Xbox Lockhart, la next-gen di Project Scarlett per tutte le tasche - Speciale
Torna di moda l'idea di una doppia console al lancio, con Lockhart meno performante e anche meno costosa della principale, Anaconda
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a cura di Paolo Sirio
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Microsoft
- Produttore: Microsoft
- Distributore: Microsoft
- Piattaforme: XSX
- Data di uscita: 10/11/2020
Con la next-gen alle porte, Microsoft e Sony hanno cominciato da diversi mesi la propria marcia di avvicinamento alle eredi di Xbox One e PS4, lanciate ormai nel 2013 con le atipiche tappe degli aggiornamenti prestazionali rispettivamente quattro e tre anni dopo.
Il gigante americano si è portato avanti sotto il profilo della comunicazione col pubblico, anticipando la tradizionale liturgia all’E3 2019 con un trailer di presentazione di Project Scarlett e qualche battuta come da copione affidata al responsabile del gaming, Phil Spencer. Una presentazione nella quale è mancata la tanto attesa, reale novità della prossima generazione di Microsoft, ovvero la seconda console che sarebbe, da rumor, stata affiancata alla macchina high-end da far competere direttamente con PS5.
Una piattaforma, nella teoria delle indiscrezioni trapelate prima dell’evento di giugno, che si sarebbe proposta al mercato con un pool di specifiche ridotte rispetto alla sorella maggiore; ovviamente , però, avrebbe avuto un prezzo più competitivo e appetibile ai consumatori desiderosi sì di entrare nella nuova generazione, ma senza sgonfiare troppo un portafogli già provato dalle mid-gen.
Tuttavia, qualcosa è andato storto o comunque è stato rivisitato in corso d’opera, e così quella console – nome in codice Lockhart – non è stata mai presentata davvero. Come mai, e soprattutto perché è tornata in auge negli ultimi giorni? Con questo speciale proveremo a darvi le risposte che cercate, guardando al percorso del progetto e allo stesso tempo alle novità più recenti.
Le tappe della Scarlett più economica
Il rumor di una Xbox Lockhart più economica rispetto al modello high-end, noto come Anaconda, risale alla fine del 2018, precisamente al mese di dicembre, quando si iniziò a vociferare di un debutto a due per la famiglia di console next-gen nota come Scarlett. La notizia non destò particolare sorpresa, dal momento che parve vedere l’azienda di Redmond riproporre il modello di Xbox 360, che uscì – ricorderete – nel 2005 con una versione Arcade e una Pro vendute entrambe fin dal day one della piattaforma.
Quell’approccio fu poi stralciato al lancio di Xbox One poiché nel corso della passata generazione non furono pochi i problemi, in termini di sviluppo, dovuti all’assenza sul modello Arcade di un disco rigido integrato, specie sotto il profilo dei caricamenti quando fu introdotto un processo di installazione dei giochi simil-PS3.
La scarsa riuscita della piattaforma current-gen e il ricordo molto dolce di Xbox 360, ad oggi la sola console con cui Microsoft è riuscita ad essere competitiva nei riguardi di Sony e Nintendo, sembrerebbe però aver dato nuova linfa all’idea di una dualità, che potrebbe garantire alla prossima Xbox di coprire quanti più segmenti di mercato (e più tasche) sia possibile.
Stavolta, come rafforzato in un’altra infornata di dettagli di inizio 2019, non sarebbe stato tagliato l’hard disk – impensabile ora come ora – ma il lettore ottico, rinuncia già testata dalla Xbox One S All Digital accolta con un certo scetticismo eppure capace di portare ottimi frutti al Black Friday grazie al prezzo irrisorio di 129 euro, e le specifiche, rivisitate verso il basso al confronto con Anaconda.
Si parla fin da allora, e lo abbiamo visto ribadito di recente, di una potenza di calcolo all’incirca di 4 teraflop, pressoché la cifra raggiunta da PS4 Pro ma sotto Xbox One X (6 teraflop) e di parecchio rispetto al modello più prestante (voci lo danno a 12 teraflop), pur non del tutto veritiera a proposito della reale efficacia del salto generazionale che sarebbe garantito da Lockhart.
Al numero che esprime la prestanza della GPU, infatti, andrebbero aggiunti l’introduzione di un SSD, capace di offrire caricamenti molto più veloci rispetto al tradizionale disco rigido come sapranno bene i fan del gaming su PC, una CPU Zen 2 di nuova generazione, che sarebbe una sorta di garanzia sul versante del frame rate, e un quantitativo maggiore di RAM, da 8GB GDDR5 a 12GB GDDR6.
L’annuncio di una Xbox Lockhart viene dato per scontato fino a maggio, quando un altro rumor lanciato da VGC basandosi su “numerose fonti” rivela anche che il lancio delle console della famiglia di Project Scarlett sarebbe stato simultaneo nel 2020. In questa fase si accenna alla possibilità che tale modello possa venire adoperato in coppia con xCloud per superare le limitazioni tecniche e fruire comunque di titoli ad una risoluzione massima di 4K.
