Asterix e Obelix XXL 3 The Crystal Menhir: sberle a volo d’uccello - Recensione
La nuova avventura dei galli più famosi del fumetto francese con Asterix e Obelix XXL 3 trova vita su ottava gen ma manca se vogliamo di “cattiveria”.
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a cura di Adriano Di Medio
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Produttore: Microids
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
- Generi: Azione , Avventura
- Data di uscita: 21 novembre 2019
Che sia per fortuna o per testardaggine, Asterix è probabilmente l’unico personaggio del fumetto franco-belga che ha avuto successo anche nella videoludica. Entrato nel settore con la “grande ondata” a inizio anni Novanta (insieme ad altri come i Puffi e Lucky Luke), ha avuto l’oculatezza di sopravvivere degnamente grazie ai due episodi della serie XXL, affidati ai lionesi Etranges Libellules. Pure se questi talentuosi sviluppatori hanno chiuso nel 2012, Microids e Osome Studios ci riprovano quasi quindici anni dopo con appunto questo Asterix & Obelix XXL 3: The Crystal Menhir. Ce l’hanno fatta? Non del tutto.
Nomi impronunciabili e visuale dall’alto
Gli Asterix e Obelix XXL non hanno mai avuto bisogno di chissà quale trama, e questo terzo capitolo non fa eccezione. In una delle tante mattine nel villaggio in Armorica, Asterix e il fido Obelix scoprono che i romani sono alla ricerca di un misterioso artefatto dal nome impronunciabile, che però ha le sembianze di un menhir di cristallo. Per ottenere questo potente oggetto magico hanno rapito una druida norrena amica di Panoramix, la quale l’aveva affidato proprio a lui in quanto residente nel villaggio che “da sempre resiste all’invasore”. La liberazione della sacerdotessa norrena sarà chiaramente compito di Asterix e Obelix, in un viaggio attraverso tutto il mondo allora conosciuto.
Asterix e Obelix XXL 3 segue, se vogliamo, la progressione “classica” di un’avventura di Asterix, specialmente quelle di ambito extra-casalingo in cui l’eroe gallico e il suo più grande amico attraversano l’Europa. In tal senso il viaggio assume tratti “intercontinentali”, obbedendo tra l’altro a una piccola “regola non scritta” del primo XXL, che già presentava un’impresa di portata molto simile.
In sé, comunque, il gioco è diviso in sei capitoli, ciascuno corrispondente a un luogo differente (Gallia, Thule, Tiro, Creta, Roma e ritorno in Gallia) e liberamente esplorabile attraverso una visuale a volo d’uccello. Pure se l’arguzia dei dialoghi rimane intatta ed è enfatizzata da un buonissimo doppiaggio italiano, la trama manca purtroppo di momenti che possano renderla veramente memorabile, e nonostante gli sforzi è anche raro che ci si senta veramente “in pericolo” o in tensione per la missione. Tutto è molto contenuto e se vogliamo “statico”, complice anche l’assenza di vere e proprie bossfight e un capitolo finale che, pur presentando la giusta risoluzione delle vicende (con finale “canonico” per il fumetto) fa filtrare l’azione in una battaglia finale fin troppo semplificatoria, che pur occupando tutto il livello è composta da un’unica fase.
Asterix e Obelix XXL 3: Campi di sberle e mosse speciali
Ovviamente una delle caratteristiche principali di ogni opera a tema Asterix è la possibilità di prevalere a pugni contro ondate di legionari. Pure in tal senso possiamo dire che Asterix e Obelix XXL 3 non fa eccezione, mettendoci contro non solo buone ondate di nemici, ma anche introducendo la variabile dei “campi”. Oltre ai nemici affrontati nel corso della missione, infatti, ciascuna regione ha al suo interno un numero variabile di accampamenti romani, in cui farsi strada alla solita maniera. A cambiare le carte in tavola sono le tende e i trombettieri: queste ultime generano rinforzi finché non vengono distrutte, mentre i trombettieri lanciano l’allarme appena si accorgono della presenza dei Galli, dando quindi modo alle tende vicine di aumentare la loro capacità di generare nemici.
