Nel corso della giornata abbiamo pubblicato numerose news relative ad un articolo di Kotaku su BioWare e sullo sviluppo di Anthem, la nuova IP pubblicata dallo studio quest’anno.
Una parte dell’articolo di cui non ci siamo occupati è quella che approfondisce lo stato del team che si è occupato del gioco per anni e anni, sottoposto, leggiamo, a tante ore di straordinari per portare a termine il progetto.
Questo sarebbe accaduto a scapito della salute fisica e mentale di diversi sviluppatori, sostiene Kotaku, che non a caso avrebbero lasciato BioWare in preda alla depressione e all’ansia conseguite a questi anni di impiego.
While reporting this story, I learned the names of dozens and dozens of people who have left BioWare over the past two years. Those who talked to me said they believe that something desperately needs to change, and that they hope making it public will help. pic.twitter.com/69wz58w9ZJ
— Jason Schreier (@jasonschreier) April 2, 2019
La software house canadese ha voluto rispondere con un lungo post pubblicato sul suo blog ufficiale, spiegando di non aver voluto commentare all’interno dell’articolo perché questo propone un “focus scorretto su specifici membri del team”.
“Prima di tutto, supportiamo con tutto il cuore ogni attuale ed ex membro del nostro team che ha lavorato al gioco, inclusa la leadership”, ha spiegato lo studio di Anthem.
“Ci vuole un enorme quantitativo di impegno, energia e dedizione per fare ogni gioco, e fare Anthem non sarebbe stato possibile senza gli sforzi di ciascuno di noi”.
“Abbiamo scelto”, prosegue la lettera aperta, “di non commentare o prendere parte a questa storia perché sentivamo che c’era un focus scorretto su specifici membri del team e leader, che hanno fatto il loro meglio per portare questa idea totalmente nuova ai fan. Non volevamo essere parte di qualcosa che stesse tentando di abbatterli come individui”.
“Poniamo una grande enfasi sulla nostra cultura come posto di lavoro nei nostri studi. La salute e il benessere dei nostri team member è qualcosa che prendiamo seriamente.(…) Ascoltiamo le critiche che sono state sollevate dalla gente nel pezzo di oggi, e le prendiamo in consideraizone insieme al feedback che riceviamo dai nostri sondaggi interni. Ci concentriamo molto sul pianificare meglio per evitare il crunch time, e questo non era un topic di rilievo nel feedback trapelato dai nostri post mortem”.
BioWare aggiunge, nel post firmato a nome di tutta la compagnia, che “accettiamo ogni critica che arriverà per i giochi che facciamo, specie dai nostri giocatori. Il processo creativo è spesso difficile (…) ma la ricompensa di portare qualcosa che abbiamo creato nelle mani dei nostri giocatori è incredibile”.
“La gente in questa industria mette così tanta passione ed energia nel fare qualcosa di divertente. Non vediamo valore nel buttarci giù l’un l’altro, o il lavoro di qualcun altro. Non crediamo che articoli come questo rendano la nostra industria ed arte migliore”.
Una risposta sicuramente molto dura che non fa altro che gettare delle ombre sugli ultimi anni di BioWare, che tra l’accoglienza ad Anthem e Mass Effect Andromeda non sono filati via lisci.
Dal canto suo, Jason Schreier ha definito la reazione “codarda” su Twitter, e sullo stesso social network, con il suo retweet, è arrivata la reazione di un ex dipendente che ha confermato tutto.
“People were so angry and sad all the time,” they said. Said another: “Depression and anxiety are an epidemic within Bioware.”
Co-signed me, a person who left BioWare in 2017 with massive depression and anxiety that has taken me a while to get through and recover from.
— Manveer Heir (@KingCurryThundr) April 2, 2019
Non crediamo ci saranno altre dichiarazioni da parte di BioWare ma le polemiche in rete, come fu per Rockstar Games ai tempi del lancio di Red Dead Redemption 2, non finiranno di certo qui.