Call of Duty: Modern Warfare (ri)parte col piede giusto
Storia, co-op, cross-play: diverso e potenziale capace di convivere con Black Ops 4
a cura di Paolo Sirio
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Infinity Ward
- Produttore: Activision
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE
- Generi: Sparatutto
- Data di uscita: 25 ottobre 2019
Call of Duty: Modern Warfare è stato reso ufficiale dopo una lunga serie di indiscrezioni e un’attesa che si è protratta per qualche giorno in più del previsto, con un’uscita programmata, questa invece regolarmente, per la giornata del 25 ottobre su PC, PlayStation 4 e Xbox One. Se sotto il profilo delle piattaforme Activision snobba anche per l’ultimo CoD della generazione Nintendo Switch, c’è un cambio di prospettiva per quanto riguarda il nocciolo della produzione, che come vedremo avanti si presenta in una veste forse diametralmente (e scientemente) opposta rispetto al diretto predecessore Black Ops 4, punta a colmare un vuoto lasciato di recente nel catalogo del publisher e scommette sul feeling mai sopito degli appassionati di sparatutto con il marchio MW. Analizziamo tutti questi punti in una primissima preview.
Un focus diverso
All’annuncio di Call of Duty: Modern Warfare mancavano all’appello due modalità di non poco conto: battle royale e Zombie. La battle royale ha fatto il suo debutto lo scorso anno in Call of Duty con Black Ops 4 e ci sta che fosse un’osservata speciale in questo periodo, per permettere ad Activision di capire se fosse una strada percorribile sul lungo termine.
Il fatto che sia stata esclusa da Modern Warfare ci dà l’impressione che la risposta sia stata in un certo senso affermativa e che il publisher voglia continuare a puntare su Blackout per avere in Blops 4 e nella prossima uscita mobile la razione competitiva del franchise; la coda potrebbe essere ulteriormente allungata se, come si vocifera da tempo, questa modalità verrà resa free-to-play al pari dei competitor diretti e soppiantata soltanto quando ci sarà da lanciare Black Ops 5 nel 2020.
L’assenza della modalità Zombie è dunque l’aspetto più sorprendente del lotto, dal momento che si tratta ormai di un caposaldo del franchise e che persino Infinity Ward ci aveva messo mano nelle precedenti iterazioni (anche in Ghosts, seppure con una tematica leggermente diversa rispetto ai non morti). Pure in questo caso rinunciarvi vuol dire allungare la vita di Black Ops 4 e lasciare alla modalità un respiro maggiore in vista di Black Ops 5, che da rumor uscirà il prossimo anno.
In aggiunta, basta leggere l’annuncio formale del gioco e le dichiarazioni degli sviluppatori per capire come queste due componenti sarebbero state fuori contesto in un gioco che farà del realismo e della fedeltà all’azione bellica un caposaldo imprescindibile; siamo stati abituati a sospensioni dell’incredulità persino più estese, ma perché tirare la corda quando non farlo ti comporta pure dei vantaggi?
Detto di ciò che non ci sarà, possiamo passare a parlare del materiale che verrà invece introdotto in Call of Duty: Modern Warfare, e come ogni anno ce ne sarà a bizzeffe. Dopo l’esperimento forzato di Black Ops 4, in cui la campagna fu stralciata per ragioni di tempistiche e di utilità, non per una volontà precisa, lo story mode torna ad affiancarsi al multiplayer classico ed è più forte che mai per i fan dell’universo di MW.
Ne parleremo tra poco quando scenderemo nel particolare della definizione di soft reboot, ma intanto vi basti sapere che Infinity Ward attingerà a piene mani all’immaginario che ha decretato il successo del brand Modern Warfare sia per i personaggi, sia per le tematiche che per le ambientazioni. Una formula più vincente di così, in casa Activision, si fatica davvero a trovarla.
La campagna sarà giocabile in cooperativa per un massimo di quattro utenti connessi simultaneamente, e questo aspetto è da non sottovalutare nell’anno in cui l’editore rinuncia all’asset co-op di Destiny dopo la separazione traumatica da Bungie. C’era un vuoto da colmare e, con Black Ops ormai impegnato nella scena competitiva, chi meglio di un Modern Warfare a caccia di un’identità ludica dopo la diaspora della IW originale avrebbe potuto occuparlo?