Il completamento dei campi darà poi adito a un calcolo del punteggio, che corrisponderà a un equo ammontare di caschi (elmi dei romani) in ricompensa. Suddetti elmi saranno lasciati cadere anche dai romani sconfitti e potranno poi essere impiegati presso il mercante fenicio Grandimais (lo stesso che porterà i due guerrieri in giro per l’Europa) per comprare potenziamenti e nuove mosse.
In tal senso, infatti, Asterix e Obelix XXL 3 cerca di differenziare e approfondire un combattimento altrimenti molto basico sia attraverso le mosse speciali che la differenziazione dei personaggi. Oltre all’arcinota caratterizzazione (Asterix può avere un bonus di forza bevendo la Pozione Magica mentre Obelix può lanciare all’attacco il fido cagnolino Idefix) vi sono delle mosse speciali attivabili premendo il dorsale sinistro con uno dei tasti frontali, scatenando attacchi come prese, lanci e colpi rotanti. Chiaramente, l’abuso di queste mosse è impedito da un’apposita barra del vigore sita subito sotto i punti vita, e che va caricata sia colpendo i nemici che raccogliendo specifici oggetti.
Il tutto sarà poi appunto potenziabile da Grandimais, dalle barre di energia fino alle combinazioni di colpi. Pure se lo sforzo è apprezzabile, non si può negare che alla fine tutto il sistema pare troppo semplificato pure per essere un videogioco family-friendly, complice anche la poca varietà dei nemici.
Sono pazzi questi ambienti
In effetti più che la “viscerale” sensazione della sberla come era nei precedenti, a fare da padrone è piuttosto la costruzione degli ambienti e il loro attraversamento. Una buona parte della storia di Asterix e Obelix XXL 3 avrà infatti come priorità il recupero delle tre pietre da inserire nel Menhir di Cristallo, ciascuna delle quali donerà un diverso potere magico al manufatto. In condizioni normali infatti il “bambino adottivo” di Obelix ha la sua forma in pietra, mentre col proseguire dell’avventura potrà divenire di fuoco, di ghiaccio e magnetico. Oltre ad avere effetti nei combattimenti i poteri del Menhir di Cristallo saranno essenziali per la risoluzione dei moltissimi enigmi ambientali necessari alla prosecuzione.
Il Menhir può essere impiegato per compiti come accendere bracieri, bruciare piante secche, attivare interruttori e spostare piattaforme. Gli ambienti necessiteranno quindi di una collaborazione costante tra i due personaggi, in quanto Asterix è agile e Obelix ha a sua disposizione i poteri magici della pietra. Se in singolo giocatore il cambio è possibile tramite grilletto, in cooperativa il gioco acquisisce molto più senso, chiaramente rendendo più fluido il tutto senza dover ogni volta passare da un personaggio all’altro.
Oltre alla missione principale, i cinque macro-livelli in cui è divisa l’avventura presentano poi tre missioni secondarie ciascuno, completabili in qualunque momento (anche dopo aver finito la storia principale) e composte da piccoli compiti ma che vanno svolti con precisione. L’offerta è completata dai vari oggetti collezionabili come allori e dadi, molti dei quali siti su sporgenze fuori mano che imporranno l’utilizzo di un’apposita schivata-salto.
Se, quindi, da un lato la progressione ha il suo perché, dall’altro è evidente come, nonostante gli sforzi e un design assai più incentrato sulla collaborazione, questo Asterix e Obelix XXL 3 fatichi a spiccare il volo. Che vi siano degli squilibri nella difficoltà degli enigmi è il minimo quando confrontato sia con una ripetitività dilagante che con la poca inventiva dei combattimenti. Anche quando la progressione prova a variarsi (ad esempio chiedendo al giocatore di non farsi vedere dalle pattuglie di legionari) lo fa in maniera troppo grezza e semplificata, sfiorando la noia in più di un’occasione a causa dei numerosi tentativi richiesti per certe sezioni.
Era meglio cambiare taglia, o non metterla proprio
Chiariamo una cosa: le ambizioni per questo Asterix e Obelix XXL 3 erano ben più “ridimensionate” dei precedenti, e questo si vede anche a livello grafico. Partiamo però col dire che pure se il conteggio poligonale è tutt’altro che alto il gioco si difende con un’estetica estremamente rispettosa dello stile di Uderzo, con costruzioni piacevoli e un gustoso giocare con la colorazione sgargiante. Tanto i protagonisti quanto i comprimari sono realizzati in maniera semplice e azzeccata, con le classiche linee morbide mutuate direttamente dalle pagine del fumetto.
