The Chant | Recensione - Terrore sull'isola in un simil-Until Dawn
La prima IP originale di Brass Token convince e lascia ben sperare per il futuro dello studio.
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a cura di Nicolò Bicego
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Brass Token
- Produttore: Prime Matter
- Distributore: Plaion
- Piattaforme: PC , XSX , PS5
- Generi: Avventura , Survival Horror
- Data di uscita: 3 novembre 2022
Il 2022 e il 2023 saranno anni da ricordare per ogni appassionato di videogiochi horror, fosse anche solo per il numero di uscite di peso in arrivo: The Callisto Protocol, Resident Evil 4, Alan Wake 2, Silent Hill 2, Dead Space, Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse. Giusto per nominare i titoli più blasonati.
In questo frangente, c’è spazio anche per alcune produzioni horror a medio budget, che cercano di farsi largo tra le uscite AAA puntando su concept intriganti in grado di attirare l’attenzione su di loro. Tra questi c’è The Chant, survival horror in terza persona sviluppato da Brass Token, disponibile su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC.
Scopriamo insieme quali orrori ci attendono nel paradiso naturale di Glory Island.
Gli incubi del passato
Cominciamo dalla storia di The Chant, che si apre con un prologo in cui impersoniamo una donna in stato di gravidanza, in una misteriosa isola dove delle persone, apparentemente legate ad un culto, sembrano volerne fare una specie di sacrificio umano. Questa piccola sezione fa anche da tutorial per l’avventura, facendoci prendere confidenza con i comandi di gioco, prima di arrivare al presente.
La nostra vera protagonista è Jess, giovane studentessa di biomedicina che soffre di disturbo da stress post-traumatico per un evento accaduto nel suo passato. Con varie vicissitudini, la donna deciderà di raggiungere il paradiso naturale di Glory Island per un ritiro spirituale, dal nome Prismatic Science.
Rispetto ad altri culti presentati in titoli horror, Prismatic Science, come si può intuire dal tono, si dà un alone di scientificità, cercando di dare una spiegazione scientifica ai fenomeni mistici sperimentati dai suoi cultisti.
Come potete immaginare, però, il ritiro spirituale non va per il verso giusto e porta a un'apertura di un portale, lasciando che pericolose creature provenienti dall’altra dimensione possano penetrare nei meandri dell’isola.
Questa è la premessa narrativa, oltre la quale non vogliamo procedere per evitarvi spoiler. Strutturalmente, il gioco ricorda molto Until Dawn (paragone che riprenderemo anche per il gameplay): si tratta di una storia con bivi legati a scelte da fare e ad opzioni di dialogo, che porteranno a diversi finali possibili.
Proprio come per il titolo di Supermassive Games, la storia è molto piacevole da seguire e soddisfa la sete di brivido per chi è appassionato del genere (in tal caso, potete già farlo vostro su Amazon), ma non si tratta sicuramente di una vicenda memorabile o di una narrazione priva di difetti.
Passando al comparto tecnico, la nostra prova si è svolta su PlayStation 5, dove il gioco scorre in maniera fluida e senza particolari intoppi. Pur non parlando di un titolo ad alto budget, le ambientazioni sono discretamente belle da vedere, mentre i personaggi risultano un po’ meno dettagliati, ed è qui che è più evidente la natura a medio budget di The Chant.
Per quanto riguarda il comparto audio, la colonna sonora è composta perlopiù da tracce di grande atmosfera, che fanno molto bene il loro lavoro nel sottolineare ogni momento di tensione (che ovviamente la fanno da padrone in quest’avventura).
I pericoli dell’isola
Veniamo quindi al gameplay di The Chant. Poco sopra avevamo preso come paragone Until Dawn, e questo raffronto torna utile anche in questo contesto. I due giochi sono molto simili: si tratta anche in questo caso di un survival horror in terza persona, in cui saremo chiamati ogni tanto a completare dei QTE e a prendere decisioni che avranno un impatto sullo sviluppo della trama.
The Chant offre però un gameplay più stratificato, perché nel gioco sono presenti anche dei combattimenti, elemento che lo differenzia rispetto a molti horror che rientrano, a vario titolo, nella categoria walking simulator.
Esplorando l’isola, potremo raccogliere diversi materiali, con alcuni dei quali potremo costruire delle rudimentali armi per difenderci dalle creature che popolano l’isola. Per la verità, il combat system è piuttosto spartano e la fuga sarà quasi sempre la migliore risposta, visto anche che Jess sfodera un’agilità insospettabile per la sua costituzione fisica.
Ciò detto, il semplice fatto di avere la possibilità di rispondere agli attacchi dei nemici dà al gioco un qualcosa in più, che potrebbe far felice chi non sopporta un’eccessiva passività in questi frangenti.
I materiali raccolti sull’isola serviranno anche a curarci. Jess ha tre barre della salute: corpo, mente e spirito. Il corpo rappresenta i classici punti vita, terminati i quali arriva la schermata di game over.
Mente e spirito sono invece collegati tra loro. La mente rappresenta la sanità mentale di Jess, terminata la quale la ragazza ha un attacco di panico, da cui non si riprenderà fino a che non avrà raggiunto un posto sicuro.
Lo spirito rappresenta invece le abilità meditative apprese da Kim sull’isola: ricorrendo ad esse, Kim potrà recuperare un po’ di salute mentale. Va da sé che terminare le energie spirito significa non poter più curare la salute mentale, dunque si tratta di un parametro da monitorare costantemente.
Durante l’avventura, inoltre, le nostre azioni ci regaleranno esperienza per queste tre aree, in base alle decisioni che prenderemo e alle cose che faremo.
Questa dinamica serve a dare un po’ di profondità in più al gameplay di The Chant, dato che non potremo semplicemente fiondarci a testa china verso il nostro obiettivo, ma dovremo sempre tenere d’occhio le condizioni di Jess.
Per quanto riguarda la progressione, l’isola di The Chant sarebbe in teoria liberamente esplorabile, ma in pratica certe sezioni risultano chiuse fino a che non abbiamo raggiunto alcuni obiettivi, dunque il gioco procede in maniera abbastanza lineare – permettendo però una buona dose di libertà nell’esplorare i meandri di Glory Island.
Proprio per questo, l’avventura non è molto rigiocabile: la storia presenta dei bivi, ma dato che i cambiamenti più importanti sono concentrati nel finale e che sono legati principalmente a come abbiamo distribuito l’esperienza tra corpo, mente e spirito, difficilmente vorrete rigiocare l’avventura soltanto per questo.
La durata del gioco si attesta intorno alle otto ore, che potrebbero essere leggermente di meno a seconda di quanto vi perderete ad esplorare l’isola.
Tirando le somme, The Chant è una buona avventura horror, in grado di regalare qualche brivido ed una storia carica di tensione che, pur con i suoi limiti, sa intrattenere davvero molto bene. Non ci sono particolari guizzi creativi, né sul fronte narrativo, né sul fronte gameplay, ma le dinamiche introdotte a livello di gioco sono comunque interessanti. Trattandosi della prima IP di Brass Token, si tratta di un inizio davvero molto promettente.
Versione recensita: PS5
Voto Recensione di The Chant - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Storia coinvolgente e carica di tensione...
-
Tecnicamente buono
-
Trovate interessanti a livello di gameplay
Contro
-
... ma con alcuni limiti
-
Bivi poco significativi fino al finale
Commento
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