The DioField Chronicle | Provato - Gloria e strategia
Abbiamo trascorso le nostre prime ore con il nuovo gioco di ruolo tattico e ve le mostriamo da vicino.
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a cura di Stefania Sperandio
Editor-in-chief
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Square Enix
- Produttore: Square Enix
- Distributore: Koch Media
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , SWITCH , PS5
- Generi: Gioco di Ruolo , Strategico
- Data di uscita: 22 settembre 2022
Square Enix è pronta a dare i natali a una valanga di giochi di ruolo, per l'imminente autunno. Tra questi, troviamo anche The DioField Chronicle, che a partire da un team di veterani – tra la musica del premiatissimo Ramin Djawadi (Il Trono di Spade) e l'art direction di Isamu Kamikokuryo (Final Fantasy XII, XIII, XV, tra tanti altri) – vuole portarci in un'epica dai toni classici, che mescoli a delle meccaniche ruolistiche un'anima da strategico in tempo reale.
Abbiamo avuto modo di mettere alla prova l'idea, che rende il progetto più vicino a un XCOM che a un Fire Emblem – a cui al colpo d'occhio sembrerebbe somigliare di più – attraverso una lunga demo che dal 10 agosto potete provare gratis anche voi.
Ne siamo usciti con addosso delle buone sensazioni, perché seppur abbia alcuni aspetti migliorabili che vedremo nel corso di questa anteprima, The DioField Chronicle riesce nell'intento di proporre un combat system intelligente e che invita alla pianificazione, oltre a un interessante sistema di crescita dei personaggi.
Nell'isola di DioField
Attingendo a piene mani dal cosiddetto "high fantasy", il gioco ci trascina sull'isola di DioField, posta al di là delle coste di un continente scosso dalla guerra.
Gli intrighi sono quelli che ci si aspetterebbe dai palazzi di corte medioevali: un impero che non tiene a bada le sue mire espansionistiche, risorse preziose sparse per il continente e appetibili, un conflitto che sembra pronto a ridefinire lo scacchiere delle sfere d'influenza.
In mezzo a tutto questo, e con una buona dose di arti magiche a condire la vicenda, ci ritroveremo a guidare i Blue Foxes, un gruppo di mercenari che hanno deciso di servire proprio il Regno di Andrias, che ha il controllo di DioField. Dopo una missione fallita in modo traumatico molto tempo fa, questi guerrieri professionisti sono pronti a mettere i loro talenti a protezione dell'isola, in questo periodo di tumulti.
Come immaginerete, però, le sfide non mancheranno. Appare piuttosto chiaro, per le ore di prova che abbiamo potuto affrontare, che The DioField Chronicle non vada a brillare per l'originalità della componente narrativa, che tra condottieri, strateghi militari e nobili che danno gli ordini nell'ombra non fa troppo per proporre qualcosa di completamente originale.
Siamo curiosi, in compenso, di approfondire la conoscenza con i diversi protagonisti, dal momento che quelli che abbiamo potuto incontrare fino a questo punto rispondevano più che altro agli archetipi tipici del genere – tra condottieri valorosi, maghe bianche dall'animo nobile e un protagonista principale, Andrias, che non riusciva a svettare sul resto del cast. Siamo curiosi di scoprire se lo farà durante il gioco completo, però.
Prepararsi a combattere
Il cuore pulsante del gioco risiede, insomma, nelle sue battaglie in tempo reale dalla forte componente strategica.
La struttura di The DioField Chronicle (lo trovate su Amazon) è un po' quella di Fire Emblem: Three Houses e, se vogliamo rimanere tra i nomi recenti e sempre in casa Square Enix, a grandissime linee di Triangle Strategy.
Il gioco alterna infatti delle fasi di storia ed esplorative agli scontri veri e propri. In queste fasi di esplorazione, ambientate nel quartier generale di Andrias a DioField (così come in Three Houses erano ambientate nella vostra accademia), potete scorrazzare liberamente per un'ambientazione non troppo dispersiva e piuttosto spoglia.
Troverete qui degli NPC con cui interagire, con le linee di dialogo che cambiano di battaglia in battaglia, e diversi punti di interesse tra negozi, documenti per approfondire la lore, possibilità di ripetere le battaglie passate per accumulare XP e via dicendo.