I livelli mostrano qualche incertezza solo quando sono “costretti” ad allontanarsi dalla visuale “a volo d’uccello”, come negli zoom per qualche ripresa interna agli edifici. Effettivamente è anche in queste situazioni che emergono i limiti del motore grafico, che alle volte fa confusione nel calcolo di fonti di luce e ombre oppure mostra qualche texture sgranata di troppo. Il gioco comunque si affida in toto a una ricostruzione interattiva degli ambienti e dello stile di Asterix e il Regno degli Dei (2014) e di Asterix e il Segreto della Pozione Magica (2019), i due film in grafica computerizzata che in questi anni hanno rilanciato il personaggio di Goscinny e Uderzo presso il grande pubblico. Il riferimento è tanto e tale che non solo tutti i personaggi seguono l’estetica delle pellicole, ma anche nella versione italiana del gioco è stato chiamato al microfono quasi tutto il cast vocale dell’ultimo film.
Pure se, quindi, il gioco in generale rispetta i canoni della proprietà intellettuale di riferimento, quello che probabilmente non piacerà ai fan della vecchia ora è come tanto, troppo spesso l’unica cosa che ci ricorda che siamo in Asterix e Obelix XXL 3 è la sola dicitura XXL. Forse la mancanza più grave del gioco sta infatti nell’aver deciso di puntare su un’altra estetica e su un’altra mentalità rispetto a quella che invece aveva dominato le trasposizioni del guerriero gallico da PlayStation 2 in poi, e che non era solo qualche occasionale “sciame” di legionari. Questa terza avventura, infatti, si colora di riferimenti dentro e fuori dai dialoghi, ma allo stesso tempo sembra dimenticare quello che effettivamente aveva fatto la fortuna dei precedenti capitoli della saga: l’esagerazione.
Gli XXL avevano fatto successo e sono ancora ricordati con affetto per via non solo della loro grafica “massiccia” ma anche per l’estetica inedita e aggressiva dei protagonisti, il level design semplice ma fantasioso e soprattutto per la viscerale sensazione provata nello schiaffeggiare torme di nemici, sfondare testuggini a cannonate, fino al parossismo delle combo che facevano esplodere lo schermo letteralmente in un tornado di nemici risucchiati dalla forza sovrumana dei Galli.
La sua forza stava anche in una componente satirica intelligente, che era capace di fare autoironia non solo su sé stesso ma anche sul mondo dei videogiochi a tutto tondo, in uno dei pochi e rari esempi di videogioco capace di fare satira su sé stesso. Una forza e un’ispirazione tale che facevano addirittura soprassedere ad elementi anacronistici come barili esplosivi o un’esaltante (ma fuori posto) sottofondo techno per i combattimenti, qui sostituito da una colonna sonora orchestrale ma purtroppo meno magniloquente, seppur con qualche partitura ben più che piacevole all’ascolto.
+ Grafica pulita e colorata…
+ Mondo “bonsai” ma piacevole
- … ma anche troppo basica
- Ripetitività imperante
6.2
Asterix e Obelix XXL 3: The Crystal Menhir si muove su una linea terribilmente sottile. Il gioco è divertente sia da soli che in cooperativa, l’atmosfera delle tavole del fumetto è molto ben resa e affrontare a suon di incruente sberle torme di legionari è ancora soddisfacente, ma il gioco semplicemente si ferma troppe volte solo a questo. La stessa attenzione rivolta ai molti enigmi ambientali, pure se foriera di uno sforzo non da poco, non riesce a coprire il fatto che c’è stato un “cambio di spirito” nella resa, ormai più vicina alla cinematografia che ai precedenti esponenti della saga. Quindi, pure se il gioco fa il suo dovere di base, ora come ora per molti un “vero” nuovo Asterix e Obelix XXL non è ancora uscito dal limbo.
Voto Recensione di Asterix & Obelix XXL 3: The Crystal Menhir - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Divertente e accessibile, sia da soli che in compagnia
-
Grafica pulita e colorata…
-
Mondo “bonsai” ma piacevole
Contro
-
Sparita la satira e l’esagerazione dei precedenti
-
… ma anche troppo basica
-
Ripetitività imperante
Commento
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