Ary and the Secret of Seasons | Recensione - Cambi di stagione
Ary and the Secret of Seasons è indicato per gli amanti delle avventure zelda-like, ma riuscirete a passare sopra i suoi limiti tecnici? Scopriamolo nella nostra recensione.
a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Exiin, Fishing Cactus
- Produttore: Modus Games, Maximum Games
- Distributore: Modus Games
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
- Data di uscita: 01/09/2020
Possono delle buone idee sopravvivere ad alcuni limiti tecnici e di budget? La domanda non tocca solo Ary and the Secret of Seasons, ma è un quesito che si fa strada con sempre più insistenza quando si prendono in esame opere create non da studi di sviluppo grandi e con poche limitazioni, ma da software indipendenti che devono lottare con tutte le proprie forze per emergere dal mare magnum di un mercato sovraffollato e che non perdona niente a nessuno.
Nel caso specifico di Ary and the Secret of Seasons la verità sta un po' in mezzo, poiché dipende sempre sia da come le idee vengono sviluppate e incastonate nella struttura di gioco, sia se questa struttura è solida abbastanza da reggere in piedi l'intera architettura. E la struttura ha un po' la fragilità tipica di un paio di generazioni fa, pur dimostrando di non crollare mai nonostante le oscillazioni non esagerate ma assai frequenti.
Allo stesso modo, è innegabile che Ary and the Secret of Seasons sia avvolto da quell'aura inconfondibile che emanavano i platform dell'era PsOne e PS2, assieme a quel concentrato di nostalgia che investirà tutti coloro che sceglieranno di dare una possibilità allo sforzo congiunto di Exiin e di Fishing Cactus (che si occupa del porting su console), che dal Belgio credono fortemente nella loro proposta che vuole coniugare gli elementi classici di allora con quelli dei più moderni di The Legend of Zelda: Breath of the Wild.
La storia di Ary
La storia di Ary and the Secret of Seasons è piuttosto triviale e in linea coi toni scanzonati e leggeri del gioco. Si consideri infatti che sebbene non ci sia un target di riferimento specifico, il tenore dell'opera è davvero molto affine a un pubblico pre-adolescenziale, che si troverà a proprio agio coi ritmi del racconto e con le buffe animazioni dei personaggi che animano il mondo di Aldi, separato idealmente in quattro regioni.
La piccola e ribelle protagonista è un'indomita ragazzina che accetta mal volentieri ciò che gli viene intimato di fare dalla madre, motivo per cui, dopo la dipartita del fratello, decide di conciarsi allo stesso modo, arraffare la sua spada, tagliare i capelli e partire all'avventura per risanare quel regno rimasto senza il ciclo delle stagioni.
Per farlo, Ary incontrerà i membri del gran consiglio, composto da tre arzilli e goffi vegliardi che sembrano completamente fuori dal tempo, lontanissimi dallo spirito propositivo e dalla proattività della giovane, mandata in giro per il regno al fine di risolvere in qualche modo il grave problema che affligge Aldi.
Ary and the Secret of Seasons non offre momenti narrativi degni di nota e, in fin dei conti, questa sola premessa basta da sola per dare l'input giusto al giocatore per imbarcarsi in un'avventura che ha in realtà degli spunti buonissimi, a livello di gameplay, ma che non riesce ad adeguare degnamente la storia agli eventi in cui v'imbatterete. Anche i cittadini del regno non sono capaci di offrire quest secondarie che vadano al di là di semplici fetch quest di poco conto, talune davvero molto banali e giustamente considerabili come dei meri riempitivi da poter saltare tranquillamente e senza nessun pentimento.
Dalla casa di Ary al primo luogo in cui vi scontrerete con la prima tornata di nemici passeranno pochi minuti di gioco; sufficienti per capire che il focus di Ary and the Secret of Seasons non è di certo sui combattimenti, appena abbozzati per essere considerati impegnativi o quanto meno soddisfacenti.
Si ha la possibilità di lockare il nemico, menare fendenti con la propria spada e rotolare via per evitare gli assalti avversari, ma tutto avviene purtroppo con una certa legnosità e poca reattività. Non c'è un reale e marcato problema di input lag, sebbene le movenze non siano scattanti come ci si aspetterebbe, ma è proprio il sistema di combattimento a essere sin troppo blando e ingessato per dare il giusto feeling a chi si aspettava qualcosa in più dagli scontri.
