The Lord of the Rings: Return to Moria | Recensione di un survival piccolo piccolo
Abbiamo giocato The Lord of the Rings: Return to Moria, particolare survival ambientato nel mondo de Il Signore degli Anelli.
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a cura di Marcello Paolillo
Senior Staff Writer
In sintesi
- Si torna nelle miniere di Moria.
- Un mix solo sufficiente tra survival e action adventure.
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Free Range Games
- Produttore: North Beach Games
- Testato su: PC
- Piattaforme: PC , PS5 , XSX
- Generi: Survival
- Data di uscita: 24 ottobre 2023 (PC) - 5 dicembre 2023 (PS5) - Inizio 2024 (Xbox)
Di giochi dedicati a Il Signore degli Anelli (o The Lord of the Rings, che dir si voglia) ne è pieno il mondo, sebbene ultimamente la IP sembra essere parecchio sfortunata per quanto riguarda i videogiochi ambientati nell'universo fantasy di J. R. R. Tolkien. Basti pensare al raccapricciante titolo dedicato a Gollum, un action adventure così scapestrato che è costato davvero molto caro a Daedalic Entertainment, sviluppatore e produttore del gioco (che trovate su Amazon a prezzo ridicolo, nel caso vogliate provarlo).
L'immaginario fantasy nato dalla penna di Tolkien ha in ogni caso avuto dalla sua produzioni di livello come L'Ombra di Mordor e, andando ancora di più indietro nel tempo, gli straordinari picchiaduro a scorrimento all'arma bianca ispirati ai film di Peter Jackson, ossia Le Due Torri e Il Ritorno del Re.
Con The Lord of the Rings: Return to Moria si è optato per un gioco decisamente atipico, con una premessa interessante ma che va a toccare un contesto mai trasposto nel mondo dei videogiochi.
Bentornati a Moria
La premessa del titolo è infatti quella di immergerci in uno dei luoghi più iconici di tutta l'antologia tolkieniana, ossia le miniere di Moria che danno nome al gioco. Vi basterà infatti aver visto il primo film della trilogia di Jackson per ricordare la Compagnia dell'Anello alle prese con Khazad-dûm, l'antica città collegata a una vasta rete di miniere e base del regno dei nani della Terra di Mezzo.
The Lord of the Rings: Return to Moria, semplicemente, si pone come un survival incentrato sul riconquistare la terra perduta dei nani, con tutto ciò che ne consegue a livello di meccaniche (che vi spiegheremo poi).
Il piccolo studio di sviluppo Free Range Games, per la prima volta alle prese con una produzione a suo modo "importante", aveva quindi un doppio compito: riuscire a mettere in scena un gioco che incarnasse a modo lo spirito delle opere letterarie di Tolkien (non quello dei film) e infondere al tutto delle meccaniche ludiche che non scadessero nel mediocre (come accaduto suo malgrado con Gollum). Il risultato, meglio dirlo subito, è appena sufficiente.
La trama di The Lord of the Rings: Return to Moria, quindi, è abbastanza semplice, sebbene si leghi perfettamente al concept alla base del prodotto: siamo nella Quarta Era, subito dopo la distruzione dell'Unico Anello e la sconfitta di Sauron. Il gioco narra le avventure dei Nani, impegnati a recuperare il controllo di Moria, la mitologica dimora sita al di sotto delle cosiddette Montagne Nebbiose.
Chiamati a raccolta da Gimli, il Portatore della Ciocca, i giocatori prenderanno il controllo di una compagnia di Nani per reclamare ciò che resta di Moria, la patria dei Nani, nota anche come il Reame di Nanosterro. Dovremo quindi necessariamente unire le forze per sopravvivere, creare ed esplorare le miniere, ricche di insidie ma anche di artefatti e tesori dal valore spesso inestimabile.
Maestri nella metallurgia impareggiabili nel modellare la pietra
Nei panni dei temerari e coraggiosissimi Nani, saremo chiamati a muoverci con attenzione attraverso gli stretti cunicoli e le ampie caverne delle miniere di Moria, stando però molto attenti ai pericoli che li attendono, nascosti nel buio.
