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Battefield V | Aspettative sul comparto multiplayer

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a cura di Marino Puntorieri

Redattore

Informazioni sul prodotto

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Battlefield V
  • Sviluppatore: Dice
  • Produttore: EA
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE
  • Generi: Sparatutto
  • Data di uscita: 19 ottobre 2018

Nonostante il ritorno alla Seconda Guerra Mondiale fosse stato tanto acclamato quanto accolto a braccia aperte dall’intera community di DICE, il primo trailer mostrato durante il palcoscenico dell’E3 2018 aveva destato non pochi dubbi in tantissimi appassionati. Battlefield V si era presentato inizialmente con una serie di sequenze estremamente confusionarie, che a schermo alternavano scene piacevolmente frenetiche ed incalzanti ad altre decisamente sconclusionate. Eppure i molteplici cambiamenti potevano già essere notati da un occhio più attento sin dai primi secondi, come segnale di un progetto che nonostante tutto manteneva fissa la propria idea. Dopo tanti annunci, notizie, diversi trailer e una open beta, sono pronto a estrapolare alcuni punti di vista legati alla colonna portante di tutto il pacchetto, ovvero il comparto multiplayer dell’ultima fatica della software house svedese.

La comunicazione è l’unica cosa che conta?

Se c’è una cosa che ha sempre contraddistinto negli anni DICE è la capacità di trasmettere al videogiocatore la propria idea di conflitto bellico; estremamente massiccio, su larga scala. Sempre più soldati e veicoli eterogenei a schermo, una riproposizione delle bocche da fuoco spaventosamente fedele. Ogni capitolo rilasciava già a primo impatto una scarica di endorfine nel corpo di qualsiasi appassionato. Nell’ultimo anno qualcosa in questo meccanismo pressoché perfetto si è, però, incrinato mostrando alcune debolezze. Rispetto agli annunci legati a Battlefield 1 e Star Wars Battlefront 2, l’impatto mediatico nel breve periodo è risultato meno convincente, andando ad accendere qualche insolito campanello d’allarme nella testa sia dei fan sia della stampa specializzata.

Per fare un esempio concreto, le nuove possibilità concesse da un sistema di personalizzazione vasto come mai prima d’ora per la serie, a mio parere positivissimo, ha fatto storcere il naso a molti utenti; l’errore degli sviluppatori è stato fatto tanto più nella forma che nella sostanza, andando a enfatizzare troppo, in pochi minuti di video, alcune modifiche estetiche come protesi di fortuna al posto degli arti, armi da corpo a corpo poco contestualizzate e via discorrendo. Pretesto che sul web ha alimentato un alone di diffidenza e negatività che il titolo invece probabilmente non meritava. Rimanendo un attimo ancora su questo concetto, la possibilità di ottenere maggiori modifiche e componenti anche solo estetiche per soldati, veicoli e bocche da fuoco era una delle gravi mancanze a mio parere di Battlefield 1; certo l’obiettivo fedeltà della contestualizzazione storica ha prevalso nella valorizzazione del titolo, ma è sfociato in un’omogeneità quasi esagerata dei soldati ed avrei preferito già al tempo qualche incentivo maggiore per progredire ai livelli più alti.

Team Working che passione!

La curiosità di provare l’online del nuovo Battlefield V era ormai difficile da contenere, e l’open beta è risultata la giusta occasione per risolvere i primi dubbi. Pad alla mano ho ritrovato le stesse ottime sensazioni di un qualsiasi capitolo della saga, addirittura amplificate nonostante fossi alle prese con una versione di prova; dal feeling delle armi, all’impatto grafico, fino alla tenuta dei server stessi.

