Battlefield 2042 | Recensione – DICE irrompe nella next gen degli sparatutto
Il nuovo capitolo della saga di sparatutto di casa EA e DICE è un buon mix di tradizione e innovazione, al netto di qualche piccolo limite.
a cura di Marino Puntorieri
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: DICE
- Produttore: Electronic Arts
- Distributore: Electronic Arts
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
- Generi: Sparatutto
- Data di uscita: 19 novembre 2021
Se c’è un aspetto che da sempre contraddistingue le produzioni targate DICE non può che essere la rappresentazione su schermo di una guerra su scala globale, indipendentemente dal contesto bellico in esame. Dove le modalità multigiocatore di spicco non coinvolgono solo un corposo numero di giocatori, ma anche una discreta varietà di veicoli e velivoli, pronti ad arricchire i campi di battagli con una spiccata spettacolarità.
Dopo due capitoli ambientati nelle guerre mondiali, DICE decide saggiamente per il nuovo Battlefield 2042 di tornare su un fittizio conflitto bellico più moderno, così da avere una maggior libertà creativa sul fronte della personalizzazione senza snaturare una visione tendente al realismo.
Parliamo senza ombra di dubbio di un capitolo dal potenziale enorme, il primo ad approdare anche sulle console di nuova generazione per mostrarne finalmente i muscoli, e considerando che l’offerta è struttura unicamente sul comparto multigiocatore non potevamo che essere tanto incuriositi quanto speranzosi per il risultato finale.
La guerra del futuro, oggi
Nonostante l’assenza di una campagna per giocatore singolo, Battlefield 2042 presenta un contesto bellico utile a dare un tono agli scontri online, proiettando i videogiocatori in un prossimo futuro che vede la scarsità delle risorse naturali come causa scatenante di conflitti e disuguaglianze sempre più aspre. Le ultime due grandi potenze rimaste in gioco sono, tanto per cambiare, Stati Uniti e Russia, pronte a darsi battaglia per tutto il globo utilizzando eserciti di mercenari provenienti da ogni nazione.
In uno scenario bellico così ricco di spunti interessanti – e per certi versi spaventosamente possibile – il team svedese, collaborando con la neonata Ripple Effect Studios, ha dato vita a un’offerta ricca e variegata per soddisfare il palato sia dei fan più esigenti sia dei novizi.
Battlefield 2042 si presenta al lancio con un terzetto di esperienze ben distinte, passando dalla guerra nella sua accettazione più massiva e spettacolare con All-Out Warfare, fino alle operazioni più circoscritte e adatte al lavoro di squadra su Hazard Zone. Il tutto senza dimenticare qualche salto nel passato della serie grazie a Portal, da considerare come vero e proprio asso nella manica per coinvolgere la community nel medio lungo periodo arginando il rischio legato alla ripetitività.
Partendo proprio da All-Out Warfare ritroviamo l’esperienza più adatta ai veterani della serie, attraverso due modalità come Conquista e Sfondamento che proiettano fino a 128 giocatori – parlando di console next gen e PC – su sette mappe dalle proporzioni estremamente generose. Parliamo ovviamente di ambientazioni adatte ai conflitti su larga scala tra fanteria e veicoli di ogni sorta, dove emerge un level design curato e ricco di elementi volti a premiare i giocatori più attenti allo studio delle varie planimetrie partita dopo partita.
Conquista ci aveva già convinto in larga parte con il precedente test in anteprima di Battlefield 2042 e si conferma essere tanto divertente quanto caotica, senza però lasciare spazio a un’eccessiva frustrazione. I vari settori da conquistare per azzerare i ticket avversarsi presentano più luoghi chiave da dover presidiare e per la prima volta nella serie non ci siamo ritrovati a vagare interi minuti per raggiungere uno scontro – sinonimo di uno sforzo importante per azzerare i tempi morti e salvaguardare i round da quella dispersività che caratterizzava la modalità in passato.