In The Lord of the Rings: Return to Moria ogni avventura sarà diversa dalle altre, oltre al fatto che ogni spedizione sarà affrontabile in solitaria od online, in gruppi composti da più giocatori. Scavare per scoprire nuove risorse e attrezzature è, come accennato poco sopra, il fulcro dell'esperienza, cercando contempo di non fare troppo baccano per non risvegliare i nemici che "riposano" nel sottosuolo.
L'esplorazione è quindi un elemento chiave, coadiuvata dal farming utile a procacciare le risorse necessarie a migliorare il proprio equipaggiamento. Sarà infatti fondamentale stabilire un insediamento per i nostri Nani, in modo da poter accumulare materiali e le stazioni per la creazione di oggetti.
Detta così, la commistione tra due generi di base non troppo lontani sembrerebbe funzionare bene, ma purtroppo non è proprio così, visto che il gameplay soffre di alcune lacune macroscopiche davvero difficili da ignorare.
Come prima cosa l'esplorazione, fin troppo impegnativa e frustrante per via delle scelte survival imposte dal team di sviluppo: spostarsi all'interno della città dei nani porterà anche a potersi creare veri e propri percorsi, spesso sotto forma di piattaforme di legno.
A tal proposito, il gioco non prenderà per mano il giocatore, rendendo l'esplorazione inutilmente punitiva. Oltre a dover controllare la fame e la stanchezza del personaggio, dovremo infatti fare attenzione anche alla "malvagità" sprigionata dall'interno della montagna. Rimanere al buio troppo a lungo porterà infatti il nostro Nano a perdere sanità mentale e lucidità, arrivando a consumare la sua salute.
«Due volte già mi hai portato, Gwaihir, amico mio»
Fortunatamente, la possibilità di realizzare manicaretti di vario tipo (così come bevande come birra e infusi) si dimostrerà efficace a farci recuperare l'energia, sebbene il meccanismo appare però sempre inutilmente punitivo.
Anche il sistema di combattimento, altro elemento chiave di Return to Moria, mette in mostra tutti i limiti del progetto. Il giocatore sarà chiamato ad affrontare orchi, goblin e una manciata di altre creature tipiche dell'immaginario tolkeniano: peccato solo che il gameplay vero e proprio risulterà essere impreciso e ripetitivo, con una IA dei nemici tarata verso il basso.
A ciò vanno aggiunti anche un set di animazioni approssimative e, più in generale, un comparto tecnico appena sufficiente.
The Lord of the Rings: Return to Moria non è certo un gioco che fa gridare al miracolo dal punto di vista grafico, essendo stato palesemente realizzato con un budget risibile, cosa questa che si riflette anche nel comparto sonoro, con musiche piuttosto blande e dialoghi ripetitivi e fuori fuoco. Certo, alcune ambientazioni e location sono in grado di mettere in mostra uno stile che non potrà non piacere ai fan de Il Signore degli Anelli, ma è pur sempre poca roba considerando la pochezza del resto.
Nota a margine: nel gioco è possibile esplorare in solitaria o fare gruppo con otto amici nel multigiocatore cooperativo online. Il comparto multiplayer è sicuramente un'aggiunta gradita, sebbene sarà piuttosto difficile trovare qualcuno disposto a trascorrere del tempo superiore alle quattro ore nelle miniere di Moria.
L'avventura sviluppata da Free Range Games è quindi un prodotto minore, realizzato con tutti i limiti del caso: non ci aspettavamo di certo un gioco in grado di riabilitare la IP de Il Signore degli Anelli nel mondo dei videogiochi, visto che ultimamente sembra essere parecchio sfortunata in tal senso, con titoli mai all'altezza delle aspettative (vedi il già citato Gollum).
Tuttavia, è pur vero che come survival preso a sé stante The Lord of the Rings: Return to Moria è un gioco appena sufficiente, il quale non sembra riuscire ad eccellere in nulla di ciò che mette sul piatto, sebbene il fascino di Moria e la forza del popolo dei Nani, non condanna drasticamente un progetto "piccolo piccolo", dotato comunque di una buona dose di coraggio.
Voto Recensione di The Lord of the Rings: Return to Moria | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
I Nani sono sicuramente dei personaggi unici.
-
Ambientazioni piuttosto evocative...
Contro
-
... se non fosse per un comparto tecnico appena sufficiente.
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Fin troppo punitivo.
-
Meccaniche di gioco difficili da approfondire.
Commento
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