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Urtuk: The Desolation - Provato

Fra combattimenti tattici a turni e gestione delle risorse, Urtuk: The Desolation ci immerge in un mondo decadente e senza speranze.

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Urtuk: The Desolation
Urtuk: The Desolation
  • Sviluppatore: David Kaleta
  • Produttore: David Kaleta
  • Piattaforme: PC
  • Generi: Gioco di Ruolo , Strategico
  • Data di uscita: 14 febbraio 2020 (Accesso Anticipato)

Forse gli strategici non sono più tanto di moda e le stelle che brillavano nel firmamento sono ormai uno sbiadito ricordo dei tempi andati – tutti i riferimenti a Warcraft: Reforged sono puramente casuali. Questa è solo una mezza verità e si limita ai titoloni da prima pagina ma, armati di pazienza, ci si può perdere nelle pagine di Steam alla ricerca di una ricca pletora di nomi che, in modi differenti, appartengono a questo genere. L’ultimo esponente di questa categoria è Urtuk: The Desolation, un RPG tattico a turni che unisce l’estetica di Darkest Dungeon agli schemi di Battle Brothers. Attualmente in accesso anticipato, l’opera di David Kaleta ha tutte le carte in regola per essere una delle piacevoli sorprese dell’anno, uno di quei giochi che ti fa esclamare: “Ancora un turno e poi smetto”. E si fanno le 3 di notte.

Esperimenti e mutazioni

Abbiamo usato il termine piacevole sorpresa, ma diciamo che non sono esattamente le prime parole che vengono in mente quando si guarda al mondo di Urtuk. La Terra è infatti stata devastata dalla guerra fra uomini e giganti, ma soprattutto dagli strani esperimenti che alcuni alchimisti hanno condotto estraendo l’essenza della razza antica. Questa scientifica depravazione ha flagellato con orribili mutazioni gli ultimi abitanti rimasti, fra cui anche Urtuk in persona, il protagonista dell’avventura. Dopo essere fuggito dalle segrete in cui veniva tenuto rinchiuso come una cavia, l’eroe inizia il suo cammino attraverso le lande desolate, un percorso costantemente interrotto da banditi, mutanti e mercanti senza scrupoli, una rossa scia di sangue alla ricerca di una cura. Il setting è decisamente affascinante e trasuda decadenza e morte da ogni pixel, ma per ora il lato narrativo è ancora abbastanza vago e ridotto ad una manciata di testi che mettono a fuoco il contesto senza perdere troppo tempo in dettagli.

Le parole sono quasi superflue per descrivere cosa sia Utruk: The Desolation e l’immagine migliore viene fornita da una direzione artistica ispirata, se questo è l’aggettivo giusto per parlare di un mondo calpestato da nefandezze di ogni genere, dove l’unica legge è quella del più forte. I personaggi hanno tratti volutamente esagerati e grotteschi, sono tanto ripugnanti quanto affascinanti, degni del paragone usato in apertura con Darkest Dungeon. Questo essere un bel po’ sopra le righe rischia però di diventare un’arma a doppio taglio e capiamo chi avrebbe preferito un design più pulito e meno splatter. Sì, c’è tanto sangue.

Un discorso simile può essere fatto per l’audio, affidato ad una musica epica al punto giusto ma che si ripete fino allo sfinimento, e a degli effetti su cui pesa un evidente riciclo, momenti in cui emerge con evidenza la natura indipendente.

Più generi per un solo fine: uccidere

Dal punto di vista del gameplay, Utruk: The Desolation bilancia alla perfezione il lato gestionale/strategico con le classiche battaglie a turni su vaste mappe esagonali. Senza dilungarsi troppo in statistiche o numeri, anche la componente ruolistica contribuisce ad aumentare le possibili combinazioni grazie a classi e ruoli differenti, ciascuno con le sue caratteristiche e punti di forza e debolezza. Al posto dello skill tree, ogni personaggio è contraddistinto da tratti unici, buff che vengono scoperti solo grazie a certe azioni compiute durante i duelli e che si rivelano indispensabili per superare i turni più serrati: personalmente abbiamo abusato con estremo piacere del supporto a distanza o del doppio attacco che aveva sviluppato un nostro cacciatore, cecchino letale solo contro i mostri.

