Watch Dogs Legion, la Resistenza di Londra - Provato
Diversi giorni prima di Ubisoft Forward ci siamo goduti tre ore in compagnie di Watch Dogs Legion: ecco com'è andata
a cura di Paolo Sirio
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Ubisoft
- Produttore: Ubisoft
- Distributore: Ubisoft
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE
- Generi: Azione , Avventura
- Data di uscita: 29 ottobre 2020
Pochi altri titoli come Watch Dogs Legion hanno avuto un percorso più curioso. Il gioco, terzo capitolo della serie, si è visto “preannunciato” dai soliti leak prima dell’E3 2019, durante il quale è stato presentato almeno parzialmente privato di quello che sarebbe stato il suo effetto sorpresa.
Dopo quell’evento, al quale gli era stato persino assegnata una data d’uscita – il 16 marzo -, i piani di Ubisoft si sono guastati per via di un Ghost Recon Breakpoint che ha evidenziato come la compagnia avrebbe avuto bisogno di più tempo perché i suoi futuri progetti, come Gods & Monsters, Skull & Bones e Rainbow Six Quarantine, dispiegassero le ali a dovere e sfruttassero l’onda lunga della nuova generazione di console già al tempo nell’aria.
Il rinvio a data da destinarsi e, soprattutto, il silenzio per un periodo di tempo così esteso hanno fatto sì che i riflettori sul progetto guidato da Ubisoft Toronto si spegnessero, e che lo sviluppo proseguisse sotto traccia per maturare i miglioramenti auspicati dai vertici. Gli appassionati della serie e quanti incuriositi da alcune meccaniche dalle premesse fortemente innovative hanno così dovuto attendere parecchio più del previsto per togliere, infine, il velo a questo terzo capitolo.
Fino ad oggi, fino a Ubisoft Forward, l’evento digitale organizzato a seguito della cancellazione dell’E3 2020, dove Watch Dogs Legion è tornato protagonista e ci ha permesso di provare una porzione piuttosto consistente di gameplay prima del lancio.
Il prologo
Londra, prossimo futuro. La cellula inglese di DedSec, il collettivo di hacker conosciuto in Watch Dogs a Chicago e Watch Dogs 2 a San Francisco, si ritrova invischiato in un complotto ai suoi danni che ne sfrutta l’immagine negativa montata ad arte per introdurre uno stato di polizia nella capitale del Regno Unito. In quanto membri del gruppo, dovremo debellare Albion, la compagnia privata che ha instillato artificialmente il terrore nella città per instaurare un regime totalitario, e ripulire la nostra immagine.
La demo che abbiamo testato diversi giorni prima di Ubisoft Forward è stata suddivisa in due parti: la prima è un prologo che funge sia da tutorial che da breve premessa narrativa, mentre la seconda è ben più avanzata nel corso della campagna e ci ha consentito di esplorare liberamente Londra per completare attività primarie o secondarie così da andare avanti con la storia e testare alcune novità alla base del gioco.
Il prologo ci ha messo nei panni di Dalton, un membro di DedSec impegnato ad infiltrarsi nientemeno che nel Parlamento inglese, dove, secondo una soffiata, qualcuno starebbe preparando un attacco terroristico. La missione prevede che vi accediamo da una sorta di piano interrato nel quale potremo fare la conoscenza con i rudimenti dell’hacking per entrare in porte altrimenti ben serrate e simili, e con l’intelligenza artificiale e alcuni membri che guidano il gruppo.
Ci viene mostrato come funziona lo stealth in Watch Dogs Legion: possiamo agire nell’ombra abbassandoci e muovendoci silenziosamente alle spalle dei nemici per abbatterli o, più in tono con la serie, innescare trappole che manderanno KO le guardie senza che nessuno lo noti se saremo abbastanza bravi. Una delle sequenze finali della missione è basata inoltre su una breve orda, in cui ci verranno lanciati contro numerosi nemici da cui difenderci sfruttando armi non letali e un sistema intelligente di copertura; questo ci dice che il tipo di design tornerà, non sappiamo con quanta frequenza ma ci auguriamo col giusto dosaggio, anche più avanti nel corso della campagna.
Una volta dentro, scopriamo come stanno davvero le cose, e che qualcuno sta tramando per colpire con una serie di attacchi Londra e far ricadere la colpa sul collettivo degli hacker per inscenare un bisogno di sicurezza estremo nella metropoli così da assumerne il pieno controllo. Non vi racconteremo come andrà a finire il prologo ma sappiate che quello che vi succederà porterà agli eventi che vivremo nel gioco principale, ambientato in una distopia dove lo stato di polizia è stato appena instaurato e vive del terrore della sua gente.
