WWE 2K Battlegrounds | Recensione - Quest'anno il wrestling 2K cambia musica
Dopo il pessimo WWE 2K20, una ventata d'aria fresca
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a cura di Nicolò Bicego
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Saber Interactive
- Produttore: 2K Games
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
- Generi: Picchiaduro
- Data di uscita: Autunno 2020
Diciamoci subito la verità: non nutrivamo grandi aspettative per WWE 2K Battlegrounds. Dopo il fallimento totale che risponde al nome di WWE 2K20, il colosso nordamericano ha deciso di cancellare il seguente titolo annuale, dando così alla serie (ed ai suoi sviluppatori) un anno di riposo, per permettere al futuro WWE 2K22 (o qualunque sarà il suo nome) di arrivare sul mercato nella migliore forma possibile.
Allo stesso tempo, però, 2K non voleva rinunciare ai profitti provenienti dalla licenza WWE, e probabilmente anche la compagnia di Vince McMahon aveva ogni interesse ad avere un prodotto da piazzare sul mercato videoludico anche quest’anno. Ecco così arrivare dal nulla, proprio come un RKO firmata da Randy Orton, WWE 2K Battlegrounds, titolo sviluppato da Saber Interactive. Un gioco che sa di riempitivo, ma che al contempo strizza l’occhio ai fan del mai dimenticato WWE All-Stars. Eravamo pronti davvero a tutto, dopo WWE 2K20. Invece, Battlegrounds (lo chiameremo così d’ora in poi) ci ha stupiti, in positivo. Ci siamo genuinamente divertiti, molto più di quanto non ci siamo divertiti con gli ultimi titoli della serie principale. Eppure, non mancano diversi problemi. Vediamo tutto nel dettaglio.
Addio, WWE 2K21
A costo di cadere nell’ovvio, occorre specificarlo ancora una volta. Battlegrounds non è un sostituto di WWE 2K21. Perciò, se quello che volete dal vostro gioco di wrestling è una ricreazione semi-realistica di quanto vedete accadere sul ring, questo non è il gioco che fa per voi (la vostra opzione migliore, in questo caso, è cercare di recuperare il discreto WWE 2K19).
Come era chiaro fin dal trailer di annuncio, che ci mostrava super-mosse degne di Goku e coccodrilli pronti a far bisboccia con i malcapitati wrestler lanciati fuori dal ring, Battlegrounds abbraccia uno stile completamente arcade, abbandonando ogni traccia del realismo che ha caratterizzato il recente corso della serie principale. Il paragone che molti hanno fatto con WWE All-Stars è parzialmente azzeccato, in quanto si tratta sicuramente si tratta del titolo a cui Battlegrounds è più vicino come concept, almeno tra le uscite più recenti. Vogliamo dunque partire da un’analisi di come funziona il gameplay, prima di passare ad illustrarvi ciò che il gioco ha da offrire in termini di modalità, tipologie di scontro e così via. Dimenticate tutto ciò che avete imparato con gli ultimi WWE targati 2K. Avevamo già tacciato questi titoli, in passato, di un’eccessiva complessità: era difficile avviare il gioco e riuscire a disputare un match decente senza essersi prima imparati a dovere le diverse mosse a disposizione dei lottatori.
Battlegrounds invece punta tutto sull’immediatezza e su uno stile molto vicino ad una mentalità arcade. Avviando il primo match, abbiamo comunque un tutorial che ci introduce alle diverse mosse disponibili, che rispecchiano approssimativamente quelle realmente viste sul ring. Tutto viene però semplificato: abbiamo un tasto dedicato ai pugni, un tasto dedicato ai calci, un tasto per le prese, e così via. Un approccio completamente diverso rispetto al passato, che non piacerà ai puristi della simulazione ma che sicuramente potrà convincere altri che di quella ricerca di realismo eccessivo non volevano davvero sentirne parlare.
Inevitabilmente, il gioco rinuncia alla profondità offerta dalla serie principale, ma questo non significa che non ci siano comunque mosse più complesse da eseguire o combo da imparare. Battlegrounds riesce a raggiungere quel difficile equilibrio tra un’immediatezza che permette a chiunque di giocare ed una profondità che riesce comunque a premiare il più esperto. Non era un risultato scontato, perché viste le premesse il rischio di trovarsi di fronte ad un titolo troppo semplificato era concreto. Battlegrounds invece ci ha stupiti, ma soprattutto ci ha divertiti. E questo è un enorme pregio: è dannatamente divertente, soprattutto se giocato con altre persone, sia sullo stesso schermo che online.
