Unreal Engine 5 e PS5: vi raccontiamo come sarà la next-gen - Speciale
La tech demo di Unreal Engine che girava su PlayStation 5 ci ha dato un vero assaggio di next-gen. Scopriamo insieme le nuove tecnologie che verranno implementate nei giochi delle prossime console.
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
Il nuovo appuntamento del Summer Game Fest di mercoledì ha finalmente sollevato il sipario sulla next-gen e su quello che sarà con ogni probabilità il motore grafico più utilizzato dagli sviluppatori. Epic Games ha annunciato l’Unreal Engine 5 e, a corredo, ha mostrato una tech demo che girava in tempo reale sul dev kit di una PlayStation 5. In buona sostanza, il filmato chiamato (non a caso, come vedremo) Lumen in the land of Nanite è un reale scorcio di ciò che potremo vedere dal prossimo anno sulla nuova console Sony e su Xbox Series X, con novità importanti che sembrano poter far compiere un ragguardevole salto qualitativo in avanti rispetto alla generazione attuale ormai agli sgoccioli.
Bisogna però dire che non è tutto oro ciò che luccica, perché nonostante l’impatto visivo fenomenale siamo ancora ben lontani dal 4K a 60 FPS che entrambi i produttori affermano di poter raggiungere agevolmente. Unreal Engine 5, da quanto mostrato finora, rimane comunque un solido template per ciò che ci aspetta nel futuro.
Unreal Engine su PlayStation 5 – “Nanite” e la vicinanza alla realtà
Sono due le feature chiave di cui l’Unreal Engine 5 disporrà: Nanite e Lumen. Il considdetto “Nanite” è un sistema di geometria micropoligonale virtuale che consente di ampliare a dismisura il livello di dettaglio percettibile negli ambienti e in ogni elemento di gioco, consentendo un risparmio ingente in termini di calcolo puro e limiti di memoria. Si consideri, infatti, che avviene uno streaming con tanto di dettagli che vengono scalati in tempo reale a seconda delle esigenze e delle situazioni, senza che l’immagine abbia un’effettiva perdita della qualità. Nello specifico, nel filmato mostrato era possibile vedere come i render del terreno appena al di fuori di una grotta avessero un livello di fedeltà difficilmente distinguibile da quello offerto dalle produzioni cinematografiche più di rilievo e persino della realtà.
A tal proposito, uno dei vantaggi dell’Unreal Engine 5 è rappresentato dal fatto che gli sviluppatori potranno adesso importare dei modelli e degli asset super dettagliati direttamente nel motore grafico. Se questa possibilità vi pare di poco conto, la realtà è che si tratta di un punto di rottura netto col passato, e al contempo di una caratteristica che solo le macchine di prossima generazione potranno sfoggiare con piena disinvoltura. Di base, è adesso possibile costruire asset da un modello senza doverli realizzare da zero, usufruendo di qualunque tipo di importazioni effettuate da CAD e da Zbrush fino agli scan eseguiti con la tecnica della fotogrammetria. Il vecchio metodo di creazione degli asset è sostanzialmente da archiviare in favore di uno completamente nuovo che aprirà ulteriori orizzonti ed eliminerà alcune lungaggini tipiche dello sviluppo classico.
Sul finire dello scorso anno, Epic Games ha acquistato Quixel, un nome che forse ai più potrebbe non suggerire nulla di importante. In realtà, si tratta della più grande libreria di risorse di fotogrammetria al mondo, di una vera e propria banca dati che aprirà essenzialmente la porta a due possibilità d’importanza capitale: abbattere i costi di una tecnologia che – se presa singolarmente – ne avrebbe di esosi, e attingere dai megascan attraverso un’unica soluzione che mira a offrire possibilità sterminate per implementare contenuti 3D fotorealistici senza più alcun limite.
Tutto stupendo, sulla carta, ma siamo davvero sicuri che potremo assistere a queste meraviglie godendo dei fatidici 4K ad almeno 60 FPS? Non è affatto detto ed è ormai quasi assodato che si tratterà di un fattore estremamente variabile e dipendente dalla tipologia di gioco, oltre che dal grado di confidenza raggiunto dagli sviluppatori per l’ottimizzazione.
Lumen – Illuminazione dinamica anche senza Ray Tracing
Dalla notizia che abbiamo riportato ieri sul sito (a proposito della demo che girava su PlayStation 5), sono emersi alcuni dettagli poco incoraggianti: la tech demo dell’Unreal Engine 5 finiva col renderizzare per gran parte del tempo a 1440p, segnando una distanza considerevole da quello che vorrebbe essere lo standard delle nuove console. La risoluzione dinamica è probabilmente qualcosa che testimonieremo molto spesso, coi giochi di prossima generazione che cederanno il passo a standard inferiori tutte le volte che l’immagine su schermo andrà in affanno e non potrà garantire il massimo della qualità.
La presentazione della tech demo di Unreal Engine 5, che girava sul dev kit di una PlayStation 5, ci ha offerto una panoramica più approfondita su alcune delle nuove tecnologie che verranno implementate nei giochi delle nuove console, con novità che riguardano il livello di dettaglio, la vicinanza impressionante al fotorealismo, la qualità dell’illuminazione, la migliore gestione della capacità di calcolo e l’ottimizzazione dei tempi di sviluppo grazie a processi automatizzati.
L’Unreal Engine 5 sarà disponibile in versione preliminare durante i primi mesi del 2021, mentre la sua versione completa è prevista alla fine del prossimo anno, con supporto a tutte le console.
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