È presente anche il tavolo delle strategie di guerra, da cui recarsi di solito per avviare la prossima missione di storia.
Il gioco ne propone sia primarie che secondarie e, per quanto visto fino ad ora, quelle secondarie sono in realtà piuttosto brevi e di facile risoluzione. Molto più interessanti, come è naturale che sia, quelle primarie, che portano a degli scontri dove The DioField Chronicle dà il meglio di sé.
Come si combatte: scacchiere no, tempo reale sì
The DioField Chronicle propone dei combattimenti strategici in cui tutti i personaggi si muovono lungo le loro caselle – se non fosse che qui non ci sono caselle. Un po' nello stile di XCOM, potete selezionare i quattro personaggi del vostro party e decidere liberamente dove farli spostare, perché non c'è uno scacchiere. Non c'è, però, nemmeno un limite ristretto alla distanza da coprire.
Uno degli aspetti interessanti è che è possibile assegnare degli spostamenti intermedi a ogni singolo personaggi (fino a tre massimi), in modo che faccia delle tappe prima di arrivare all'azione finale. Si tratta di un dettaglio apparentemente di poco conto, ma che durante gli scontri assume invece un peso strategico: potreste, ad esempio, utilizzarlo per aggirare i nemici e prenderli alle spalle, arrecandogli più danni.
Tutti gli avversari, che a loro volta si muovono in tempo reale nei loro assalti o semplicemente nelle loro ronde, hanno intorno a loro un cerchio che rappresenta il campo visivo: entrandoci, verrete attaccati. Questo significa che, ad esempio, colpendoli dalla lunga distanza con un mago o un arciere scegliereste di non esporvi alla loro controffensiva, almeno fino a quando non verranno nella vostra direzione e vi scoveranno.
Sulla base di queste semplici premesse – gli spostamenti anche a tappe e la gittata del campo visivo e degli attacchi – The DioField Chronicle costruisce un combat system ben ingegnato, che stimola l'inventiva del giocatore e che funziona. Il gioco propone quattro diverse classi di personaggi e via via imparerete a padroneggiarle per sapere chi mandare ad attaccare il nemico nel breve e chi tenere più nelle retrovie, magari per aiutarvi a recuperare gli HP.
Inoltre, tutti i personaggi sono dotati di punti consumabili che permettono di utilizzare delle abilità uniche per la loro classe. L'arciere potrà, ad esempio, sparare una raffica di frecce in un'area circoscritta scelta da voi, la maga bianca creare un'area curativa che coinvolgerà tutti i vostri personaggi che ci si trovano dentro.
E, ancora, nel campo di battaglia si possono raccogliere i frammenti di sfere che possono essere caricate per usare delle evocazioni simili a quelle di Final Fantasy: vedere i vostri nemici radunati in un piccolo spazio e colpirli dall'alto evocando Bahamut vi darà non poca soddisfazione.
Siamo rimasti colpiti in positivo anche dal sistema di attacco alle spalle a cui facevamo cenno: ci ha ricordato quello messo sugli scudi da Triangle Strategy, che incentivava molto questo tipo di pianificazione.
In The DioField Chronicle vi capiterà volutamente di disporre i vostri personaggi a tenaglia, modificando la disposizione a seconda dello spostamento del nemico, proprio per assicurarvi che almeno uno dei due stia sempre colpendo alle spalle e arrecando così più danni.
Un neo che invece abbiamo trovato nelle battaglie è che possono diventare confusionarie. Se ci sono molti nemici che agiscono all'unisono, o se si affronta una boss fight contro giganteschi avversari, ci è risultato piuttosto facile perdere il filo della situazione e la posizione dei personaggi, complice l'azione sempre in tempo reale.
Nel complesso, comunque, il livello di sfida ci è sembrato piuttosto clemente. Abbiamo giocato a difficoltà Normale (ne trovate una più bassa e una più alta), ma una volta padroneggiate le peculiarità del personaggio e, soprattutto, una volta avuta nel party la maga bianca, è difficile farsi prendere in contropiede – anche perché i personaggi che cadono possono essere rianimati facendoli raggiungere da un compagno, che si esporrà così a essere colpito.