Terminato il prologo con premesse scure che segnano un cambio di tono notevole rispetto al diretto predecessore, scopriamo rapidamente che Dalton non è il protagonista del gioco, in realtà, e che invece tutti i membri di DedSec lo sono. Che, tra i nostri compiti, avremo anche l’ampliamento della cellula londinese con quante più persone del posto che potranno tornare utili alla causa del gruppo e di quella che, nel frattempo, è diventata un’autentica Resistenza contro Albion e le altre compagnie private, come S.I.R.S., che hanno messo le mani sulla città.
Il gameplay
Concluso il prologo abbiamo potuto esplorare in piena libertà la Londra di Watch Dogs Legion e giocare quattro missioni della campagna più tre missioni di reclutamento. Da un punto di vista narrativo, le missioni consistevano nel portare dalla nostra parte un membro di Albion pentito per via della deriva autoritaria assunta dal CEO Nigel Cass e salvare una gola profonda dalle grinfia di S.I.R.S. che potrà fornire informazioni utili a DedSec in questa guerriglia informatizzata.
Queste sono due delle quattro fazioni che abbiamo contato nella versione dimostrativa e con le quali dovremo confrontarci scalandone i ranghi miniboss dopo miniboss prima di decapitare i vertici di Albion e liberare la capitale dal suo giogo: una struttura che i giocatori di open world Ubisoft troveranno familiare e che, non dovessero esserci diramazioni di sorta, non si sforza di svecchiare una formula che sotto il profilo della progressione mostra da tempo i segni dell’età.
Il comune denominatore di queste missioni è stato la possibilità di scegliere il proprio approccio, sfruttando dinamiche di combattimento e shooting rivisitate a confronto con i passati capitoli – gli scontri melee sono parsi più complessi, con i nemici in grado di schivare colpi che, da parte nostra, risultano poco efficaci se il personaggio che avremo selezionato non vi sarà propenso – oppure l’infiltrazione.
Per quanto riuscite possano essere le meccaniche per gli scontri frontali, il gioco rende subito l’idea di avere una predilezione per lo stealth e nel complesso un approccio intelligente all’azione, e la cosa ci ha colpito in senso assolutamente positivo. Non parliamo soltanto dell’esecuzione di abbattimenti silenziosi ma anche di un vero e proprio camuffamento dietro le linee nemiche, garantito dalla selezione di un personaggio con tutti gli accessi teoricamente in regola per entrare in determinate aree.
In questo modo, Watch Dogs diventa nient’altro che un nuovo capitolo di Hitman, in cui dovremo stare attenti a come ci muoveremo per non far saltare la nostra copertura, senza avvicinarci troppo agli altri NPC in modo che non notino di non averci mai visto in zona o compiere movimenti inconsulti che ne desterebbero l’attenzione; il tutto indicato da un elemento dell’interfaccia a due barre che comparirà a schermo non appena saremo nel mirino del nemico e detterà se saremo stati scoperti o ci saremo dileguati per tempo.
Watch Dogs Legion non sarebbe un degno esponente della serie se non comprendesse una massiccia componente di hacking, e Ubisoft Toronto vi si è appoggiata molto per differenziare il design delle proprie missioni dagli altri open world. A confronto con i precedenti capitoli, abbiamo incontrato minigiochi e puzzle più complessi, che hanno sfruttato l’estensione della mappa per offrire sfide articolate.
In una missione principale, in cui dovevamo entrare in contatto con un ex Albion prima che lo trovasse la stessa Albion e lo eliminasse, ci siamo confrontati tramite le telecamere di sorveglianza con il suo elaborato sistema di sicurezza; in un’altra con una tela di fili esposti all’aperto, e in un’altra ancora abbiamo dovuto recuperare un ragno robot per infiltrarci in una sala server e sbloccarne l’ingresso – una sequenza, quest’ultima, che ci ha colpito per la durata e per la particolarità di una scena quasi da Mission Impossible, ma anche, cosa da non sottovalutare, per le movenze credibili del robot.
