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Taito Egret II Mini | Recensione - Una nuova mini-console arcade di fascia alta

Decisamente per pochi

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Nel crescente mercato delle mini console da collezione, vero e proprio paradiso per i videogiocatori più nostalgici, si va ingrandendo di giorno in giorno la nicchia delle macchine che emulano i cabinati arcade che furono, riproponendo quel form-factor in dimensioni contenute.

Dopo gli esperimenti di Sega e SNK, con l'Astro City Mini e il Neo Geo Mini, anche Taito, storico marchio videoludico giapponese, tenta di battere questa strada, proponendo qualche idea nuova e puntando ad un pubblico forse ancora più di nicchia di quelli a cui si rivolgevano le due macchine succitate.

Abbiamo testato a lungo per voi il Taito Egret II Mini e quella che segue è la nostra recensione.

Chi ben comincia...

Alla prima apertura della confezione, compatta e poco ingombrante come da tradizione nipponica, troviamo un cavo USB-C da collegare ad una fonte di alimentazione esterna, un cavo HDMI 2.0, un mini-espositore in plastica che può essere montato sulla parte alta della macchina e la console in sé, più grande delle due dirette concorrenti menzionate ad inizio articolo ma comunque ampiamente trasportabile, in linea con molte console "mini" viste nell'ultimo lustro.

Chiude il cerchio dei contenuti un piccolo manuale interamente in lingua giapponese, che riesce comunque a rendersi utile anche a noi italiani grazie ad immagini chiarificatrici, ed una serie di sticker che manderanno in brodo di giuggiole i più feticisti tra gli acquirenti.

Se, da un lato, l'assenza di una batteria interna costringe a cercare fonti alternative di alimentazione, durante la nostra prova la console si è dimostrata pienamente compatibile con tre differenti power-bank normalmente utilizzate per smartphone, fornendo rispetto a questi ultimi una durata quasi raddoppiata della batteria.

La parte frontale della macchina presenta nove bottoni, tre dei quali piuttosto piccoli, per funzioni accessorie, e sei decisamente più grossi e confortevoli, ideali per i picchiaduro e per ricreare il più fedelmente possibile l'atmosfera da sala giochi cui mirava la compagnia.

Le due vere star della scena, a nostro avviso, sono però l'enorme control stick e lo schermo rotante in dotazione, capaci di differenziare notevolmente il Taito Egret II Mini dalla concorrenza: il primo, consistentemente più grande di quelli in dotazione alle console SNK e Sega, consente anche a chi avesse mani di dimensioni più generose di godersi i titoli senza troppi compromessi, con i continui click dei micro-switch integrati che giungono come musica alle orecchie dei giocatori più attempati, cresciuti in sala giochi a forza di game over e monetine.

Gradita anche la possibilità di bloccarlo temporaneamente affinché restituisca input sia in otto direzioni (impostazione di base) sia in quattro, così da ricreare perfettamente l'esperienza originale anche nei titoli più arcaici della collezione proposta, che permettevano il solo movimento in quattro (se non due) direzioni.

A rendere unica la macchina di Taito c'è poi lo schermo rotante, capace di riprodurre senza fatica la famigerata modalità tate del corrispondente cabinato da sala giochi: il meccanismo che consente la rotazione istantanea è semplice da utilizzare e restituisce un feeling di robustezza, complice la buona qualità dei materiali costruttivi della console, che si ripercuote, come vedremo, sul prezzo finale.

Per passare dalla modalità orizzontale a quella verticale è sufficiente spingere all'indietro lo schermo e ruotarlo nella direzione desiderata, per poi bloccarlo nuovamente con il medesimo movimento: l'operazione porta via solo un paio di secondi ed è accompagnata da soddisfacenti "click" di conferma, con l'immagine a schermo che si adatterà istantaneamente alla modalità selezionata.