Tuttavia, alla prima conferma pubblica di Project Scarlett, di Xbox Lockhart nemmeno l’ombra: all’E3 2019 di giugno si parla esclusivamente di una, e una sola, console next-gen proveniente dal team che ha lavorato alla retrocompatibilità e a Xbox One X, quelli che Microsoft ritiene essere i fiori all’occhiello della generazione corrente e quanto di più spendibile ci sia per la prossima.
Non si è trattata di una defiance, ovviamente, ma di una scelta ben precisa: “il video che abbiamo mostrato parla di Project Scarlett”, ha fatto presente Spencer nel giro di interviste successive al media briefing Xbox. “Questo è il focus che abbiamo, su quella console e sul raggiungere quelle specifiche. Questa è la console di cui stiamo parlando”.
Parole che non diedero l’impressione di una bocciatura dell’idea coltivata così a lungo a Redmond, ma più della volontà di rimandare ogni potenziale elemento controverso o più difficile da spiegare al pubblico ad un secondo momento, magari più a ridosso del lancio o in una cornice dedicata esclusivamente a Project Scarlett – che sia un ‘meeting’ verso febbraio 2020 o l’E3 del prossimo anno.
Un piccolo spazio in una conferenza costellata di annunci first e third party, con qualche commento scriptato dello stesso Spencer a margine di un video che vuol dire tutto o niente, infatti, avrebbe potuto generare una confusione che in questo momento Microsoft deve evitare come non mai.
Inoltre, era necessario continuare nel solco di Xbox One X, ovvero precisare fin dal primo istante che la prossima Xbox sarebbe stata all’altezza e anche più avanti rispetto alla concorrenza sotto il profilo della potenza di calcolo, dopo una generazione in cui per almeno tre anni è stata visibilmente inferiore a PlayStation 4. Parlare di una Lockhart ok a prezzo contenuto ma meno performante avrebbe potuto trasmettere impressioni negative a dir poco superflue.
Ad ogni modo, al di là delle dichiarazioni di facciata, subito dopo il briefing si fece spazio la voce che Microsoft avrebbe completamente cancellato i suoi piani per una seconda console next-gen per il 2020. Più fonti riportarono che il feedback ricevuto dagli sviluppatori, oltre alle complicazioni comunicative, avrebbe convinto Microsoft ad adottare maggiore prudenza per l’erede di Xbox One.
In particolare, Brad Sams di Thurrott, col benestare di Digital Foundry, rivelò che “gli sviluppatori stavano avendo difficoltà maggiori del previsto nel creare giochi next-generation che coprissero due sistemi con varie specifiche” e soprattutto “stavano concentrandosi sul fare giochi che avrebbero dovuto girare bene sul dispositivo lower-end prima, e poi li avrebbero scalati sulla macchina più performante, Anaconda”.
Sarebbe stato quasi come se il motore di una Punto fosse stato scalato verso l’alto per venire equipaggiato su una Ferrari; sarebbe stato scalato verso l’alto, è vero, ma sarebbe sempre rimasto il motore di una Punto. Un approccio che non avrebbe di certo potuto fare piacere a Microsoft, che avrebbe così visto vanificare i suoi sforzi per realizzare con la Scarlett più prestante una macchina in grado di competere con PlayStation 5 e se possibile superarla.
Il senso del ritorno
Quando ormai avevamo sepolto il ricordo di mesi e mesi rumor, ecco la nuova indiscrezione: Xbox Lockhart sarebbe stata tenuta in realtà ben nascosta ad occhi indiscreti negli ultimi tempi ma non sarebbe stata affatto cancellata. Scarlett sarebbe dunque rimasta ancora una famiglia di console e non una console singola, come riferito da Jason Schreier di Kotaku.
Stavolta, però, abbiamo qualche dettaglio tecnico in più relativamente alla configurazione di questa piattaforma low cost, che punterebbe ai 1440p a 60fps lasciando i 4K e allo stesso frame rate ad esclusivo appannaggio di Anaconda. Sarebbe confermata una potenza computazionale simile a quella di PS4 Pro ma con miglioramenti tali da mantenere l’appeal di una macchina di nuova generazione.
L’SSD sarebbe stato tenuto, ad esempio, così come la CPU Zen 2 che sarebbe di fatto la stessa di Anaconda ma con un clock rivisto verso il basso; lo stesso dicasi della tipologia di RAM, GDDR6, che sarebbe comunque parte del pacchetto di specifiche di Lockhart pur in un quantitativo inferiore. Il lettore ottico Bluray sarebbe stato stralciato semplicemente perché l’obiettivo sarebbe rendere questa la macchina next-gen su cui appoggiarsi per fruire dei contenuti di Xbox Game Pass e xCloud.
“Per il modo in cui mi è stata descritta”, ha raccontato Schreier, “penso che avrà significativamente meno RAM, ma la CPU farà una grande differenza, specialmente per quanto riguarda il frame rate. L’SSD farà un’enorme differenza per quanto riguarda i tempi di caricamento. Quindi penso che ciò che faranno gli sviluppatori sarà tante volte abbassare la qualità delle texture e la risoluzione, ma senza sacrificare il frame rate”.
