Tekken Bloodline | Recensione serie Netflix - Get ready for the next battle
Abbiamo visto i sei episodi della serie Netflix dedicata a Tekken: ecco la nostra recensione!
a cura di Marcello Paolillo
Senior Staff Writer
Informazioni sul prodotto
- Produttore: Netflix/Bandai Namco
- Distributore: Netflix
- Data di uscita: 18 agosto 2022
La saga di Tekken, con gli anni, ha scalato le classifiche di gradimento di tutti gli appassionati di picchiaduro 3D, diventando vero e proprio paradigma del genere di appartenenza.
Alla fine degli anni ’90, ossia quando la prima PlayStation stava per entrare nelle case di ciascuno di noi, i picchiaduro a incontri erano infatti il pane quotidiano, nonostante le sale giochi stavano per incamminarsi inesorabili verso il viale del tramonto. Namco, che proprio grazie a Tekken riuscì a tenere testa al rivale storico di SEGA (ovvero l'altrettanto celebre Virtua Fighter), riuscì negli anni a imporsi come la regina dei beat 'em up a incontri, fino praticamente ai giorni nostri (del resto, Tekken 2 su PlayStation Plus è disponibile da poche settimane, per tutti coloro che vogliono rinfrescarsi la memoria).
Tekken Bloodline, la nuova serie animata Netflix ispirata proprio al leggendario picchiaduro di Bandai Namco e prodotta da Katsuhiro Harada e Micheal Murray, mira ad essere proprio un omaggio appassionato alla prima generazione di titoli dedicati al franchise, proprio quelli dell'era PSOne.
Non è di certo la prima volta che assistiamo a una trasposizione di Tekken, considerando il film con attori in carne ed ossa del 2010 diretto da Dwight H. Little, il cui risultato ha però lasciato piuttosto freddo il pubblico, specie per la difficoltà di raccontare una vicenda che ponesse l'accento sui singoli personaggi (e sulle coreografie marziali) piuttosto che sul resto. I fan della serie (che trovate anche su Amazon) rimasero quindi parecchio delusi.
La storia di Tekken Bloodline
Le produzioni ispirate ai videogiochi non mancano di certo nel catalogo streaming del colosso americano, tra alti (pochi) e bassi (numerosi). Tekken Bloodline, fortunatamente, si allinea a tutta quella serie di produzioni che, sin dal suo annuncio, mirano ad essere davvero molto fedeli al videogioco, grazie anche e soprattutto alla presenza di personaggi storici della serie (come Jin Kazama o Heihachi Mishima), in grado di mandare in brodo di giuggiole quei giocatori che sono cresciuti partecipando a svariate edizioni dell'Iron Fist Tournament.
Iniziamo dalla trama di Bloodline, che poco fa per distaccarsi da quella del videogioco omonimo, ed anzi, va ad incastrarsi perfettamente nella storyline principale. Scritta da Gavin Hignight e diretta da Yoshikazu Miyao, la serie – divisa in sei episodi da 25 minuti ciascuno – porta sul piccolo schermo le gesta marziali di uno dei personaggi più iconici della saga, ossia Jin.
La storia fa quindi quasi interamente leva sulla ricerca di vendetta del karateka, in particolare la morte della madre per mano di un demone di nome Ogre. Per cercare di trovare la verità, Jin chiederà aiuto a suo nonno Heihachi per prendere parte a un duro addestramento che gli aprirà poi le porte del prestigioso Iron Fist Tournament.
Una volta sul ring, il guerriero dovrà affrontare altri indomiti combattenti provenienti da tutto il pianeta, conquistare la cintura di campione e trovare così il responsabile della morte di Jun Kazama.
Sì, se avete appena provato un brivido lungo la schiena e magari siete videogiocatori da più di vent'anni, non scandalizzatevi: Tekken Bloodline è rivolto infatti a tutti quei giocatori che hanno amato – e forse amano ancora – il leggendario Tekken 3, visto che la trama della serie Netflix è antecedente alle vicende del gioco.
Il cammino di vendetta di Jin, che rimanderà alla memoria film come La prova o Ong Bak, è esile come un foglio di carta, come del resto è la trama stessa del videogioco. Lamentarsi di un plot solo sufficiente vuol dire non avere mai davvero inquadrato il motivo per cui Tekken è divenuto celebre, ossia per il torneo di arti marziali che vedrà Jin alle prese con altri storici personaggi della saga.
