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Recensione

The Last of Us Parte 2 Remastered | Recensione - Nulla è cambiato

The Last of Us Parte 2 Remastered è un'operazione che non possiamo accogliere con gioia, poiché è solo una Director's Cut con novità irrilevanti.

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

In sintesi

  • Non è cambiato nulla di rilevante.
  • Aggiunta una nuova modalità roguelite.
  • I tre livelli perduti, i commenti e i podcast sono materiale che sarebbe dovuto essere aggiunto gratuitamente.

Informazioni sul prodotto

Immagine di The Last of Us - Part II Remastered
The Last of Us - Part II Remastered
  • Sviluppatore: Naughty Dog
  • Produttore: PlayStation Studios
  • Distributore: Sony Interactive Entertainment
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PS5
  • Generi: Action Adventure
  • Data di uscita: 19 gennaio 2024

The Last of Us Parte 2 Remastered è un nome sbagliato o, se preferite, più spiccatamente commerciale.

In realtà, si tratta a tutti gli effetti di una director's cut, nella forma e nella sostanza; di una riedizione dello stesso gioco che esce a pochissimo tempo di distanza dal suo debutto e che pertanto non può essere considerata un'operazione in grado di sfuggire da comprensibili e giustificate critiche.

Ci sono certamente dei motivi, se Sony ha deciso di rivendere lo stesso gioco ancora una volta, e sono da ricercare soprattutto in quella voragine di giochi first party con un diametro che parte dal post-Spider-Man 2 fino a un punto lontano e ancora non definito all'orizzonte.

Questa scelta operata da Sony naturalmente non toglie nulla alla maestosa grandezza di The Last of Us Parte 2 (ecco la nostra recensione), che fu non solo il gioco più importante del 2020, ma il manifesto di un'intera generazione.

The Last of Us Parte 2 Remastered, repetita iuvant?

Dopo quasi un lustro passato a magnificare lo strepitoso lavoro di Naughty Dog, e dopo diversi anni trascorsi a godere di grandiosi titoli dalla portata non indifferente, bisogna ammettere che nessuno è ancora riuscito ad avvicinarsi a ciò che è riuscito a fare nel complesso The Last of Us Parte 2 (lo trovate su Amazon).

Diventa dunque comprensibile, da un punto di vista strettamente commerciale, continuare a puntare sul cavallo vincente anche in periodi di preoccupante magra. Al di là del supporto di studi esterni e di giochi in arrivo per brevi periodi di esclusività, Sony non ha ancora annunciato nulla di rilevante per il 2024.

Questo è un dato di fatto che esula da ogni tipo di analisi legata al gioco, che è in sostanza una riedizione con trascurabili migliorie che avrebbero potuto essere rese disponibili in via del tutto gratuita. Lo diciamo anche in virtù del fatto che il team di Santa Monica – altro team interno di Sony – ha distribuito senza costi aggiuntivi un DLC dal valore sostanziale più alto rispetto alle novità incluse nel pacchetto di The Last of Us Parte 2 Remastered. Era davvero impossibile fare lo stesso?

Se siete dunque tra coloro pronti ad acquistare nuovamente lo stesso gioco a distanza di qualche anno, sappiate che non esiste una reale motivazione per farlo, a meno che non vogliate ancora una volta riconoscere i grandi meriti di una software house che ha pochi eguali al mondo. Certo, in fondo basterebbe sborsare soltanto dieci euro, direte giustamente, ma questo non può frenarci dal criticare un'operazione (solo quella, badate bene) che per il consumatore finale ha davvero poco senso.

La portata più succulenta di The Last of Us Parte 2 Remastered è la nuova modalità roguelite chiamata No Return. L'abbiamo affrontata fino alla fine e si configura sostanzialmente come una serie di brevi missioni a obiettivi in cui dovrete resistere alle ondate nemiche in sezioni di gioco create in maniera procedurale.

