The Outer Worlds anteprima | Cose di altri mondi
Siamo rimasti colpiti piuttosto positivamente da The Outer Worlds, un titolo che per ambizioni e creatività è al di sopra di quanto avessimo messo in preventivo.
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a cura di Paolo Sirio
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Obsidian Entertainment
- Produttore: Private Division
- Distributore: Take-Two Interactive
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
- Generi: Gioco di Ruolo
- Data di uscita: 25 ottobre 2019 (PC, PS4, Xbox One) - 5 giugno 2020 (Switch)
Nelle scorse settimane abbiamo parlato in lungo e in largo di Obsidian Entertainment, e del suo futuro sotto l’egida di Microsoft Studios. Allo stesso modo, però, abbiamo sottolineato di come ci sia un passaggio preliminare da completare prima che il matrimonio possa celebrarsi del tutto, ovvero la pubblicazione di un nuovo titolo in collaborazione con Private Division, l’etichetta di Take-Two Interactive preposta al finanziamento e al supporto delle realtà indipendenti più talentuose e in un certo senso “grandi”. L’accordo tra le parti era stato naturalmente stipulato prima che si concludesse quello con Microsoft, e dunque la casa di Redmond ha dovuto lasciare un progetto interessante come The Outer Worlds – non senza mangiarsi le mani di tanto in tanto, immaginiamo – non solo in mano ad una label esterna al gruppo ma anche multipiattaforma, visto che uscirà su PC, PS4 e Xbox One.
Di certo, ad Obsidian Entertainment, una software house che già di norma gode dell’affetto e della stima della community videoludica (specialmente su PC), il tempismo nella presentazione del gioco non è mancato affatto. Questa è arrivata sì a The Game Awards 2018 ma precisamente in un frangente in cui una delle principali realtà dedite al gaming di ruolo, nonché una “cugina” e un’ex partner, ovvero Bethesda, sta tentando di prendere un’altra strada nel campo degli RPG costellata di problemi tecnici e non, e delle lamentele degli appassionati della prima ora e non. Il rischio in una circostanza del genere sarebbe non essere all’altezza delle attese di quei fan amareggiati, ma visto lo stato in cui verte Fallout 76 ad oggi presumiamo non serva molto altro all’infuori di consegnare al pubblico un reskin di un capitolo regolare della serie Fallout per sortire l’effetto sperato.
L’obiettivo è naturalmente fare qualcosa di più e, dal materiale che abbiamo potuto studiare in questa fase iniziale del reveal, The Outer Wilds ha le carte in regola per ambire a riuscirci.
Un pezzo di storia
The Outer Worlds porta la firma dei director dei Fallout originali, Tim Cain e Leonard Boyarsky, e del team che ha sviluppato Fallout: New Vegas, Star Wars: Knights of the Old Republic II, South Park: The Stick of Truth e il franchise Pillars of Eternity. Il lancio è previsto per il 2019, dopo che il progetto ha già passato due anni in uno stato super segreto di lavorazione presso Obsidian.
Il comparto tecnico è stato affidato all’ormai affidabile Unreal Engine 4, il cui utilizzo era stato già al centro di rumor e aveva dato l’impressione di una produzione più avanzata tecnologicamente rispetto alle ultime release dello studio californiano. Il primo gameplay cui abbiamo potuto assistere ha prestato il fianco ad alcune imperfezioni di gioventù, legate principalmente alla stabilità e al counter dei fotogrammi al secondo non esattamente roccioso, ma considerando che manca ancora un anno al day one (per la previsione, l’uscita è sì fissata al 2019 ma anche alla fine del prossimo anno fiscale di Take-Two, che termina a marzo 2020).
Sotto il profilo artistico l’impressione è che ci siano diverse fonti di ispirazione: i panorami dai colori acidi ricordano palesemente No Man’s Sky, mentre i centri urbani hanno qualcosa di BioShock e gli interni quell’effetto cel shaded della saga di Borderlands. Il tutto combinato con la resa invece fotorealistica dei personaggi che incontreremo man mano nel nostro percorso.
La storia ci vedrà risvegliarci dall’ibernazione su una nave coloniale che si è persa durante il trasferimento verso una colonia ai confini della galassia, Halcyon. Un tempo territorio di frontiera, Halcyon è rapidamente finito vittima delle megacorporazioni che dominano l’intero universo e che l’hanno imbottita di marchi, pubblicità e centri per la spesa più folle. Una volta messo piede sul pianeta, ci ritroveremo invischiati in una complicata cospirazione che rischia di distruggerlo.
Un RPG single-player pieno di… difetti
Il gameplay è qualcosa di innegabilmente molto familiare per gli amanti di Fallout, ma di certo Obsidian si è impegnata per dare a The Outer Worlds il proprio tocco. Il gioco presenterà un protagonista (senza voce) con una ricca componente di personalizzazione nonostante la visuale in prima persona: potremo vedere il pg nella schermata dell’inventario e lasciando il controller per qualche istante, con una visuale “dal di fuori” nei momenti d’inattività. Ci saranno tutte le abilità che vi aspettereste da una produzione del genere (6 tra forza, intelligenza e così via), con 20 punti da assegnare a ciascuna di esse per ottenere un talento fino ad un massimo di 100.