A completare la natura cooperativa del gioco ci saranno le Spec Ops, le Operazioni Speciali che abbiamo apprezzato in Modern Warfare 2 e 3, e che proporranno una sfida aggiuntiva alla campagna – leggiamo dal comunicato stampa – per i giocatori di tutti i livelli. Presumibilmente, e qui facciamo del sano wishful thinking, saranno un perno dell’offerta contenutistica del post lancio in considerazione dell’assenza degli Zombie che in genere avevano proprio quel ruolo, oltre, è ovvio, alle semplici mappe multiplayer.
Dietro il soft reboot
Gli ultimi rumor su Call of Duty: Modern Warfare parlavano di soft reboot e questa pista, a scapito di quanti desideravano un Modern Warfare 4, si è rivelata corretta. Con il nuovo capitolo Infinity Ward riparte non da zero ma da uno, ovvero dalle fondamenta gettate nel 2007 ma con la libertà di interpretarle per poterle adattare allo scenario davvero moderno, sia al suo interno che nel panorama bellico.
In un’intervista, lo studio ha spiegato come mai si sia affidato proprio a tale formula e non abbia pensato ad un prequel, cosa che in altre circostanze neanche si sarebbe potuta escludere a priori. “Quello era un gioco costruito sulle conseguenze di cose come l’11 settembre e l’Operazione Desert Storm, in cui vedevi grandi falangi di carri armati attraversare il deserto mentre combattevano contro altri nemici che indossavano uniforme e sventolavano bandiere – era qualcosa di tradizionale, in un senso più moderno”, ha commentato il narrative director Taylor Kurosaki.
“Il campo di battaglia odierno non somiglia davvero a qualcosa del genere. Qualunque città può diventare una zona di guerra in un battito d’occhio, e per questo ci sono più danni collaterali – civili, bombardamenti che colpiscono i loro complessi residenziali. Quindi questo è stato il nostro punto di partenza: come definiamo Modern Warfare?”.
Un interrogativo che ha portato, senza nascondere un piacere per il viscerale e lo scomodo, evidentemente a scavare nei temi moderni e in scene che abbiamo, con una certa tristezza, potuto vedere in TV o nel peggiore dei casi dal vivo, con atti di terrorismo che hanno reso per brevi tratti, ad esempio in una metropoli europea come Parigi, le nostre città degli autentici teatri di guerra.
Le immagini di guerriglia urbana che abbiamo scorto al reveal danno l’idea che Modern Warfare giocherà molto su questo tema e, come anticipato del resto nei primi leak, Infinity Ward potrebbe calcare parecchio la mano sulla questione dei civili e delle scelte che potremo prendere quando ci saranno loro di mezzo; si parlava non a caso di un’ispirazione alla missione “Niente russo” di MW2 e guardando questo materiale iniziale capiamo dove si volesse andare a parare rimandando a quel livello.
Qualcosa che l’idea di seguito, in una trilogia che era culminata nella conquista degli Stati Uniti da parte della Russia e dunque aveva avuto un piglio sorprendentemente ucronico, non poteva restituire per ovvi motivi. Ma c’era la voglia di ripartire da uno e non da zero, dicevamo, e questa si è tradotta nel ripescaggio delle atmosfere iniziali e del cast ormai diventato iconico di MW.
“Quando abbiamo reimmaginato questa serie, ciò da cui ci siamo scollegati sono gli eventi specifici, fattuali della precedente serie. Quello che abbiamo mantenuto è l’essenza dei personaggi con cui stavamo giocando”, ha spiegato Kurosaki. Per il momento abbiamo visto in azione il Capitano Price, in una forma smagliante ma non per questo cambiato rispetto al passato.
“Quando Price prende una decisione su qualcosa, o dice qualcosa o reagire a circostanze in un modo particolare, tu come fan di vecchia data della serie dovresti dire ‘sì, questo è totalmente coerente con il personaggio, quello è esattamente ciò che Price farebbe in questo momento’. Bisogna che trasmetta la sensazione della stessa persona che è governata dagli stessi principi”. Da questo punto di vista possiamo aspettarci che “pieghi le regole per compiere la propria missione” e altri comportamento decisamente in-character per il tipo.
Ma, soprattutto, come in tanti di voi avranno intuito dalle sue battute nel trailer d’annuncio, lavorerà in squadra e quella squadra sarà composta da vecchi amici con cui abbiamo già una certa familiarità; per ora nessuna anticipazione sul cast ma poche settimane fa si era chiacchierato di Ghost, giusto per fare un nome, e a questo punto ci sorprenderebbe di più non vederlo nel gioco che il contrario.