A conti fatti, troviamo che questa peculiarità rappresenti al momento la caratteristica distintiva più significativa dell'Egret II Mini, e crediamo che molte console che seguiranno, a partire dal venturo Astro Mini V di Sega, implementeranno questa possibilità.

Rotando la macchina sul lato e sul retro, si possono poi notare uno slot laterale per micro SD, che potrebbe consentire il caricamento di ulteriori giochi in un futuro prossimo, e, da sinistra a destra sul retro, il tasto di accensione, due porte USB, l'entrata HDMI, quella audio e l'entrata per l'alimentazione.

Niente di rivoluzionario, insomma, ma la sensazione tattile della macchina è quella di un prodotto premium, assai più solido e confortevole, ad esempio, del Neo Geo Mini, che aveva prediletto la portabilità ed il costo abbordabile.

I giochi

Più controverso il discorso che riguarda la selezione di giochi proposta: il nome di Taito non ha oggettivamente il medesimo appeal di SNK e Sega per il grande pubblico, e di conseguenza buona parte dei titoli compresi potrebbe risultare quasi del tutto sconosciuta a chi non può vantare un'approfondita conoscenza del mercato giapponese e delle sale giochi arcade di un tempo.

Se, per dire, è facile appassionarsi ancora a titoli come Bubble Bobble, New Zealand Story, Darius Gaiden, Rastan Saga, Rayforce o l'indimenticabile Hat-trick Hero, lo è molto meno con giochi meno famosi (e in alcuni casi anche peggio realizzati) quali Don Doko Don, Rainbow Islands Extra, Growl o Outer Zone.

Nondimeno, per chi vi scrive la lista si è dimostrata soddisfacente nel complesso: Cadash, pur presente nella sola versione giapponese, QIX, KiKi KaiKai (Pocky & Rocky in Occidente), Metal Black, Kaiser Knuckle e Twin Cobra sono riusciti ad attirare ancora la mia attenzione dopo così tanti anni, e nonostante gli enormi passi da gigante che il nostro medium preferito ha compiuto dalla loro prima pubblicazione, a testimonianza di quanto sia invecchiato bene il loro gameplay.

Piuttosto spartani, soprattutto se paragonati alla cura riposta nel packaging, i menu e l'interfaccia nativi: le opzioni ormai considerate "base" per questo tipo di produzioni ci sono tutte, dalla possibilità di filtrare i giochi per anno di pubblicazione, per nome o per favoriti, passando per i setting che regolano luminosità, volume, filtri visivi e la presenza di tre save state istantanei per titolo, ma crediamo che un firmware update potrebbe facilmente migliorare non solo la leggibilità dei menu ma anche il lieve input lag che li affligge e che, curiosamente, non abbiamo riscontrato in-game in alcuna circostanza.

Nota di merito, invece, per i wallpaper selezionabili per riempire lo sfondo in quei titoli che non riempiono lo schermo: tra nostalgia e artwork di ottima fattura, ci hanno fatto fare un piacevolissimo viaggio nel passato, e, soprattutto su televisori dalla diagonale ampia, rendono giustizia al lavoro degli artisti, per quanto datato esso possa essere.

Nel complesso positiva anche la resa su televisore di nuova generazione, magari dalla diagonale ampia e con supporto per il 4K e l'HDR: nonostante le bassissime risoluzioni di alcuni dei titoli riprodotti, l'effetto visivo, quantomeno attivando l'apposito filtro nelle opzioni, risulta comunque sopportabile quando non gradevole, a patto ovviamente di esser capaci di fare le dovute proporzioni con quanto le attuali macchine da gioco consentono di fare.

Buona, per quanto abbiamo avuto modo di provare, anche la compatibilità con controller USB di terze parti, sia con cavo sia con dongle dedicato: disponevamo di quelli del Nes Mini e di uno della 8-bit Do ed entrambi hanno restituito buone sensazioni di gioco, senza lag evidenti o problemi nella mappatura dei comandi.