La dinamica è sempre la medesima, ovvero disporre diversi nodi in maniera che risultino collegati e diano il via libera al flusso di dati, ma la maggiore estensione dei puzzle e alcuni espedienti artificiosi legati alla scarsa visibilità dei nodi stessi, o timer che vengono innescati di tanto in tanto, alzano il livello della sfida e rende piuttosto appagante la loro soluzione.
Nel complesso, le missioni principali che abbiamo testato hanno evidenziato bene la libertà d’approccio e una varietà di richieste avanzate per il loro completamento al giocatore, cui non viene imposto soltanto di entrare in un’area e fare piazza pulita ma di infiltrarsi, eseguire hacking, trovare vie di fughe, e riuscirci nella maniera più chirurgica possibile è piuttosto soddisfacente (e risparmia di ritrovarsi assediato dai nemici).
Come abbiamo anticipato, in Watch Dogs Legion la protagonista è DedSec nella sua interezza: non un singolo personaggio ma tutti quelli che riusciremo a reclutare. Il reclutamento avviene tra un numero limitato di NPC disponibili sulla mappa e segnalati di volta in volta con un’icona apposita: nella nostra demo ne erano soltanto tre ma non ci è dato sapere, ad oggi, quanti ne saranno disponibili simultaneamente nel gioco completo. Si tratta di una meccanica abbastanza profonda e strutturata, che comincia con un vero e proprio profiling che potremo eseguire avvicinandoci ad un personaggio cui potremmo essere interessati e del quale, tramite l’hacking, potremo conoscere abilità e inclinazioni per valutare se sarà un membro all’altezza della nostra cellula.
Completata questa fase di selezione possiamo dare il via ad una missione di reclutamento, che consisterà in due fasi diverse relativamente brevi nelle quali dovremo fare qualcosa per convincere l’NPC ad unirsi alla causa; in una missione in cui ci siamo imbattuti abbiamo rubato un camion di medicinali per un personaggio che ne aveva bisogno per l’amico malato e questi, per riconoscenza e per un senso di ribellione latente contro Albion, è entrato in DedSec per assisterci.
Il reclutamento, come nel caso di cui sopra, è a volte propedeutico per lo svolgimento della missione principale – senza quel personaggio, ad esempio, non avremmo potuto entrare inosservati in un edificio “travestiti” da agenti di polizia – ma da quello che abbiamo visto è in gran parte opzionale e utile all’ampliamento della propria rosa di potenziali protagonisti.
Nella versione finale vorremo capire quanto saremo incentivati ad ampliare il nostro team durante il gioco completo e quanta varietà tale meccanica riuscirà ad offrire, dal momento che la tentazione di appoggiarsi ad un set ristretto di archetipi (come il poliziotto, appunto) soltanto per garantirsi l’accesso in aree altrimenti più difficili da infiltrare potrebbe essere dietro l’angolo. Una spinta a tornare sul mercato potrebbe essere l’arresto o la morte di un personaggio, e a quel punto bisognerà per forza di cose trovare rimpiazzi all’altezza per mandare avanti il gioco.
Quel che abbiamo dedotto nella demo è che, rispetto magari alla premessa di un’autentica “legione” da gestire, Ubisoft Toronto abbia posto dei paletti al suo avveniristico sistema di gioco in modo da non avere missioni di reclutamento troppo articolate, che rubassero un tempo eccessivo alla fruizione della campagna, e diluire l’efficacia della storia.
Tema, questo, su cui siamo usciti alquanto rinfrancati, dal momento che il passaggio tra diversi protagonisti avviene con grande naturalezza: il titolo prevede che ci siano dei briefing posizionati negli snodi principali della storia con il collettivo al completo, in modo che non suoni mai come fuori luogo l’intervento di un personaggio anziché un altro nel bel mezzo della partita. Qualora dovessimo cambiare personaggio durante una missione, magari perché ci siamo accorti di averne preso uno non adatto alle nostre esigenze, questo sarà per giunta trasportato direttamente dove ci troviamo già, senza dover ripercorrere l’intera mappa.
L’ambientazione
Un buon open world deve partire prima di tutto dalla qualità della sua ambientazione, e da quanto fascino possa esercitare sui propri giocatori per convincerli a rimanerci per quanto più tempo possibile. Dopo Chicago e San Francisco, metropoli che hanno solleticato la fantasia ma non hanno lasciato il segno, Watch Dogs Legion punta su Londra e, da quel che abbiamo potuto provare, la scelta sembra essere finalmente quella giusta.