Il lato tecnico
Non è un mistero che Call of Duty fosse uno di quei brand storici che avrebbe tratto giovamento da un lifting, ovvero dall’uso di un nuovo motore grafico che avrebbe potuto reggere l’ambizione dei 60 fotogrammi al secondo ed offrire al contempo un’estetica gradevole. Activision e Infinity Ward hanno risposto presente, e lo hanno fatto con ogni probabilità per preparare la serie alla sfida next-gen ormai imminente.
L’engine non ha un nome per ora ma si tratta di un prodotto in-house realizzato grazie agli sforzi dei team di Activision; “utilizza i più recenti progressi nell’ingegneria visiva”, leggiamo nella comunicazione del publisher, “tra cui un sistema di modellizzazione su base fisica” che sblocca innumerevoli possibilità e tanti vocaboli che vedremo adoperati nella prossima generazione di console.
Saranno introdotti “un nuovo sistema di streaming basato su hybrid tile, un nuovo sistema di decal rendering PBR, un’illuminazione ambientale volumetrica, 4K HDR, DirectX Raytracing (PC) e molto altro, come una nuova pipeline di geometrie GPU”, oltre che “un’animazione e un sistema di ottimizzazione delle forme all’avanguardia”. Insomma, tecnologicamente sarà un motore all’avanguardia e le immagini, sia statiche che in movimento, mostrateci finora sembrano testimoniarlo.
L’occhio vuole la sua parte ed è innegabile, ma le innovazioni più grosse introdotte da Call of Duty: Modern Warfare forse riguardano un altro aspetto: un po’ a sorpresa, infatti, il gioco scommette pesantemente sul cross-play tra PC e console, una prima non solo per la serie ma pure per una serie major del mondo dell’intrattenimento, che finora ha lasciato si sporcassero le mani produzioni minori e indipendenti.
L’apertura di PlayStation in questa direzione, dopo le pressioni di Microsoft prima e Nintendo poi, ha avuto sicuramente un grosso impatto sulla scelta dell’editore e, ne siamo altrettanto sicuri, aprirà una nuova stagione per il gaming, una in cui il grande editore non vedrà più la possibilità di giocare con i propri amici a prescindere dalla piattaforma uno spauracchio per le vendite e la tenuta dell’infrastruttura.
Nell’annuncio formale di Activision non troviamo traccia di una conferma relativa al gioco tra PS4 e Xbox One, soltanto tra PC e console, ma sarebbe un passo falso clamoroso – dopo un annuncio in pompa magna, come uno dei selling point della produzione – se le due console potessero rivolgersi soltanto separatamente al computer e non dialogassero tra di loro.
La versione PC (che sarà disponibile in esclusiva su Battle.net) ha allo stesso modo ricevuto una grande attenzione, cosa che a dire il vero succede già da qualche anno, con lo sviluppatore interno Beenox che ha lavorato sodo per introdurre alcune feature esclusive della piattaforma come il ray tracing; sarà interessante vederla all’opera perché la tecnologia RTX costituirà uno dei tratti di discontinuità tra PS5/Xbox Scarlett e PS4/Xbox One, e quindi giocarci equivarrà in un certo senso ad avere un’anteprima del Call of Duty che verrà.
Una menzione, infine, al supporto post lancio cui accennavamo poche righe fa: Modern Warfare ha mollato la formula ormai arcaica del season pass per abbracciare la nuova stagione dei content drop e degli eventi live, e di questo non possiamo che gioire in un panorama che è al giorno d’oggi popolato da game as a service che non hanno bisogno di particolari occasioni per sganciare contenuti aggiuntivi. Rimane la partnership con PlayStation, nonostante i rumor, e i contenuti arriveranno prima su PS4, non sappiamo con che tempistiche e con quali modalità.
Call of Duty: Modern Warfare si è presentato dunque al grande pubblico con una serie di novità, rispetto al franchise di cui è emblema e al diretto predecessore Black Ops 4, che lo rendono allo stesso tempo capace di convivere con quest’ultimo e di suscitare un notevole interesse negli amanti del COD della prima ora. Non mancano i punti interrogativi che andranno risolti man mano che ci avvicineremo al day one del 25 ottobre ma di tempo per chiarirli ce ne sarà eccome, e la base di partenza rivela delle premesse forse inaspettatamente più intriganti di quanto non avessimo messo in preventivo. Dall’E3 2019, dove lo spolperemo, vi sapremo dire quanto hype dovremo riporre nel ritorno del Capitano Price e dei suoi commilitoni.