Completando le quest è possibile ottenere denaro per comprare armi ed equipaggiamenti, ma soprattutto ottenere punti da spendere per sviluppare il proprio personaggio. E qui The DioField Chronicle si apre a una ulteriore e interessante stratificazione.
Sviluppare i personaggi
Ci sono due aspetti da tenere in conto per sviluppare i propri protagonisti, ed entrambi potrebbero avere da dire nel gioco finale.
Il primo sono i perk che sono propri del personaggio. Investendo dei punti ottenuti in battaglia, potreste accedere una sorta di mini-sferografia del singolo personaggio, dove potenziare le sue caratteristiche. Ad esempio, potrebbe avere più HP, o gli oggetti curativi potrebbero avere maggior effetto su di lui.
L'altra via, parallela, è quella dello sviluppo della classe di cui il personaggio fa parte. Qui, si accede a un albero diverso per ciascuna classe (in tutto sono quattro), che permette di sbloccare delle abilità che saranno disponibili per i personaggi facenti parte di quella stessa classe.
Un cavaliere potrebbe così sbloccare un nuovo attacco capace di spingere indietro gli avversari, mentre il mago potrebbe imparare a usare la magia Meteor per colpire duro i suoi nemici.
L'albero dei perk dei singoli personaggi ci è parso non troppo approfondito, almeno per il momento, con alcune migliorie che si limitano a chiedere semplicemente molti punti per essere sbloccate e necessitano quindi di un po' di grinding. Di contro, l'albero delle abilità per classe si promette piuttosto soddisfacente, da questo primissimo impatto con il gioco.
A tutto questo, sommiamo anche il fatto che le sfere per le evocazioni sono equipaggiabili un po' come le Materia di Final Fantasy VII, anche se valgono per tutti il party: avete degli slot preposti e potete decidere quali portare con voi, a seconda delle caratteristiche che vi faranno più comodo per il vostro stile di combattimento.
Comparto tecnico
Se, insomma, il combat system è stato quello che ha fatto volare le nostre ore trascorse all'interno della demo per la sua grande libertà di approccio, il comparto tecnico del gioco risulta un po' meno coraggioso e non all'avanguardia.
Durante i combattimenti non abbiamo notato problematiche e il gioco, nella versione PS5 che abbiamo testato, permette di scegliere se dare priorità al frame rate o al 4K. In entrambi i casi, non abbiamo avuto inconvenienti e lo stile diorama dei campi di battaglia è piuttosto dettagliato e gradevole – soprattutto negli scenari urbani.
Discorso un po' diverso, invece, per le fasi esplorative, non perché ci siano inciampi tecnici ma per il comparto grafico piuttosto obsoleto e i personaggi particolarmente legnosi. Sono scene di contorno, è vero, ma difficilmente avrete la sensazione di stare giocando a un titolo per la nuova generazione di console.
Ottima la colonna sonora, ma non poteva essere altrimenti considerando che coinvolge il vincitore dell'Emmy Ramin Djawadi (leggendario compositore per Il Trono di Spade).
Molto migliorabile, invece, il doppiaggio di alcuni dei protagonisti, che seppur spazi tra diversi accenti britannici non riesce sempre a trovare mordente. Vi piacerà, invece, la voce del narratore – ma non vogliamo dirvi di più sulla sua identità.
Il gioco non è localizzato in italiano: le voci sono in inglese o giapponese, i sottotitoli non prevedono la nostra lingua.
È ovviamente un peccato per un colosso come Square Enix, anche perché l'inglese utilizzato dai protagonisti, come nello stile di questo genere, potrebbe risultare ostico in diversi passaggi, per chi non fosse molto agile con l'idioma di Sua Maestà.
Versione provata: PS5
Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
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Combattimento ingegnoso e soddisfacente una volta che ci si prende la mano...
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Sviluppo dei personaggi, per classi, interessante
-
Colonna sonora di grande atmosfera
Contro
-
... ma inevitabilmente caotico in alcuni momenti affollati
-
Comparto tecnico vetusto nelle fasi di intervallo tra le battaglie
Commento
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