La resa di Londra ci ha colpito perché filtra bene il mix delle stradine che ne popolano il centro urbano e i grandi edifici, quelli storici e quelli moderni che ne hanno trasformato lo skyline nell’ultima ventina di anni, disseminati per la città. Qui la guida rigorosaremente a sinistra – la demoist di Ubisoft ci è testimone, ci abbiamo messo un po’ ad abituarci a questa rarità nel panorama videoludico – non è certo simulativa ma risulta molto credibile credibile: ci sarà da prestare attenzione al traffico e ai percorsi disponibili sempre piuttosto ristretti, nonché dosare spesso acceleratore e freno, ovviamente a patto che si voglia evitare di attivare una modalità Destruction Derby (non esiste davvero, spiacenti) in cui fare danni a destra e manca.
Di contro, abbiamo intravisto una certa tendenza ad offrire spesso gli stessi veicoli e, al di là dell’incongruenza di fondo tipica del genere per cui siamo la Resistenza di Londra e rubiamo l’auto o la moto ai poveri cittadini, un’IA troppo poco aggressiva di fronte ai nostri comportamenti in strada: commettere un illecito ci ha portato ad avere il fiato dell’intelligenza artificiale addosso soltanto una volta e per un brevissimo lasso di tempo, tanto è bastato per seminarli e andare via indisturbati con un bolide appena scassinato sotto i suoi occhi. La reattività dei nemici ci è parsa allo stesso modo sotto tono nelle missioni.
Il “mondo aperto” allestito da Ubisoft Toronto è pieno di punti e location familiari: nella sola demo che abbiamo visitato, abbiamo attraversato il Tower Bridge e corso in auto sotto il Big Ben, senza privarci di un passaggio a Battersea per il completamento di una missione; in tutti e tre i casi, soltanto una manciata dei momenti londinesi che sarà possibile vivere grazie ad una riproduzione maniacale della città, siamo rimasti impressionati dal livello di fedeltà espresso.
In fase di presentazione (dove ci è stato anche detto che si parlerà di multiplayer e online nei prossimi mesi), ci è stato raccontato che la città pullula di attività parallele e ne abbiamo assaggiate due: le freccette e la bevuta di birre, che come da tradizione annebbia la vista. Apprezziamo particolarmente gli open world che si prendono del tempo per far staccare il giocatore dal core loop, e non a caso ci siamo dedicati per un po’ al minigioco delle freccette, che consente sia di giocare in singolo che di competere con l’IA, chiedendo il giusto tempismo per premere il pulsante del lancio non appena il reticolo della mira sarà abbastanza stretto.
Un altro aspetto che ci è piaciuto e che contribuisce ad aumentare l’immersione nella città è il fatto che si possano vedere civili in stato di fermo per strada e decidere al volo se aiutarle o andare oltre, magari perché stiamo conducendo una missione pericolosa e non vogliamo rischiare di ritrovarci Albion alle calcagna. Nel caso voleste salvare questi londinesi in pericolo, indosserete automaticamente una maschera e darete il via allo scontro a fuoco per metterli al sicuro.
Sia per questa aderenza col reale che per la qualità della trasposizione, abbiamo avuto la sensazione che l’ambientazione sia stavolta meno “finta” e ovattata rispetto alla San Francisco di Watch Dogs 2, e di certo una non banale e con cui i giocatori, specialmente gli europei, riusciranno a connettersi di più.
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+ L'utilizzo delle peculiarità dei membri di DedSec per fini di camuffamento in stile Hitman
+ Dinamiche di hackeraggio complesse
+ Attività secondarie come le freccette o la bevuta al bar
missioni
- Struttura della campagna già vista
Al netto di alcuni passaggi da verificare a ridosso dell’uscita, come l’utilizzo a tutto tondo del reclutamento, e una struttura della campagna ampiamente esplorata, Watch Dogs Legion ha le carte in regola per diventare il capitolo con maggiore personalità e definire finalmente l’identità della serie, grazie ad un’ambientazione ben selezionata ed eseguita, e meccaniche di gameplay complesse e potenzialmente appaganti da padroneggiare.
Voto Recensione di Watch Dogs Legion - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Resa molto credibile dell'ambientazione, inclusa la guida
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L'utilizzo delle peculiarità dei membri di DedSec per fini di camuffamento in stile Hitman
-
Dinamiche di hackeraggio complesse
-
Attività secondarie come le freccette o la bevuta al bar
Contro
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IA poco aggressiva in strada e non brillante nelle missioni
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Struttura della campagna già vista