Valfaris colma il vuoto lasciato da Contra e Turrican - Recensione
Valfaris è lo shooter a scorrimento che risolleva le sorti del genere dopo la cocente delusione rappresentata dal nuovo Contra. Vi spieghiamo perché nella nostra recensione.
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Steel Mantis
- Produttore: Big Sugar
- Piattaforme: PC
- Generi: Azione , Piattaforme , Sparatutto
- Data di uscita: 10 ottobre 2019
Dopo Slain: Back From Hell, versione riveduta e corretta del progetto originario ma non priva di alcune evidenti problematiche, gli sviluppatori Steel Mantis decidono di far debuttare Valfaris, nuovo shooter a scorrimento orizzontale che vuole migliorare in toto i risultati ottenuti col titolo di debutto. Se Slain era alla stregua di un fantasy eroico fuso col tipico machismo heavy metal in stile Manowar, Valfaris è una sorta di evoluzione che sfocia nel dark sci-fi misto al death metal in chiave spaziale dei Vektor.
Like a Metal Space Marine
La storia di Valfaris non brilla esattamente per complessità né rimarrà a lungo nella memoria dei giocatori: d’altra parte, il focus dell’opera è quasi del tutto concentrato sul sistema di gioco, e vi possiamo assicurare che visto il rumoroso tonfo di una delle serie a cui si ispira, è meglio così. Valfaris è infatti l’erede di classici come Turrican e Contra, e proprio nell’anno in cui quest’ultimo conferma di aver piantato una pesantissima pietra tombale davanti alla sua fossa, l’opera di Gilmore e Jenns è un’autentica sorpresa e al contempo una gran bella boccata d’ossigeno per un genere che ha visto bruciare prima del previsto le proprie bandiere.
Ma dicevamo della storia, che è legata alla sete di vendetta del lungocrinito Therion, in aperta lotta con Vroll, suo padre. Oltre a essere il luogo natio del protagonista, Valfaris è una fortezza improvvisamente riapparsa dal nulla dopo la misteriosa sparizione dai radar galattici, con la cittadella principale ormai sede di un male indecifrabile e crescente. Il nemico principale è colui che ha ridotto Valfaris in terribili condizioni, con zone infestate da mostri, mutanti e tutto ciò che ci si potrebbe immaginare da un’ambientazione fantascientifica che tende letteralmente a sputarvi in faccia ogni tipo di nemico senza troppi convenevoli. Therion s’imbarca dunque nell’avventura usando una massiccia nave spaziale la cui prua è una gigantesca testa da lupo, e mentre attraversa paludi, aree immerse dalla lava e zone in cui una tecnologia avanzata sembra aver lasciato il posto a una prepotente e impertinente vegetazione, le musiche di Curt Victor Bryant (ex chitarrista dei Celtic Frost e già autore della colonna sonora di Slain) vi accompagneranno lungo una cavalcata metal della durata media di circa cinque-sei ore (che possono dimezzarsi durante le partite successive).
Valfaris basa la sua buona rigiocabilità proprio sulla capacità di poter fare a meno di molti dei checkpoint disseminati lungo le aree, dandovi l’indubbio vantaggio di poter utilizzare gli Idoli della Resurrezione (o i Metalli di Sangue, talvolta ben nascosti) per potenziare adeguatamente le bocche da fuoco in dotazione, al fine di avere un gran vantaggio soprattutto nella fase finale. Si capisce come un simile compito sia di certo più fattibile nelle successive partite, perché Valfaris non è propriamente una passeggiata di salute e tenderà ad essere discretamente impegnativo durante la prima partita, pur senza toccare picchi esagerati. Ne esce fuori un equilibrio di gioco ben studiato, che difficilmente tenderà a farvi provare frustrazione, anche se va detto che la sua concezione tenderà a premiare i più abili a scapito di tutti gli altri.
Metallo nel Sangue, metallo nel cuore
Perché dunque Valfaris riesce a colmare le mancanze che il suo predecessore aveva invece evidenziato a più riprese? Il merito, come lasciato già intuire, risiede tutto nell’ottimo sistema di gioco e nella sua struttura: non complessa, ma dritta al punto e con comandi responsivi; non sin troppo arzigogolata, ma varia abbastanza da non venire mai a noia. Valfaris presenta infatti un level design molto buono, con dei livelli che non abusano mai a lungo degli schemi che propongono, dando al giocatore la sensazione e la consapevolezza che di lì a breve dovrà adattarsi a nuove ondate di minacce dai pattern differenti e ad aree che dovranno essere affrontate in modo completamente diverso rispetto a qualche minuto prima.
Giusto per fare qualche esempio, si consideri che Valfaris è in grado di passare da sezioni un po’ più platform ad altre in cui dovrete letteralmente aggrapparvi a dei vermoni volanti mentre sparate a destra e a manca; o ancora, può proporvi sezioni in cui bisognerà eliminare un gran numero di nemici stando attenti a ogni movimento, e poco dopo una traversata a bordo di una sorta di navetta galleggiante che avanzerà indipendentemente dalle vostre perdite di tempo e dagli ostacoli che vi bloccheranno. E in tutto ciò, badate bene, dovrete fare attenzione a come deciderete di equipaggiarvi. Therion ha uno slot per le pistole principali e un altro slot dove inserire una bocca da fuoco molto più potente, che condivide però la stessa energia utilizzata dallo scudo. È necessario dunque gestire al meglio l’energia in questione, perché l’importanza del parry, assieme alla possibilità di rispedire al mittente i proiettili, vi tornerà molto utile soprattutto contro i boss più coriacei.
Oltre a ciò, Therion ha in dotazione una spada per il corpo a corpo, la quale si rivela utile anche per ricaricare parzialmente la barra energetica, per una gestione del combattimento che definiremmo molto vicina alla piena soddisfazione. Valfaris sfoggia una pixel art degna di nota, che dà una forte identità al personaggio e al mondo di gioco: lugubre, sanguinoso, grottesco e con un immaginario a cavallo tra la fantascienza di Poul Anderson e il dark fantasy di Moorcock ed Edward. Valfaris è dunque, un po’ a sorpresa, uno di quei titoli a cui gli amanti degli shooter a scorrimento dovrebbero far riferimento da ora in avanti, assieme ad altri riusciti titoli tutti provenienti dal sottobosco indie.
- Gameplay affinato, responsivo e appagante
- Intenso e con una buonissima rigiocabilità
- Storia poco approfondita
- Breve
8.5
Dopo qualche défaillance presente in Slain, gli sviluppatori hanno corretto il tiro con Valfaris e hanno regalato agli amanti degli shooter a scorrimento il degno erede di leggende ormai rovinate irrimediabilmente o cadute nel dimenticatoio, dimostrando che il particolare connubio tra le atmosfere dark fantasy e il deciso impatto sonoro dell’heavy metal funziona davvero alla grande.
Voto Recensione di Valfaris - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Design dei livelli soddisfacente e sempre vario
-
Gameplay affinato, responsivo e appagante
-
Intenso e con una buonissima rigiocabilità
Contro
-
Un paio di armi sono poco bilanciate
-
Storia poco approfondita
-
Breve
Commento
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