Non mancano ovviamente il crafting per le medicazioni e gli oggetti con cui personalizzare il party, come le varie tipologie di armi, e le numerose mutazioni, classico esempio di risk&reward: vale la pena applicarsi un piede marcescente per aumentare la velocità a discapito dei punti vita?

Tutto si risolve a fil di spada

La ricca – ma mai invadente – parte gestionale è il perfetto preambolo per le battaglie tattiche a turni, momento in cui Utruk: The Desolation esprime tutto il suo potenziale. Ogni mossa va calcolata con precisione e anche la mappa ha un suo peso specifico: gli attacchi dall’alto producono più danni, alcune caselle rallentano il passo o infliggono dei danni, ci sono barriere e staccionate difensive ed è una vera soddisfazione attirare un nemico dentro dentro una tagliola nascosta, immobilizzarlo e poi spingerlo giù da un burrone.

Come su una vasta scacchiera, posizionare e muovere con l’ordine corretto le sei unità – numero massimo di pedine da schierare – è fondamentale per non rischiare di finire incastrati in qualche passaggio stretto, o di scoprire con spiacevole ritardo che la traiettoria delle proprie frecce è intralciata da un alleato, con un alto rischio di fuoco amico.

Inoltre, attaccare a testa bassa può non essere la migliore soluzione e alle volte la vittoria è nascosta dietro ai numerosi status che affliggono le truppe, che possono essere avvelenate, stordite, terrorizzate, immobilizzate o dissanguate lentamente. Ogni battaglia è una ricetta con molti ingredienti e il tutorial iniziale fornisce un buon aiuto, ma lo stesso non può venir detto per una UI che necessita ancora di parecchi ritocchi, fra tooltip mancanti, icone decisamente piccole e avvisi molto vaghi.

Pianificare il proprio attacco

Il disperato pellegrinaggio di Urtuk e della sua banda di reietti culmina in duelli all’ultimo sangue, momenti che sono tenuti assieme da una componente strategica affidata ad una mappa stilizzata in cui muovere il proprio piccolo esercito. La cartina è disseminata di punti di interesse, come semplici avamposti da assaltare per recuperare materiali o nuove reclute, oppure veri e propri villaggi che danno un costante contributo in termini di risorse. Abbiamo inoltre apprezzato il senso di dinamicità dato a questa fase grazie alla presenza di incursioni nemiche e di vere e proprie cacce all’uomo che impediscono di razziare risorse ai quattro angoli della mappa con calma e senza nessuna pressione.

+ Setting interessante...

+ Un'estetica con tanta personalità...

+ Gestione del party con alcuni elementi di novità

+ Le battaglie tattiche nel complesso

- ... Ma per ora poco sviluppato

- ... Forse pure troppa

- UI da rivedere

Urtuk: The Desolation non ha alcuna pretesa di rivoluzionare il genere degli RPG tattici a turni e ancora in Early Access necessita di qualche rifinitura, ma già da ora si contraddistingue per le sue battaglie nelle quali confluiscono molte variabili, per uno stile grafico (quasi) unico e per una gestione delle truppe che cerca di distaccarsi dai soliti stilemi già visti in numerosi altri giochi di ruolo. Inoltre, nonostante la versione 1.0 sia ancora lontana all’orizzonte, il titolo può tenere impegnati per molte ore e non presenta particolari criticità tecniche.

Voto Recensione di Urtuk: The Desolation - Recensione


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Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Setting interessante...

  • Un'estetica con tanta personalità...

  • Gestione del party con alcuni elementi di novità

  • Le battaglie tattiche nel complesso

Contro

  • ... Ma per ora poco sviluppato

  • ... Forse pure troppa

  • UI da rivedere

Commento

Urtuk: The Desolation non ha alcuna pretesa di rivoluzionare il genere degli RPG tattici a turni e ancora in Early Access necessita di qualche rifinitura, ma già da ora si contraddistingue per le sue battaglie nelle quali confluiscono molte variabili, per uno stile grafico (quasi) unico e per una gestione delle truppe che cerca di distaccarsi dai soliti stilemi già visti in numerosi altri giochi di ruolo. Inoltre, nonostante la versione 1.0 sia ancora lontana all'orizzonte, il titolo può tenere impegnati per molte ore e non presenta particolari criticità tecniche.
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