Il quadro presentato da Brad Sams in precedenza, però, non è stato smentito; anzi, il giornalista di Kotaku ha ribadito che gli sviluppatori sarebbero tutto fuorché entusiasti di dover lavorare a due versioni diverse dello stesso gioco, come invece imposto tassativamente da Microsoft, specie perché ora che si passerà del tutto alla next-gen si avrà comunque a che fare con una console perlopiù alla pari con una PS4 Pro da un punto di vista prestazionale.
Sarebbe come lavorare per tutta la generazione a giochi cross-gen, e non soltanto nella fase iniziale del lancio di PS5 e Project Scarlett. Per quella fase conviene a tutti farlo e per gli studi di sviluppo è spesso più che altro un’imposizione dei loro proprietari o publisher, che logicamente badano alle vendite su sistemi più diffusi per quanto presto superati, ma pensate cosa potrebbe significare questo nel 2023, a nuova generazione inoltrata.
Insomma, è vero che su PC la logica della scalabilità è affermata da sempre, ma è anche vero che le uscite su console sono per definizione ‘chiuse’ in un prodotto altamente controllato, fatto passare per numerosi processi di testing e certificazione che soprattutto per i titoli tripla-A classici rappresenterebbero degli step aggiuntivi in cui inoltrarsi in un settore già traboccante di scadenze folli.
Se è dunque interessante che Microsoft stia prendendo a cuore la questione dell’accessibilità, sia come modo per evitare errori nel pricing come nella prima Xbox One sia per abbracciare platee diverse fin dal lancio della console di nuova generazione, è comprensibile che dal fronte degli sviluppatori vengano sollevate delle legittime considerazioni negative.
Il senso di una mossa del genere, d’altra parte, sarebbe tutto da ricercarsi nella diffusione forse più a rilento del previsto dei pannelli 4K e soprattutto nella precisa volontà della compagnia americana di proporre un’offerta modulare nella prossima gen.
Xbox Anaconda non costerà meno di 499 euro, un prezzo in termini assoluti (e non rapportati alle specifiche svelate sin qui) molto elevato che dovrebbe essere pareggiato da PS5; tuttavia, se ciò non dovesse avvenire e cioè se Sony dovesse stupire con un prezzo al lancio di 399 euro come fatto con PS4, il platform owner di Redmond si sarebbe comunque messo al riparo da sorprese mettendo sul piatto una Lockhart da 399 euro e puntando sulla libertà di scelta degli utenti.
Così facendo, si calerebbe la price tag di Xbox One X a 299 euro e si spingerebbe per avere una Anaconda sensibilmente più performante non solo di Lockhart ma anche di una eventuale PS5 da 399 euro, in modo da presentare – esattamente com’è stato con la fu Project Scorpio – la differenza di prezzo quale conseguenza delle prestazioni maggiori.
Non crediamo che PlayStation, alla luce di quanto discusso finora nelle rare occasioni pubbliche (il system architect Mark Cerny ha parlato soltanto di prezzo “attraente” tenendo conto delle specifiche molto elevate delle nuove piattaforme), vada sotto i 499 euro, d’altra parte un price point verso cui i consumatori si sono dimostrati disponibili a fronte di specifiche importanti nel caso di Xbox One X.
I 399 euro di PS4 ne hanno decretato il successo quasi a tavolino per larghi tratti della generazione corrente ma l’impressione è che i giocatori, complice la relativa carenza di effetti wow negli ultimi sei anni, siano ora disposti ad accettare di pagare qualcosina in più se questo qualcosina gli permettesse di avere macchine all’altezza della situazione per un ciclo vitale più esteso.
Ci penseranno poi le console mid-gen tre o quattro anni dopo i lanci del 2020, come già anticipato da Sony e del resto aperto da Microsoft, a tenere il passo con gli ultimi ritrovati tecnologici e del PC gaming, ma ricorderete come PS4 e Xbox One siano arrivate sul mercato nel 2013 paradossalmente già superate, una situazione che adesso diamo per assodata ma che nel passato del mondo console non si era mai verificata.
E quel genere di situazione andrà assolutamente evitato, anche con l’aiuto della modularità dell’offerta next-gen di Xbox che potrebbe offrire una console più costosa e performante, e l’altra con il prezioso fascino della novità ma più accessibile. Con l’aiuto di Xbox Lockhart.
Microsoft starebbe dunque davvero lavorando ad una seconda console next-gen, meno muscolare ma più amichevole nei confronti delle nostre povere tasche; questo modello arriverebbe nel 2020 e costituirebbe da un lato una gatta da pelare in più per gli sviluppatori, dall’altro una sorta di garanzia per il platform holder di Redmond di avere una console commercialmente competitiva al netto di colpi di testa suoi e della concorrenza al lancio. La conferma, o una nuova smentita, dovrebbe arrivare ad inizio 2020 o comunque entro l’E3 del prossimo giugno: per allora non ci sarà più niente da nascondere, e anzi tutto da dimostrare.
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