I companion NPC avranno naturalmente un ruolo importante nel gioco, non saranno rimpiazzati insomma da olonastri, e una volta assoldati reagiranno dinamicamente alle nostre scelte durante le missioni, fino ad arrivare a lasciarci in caso di estremo contrariamento dinanzi alle decisioni assunte (avremo modo di raggiungerli sulla nostra nave per provare a convincerli a tornare sui loro passi ma non sarà facile). Lo studio ha optato per evitare l’introduzione di romance, nonostante la presenza di personaggi maschili e femminili con cui siamo certi empatizzerete lungo la strada (si veda Ellie, che incarna un po’ lo spirito umoristico dei creatori), e ha studiato diversi modi per rendere questi eroi più efficaci possibili: quando saranno con noi avremo non inventari separati ma uno solo dalle dimensioni incrementate, ad esempio, così da evitare continui spostamenti di materiali. Di base avranno proprie armi e attacchi speciali, ma potremo modificarle in corsa attribuendo loro ciò che gradiremo.
E, a proposito di attacchi, avremo diverse maniere per causare danni aggiuntivi ai nostri nemici: ci saranno numerose tipologie di proiettili (come quelli che causeranno danni da fuoco) e potremo sia potenziare che aggiungere delle mod ai ferri nell’arsenale. I danni arrecati saranno basati sulle abilità del pg e sulla qualità dell’arma, non ci sarà alcun calcolo di percentuali e probabilità come in un gioco di ruolo basato su Dungeons & Dragons: avremo le stesse possibilità di eliminare un nemico con un colpo dalla distanza di quante ne avremmo in un FPS regolare. Sorprendentemente ma non troppo, però, The Outer Wilds avrà una meccanica di rallentamento del tempo simile al V.A.T.S. (S.P.A.V. in Italiano) della serie Fallout: in questa modalità tutto quanto intorno a noi perderà velocità e ci consentirà di mirare rapidamente alle parti del corpo cui potremo fare più male, con percentuali e porzioni di corpo mostrate sullo schermo durante il rallenty. Differentemnete dal V.A.T.S., tuttavia, la mira anche in questa modalità sarà manuale e non “accompagnata” al punto d’interesse.
Una delle meccaniche più curiose che avremo modo di sperimentare nel titolo è quella dei flaw, i difetti. L’idea alla base di The Outer Worlds è che il nostro personaggio non sia un supereroe perfetto in tutto e per tutto, che alla fine del suo percorso sia un’autentica divinità scesa in terra. Al contrario, il protagonista è un tipico essere umano con le sue mancanze e le sue paure, e prima accetteremo di averci a che fare, prima riusciremo a trarre il meglio da quest’esperienza. Tradotto: il gioco terrà conto dei nostri comportamenti e, se noterà che per un certo periodo subiremo danni da fuoco, ci proporrà di accettare un debuff sui danni da fuoco in cambio di un perk immediato. Lo sviluppatore si è divertito ad introdurre numerosi difetti, come la fobia dell’altezza, dei robot e persino del buio. Potremo averne un massimo di tre per partita, dal momento che saranno permanenti, o cinque ad un livello di difficoltà superiore.
In piena tradizione Fallout, TOW avrà dalla sua un raffinato sistema di scelte che passerà sì per i dialoghi – nei quali potremo persuadere, corrompere, minacciare, trovare accordi amichevoli e così via – ma anche per l’approccio che adotteremo in merito ad un compito assegnatoci. Ad esempio, in una quest d’infiltrazione potremo portare dalla nostra le guardie con il modo che preferiremo e farci aiutare a completare la nostra task anziché causare inutili spargimenti di sangue, causare effettivamente inutili spargimenti di sangue, sgusciare via silenziosamente e sottrarre il maltolto, farci alleato un prigioniero e decidere se essergli leale o meno. Ci saranno tante maniere per completare queste assegnazioni, insomma, e da quelle che sceglieremo dipenderanno i rapporti con i personaggi e i mondi che ci ruoteranno intorno.
Non avremo a disposizione un open world continuo, e in tal senso si nota che lo scope del gioco è stato “ristretto” dalla composizione del team che se n’è occupato (di certo non delle dimensioni di quello dietro Assassin’s Creed Odyssey, per nominarne uno molto grosso), ma i sandbox in cui ci caleremo con la nostra astronave trasmetteranno in compenso la sensazione di essere realizzato artigianalmente a mano e avranno comunque un’estensione sufficiente per contenere molteplici attività, missioni primarie e secondarie, oltre che personaggi con cui interagire. Nel momento stesso in cui il titolo si aprirà, infine, potremo recarci in qualunque punto della mappa senza limitazioni che non siano legate al buon senso e alla volontà di non incappare in nemici che, nonostante un certo level scaling, potrebbero essere troppo forti per le nostre statistiche.
Siamo rimasti colpiti piuttosto positivamente da The Outer Worlds, un titolo che per ambizioni e creatività è al di sopra di quanto avessimo messo in preventivo, pur con un look al momento derivativo e diverse meccaniche ereditate, nel pre-Microsoft Studios di Obsidian Entertainment. Con piacere sottolineiamo che il lancio è previsto per il 2019 e che dunque non mancheranno (molto) prossimamente opportunità per metterlo alla prova, e capire se certe originali premesse e le promesse di un gioco di ruolo capace di non farci rimpiangere ulteriormente Fallout potranno essere mantenute.