Star Wars Outlaws | Recensione - Galassia sin troppo lontana
Star Wars Outlaws è il primo gioco dedicato alla saga a essere open world, ma si tratta di una caratteristica che gli si è rivoltata contro: la recensione.
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
In sintesi
- Un mondo aperto non necessario, che anziché fare il bene dell'opera la penalizza.
- Ottime le missioni principali, tediose quelle secondarie.
- Una storia originale a cavallo di due film iconici.
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Ubisoft Massive
- Produttore: Ubisoft
- Distributore: Ubisoft
- Testato su: PS5
- Piattaforme: PC , PS5 , XSX
- Generi: Action Adventure
- Data di uscita: 30 agosto 2024
Dai video promozionali che circolavano prima dell'uscita, Star Wars Outlaws dava la netta sensazione di poter essere uno dei giochi più riusciti dedicati al mondo creato da George Lucas.
Il grande dinamismo dell'azione, il dettaglio grafico degno di nota e l'aria di poter essere un importante passo in avanti rispetto ad altri concorrenti avevano lasciato grandi speranze per la nuova fatica di Massive Entertainment.
In parte, Star Wars Outlaws riesce in effetti a essere qualcosa che vale la pena approcciare, specialmente per gli incalliti amanti della saga che non si lasciano sfuggire nulla legato a questo universo. Tuttavia, ci sono diversi errori di valutazione a monte e una evidente difformità qualitativa che gli impediscono di spiccare il volo.
Star Wars Outlaws, vita da fuorilegge
Star Wars Outlaws è stato orgogliosamente presentato come il primo gioco a tema a potersi fregiare dell'open world. Come noto, per Ubisoft questa è diventata una conditio sine qua non per immettere sul mercato progetti di ampia portata, ma negli anni i difetti sono rimasti sempre gli stessi e la struttura di gioco e delle missioni si sono spesso rivelate dei potenti boomerang che hanno impattato con forza sulle nostre valutazioni complessive delle opere.
Star Wars Outlaws non fa differenza, in questo, e anzi risulta essere frutto di una forzatura piuttosto evidente, che è addirittura lesiva per il tipo di gioco che vuole essere. Evidentemente, l'idea autoimposta di dover arrivare a una durata globale che si attesta attorno alle trenta ore ha avuto la meglio sulla ragionevolezza, perché a Star Wars Outlaws serviva in realtà un mondo di gioco più raccolto e non inutilmente espanso, proprio come gli ultimi due Star Wars targati EA.
La conduzione di gioco di Star Wars Outlaws prevede che visitiate prima alcune delle figure chiave per poter carpire le diverse situazioni e apprendere quali sono gli equilibri e i rapporti che intercorrono tra le diverse fazioni criminali. Successivamente inizierete dei lavoretti e farete partire delle attività che vi verranno commissionate, per poi andare in libera esplorazione verso pianeti che includono vecchie conoscenze come Tatooine e altri completamente nuovi.
Sebbene la storia non brilli particolarmente e solo di rado abbia dei picchi avventurosi in grado di esaltare anche i fan più esigenti, i toni si mantengono piuttosto dimessi, concentrandosi per larghi tratti sulle attività dei due protagonisti e su come si ritrovano a essere invischiati in questioni più grandi di loro. In tal senso, la narrativa brilla maggiormente nelle missioni primarie, mentre cala di qualità nelle numerose secondarie.
Lo stesso discorso vale anche per la qualità media di gioco, che dà il meglio proprio nelle missioni chiave che fanno avanzare l'avventura, mentre gran parte degli incarichi di contorno si rivelano in larga misura dei riempitivi atti a giustificare in qualche modo la durata e l'inserimento forzato del mondo aperto.
Diciamo forzato perché anche Star Wars Outlaws cade nei soliti difetti degli open world tipici di Ubisoft, con tutto quel complesso di problematiche a corollario che ogni produzione del genere si porta dietro. Sebbene non ci siano raffiche di missioni di scarso conto che sarebbe meglio eliminare del tutto da ogni produzione moderna, lo stacco tra le principale e le facoltative è sin troppo netto.
Oltretutto, il mondo aperto presentato nei diversi pianeti è spesso spoglio, smorto, con distese vuote dove non c'è nulla da fare, nulla di interessante, nulla di realmente rilevante e poco che possa essere catalogato come valore aggiunto all'opera. In Star Wars Outlaws, l'open world è quasi un ostacolo ai suoi sogni di gloria.