The Last of Us Part 2 Remastered è una riedizione con trascurabili migliorie che avrebbero potuto essere rese disponibili in via del tutto gratuita.

Oltre a scegliere il vostro personaggio (altri verranno sbloccati man mano e taluni saranno anche giocabili per la prima volta in assoluto), all'inizio sarete in una zona franca da cui selezionerete, attraverso una lavagnetta, quello che sarà il vostro percorso di sfida. Potrete naturalmente apportare le dovute modifiche alle armi, implementare miglioramenti e riprovare le missioni qualora abbiate incontrato qualche difficoltà di troppo.

Chi ha già spolpato all'osso il gioco, e magari visto i titoli di coda dopo aver affrontato l'avventura  alla massima difficoltà, non avrà grossi problemi a completare la modalità, che è un mix di situazioni pressoché già viste e con contesti variabili in modo poco sensibile. La modalità in questione mette in risalto tutto ciò che di sontuoso c'è nei sistemi di gioco implementati, esaltando ulteriormente l'efficacia degli "strumenti" messi a disposizione del giocatore.

Sono presenti boss fight, i consueti brutali combattimenti, la cruda violenza tipica della serie e tutto ciò che di inappuntabile abbiamo già raccontato nella nostra recensione, che rimane immutata e scrive sulla pietra (se possibile, quantificandolo) il valore ancora immacolato di quell'opera che si è rivelata un vistoso spartiacque tra il prima e il dopo dell'industria dei videogiochi.

Una Director's Cut chiamata Remastered

A impreziosire il pacchetto di The Last of Us Parte 2 Remastered ci sono dei podcast in lingua originale, con focus sulla produzione e ciò che ruota attorno al gioco. Un altro breve filmato parla del curioso parallelo che intercorre tra un gioco che mette in risalto le conseguenze di una pandemia nel periodo in cui anche il mondo reale ne è coinvolto, sebbene in maniera completamente diversa e con contorni decisamente meno apocalittici.

Oltre ai miglioramenti per la photo mode, alla possibilità di poter tornare a suonare nell'apprezzato mini gioco, alle skin aggiuntive e alla modalità speedrun già presente nel primo capitolo, l'altra novità che pareva più di peso era senza dubbio rappresentata dai livelli perduti.

Diciamo "pareva" a ragion veduta, perché il contenuto in questione è forse la più grande delusione del lotto. Chi pensava di poter giocare per intero dei grandi livelli tagliati dal gioco, o che fossero in qualche modo capaci di farvi impiegare qualche oretta (ma anche una soltanto, volendo) esplorando in lungo e in largo nuove sezioni, dovrà purtroppo tenere a freno il proprio entusiasmo.

I livelli perduti non sono altro che tre spezzoni molto brevi con scarse interazioni e con la possibilità di camminarci dentro mentre si ascoltano alcuni dietro le quinte degli sviluppatori. All'avvio, ciascuno di essi è presentato da una breve introduzione di Neil Druckmann, che si affretta a sottolineare più di una volta di essere clementi coi giudizi perché si tratta di stralci di gioco grezzi, poco definiti e ben lontani dalla qualità finale a cui gli sviluppatori ci hanno abituato, di idee cestinate o che evidentemente ritenevano poco funzionali all'interno del contesto di gioco.

All'interno dei livelli ci sono dei grossi balloon con cui interagire, che fanno semplicemente partire un breve file audio che contestualizza la zona e spiega nel dettaglio i motivi per cui alla fine si è deciso di tenerli fuori dal gioco finale. Diversi sviluppatori, nell'arco di una manciata di minuti al massimo, illustrano l'idea alla base di quei segmenti, approfondendo di volta in volta per quale motivo ritenessero che quei contenuti non avrebbero funzionato.