Ciò che mi ha di più soddisfatto, però, è l’emblematica presenza di chicche nel gameplay che vanno a favorire il team working come mai prima d’ora, caratteristica che mi aspetto di ritrovare ancora più enfatizzata nella versione completa considerando il buon feedback della community; dalla possibilità di portarsi dietro limitate scorte di munizioni o medikit se non si è con la classe corrispondente, fino alle differenti tempistiche per rianimare un commilitone in difficoltà, ogni persona deve avere il proprio ruolo all’interno dalla squadra per non ritrovarsi ad essere semplice carne da macello. Che sia per combattere in prima linea o supportare dalle retrovie, le due mappe testate si prestano già bene a differenti tipologie di scontro a fuoco, grazie all’alternanza di strettoie a luoghi ben più ampi, facendo ben sperare per la presenza al rilascio sugli scaffali di un variegato quantitativo di ambientazioni per gli scontri multigiocatore. Come se ciò non bastasse non posso non apprezzare gli sforzi per impedire il più possibile il camping, ovvero quella pratica cosi tediosa per la quale un giocatore si sente in diritto a rimanere nascosto tutta la partita in un unico punto della mappa ben protetto a sfavore di qualche ignaro passante. I carri armati hanno munizioni limitate, così come i soldati e si deve rifornirsi dalle scorte presenti qua e la per la mappa o rubarle dai cadaveri nemici; tutto a favore insomma di una dinamicità che funziona, nonostante possa spaventare i più. La possibilità di costruire intorno alle proprio bandiere, o in determinati punti della mappa, è una novità che per ora mi ha poco convinto, sebbene sulla carta sembri molto più efficace: troppo superflua e poco incisiva, mal calibrata nell’open beta considerando il non riuscire ad incentivarne la pratica se non per i più curiosi le prime volte, per poi dimenticarsene a favore di tutto ciò che magistralmente accade sul campo di battaglia virtuale.

La gestione sul lungo periodo

Ultime, ma non per questo meno importanti, le aspettative che ruotano attorno Battlefield V riguardano la gestione del prodotto sul lungo periodo. Pensando a un supporto attivo di almeno due anni (ciclicità per l’uscita eventuale di un nuovo capitolo), DICE dovrà farsi in parte perdonare la pubblicazione sottotono degli ultimi contenuti del season pass collegati alla Grande Guerra, gestendo magari con equilibrio mappe, modalità ed armi da distribuire nel modo più armonioso ed efficiente possibile nel tempo. Sotto questo punto di vista, la pubblicazione di Firestorm, modalità Battle Royal prevista a Marzo 2019, può essere l’ago della bilancia per comprendere quanto gli sviluppatori possono aver imboccato la giusta strada. La promessa di un supporto post-lancio con contenuti periodici e gratuiti, conseguenza dell’assenza di  qualsivoglia season pass, getta sicuramente le basi per un impegno almeno sulla carta importante e sul quale cerco di avere molta fiducia, anche se bisognerà capire quanto potrà far storcere il naso la presenza di eventuali microtransazioni; evitare un caso mediatico analogo a quello scatenatosi al lancio di Star Wars Battlefront 2 è una prerogativa essenziale per non danneggiare l’immagine di un progetto così ambizioso.

Di carne al fuoco per il comparto multiplayer di Battlefield V ce n’è davvero molta, e gli sforzi di DICE dovranno essere legati a doppio filo al consolidamento della fiducia dei fan, da un lato, e far ricredere gli scettici, dall’altro. Una sapiente gestione del prodotto sia sul lungo sia sul breve periodo, e che passa anche da un’attenta strategia di comunicazione, può e deve fare la differenza, soprattutto quest’anno con un rivale come Call of Duty Black Ops 4. Fateci sapere nei commenti cosa vi aspettate da questo nuovo capitolo.

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Voto Recensione di Battlefield V - Recensione


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Di carne al fuoco per il comparto multiplayer di Battlefield V ce n’è davvero molta, e gli sforzi di DICE dovranno essere legati a doppio filo al consolidamento della fiducia dei fan, da un lato, e far ricredere gli scettici, dall’altro. Una sapiente gestione del prodotto sia sul lungo sia sul breve periodo, e che passa anche da un’attenta strategia di comunicazione, può e deve fare la differenza, soprattutto quest’anno con un rivale come Call of Duty Black Ops 4. Fateci sapere nei commenti cosa vi aspettate da questo nuovo capitolo.
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