E lo si capisce anche da come le missioni principali sono ben strutturate, rispetto a tutto il resto. Concentrarsi solo su quelle, con l'aggiunta di qualche attività satellite e dimezzando la durata globale, Star Wars Outlaws avrebbe imbarcato molta meno acqua e sarebbe approdato senza troppi problemi in un porto sicuro.
Variazioni di gameplay e diverse problematiche
Star Wars Outlaws riesce a offrire al giocatore un sistema di gioco con una discreta varietà, mescolando sezioni stealth, di platform, azioni cooperative tra Kay e Nix e gli immancabili combattimenti con armi laser. In diverse missioni è proprio lo stealth a essere preponderante, obbligando il giocatore a un approccio attento e meticoloso, se non vuole puntualmente ricominciare dall'ultimo checkpoint.
Come noto, per avere una buona esperienza del genere è necessario che l'IA avversaria sia all'altezza, ma Star Wars Outlaws eredita suo malgrado tutto il peggio delle routine comportamentali dei giochi precedenti Ubisoft. Come già spiegato nella nostra recensione di Far Cry 6, basta correre addosso agli avversari e assalirli per avere sempre la meglio, con reazioni che non arrivano mai o che sono talmente tardive da risultare del tutto innocue.
L'azione è poi facilitata dalle abilità del piccolo Nix, che può essere inviato per distrarre i nemici, colpirli e persino derubarli senza che questi facciano alcunché ai danni delle piccola creatura, aprendo così una finestra di pacifica tranquillità per Kay, che può tramortire tutti con ancora più semplicità. Nix può anche agire per aprire delle porte e per esperire azioni non alla portata di Kay, rivelandosi fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi.
Questo dualismo funziona piuttosto bene e dà dinamismo all'azione, a cui non mancano articolate sezioni in cui bisogna scalare colossali pareti, saltare crepacci grazie al rampino, cimentarsi in rapide fughe e sgasare a bordo della propria moto durante l'esplorazione libera dei pianeti.
Anche le battaglie spaziali offrono dei buonissimi intermezzi che riescono a calare il giocatore nell'atmosfera della serie: tra missioni di difesa, intromissioni di fazioni da interrompere, ricerca di tesori e fasi di avvicinamento ai pianeti, Star Wars Outlaws riesce a essere convincente nella sua semplicità.
Al contrario, proprio nelle zone di mappa aperta, durante la nostra prova su PS5 siamo stati testimoni di diverse criticità tecniche frutto di numerosi compromessi a cui la console deve sottostare.
Al di là della pessima realizzazione dell'acqua, che include un'effettistica non all'altezza di questa generazione, a stupire in negativo è la bassa risoluzione degli elementi sullo sfondo che perdono parecchia definizione, sacrificando in modo evidente la cosmesi generale dell'opera, che vive di pochi alti e molti bassi.
Nello specifico, sono pochi i pianeti in grado di poter reggere il confronto tecnico con altre opere moderne, mostrando una qualità media altalenante e non uniforme, con texture in bassa risoluzione persino in zone al chiuso. Oltre a diversi bug e glitch che però non hanno impattato in maniera significativa sulla nostra lunga prova, Star Wars Outlaws ha sin troppi compromessi che impediscono all'opera di eccellere.
Il comparto tecnico, se vogliamo, è la cartina al tornasole dell'intero gioco, che dà il meglio di sé quando smette di disperdere le proprie energie inutilmente in missioni irrilevanti e contenuti di scarso valore nell'open world. A poco serve passare alla modalità qualità a 40 FPS, perché a onor del vero il colpo d'occhio pare quello di una modalità performance, ma considerati i toni dell'opera, rimane probabilmente la scelta migliore.
Star Wars Outlaws è l'emblema di una concezione sbagliata dell'open world, visto da Ubisoft come motivo di vanto ma che si rivela in fin dei conti controproducente e inadatto al tipo di opera a cui è stato cucito addosso.
La grandezza di un progetto non si misura attraverso i metri quadrati da solcare o col numero di attività da compiere; grandezza significa fare bene ciò che funziona meglio, senza forzature e con la consapevolezza che l'eccellenza sta anche nelle piccole cose, soprattutto se è il recente passato a ricordarlo.
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Voto Recensione di Star Wars Outlaws | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Una storia originale a cavallo di due film iconici.
-
Mescola stealth e azione in maniera sapiente.
Contro
-
Open world forzato e controproducente per il tipo di gioco.
-
Qualitativamente è molto lontano dal dettaglio grafico visto nei video promozionali.
-
IA nemica scarsamente reattiva e di basso livello.
Commento
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