C'è da considerare anche una piccola barriera linguistica: la versione che ci è stata inviata per questa recensione era quella nipponica e, come tale, pur presentando la lingua inglese per i menu, presentava le rom originali giapponesi, con ovvie ripercussioni sulla comprensione dei testi e delle storie raccontate: se, da un lato, parliamo di titoli arcade dove è il gameplay il vero punto focale, ci auguriamo che sul mercato nostrano arrivi una versione della console che consenta quantomeno di scegliere tra le versioni originali e quelle occidentali dei vari giochi.

Sulla selezione di giochi in sé vanno poi fatte anche altre considerazioni, probabilmente meno impattanti per il videogiocatore medio ma sicuramente sensate per un certo tipo di pubblico affezionato ed esigente, che è poi quello a cui Egret II Mini si rivolge primariamente: alcuni dei giochi inclusi sono praticamente introvabili altrove, a meno di non dedicarsi alla pirateria, con tutto ciò che ne consegue, e questo potrebbe incidere sul fattore collezionistico e giustificare, anche solo in parte, il prezzo maggiorato della console rispetto a quelle già disponibili sul mercato.

Reperibilità e prezzi

Al momento di redigere questo pezzo la medesima versione dell'Egret Mini II che abbiamo ricevuto per la nostra prova non è disponibile sui canali commerciali più di massa, come Amazon o GameStop, ma è acquistabile su store specializzati in diverse edizioni (lo trovate qui) a poco meno di 200 euro, con tutti gli accessori acquistabili a parte, come il Trackball controller, il control panel o il control pad.

Le versioni limitate, comprensive di questi accessori e con colorazioni alternative, possono essere invece ordinate dal sito di Strictly Limited a costi più alti, compresi tra i 320 ed i 440 euro.

Come anticipato, stiamo parlando di un prezzo premium per la fascia di prodotti di riferimento, ma la qualità costruttiva generale giustifica un esborso superiore a quello di altri prodotti similari.Poi, ovviamente, vanno fatte delle valutazioni personali: gli appassionati più hardcore, legati a ricordi indissolubili e che magari già possiedono una console di attuale generazione (nonostante le difficoltà a reperirne una), probabilmente procederanno all'acquisto senza pensarci troppo, laddove gli altri potrebbero optare semplicemente per la versione base o aspettare tempi migliori e, magari, qualche calo di prezzo.

In ogni caso, il lavoro svolto da Taito nel complesso e buono, e l'estetica del prodotto gli consente di far parte dell'arredamento di una scrivania da gamer senza sfigurare né occupare troppo spazio.

Se volete supportare il lavoro di SpazioGames, potete acquistare i vostri videogiochi su Amazon a nessun costo aggiuntivo.

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Ottima qualità costruttiva

  • Schermo rotante ottimamente implementato

  • Control stick molto comodo

Contro

  • Selezione di giochi dalla qualità altalenante

  • Decisamente più costoso della concorrenza

Commento

Con Egret II Mini Taito punta ad una nicchia della nicchia, rivolgendosi a coloro i quali non hanno paura di spendere di più a patto di avere tra le mani plastiche migliori, schermi rotanti e control stick comodi ed affidabili. Il risultato è un prodotto ottimo per qualità costruttiva, scelta dei materiali e sensazione di stabilità, con uno schermo rotante che farà la felicità soprattutto degli appassionati di sparatutto, ma che presenta anche qualche debolezza, dal prezzo decisamente più alto rispetto alla concorrenza ad una selezione di giochi che non potrà soddisfare tutti, per forza di cose. Se siete cresciuti con alcuni dei titoli contenuti nel pacchetto e non avete grossi problemi di budget, l'acquisto è quindi consigliato, ma se vi foste addentrati solo da poco nel mondo del retrogaming e delle micro-console, potreste trovare sul mercato opzioni che, pur meno convincenti dal punto di vista qualitativo, offrono un catalogo di giochi più appetibile ad un costo decisamente più abbordabile.
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