Apprezzamenti che in egual misura ritroviamo anche su Sfondamento, una rivisitazione della modalità Corsa dalle proporzioni più generose per il numero di giocatori, divisi in attaccanti e difensori pronti a contendersi pochi obiettivi alla volta fino alla difesa o cattura ultima del quartier generale. Per entrambe le partite è anche possibile giocare contro avversari guidati dalla CPU, abbastanza competitivi alle difficoltà maggiori e comunque utili per una buona progressione nelle fasi iniziali di gioco.
Come se non bastasse, durante queste partite è possibile in modo del tutto casuale imbattersi in alcuni eventi climatici che – oltre ad un’ottima resa scenica – rischiano di rovesciare completamente l’esito di uno o più scontri. Parliamo di tornado che possono inghiottire veicoli e giocatori, vanificando la scelta di creare delle vere e proprie barricate per difendere specifiche aree, oppure tempeste di sabbia che – oltre a ridurre la visibilità – danneggiano la strumentazione creando problematiche interferenze.
Partita che vai Specialista che trovi
Parlando invece di Hazard Zone – la seconda macro esperienza di Battlefield 2042 – la software house svedese ha deciso di creare una modalità maggiormente incentrata sul lavoro di squadra, dove otto team da quattro giocatori competono per individuare e raccogliere degli hard disk caduti sulla mappa di gioco da alcuni satelliti.
Parliamo di una modalità che amalgama elementi PvP e PvE per offrire partite più brevi e adrenaliniche, dove ottenere crediti per migliorare il proprio equipaggiamento a seconda del quantitativo di hard disk che riusciamo a portare nelle zone di estrazione.
L’approccio alle partite, in questo caso, è completamente differente rispetto alle precedenti citate e abbiamo apprezzato l’introduzione di Hazard Zone per portare un po’ di sana varietà al gameplay. Il tutto considerando la presenza di gruppi di nemici guidati dall’IA per proteggere i vari siti che vanno a intromettersi negli scontri tra i team, aumentando l’imprevedibilità.
Ovviamente All-Out Warfare è ciò che più incarna il vero spirito della serie di EA e DICE, con un gunplay curato ed estremamente solido che premia sia i giocatori più inclini a un approccio rocambolesco in prima linea sia chi preferisce un supporto più dalla distanza.
Il coinvolgimento nelle partite online di Battlefield 2042 è palpabile fin dai primi minuti e ci sentiamo di premiare la scelta di abbandonare i vincoli delle tradizionali classi per dare una maggior libertà di approccio e personalizzazione del proprio alter ego, con alcune abilità mirate. Immaginate di poter sfruttare lo specialista Webster e il suo rampino per raggiungere in pochi secondi posizioni sopraelevate dalle quali utilizzare un fucile da cecchino, o Falck per poter curare qualsiasi compagno con un fucile semiautomatico che garantisce una certa distanza dai rischi dei colpi nemici a bruciapelo; capirete ben presto che il team ha volutamente ampliato il ventaglio delle possibilità per stuzzicare la fantasia dei giocatori con i dieci operatori al momento disponibili.
Ci sentiamo inoltre di premiare il nuovo sistema per l’equipaggiamento, da un lato legato alla classica progressione dei livelli per sbloccare i vari accessori, dall’altro innovativo nel dare la possibilità di scelta su una manciata – da portare sul campo di battaglia e cambiare in tempo reale con la semplice pressione di un tasto. Una meccanica che dà spazio ai giocatori in grado di leggere con anticipo una certa situazione di gioco, ad esempio montando tempestivamente un silenziatore quando si accerchiano i nemici barricati in qualche edificio.
Se sull’aspetto qualitativo non riusciamo fino a questo punto ad avere riserve, sul versante quantitativo ci aspettavamo qualche sforzo ulteriore, con bocche da fuoco e accessori affini in numero esiguo. Bisognerà attendere qualche aggiornamento per arrivare, quindi, a opzioni simili a quanto visto nei capitoli precedenti.