La stessa sensazione la si ha anche durante le fasi platform, coi salti e il conseguente spostamento aereo del personaggio che sembrano davvero provenire direttamente dal passato, che rischiano non poche volte di far ripetere una sessione di balzi imprecisi per motivi che esulano dalla vostra abilità.
Sfere e cambi di stagioni
Come il titolo Ary and the Secret of Seasons suggerisce, la vera peculiarità del gioco si annida nella meccanica che consente alla piccola protagonista di poter letteralmente manipolare le stagioni grazie a dei poteri che acquisirà nel corso dell'avventura. Non sarà sempre l'intero scenario a cambiare davanti ai vostri occhi in maniera dinamica (sebbene accada sovente), ma è possibile imprimere delle alterazioni attraverso delle bolle che mutano la parte dell'ambiente al suo interno.
Trattandosi di un gioco che in realtà ha molto da condividere con alcuni rompicapo in pieno stile Zelda, Ary and the Secret of Seasons usa questa possibilità per lasciare al giocatore lo spazio di sperimentare con delle soluzioni che non sono sempre univoche, e che attraverso un po' di creatività possono condurre a esiti non sempre scontati.
Nonostante vada ammesso che in alcuni frangenti non sia così immediato capire come agire, e che certe soluzioni appaiano un po' forzate, Ary and the Secret of Seasons riesce a far sorreggere l'intera struttura di gioco proprio a questa buonissima intuizione. Ecco dunque che utilizzando i diversi poteri è possibile creare delle piattaforme ghiacciate di fortuna su cui saltare per superare dei baratri, generare dei viticci su cui inerpicarsi fino in cima e raggiungere aree altrimenti fuori portata, creare bolle in cui scorre dell'acqua dentro cui nuotare e altre possibilità che vi lasciamo il piacere di scoprire.
Le sfere i cambi di stagione a esse correlate si possono utilizzare in prossimità di alcuni massi oblunghi d'onice che fluttuano a mezz'aria, oppure si può usare una fionda che vi consente di sfruttare quell'alterazione in dei punti specifici, come ad esempio su di un grosso ingranaggio che può essere bloccato proprio per il tempo che serve per andare oltre e senza trovarsi con un portone sbattuto in faccia anzitempo.
Ary and the Secret of Seasons ha certamente in questo cambio delle stagioni la sua ragion d'essere, e non esistono altri forti motivi che possano in qualche modo spronarvi a saperne di più se non la sfida che i puzzle e l'avanzamento intelligente vi metteranno a disposizione.
Sebbene artisticamente il titolo abbia una sua direzione ben precisa e unica, è tecnicamente che non riesce a convincere. Oltre a soffrire di diversi cali di frame che avvengono in momenti diversi e inattesi, testimoniando quanto ci sia ben poco di stabile nell'opera (che tra l'altro singhiozza anche durante tutte le transizioni tra una scena e l'altra, come se il motore grafico s'ingolfasse), in Ary and the Secret of Seasons il problema del tearing si presenta davvero a tutto spiano e non risparmia nemmeno le aree meno sgombre e più semplici da gestire.
Lo abbiamo provato su una PS4 standard e abbiamo notato anche alcuni glitch e bug di media entità, oltre a delle incertezze legate alle animazioni di raccordo e a quelle principali, che sembrano dare ai personaggi quelle movenze precipitose e poco armoniose. Gli ambienti sono piuttosto semplici, quando non addirittura disadorni, e la composizione delle aree è davvero semplicistica, poco curata e con sparuti elementi che punteggiano qua e là piazze ed edifici altrimenti piuttosto anonimi e privi di mordente.
Anche la modellazione poligonale è appena sufficiente, dimostrando che Ary and the Secret of Seasons è sì un gioco indie con una buona idea di base, ma anche un'opera con sin troppe carenze per poter riuscire a svettare tra i tanti rivali che si affollano sotto il trono dei capolavori più in vista.
Se volete approcciarvi degnamente al genere e non avete ancora recuperato il gioco da cui Ary trae alcune delle sue meccaniche, non potrete fare a meno di acquistare The Legend of Zelda: Breath of the Wild.
Voto Recensione di Ary and the Secret of Seasons - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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La meccanica del cambio delle stagioni
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Puzzle creativi con cui poter sperimentare in maniera non univoca
Contro
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Narrativa molto debole
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Tecnicamente arretrato