Stranded: Alien Dawn | Recensione - Un buon survival sim in un pianeta ostile
Stranded: Alien Dawn è il nuovo strategico di Haemimont Games e ci dà il comando di una squadra di coloni per sopravvivere in un pianeta inesplorato.
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a cura di Marino Puntorieri
Redattore
In sintesi
- Un progetto che amalgama sapientemente fasi gestionali e survival in un mix che promette tantissime ore di gioco
- Numerosi modificatori per le partite, che garantiscono un livello di sfida adatto a tutti
- Gli scontri contro la fauna aliena sono la parte meno convincente dell’intero pacchetto
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Haemimont Games
- Produttore: Frontier Foundry
- Distributore: Frontier Developments
- Testato su: XSX
- Piattaforme: PC , PS4 , PS5 , XSX , XONE
- Generi: Strategico , Simulazione
- Data di uscita: Ottobre 2022 (Accesso Anticipato) - 25 aprile 2023
Quando abbiamo testato per la prima volta Stranded: Alien Dawn siamo rimasti piuttosto colpiti dagli sforzi di Haemimont Games per realizzare un gestionale, sotto molti punti di vista, differente da quella serie di Tropico che ha assicurato al team un discreto successo in questo segmento, ai suoi albori.
Un gioco simulativo dalle spiccate meccaniche survival che è riuscito ad attirare la nostra attenzione fin dalle prime ore di gioco, e che in questa occasione abbiamo testato in maniera più approfondita in versione definitiva – uscita dalla fase di early access – tramite un codice fornito per Xbox Series X.
Un’occasione perfetta per approfondire anche il feedback dei comandi di Stranded: Alien Dawn per il controller, che vi anticipiamo essere tranquillamente di discreta fattura, al netto del fatto che sia necessario darsi un po' di tempo per prendere confidenza e giocare nel modo più naturale possibile.
Ma, premesso questo, vediamo come se l'è cavata il gioco nella recensione completa.
Un nuovo pianeta da colonizzare
Stranded: Alien Dawn permette di impersonare una squadra di coloni per sopravvivere in un pianeta ostile e inesplorato, colmo tanto di pericoli quanto di risorse da sfruttare per i nostri scopi con incredibile facilità – a patto di darsi delle priorità, per non costringere il team a una fine prematura.
Oltre all’opzione che ci permette di iniziare con quattro sopravvissuti dopo un atterraggio di fortuna, in seguito a un guasto che danneggia irrimediabilmente la nostra navicella, abbiamo altre due opzioni selezionabili per il setting della partita.
Nello specifico, è possibile scegliere altre due modalità che rispettivamente permettono di fare affidamento su un team di ben sei personaggi di partenza ben equipaggiati per creare una base super avanzata, oppure una più contenuta squadra da tre coloni con i quali impegnarsi per espandersi nella colonizzazione del pianeta.
Parliamo di elementi che garantiscono una buona dose di rigiocabilità e che offrono una discreta varietà fin dai primi istanti, offrendo partite dal buon tasso di coinvolgimento.
Varietà che, per ovvi motivi, è valorizzata da un discreto ventaglio di personaggi tra i quali scegliere per creare il team ideale – tutti ben differenziati, tra numerosi parametri che ne indicano capacità uniche, così come punti di forza e debolezza.
Non mancheranno allora i minuti (interminabili) trascorsi nella schermata apposita per creare una squadra il più equilibrata possibile: ci muoveremo tra personaggi utili per i combattimenti o i lavori manuali come la mera raccolta di risorse, per passare poi a quelli più esperti nelle cure o nella ricerca tecnologie, magari con una forza mentale incrollabile e capaci di mantenere la lucidità nelle situazioni più cariche di stress.