Ritorno al passato
Come se tutto ciò che è stato detto fino a ora non bastasse per ribadire gli sforzi del team nel realizzare un capitolo capace di amalgamare tradizione e innovazione, la realizzazione della modalità Portal ne ribadisce il coraggio e le potenzialità, soprattutto in un’ottica di supporto e coinvolgimento della community.
Battlefield 2042, su questo versante, si getta su una riuscitissima operazione nostalgia per riproporre – in alta definizione – luoghi e sfide iconiche di alcuni capitoli storici per la saga. Parliamo della possibilità di giocare sull’amata Conquista di Confine sul Caspio di Battlefield 3 o di El Alamein per Battlefield 1942, riproponendone movimenti più lenti e per certi aspetti macchinosi, senza dimenticarsi delle sfide di Rush su Battlefield Bad Company 2.
Al momento ci ritroviamo in una pre Season dove il team mette in evidenza sei mappe dai capitoli precedenti, più una quarantina di armi e accessori adeguatamente contestualizzati a seconda del capitolo, con il ritorno delle tipiche classi.
Le possibilità per la modalità in oggetto, però, rimangono potenzialmente infinite viste l’aggiunta di un vero e proprio editor - al momento consultabile solo su PC tramite il sito ufficiale - dove creare partite con le proprie regole, magari facendo scontrare soldati della Seconda guerra mondiale contro le truppe di Battlefield 2042. Non mancano ovviamente alcuni, comprensibili, rischi perché bisognerà vedere già nei primi mesi la risposta della community.
L’obiettivo finale è quello di instaurare un vero e proprio supporto reciproco tra team e videogiocatori, così da accrescere ed espandere definitivamente l’esperienza al di là delle variazioni temporanee sulla classica guerra totale — e non possiamo che rimanere speranzosi.
I muscoli della battaglia
Tecnicamente parlando Battlefield 2042 si conferma incredibilmente soddisfacente sia come comparto sonoro che grafico, e nel nostro provato principalmente su PC con RTX di ultima generazione abbiamo mantenuto i dettagli su alto con un frame rate ancorato tra i 90 e i 100 fps. Tantissimi dettagli ed effetti particellari, sia per veicoli e armi, sia per le ambientazioni con i già citati eventi climatici casuali; elementi che conferiscono a DICE l’ennesima conferma sulle proprie capacità.
Apprezzamenti riscontrabili anche nella versione Xbox Series X che garantisce i 4k dinamici a 60 fps quasi in ogni situazione, con piccoli inciampi e rallentamenti durante le sparatorie più concitate, soprattutto negli spazi chiusi.
Qualche appunto e perplessità va comunque sollevato sul fronte della qualità dei server EA di Battlefield 2042, dove – soprattutto nelle prime giornate di test – abbiamo riscontrato diversi codici di errore che impedivano a più riprese ad entrare nelle partite. Sarà necessario rimboccarsi le maniche e sistemare il problema in modo definitivo.
Ultimo, ma non per importanza, rispetto alla beta provata il mese scorso abbiamo riscontrato qualche piccolo accorgimento per l’interfaccia di gioco, tra colori più accesi e segnali su schermo ben nitidi. Parliamo di scelte alla fine che ci hanno lasciati soddisfatti, con finestre e scritte mai troppo invasive rispetto a ciò che succede effettivamente sul campo di battaglia.
Versione recensita: PC e Xbox Series X
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Voto Recensione di Battlefield 2042 - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Ritorna il gunplay tipico della serie, con qualche piacevole rivisitazione
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Gli specialisti ben si amalgamano al contesto e diversificano l’approccio
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Tre esperienze multigiocatore distinte e coinvolgenti
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Il level design delle mappe favorisce scontri frenetici e caotici al punto giusto
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Tecnicamente è un piacere per occhi e orecchie
Contro
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Avremmo preferito fin da subito qualche arma e accessorio in più
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Qualche riserva per la stabilità dei server
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La consacrazione della modalità Portal passa da una community esigente e che si stufa facilmente