In Bloodline non mancheranno infatti vecchie glorie della serie, dalla giovane esperta di arti marziali Xiaoyu, all’implacabile assassina Nina Williams, passando per il wrestler mascherato King al rude combattente a stelle e strisce Paul Phoenix.
La scrittura dei vari episodi non fa altro che offrire una linea narrativa, saltando da un combattimento all'altro e ponendo molto del suo fascino sull'effetto nostalgia. Difatti, se siete giocatori di Tekken dell'ultim'ora, forse non coglierete tutti gli Easter Egg e le citazioni presenti in Bloodline. Di convesso, se siete cresciuti coi primi tre capitoli in sala giochi o su PS One, sarà un tripudio di riferimenti di ogni genere, personaggi leggendari e mosse speciali che molti di voi hanno ormai imparato a memoria.
Le animazioni create da Yoshikazu Miyao e dal suo team sono in grado di garantire un buon colpo d'occhio visivo, visto che il tutto ricalca fedelmente i vari match della saga videoludica, tratto distintivo da generazioni.
In tal senso Tekken Bloodline non sbaglia un colpo, essendo realizzato con lo specifico obiettivo di restituire allo spettatore la sensazione di stare assistendo a una lunga (a dire il vero neanche troppo) cutscene animata. Ecco quindi che le sequenze di azione sono decisamente accurate, velocissime, e in grado di farvi venire voglia di prendere in mano il pad non appena terminata la visione.
Il character design è fedele – e tamarro – come piace a noi, complice il fatto che chi cerca da Tekken lentezza e personaggi dotati di una personalità profonda e sfaccettata è meglio che si rivolga altrove. Vero anche che alcune piccole sbavature – specie per quanto riguarda le animazioni – impediscono a Bloodline di raggiungere quel livello davvero alto che i fan si aspettavano di trovare, sebbene lamentarsi dell'aspetto visivo sia abbastanza sciocco.
Del resto, Tekken ha da sempre proposto personaggi sopra le righe, da lottatori umani a creature sovrumane e persino animali (dagli orsi, ai canguri, passando per i velociraptor, sebbene la lista di stranezze sia davvero molto lunga), andando a toccare tutte le arti marziali possibili, dal wrestling al Kung Fu, sino al Taekwondo.
La prima stagione di Bloodline ha purtroppo un solo, grande difetto, ed è quello di durare solo sei episodi (un problema riscontrato anche con altre serie animate tratte da un videogioco, come ad esempio Castlevania). Il risultato è che parte del torneo principale risulta del tutto sacrificata, escludendo così dei momenti che avrebbero potuto portare altro godimento ai fan del franchise.
Tekken ha finalmente la serie che merita?
Tekken Bloodline quindi ce la fa, rivelandosi un adattamento ben impostato del materiale di partenza, che se da una parte risente della durata davvero troppo esigua degli episodi, dall'altra li vede sufficienti per presentare allo spettatore il cast – che vede la partecipazione di una valanga di volti noti della saga.
Sarebbe stato bello riuscire a godere di un livello del genere magari anche in un lungometraggio con attori in carne e ossa (come ad esempio è riuscito a fare, perlomeno in parte, l'ultima pellicola cinematografica dedicata a Mortal Kombat), sebbene sia altrettanto vero che solo un certo tipo di animazione è in grado di replicare quello stile e quell'estetica a cui Tekken ci ha abituati ormai da generazioni.
Vero anche che solo con le successive stagioni (alquanto scontate, visto l'epilogo di questa serie e il destino dei suoi personaggi) potremo farci un'idea più chiara del quadro generale. È vero e va appuntato, però, che questo primo ciclo di episodi prodotto da Katsuhiro Harada e Micheal Murray è davvero ciò che il fan di Tekken desiderano da anni, ossia un tuffo nel passato che non faccia altro che replicare a schermo gli stessi, identici combattimenti visti anni fa sulle proprie console PlayStation o su un cabinato da sala.
E la nostalgia canaglia ringrazia, tra un KO e un altro: «Get ready for the next battle!»
Voto Recensione di Tekken Bloodline - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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È Tekken, con tutti i suoi personaggi
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Ottimo stile visivo
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Combattimenti veloci e frenetici
Contro
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Sei episodi sono davvero troppo pochi
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Qualche incertezza lato animazioni