Assassin’s Creed Valhalla si assicurerà di colmare il gap tra gli ultimi capitoli, Origins e Odyssey, e la restante parte “più moderna” della serie di Ubisoft.
A garantirlo è stato il narrative director Darby McDevitt in un’intervista concessa all’Official PlayStation Magazine, dove ha riconosciuto come ci sia del lavoro da fare perché quei due – apprezzati – titoli non passino come spin-off del filone principale o poco più.
McDevitt aveva già battuto, in una interessante Q&A con i fan sui social, come il team di sviluppo si sia concentrato molto sul rendere Eivor un personaggio coerente a prescindere dal sesso scelto in avvio di storia.
«Ci siamo spesi un sacco per provare a riempire il nostro mondo con lore che abbia connessioni davvero sensate con un sacco di altri titoli prima e dopo», ha spiegato il narrative director.
«Alcune cose che stanno succedendo stanno iniziando a preparare il terreno per quello che arriva nei giochi che seguono», ha aggiunto, a proposito della mitologia della saga.
«Davvero sembra non ci sia un momento sprecato in questo gioco, dove avverti che ogni scoperta, ogni scoperta narrativa, ha una sorta di scopo superiore».
«Davvero, ti solletica se sei un fan di Assassin’s Creed», ha chiuso McDevitt. «Speriamo ci sia un buon numero di momenti in cui ti cadrà la mascella perché penserai ‘oh, è così che questo si connette con quello. Ok, questo è forte’».
Una prospettiva allettante per gli appassionati, che negli ultimi anni, pur avendo tributato i giusti omaggi alla saga, hanno sentito che si stesse allontanando sempre di più dalle proprie radici.
Considerando che parliamo dello scrittore che si è occupato di diversi capitoli storici della saga tra cui Black Flag, che – pur restando abbastanza lontano dal canone originale – ha disseminato taluni indizi molto appetitosi per collegare tutto lo scibile del franchise, le aspettative non erano di certo basse in tal senso.
Fonti: GamingBolt, VideoGamer