Una piccola nota dolente sotto questo aspetto per Stranded: Alien Dawn è la difficoltà che si riscontra nel tenere sotto controllo proprio la psiche dei vari coloni. Capita in troppe occasioni, infatti, di ritrovare i personaggi alla mercé di situazioni stressanti o faticose nonostante una buona quantità di scorte o edifici utili ad alleviarne il carico; momenti che, soprattutto se coincidono con alcune fasi più delicate delle partite, come gli scontri con qualche alieno, rischiano di creare non poca frustrazione e mandare in malora ore e ore di gestione meticolosa del proprio insediamento.
Sopravvivere un click alla volta
Come anticipato, gli scenari di Stranded: Alien Dawn garantiscono varietà e una buona dose di rigiocabilità, soprattutto grazie ad una struttura procedurale che cambia a ogni partita in modo casuale la disposizione di risorse, flora e fauna, anche se stilisticamente parlando il gioco non riesce a brillare particolarmente.
Il gameplay offre numerose possibilità e, man mano che con il passare delle ore si prende confidenza con le dinamiche da survival gestionale, in modo simile a quanto vissuto sulla serie Tropico per la pianificazione delle varie costruzioni, le possibilità aumentano a dismisura.
Si comincia con lo studio del territorio circostante e un attento focus sui bisogni primari dei vari sopravvissuti: un tetto per ripararsi dalle intemperie, un letto dove poter riposare e una zona adibita allo stoccaggio delle risorse dove tenere alimenti e materiali di ogni sorta.
Paradossalmente, le fasi iniziali delle partite, indipendentemente dal setting scelto, sono quelle che preferiamo in assoluto: in questo non ci si può esitare dall'elogiare gli sforzi fatti dal team per trasmettere uno spiccato senso di responsabilità al videogiocatore, pronto a ingegnarsi per far sopravvivere e prosperare la propria squadra sul lungo periodo.
Peccato che con il proseguimento dell’avventura, e la conseguente espansione del proprio insediamento con tutti i comfort dovuti all’introduzione dell’energia elettrica, ci sono pochi stimoli all’esplorazione della generosa porzione di mappa rimasta incontaminata.
Qualche evento casuale, così come l’incontro con nuovi sopravvissuti da assoldare tra i propri ranghi, riesce in parte ad alleviare quanto appena scritto, ma si tratta di eventi che nel lungo periodo fungono più da mero palliativo. In Stranded: Alien Dawn passeremo la maggior parte del tempo, nel bene e nel male, a concentrarci su ciò che accade all’interno del nostro accampamento o al massimo alla sua difesa, preoccupandoci sempre meno di spedire coloni ad analizzare risorse disposte ai confini della mappa.
Per quanto riguarda i comandi con il controller (potete acquistarne uno come questo disponibile su Amazon), ci teniamo a segnalare la presenza di una mappatura – realizzata ad hoc per l’occasione – abbastanza accessibile, che sfrutta la combinazione di grilletti e pulsanti per selezionare costruzioni o gestire direttamente la raccolta delle risorse cliccandoci sopra, aprendo menu e finestre che non appesantiscono la visione globale su schermo.
Rimane un po’ scomodo, però, il movimento della telecamera e del puntatore con gli analogici rispetto all'utilizzo del classico mouse, così come la gestione durante gli scontri, che obbligano a impartire ordini ai nostri coloni in modo un po’ troppo innaturale, enfatizzando quel caos già evidenziato in questi momenti durante il provato della versione PC.
Se, insomma, il gioco è comunque godibile su console, emerge in modo abbastanza palese che sia stato progettato tenendo a mente il PC e il mouse.
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Voto Recensione di Stranded: Alien Dawn | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Numerose opzioni per la realizzazione dell’insediamento ideale
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I differenti tratti caratteriali dei personaggi enfatizzano le meccaniche survival
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Buon feedback dei comandi via controller...
Contro
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… ma gli scontri rimangono caotici e difficili da gestire
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Nelle fasi avanzate la pura esplorazione rischia di passare in secondo piano