa celi, e infine eliminare i pochi nemici senza poter ricorrere alle meccaniche à la Rambo tanto care all’IP. Di nuovo, non sappiamo quanti saranno momenti simili e se dipenderanno da uno script o dal comportamento del giocatore, ma per l’estensione della demo l’effetto è stato piuttosto sorprendente.
Multiplayer, Zombie e Warzone
Mentre la campagna si è presentata come momento di discontinuità nella storia di Call of Duty – sia per le modalità in cui tratta la Seconda Guerra Mondiale, sia per le dinamiche di gioco esibite -, il multiplayer ha una struttura tendenzialmente più classica, seppur non priva di diverse integrazioni che non dovrebbero far mancare l’effetto novità al lancio.
Un lancio cui il multiplayer di Call of Duty Vanguard, nei quali essere le Forze Speciali dopo aver assistito alla loro nascita nel singolo, si farà vedere con un totale di 20 mappe, 16 per il 6v6 e 4 per il 2v2. Di ritorno dagli ultimi capitoli c’è l’armeria, presso la quale potremo personalizzare a 360 gradi i nostri ferri, e in più avremo una gamma di proiettili con effetti differenti tra i quali scegliere.
Vanguard vanterà un nuovo gameplay tattico e nuovi modi per giocare, inoltre. Il “combat pacing” permetterà di scegliere una playlist in base a cosa si voglia fare e al numero di utenti coinvolti: l’approccio Tattico fornirà un’esperienza davvero strategica, votata su un quantitativo basso di giocatori e uno studio attento della mappa; Standard punterà sul 6v6; Blitz infine scommetterà sul desiderio di avere quanta più gente possibile su una mappa. Queste tre scelte saranno disponibili su tutte le mappe.
Verrà integrata una nuova modalità 3v3, chiamata Champion Hill, che i giocatori avranno la possibilità di vedere in azione e forse persino provare molto a breve: ci è stata mostrata per filo e per segno in una porzione “off record” della presentazione, per cui non possiamo parlarne nel dettaglio, ma immaginatevela come un incontro tra Scontro con progressione in ogni round e una battle royale, in un campo d’allenamento delle Forze Speciali.
Una grossa novità tecnica è l’ambiente di gioco reattivo: le ambientazioni possono ora essere deformate, in sostanza, permettendo così ai giocatori di costruirsi nuove strade. Quest’integrazione, chiaramente ispirata a Rainbow Six Siege, non vede muri crollare sotto i nostri colpi ma prevede che si possano spaccare vetrate, porte, finestre di legno, così come piccoli oggetti quali pentole e libri, più che per creare danni, per sorprendere i nemici colpendo da angolazioni inaspettate.
Questa tecnologia, come tutta la tecnologia alla base del gioco, è stata lavorata insieme ad Infinity Ward e Treyarch, in modo da far avanzare l’engine di Modern Warfare che continua a fungere da fondamenta per il franchise. L’obiettivo primario è tenere tutto sulla linea di partenza dei 60fps (con i 120fps opzionali che sono già stati esplorati da Black Ops Cold War) e, in più, continuare a puntare su un’effettistica di primo piano, che coinvolgerà anche esplosioni di ogni tipo e muri che crolleranno durante i bombardamenti visti a Stalingrado nella campagna.
Innestati alle porte dell’esperienza multiplayer ma, com’è noto, parti ormai a sé stanti della proprietà intellettuale, ci sono Zombie e Warzone. I particolari riguardo ai modi in cui cambieranno questi due aspetti dell’universo di Call of Duty sono ancora limitati e verranno approfonditi col tempo, ma intanto abbiamo un primo quadro d’insieme riguardo alle ambizioni della squadra imbastita da Activision.
Partiamo da Zombie. L’esperienza sarà curata da Treyarch, lo studio che l’ha partorita, e darà vita al primo evento crossover nella sua esistenza: la trama costruita per l’occasione racconterà il prologo della storia di Zombie in Call of Duty Black Ops Cold War, sfruttando l’ambientazione nella Seconda Guerra Mondiale in una maniera che, a detta di Halon, sembrerà naturale se non quasi ovvia.
Treyarch si è assicurata che questa storia delle origini fosse fedele alla mitologia della serie, continuando ad innovare sul gameplay grazie alle novità annunciate per il gioco principale che vi saranno estese. Nelle settimane e nei mesi a venire saranno condivisi altri dettagli in merito, con un focus esclusivo che rende bene l’idea di quanto i fan di questa specifica esperienza siano tenuti in considerazione.
Call of Duty Warzone è un’altra tessera imprescindibile del mosaico COD, ormai, e una piccola parte del briefing con la stampa è stata riservata proprio a lui, che guida di fatto la strategia free-to-play della serie. È stato confermato che Raven Software lavorerà ad una mappa tutta nuova per celebrare l’arrivo di Vanguard e che questa arriverà nel 2021 (non abbiamo date, né certezze della contemporaneità con l’uscita del prossimo capitolo).
Al day one di questa mappa, in ogni caso, sarà introdotto un nuovo sistema per l’anti-cheat, che sarà esteso per tutto il gioco e non soltanto per la new entry; anche qui non sono state fornite le coordinate del suo funzionamento, ma sappiamo che quella dei cheater è un’autentica piaga di un altrimenti godibilissimo titolo e Raven ci tiene molto a che la cosa si risolva al più presto.
La tecnologia di distruzione degli ambienti di Vanguard sarà anch’essa integrata in Warzone, in modo da poter aggiungere le armi del prossimo capitolo e mantenere il bilanciamento di gioco degli Operatori fluidamente, e sarà implementato un nuovo metaverso che collegherà Vanguard, Black Ops Cold War e Modern Warfare. Metaverso è una parola calda del momento per cui la vediamo inserita un po’ dappertutto senza uno scopo preciso, ma è plausibile che qui identifichi la tradizionale progressione unificata. Infine, altri contenuti saranno aggiunti in parallelo col nuovo episodio nel corso delle stagioni.
Se volete scoprire dove tutto ha avuto inizio per Warzone, Call of Duty Modern Warfare è ancora un'opzione molto valida
Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
-
Nuovo approccio alla campagna
-
Multiplayer più “interattivo”
-
Novità di peso per tutto l’universo COD
Contro
-
Da valutare la profondità delle novità