Certo, come dicevamo questa scelta ha comportato delle rinunce. Ad esempio, il parco mosse risulta estremamente limitato rispetto a quanto visto in passato. Per essere una prima prova con questo stile, però, Battlegrounds riesce a centrare il suo obiettivo, fornendo solide basi per un eventuale sequel che si metta sulle sue orme.
I nuovi volti della WWE, ma non c’entra NXT
Passiamo adesso ad una disamina delle modalità presenti nel gioco, partendo dall’immancabile modalità carriera. Anziché permetterci di utilizzare un personaggio creato da noi (feature comunque presente nel titolo e di cui parleremo più avanti), Battlegrounds ci propone la storia di diversi personaggi inventati, pronti a scalare i ranghi della compagnia. La storia viene narrata attraverso le pagine di un fumetto, una scelta curiosa per la serie che non ci ha fatto rimpiangere i vecchi filmati, che erano spesso al limite del ridicolo in termini di scrittura e realizzazione.
Sostanzialmente, la modalità carriera si traduce in una sequenza di eventi da affrontare: vincendo un evento, si sbloccano i successivi, e talvolta si può accedere anche a delle ricompense volte a migliorare le capacità del nostro wrestler. Anche qui potremmo fare lo stesso discorso che abbiamo fatto prima per il gameplay: manca la profondità dei titoli della serie principale.
Vedrete che questo sarà un tema ricorrente della nostra recensione, perché effettivamente il paragone è inevitabile, ed è evidente che Battlegrounds privilegia la semplicità e l’immediatezza anche nella struttura delle modalità di gioco. La modalità carriera qui è semplice, accessibile, ma non per questo meno divertente rispetto al passato.
È chiaro, però, che se state cercando una modalità carriera che vi permetta di portare il vostro lottatore dalle stalle alle stelle, magari attraverso l’organizzazione di pay-per-view, match titolati e quant’altro, qui non troverete pane per i vostri denti: si tratta di una modalità storia che, di nuovo, abbraccia una mentalità arcade, nel bene e nel male.
Il wrestling in tutte le sue forme (o quasi)
Tolta la modalità carriera, ci sono diverse altre modalità disponibili. Come vi avevamo anticipato, è possibile creare la propria superstar. Anche in questo caso, non abbiamo a disposizione un editor corposo come quello visto in altri titoli, ma abbiamo comunque una buona varietà di scelte. Per questi lottatori è stata pensata una modalità a parte, che sostanzialmente ha lo scopo di allenare i nostri personaggi, rendendoli in grado di competere con le vere superstar WWE.
Niente di trascendentale, ma è comunque un diversivo interessante, che vi terrà impegnati per un bel po’ nel caso in cui decideste di creare una superstar per ognuno degli stili di combattimento disponibili. È poi ovviamente disponibile una modalità esibizione, che ci permette di giocare senza troppi fronzoli alle diverse tipologie di match disponibili, dalla royal rumble allo steel cage match. Di nuovo, ci troviamo a ripetere ciò che ormai è ovvio: non ritroviamo qui la stessa vastità di opzioni presenti nei vari titoli WWE classici, ma c’è comunque una buona varietà di scelta.
Gli sviluppatori, inoltre, hanno sfruttato fino in fondo l’animo arcade del titolo, modificando per l’occasione alcune tipologie storiche di match. Prendiamo lo Steel Cage match, ad esempio. Nella stipulazione classica, la vittoria va al lottatore che per primo riesce ad arrampicarsi fuori dalla gabbia, andando a toccare con i piedi il terreno esterno. In Battlegrounds l’obiettivo rimane lo stesso, ma per potersi arrampicare fuori dalla gabbia è necessario prima raccogliere delle mazzette di denaro che compariranno casualmente all’interno del ring ed anche sulle pareti. Una volta che avremo riempito l’apposita barra potremo cercare di raggiungere l’esterno ring, facendo però attenzione alla gabbia stessa, che viene regolarmente elettrificata.
Si tratta di simpatici espedienti che donano a Battlegrounds una personalità tutta sua, con interpretazioni dei match classici che sono rispettose delle stipulazioni regolari ma che non hanno paura di inserire elementi nuovi e completamente fuori di testa.
Tra le modalità presenti, vi segnaliamo anche King of Battleground, probabilmente una delle aggiunte più fresche alla rosa di opzioni. In buona sostanza, si tratta di una battle royale senza fine: si viene inseriti nel ring insieme ad altri tre lottatori, ed il nostro obiettivo è resistere il più a lungo possibile. Non c’è una vittoria nel senso classico del termine, l’unico scopo è quello di sopravvivere abbastanza da portarsi a casa un buon quantitativo di esperienza, bucks (la currency del gioco, su cui torneremo dopo) e, perché no, di gloria.