Sebbene siano delle curiosità che l'appassionato della serie non ha nessuna intenzione di lasciarsi sfuggire, bisogna dire che c'è ben poco di importante in certe dichiarazioni. Spiegare perché una festa o una caccia al cinghiale stonassero un po' con ritmi e toni di gioco non è in effetti un grande apporto, in termini di fondamentali informazioni, ma ce n'è una particolare che ci ha colpito per ciò che potrebbe essere il futuro della serie.

Il livello tagliato delle fogne di Jackson avrebbe potuto approfondire ulteriormente la psiche traviata di Ellie, mostrando i primi segni tangibili del disturbo post-traumatico da stress che la giovane ragazza subisce dopo gli eventi terribili che tutti ormai conosciamo.

Nel gioco originale, soprattutto verso la conclusione, ci sono già i prodromi di una forte instabilità psichica, in particolar modo quando l'agone della battaglia si spegne ed Ellie è sola con se stessa, calma, che fissa il vuoto mentre riordina pensieri ed eventi dopo quell'ottovolante di incessanti peripezie, in lotta per la vita senza un attimo di respiro.

Personalmente, dopo aver finito per la prima volta il gioco, ho avuto la forte sensazione che Ellie diventerà una donna con la psiche alla deriva, irrimediabilmente traumatizzata, che azzanna, uccide e strepita mentre occulta delle fragilità che la consumeranno dall'interno con esiti che non oso nemmeno immaginare. 

Nel livello tagliato delle fogne era ancora troppo presto per presentare al giocatore quelle manifestazioni, e in effetti c'è una dichiarazione che lo dice in modo piuttosto chiaro e senza timore di fraintendimento. Ecco, se c'è qualcosa che riteniamo davvero prezioso in questa operazione, è aver mostrato quelle che erano le intenzioni degli autori coi personaggi e con le loro personalità, tra le più autentiche e realistiche che ci sia mai capitato di vedere.

Chiudono la disamina di The Last of Us Parte 2 Remastered le migliorie del comparto tecnico: la modalità Qualità ha l'output a 4K nativi, la modalità Performance a 1440p upscalati a 4K, c'è la possibilità di sblocco del frame rate per le TV che supportano il VRR, sono state migliorate la risoluzione delle texture, la qualità delle ombre e il sampling rate delle animazioni.

Per il resto, The Last of Us Parte 2 Remastered rimane ancora «un titolo che fa compiere un intero passo avanti al medium, che cancella tutti i timidi tentativi di proporre avanguardie narrative, che traccia una linea netta oltre la quale nessuno si era mai spinto fino a oggi».

Come dicevamo ai tempi dell'uscita originale, è un gioco che«Compie scelte tremendamente impopolari, quasi impossibili da testimoniare senza uscirne con l’animo affranto; costruisce una storia di estremo e insanabile dolore, con scene capaci di squassare la vostra interiorità e trasmettere un coacervo di sensazioni che solo il trauma e il profondo smarrimento sono in grado di convogliare».

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Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Il manifesto della scorsa generazione, con un paio di aggiunte...

Contro

  • ... Che hanno scarso rilievo e che sarebbero dovute essere gratuite.

  • Si tratta di una directors'cut a tutti gli effetti, e non di una classica "remastered".

Commento

The Last of Us Parte 2 Remastered è in realtà una director's cut a tutti gli effetti, con contenuti che francamente sarebbero dovuti essere distribuiti in via del tutto gratuita. Tutto ciò diventa ancora più vero anche alla luce del DLC di God of War: Ragnarok arrivato sul mercato senza richiedere esborsi extra, che si è rivelato di livello altissimo per non metterlo a paragone con questo tipo di operazione che non ci ha convinti. Nonostante il buon lavoro svolto su No Return, e sui dettagli di gioco resi noti dagli sviluppatori, riteniamo che non ci siano grandi ragioni per chiedere agli utenti un ulteriore esborso (sebbene di modesta entità e per tutte le tasche). Questo naturalmente non cambia di una virgola quanto detto sul gioco originale, che rimane ancora oggi uno delle opere più importanti e significative dell'intera storia del videogiochi.
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