Burnout Paradise Remastered, Recensione della sfida all'ultimo takedown
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Criterion Games
- Distributore: EA
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
- Generi: Guida Arcade
- Data di uscita: 16 marzo 2018 - 19 giugno 2020 (Switch)
Quando Burnout Paradise arrivò sulla macchine della precedente generazione, fu a ragion veduta un vero e proprio tripudio di pareri positivi di critica e pubblico.
Del grandioso racing arcade di Criterion veniva apprezzata la grande immediatezza, la capacità di lasciare ai giocatori la libertà di scorrazzare in lungo e in largo non badando troppo alle conseguenze dello scalmanato stile di guida e, non ultimo, quell’open world che avrebbe poi indirizzato gran parte dei concorrenti verso nuove conquiste.
A distanza di dieci anni dalla sua uscita, arriva Burnout Paradise Remastered, versione tirata a lucido per tutti coloro che, al tempo, lo avevano saltato a pie’ pari.
Paradise City: come ti abbiamo lasciato e come sei oggi
Inutile sottolineare quanto EA, nel corso di questo decennio, abbia sfruttato alla grande il nome del gioco; allo stesso modo, superfluo sarebbe sottolineare quante siano state le possibilità di accaparrarsene una copia, al tempo anche gratuitamente grazie al passaggio su PlayStation Plus. Ritornare a Paradise City è però ancora un gran piacere, e nonostante gli anni siano passati e altri titoli abbiano raggiunto nuove e notevoli vette, il divertimento che è in grado di regalare agli utenti è rimasto pressoché intatto.
Quella Paradise City che ricordavamo, soprattutto se paragonata alle grandi metropoli raffigurate dai titoli moderni, appare di certo di dimensioni più modeste, ma all’epoca riusciva a soddisfare grazie alla buona densità di eventi e di mini obiettivi da raggiungere. Le gare, In Burnout Paradise, non avevano quelle traiettorie obbligate che si vedono in certe produzioni degli ultimi anni, ma anzi lasciavano agli spericolati piloti la possibilità di sperimentare diverse vie purché alla fine arrivassero primi. Insomma, non importava mai il come, l’importante era vincere: e lo si poteva fare imboccando scorciatoie, effettuando salti esagerati, buttando fuori pista gli avversari molesti, cambiando d’improvviso la propria direzione e tentare manovre ardite, col nitro quasi sempre attivato e godendosi la grande sensazione di velocità che sapeva trasmettere.
Certo, Burnout Paradise Remastered è solo un’operazione dove le migliorie sono solo tecniche e cosmetiche, pertanto non aspettatevi che alcuni degli elementi più fastidiosi e retrò siano stati eliminati, con buona pace di chi già allora mal digeriva alcune scelte a monte. Ci riferiamo in particolar modo alla mancanza del viaggio rapido, agli assilli della DJ e ad alcune scelte sin troppo semplicistiche che se da una parte non fanno perdere tempo, dall’altra mancano della giusta profondità che anche un gioco così leggero e scanzonato oggi deve avere.
Ciò nonostante, Burnout Paradise è tutto sommato invecchiato bene, e su PlayStation 4 fa ancora un’ottima figura. La fa anche dal punto di vista della struttura, che sebbene rimanga piuttosto basilare, per lo meno non ha niente a che vedere con le ultime magagne che i recenti giochi arcade dello stesso produttore possiedono (come l’ultimo Need for Speed).
Riproposizione in 4K in Burnout Paradise
Qualora non vi doveste bastare la carne al fuoco del gioco principale, che rimane comunque importante per un titolo di dieci anni fa, sappiate che questa edizione rimasterizzata di Burnout Paradise porta con sé anche i contenuti aggiuntivi.
Ecco dunque Big Surf Island, che ritorna per farvi rivivere le sue strade intricate, i folli salti nel vuoto e tutto ciò che il DLC aveva da offrire. Si tratta di un piccolo gioiellino di level design che, nonostante le dimensioni – ovviamente – più contenute rispetto alla mappa principale, sa bene come ovviare a delle oggettive mancanze.
Ancora oggi questo contenuto è in grado di far venire l’adrenalina anche agli habitué del genere, con alcune trovate che amplificano la spettacolarità dell’azione.
Oggi il nuovo metro di paragone è senza ombra di dubbio Forza Horizon, e visti i progressi e la bontà mostrata non potrebbe essere altrimenti, ma se volete andare sul sicuro, l’opera di Criterion potrebbe placare la vostra fame di gare clandestine ad alta velocità.
Dal punto di vista della qualità della remastered non siamo di fronte a risultati esaltanti, e in definitiva si tratta di un’operazione compiuta davvero col minimo sforzo necessario. Memori di alcune differenze di prestazioni tra PS3 e Xbox 360, non possiamo fare a meno di applaudire (ma era davvero il minimo) la volontà di far schizzare le vostre auto a sessanta frame al secondo, senza mai alcun tentennamento.
I possessori di PS4 Pro e Xbox One X, inoltre, potranno godersi Burnout Paradise Remastered in 4K. Per tutto il resto, è il gioco che ormai tutti conosciamo: né più e né meno. Stellar Entertainment ha in definitiva portato a casa il risultato svolgendo diligentemente il proprio compito senza sforzarsi più del dovuto.
– Operazione davvero pigra, senza nessuna miglioria di rilievo– Alcune scelte di game design, a distanza di dieci anni, risultano anacronistiche[/vc_column_text]
7.5
Burnout Paradise Remastered è la riproposizione in ultra definizione di un titolo che ha segnato la storia del genere, mostrando all’epoca quali potessero essere le evoluzioni più logiche – riprese di sana pianta da più o meno chiunque si affacci oggi nel mercato. Vengono raggiunti i 60 fps in scioltezza, e ciò per la tipologia di gioco e per la frenesia che lo contraddistingue è di certo un punto a favore. Tuttavia, si tratta di un lavoro portato a termine col minimo sindacale e senza nessuna aggiunta degna di nota. Adatto solo a chi, per qualche strano motivo, se l’era perso durante la scorsa generazione.
Voto Recensione di Burnout Paradise Remastered - Recensione
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