Tutto sommato, possiamo ritenerci soddisfatti delle modalità offerte da Battlegrounds, e possiamo sempre sperare che futuri aggiornamenti vadano a compensare alcune delle mancanze presenti attualmente.
Dove sono finiti i miei lottatori?
Arriviamo ad una delle note dolenti del titolo, quella che più ci ha infastiditi. Una volta avviato il gioco, vedrete nel menù principale una voce chiamata Negozio. Ben presto vi renderete conto che all’inizio sono ben pochi i lottatori disponibili, e che la maggior parte deve essere acquistata proprio passando da questo store in-game. Qui troviamo tre scelte di acquisto, che cambiano regolarmente e che sono acquistabili attraverso due valute: bucks e golden bucks.
I primi sono sostanzialmente i premi che riceviamo ogni qualvolta compiamo delle azioni nel gioco, che sia progredire nella modalità carriera o disputare un match in King of Battleground, o qualsiasi altra cosa. I golden bucks, invece, sono una valuta acquistabile con denaro reale. Ci troviamo quindi di fronte alle classiche microtransazioni.
Da una parte, abbiamo la possibilità di sbloccare tutto senza sborsare un euro, accettando però di passare molto tempo ad accumulare bucks, fino a che non avremo finalmente a disposizione tutti i lottatori (richiederà ancora più tempo nel caso in cui vogliamo sbloccare anche tutti i cosmetici disponibili). Dall’altra, invece, c’è la possibilità di accelerare tutto questo processo grazie ad un esborso di denaro reale, che però è tutt’altro che economico, viste le cifre richieste per ogni lottatore.
Ora, se è vero che Battlegrounds viene venduto al prezzo budget di 40,99€, è anche vero che si tratta comunque di una cifra di tutto rispetto. Ritrovarsi comunque di fronte ad un sistema di microtransazioni così pesante è stato davvero fastidioso; avremmo sinceramente preferito un prezzo di lancio leggermente più alto, piuttosto che l’ennesimo store in-game. Fortunatamente, giocando si accumulano abbastanza bucks da sbloccare i lottatori abbastanza tranquillamente, senza doversi incaponire in ore ed ore di grinding. Dunque non fatevi spaventare: sappiate che le microtransazioni ci sono ma, per quanto fastidiose, non incidono sulla resa complessiva del gioco.
Sei proprio tu John Wayne?
In conclusione vogliamo spendere qualche parola per l’aspetto tecnico del gioco. Dopo il disastro dal nome WWE 2K20, dopotutto, era più che lecito avere dei dubbi sotto questo aspetto. Fortunatamente il gioco si presenta in forma: non abbiamo notato alcun tipo di problema nella versione Playstation 4 da noi testata (ricordiamo che il gioco è disponibile anche per Xbox One e Nintendo Switch), e l’azione si svolge abbastanza fluidamente anche nelle situazioni più concitate.
Per quanto riguarda invece l’aspetto estetico, abbiamo apprezzato solo parzialmente la scelta stilistica di Battlegrounds. Da una parte, infatti, questi personaggi deformati dalle teste giganti sono buffi da vedere, e riescono a suscitare un’immediata simpatia. Dall’altra, però, dobbiamo ammettere che non tutti i lottatori hanno ricevuto una buona trasfigurazione. Ad esempio, non ci ha convinti del tutto la realizzazione di Randy Orton, che soprattutto nel volto non ricorda molto la superstar reale.
A questo proposito, ci teniamo a segnalare che il roster non è completamente aggiornato. Nel gioco sono presenti alcuni lottatori che non sono più nella WWE, mentre sono assenti alcune superstar che di recente hanno ricevuto un push all’interno della compagnia (pensiamo a Keith Lee). Non si tratta di un reale problema, ovviamente, ed è fisiologico che ci siano delle differenze del genere visto che lo sviluppo del titolo è cominciato molto tempo addietro: ci aspettiamo, però, che tutto venga sistemato con delle patch correttive quanto prima.
Se volete gettarvi nella mischia di WWE 2K Battlegrounds, vi consigliamo di recuperarlo al prezzo più basso disponibile a questo indirizzo.
Voto Recensione di WWE 2K Battlegrounds - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Divertente ed immediato
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Buona selezione di modalità e di lottatori
Contro
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Fastidiosa presenza delle microtransazioni
-
Sotto alcuni aspetti manca della profondità della serie principale