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Stadia Pro oggi e domani: come girano Destiny 2 e Samurai Shodown in streaming

Diamo uno sguardo alle prestazioni dei giochi del debutto, e a come potrebbe, o dovrebbe, evolversi il servizio in abbonamento

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a cura di Paolo Sirio

Informazioni sul prodotto

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Google Stadia
  • Sviluppatore: Google
  • Piattaforme: STADIA
  • Data di uscita: 19 Novembre 2019

Nel nostro secondo appuntamento dedicato a Google Stadia – non vi sarete mica persi il primo, vero? – ci concentriamo sui giochi offerti al debutto del 19 novembre con Stadia Pro, ovvero Destiny 2 e Samurai Shodown.

Non ci limiteremo a recensirli, sarebbe ridondante dal momento che vi abbiamo già proposte analisi puntuali alle rispettive uscite, ma studieremo la loro resa sulla piattaforma di gioco in streaming, che ha sempre suscitato curiosità visto che parliamo di una grande novità quale il cloud gaming ma ha anche fatto discutere per risoluzioni al lancio inferiori rispetto a quanto promesso da Google.

Vi parleremo di tutto questo ma non solo: daremo uno sguardo alla formulazione dell’abbonamento a Stadia Pro, per tre mesi incluso nelle Founder’s e Premiere Edition necessarie fino al 2020 per l’accesso alla piattaforma, così da capire cosa vada e cosa no, in base sia al day one che si è appena celebrato sia ai dubbi che ci hanno accompagnato sin dall’annuncio dello scorso marzo.

Destiny 2 e Samurai Shodown: come girano su Stadia?

Le nostre impressioni iniziali su Stadia sono probabilmente legate a quelle su Samurai Shodown, perciò inizieremo proprio da qui. In origine, pensavamo fosse folle affidarsi ad un picchiaduro tra i giochi di lancio di una piattaforma di streaming, e avevamo infatti gli stessi dubbi per un altro esponente forse più blasonato del genere, Mortal Kombat 11.

Dubbi connessi, chiaramente, alla necessità di un picchiaduro di avere input lag ridotti all’osso per funzionare a dovere, necessità almeno all’apparenza agli antipodi con l’essenza stessa di un dispositivo di cloud gaming. Ebbene, una volta impugnato il pad di Stadia, questi dubbi sono spariti molto, molto rapidamente: l’azzardo di Google ha pagato, possiamo dire, dal momento che giocare Samurai Shodown restituisce le stesse sensazioni che farlo su una macchina locale.

Se il titolo è ampiamente giocabile e assai meglio di quanto avremmo mai potuto immaginare, non mancano alcune sbavature che si notano ad occhio nudo: si segnalano infatti rallentamenti piuttosto palesi, sporadici a 1080p su PC, più frequenti in 4K su Chromecast Ultra, nella fruizione del gioco, al punto che arrivano a verificarsi quasi una volta a match.

La buona notizia è che questi rallentamenti, come fossero dei cali di frame rate su una console o su un normale PC, per quanto evidenti, non hanno effetti distruttivi sugli scontri, dal momento che la reattività dei controlli rimane la stessa mentre si verificano. L’impressione è che SNK non abbia voluto rinunciare alla qualità grafica, producendo sì un look brillante (anche se non offerto in HDR) ma anche delle occasionali difficoltà di gestione del carico computazionale.

Diametralmente opposta la situazione di Destiny 2: La Collezione. Al contrario dei colleghi giapponesi, Bungie ha adottato un approccio molto conservativo nel portare il suo sparatutto in prima persona su Stadia, presumibilmente per la natura di always online e per il mandato di gestire numerosi giocatori in rete nello stesso momento che hanno sempre una forte incidenza sull’aspetto di un gioco.

Per non correre rischi ed evitare che la resa grafica influisse sulle prestazioni, la software house di Bellevue ha presentato un Destiny 2 palesemente scalato verso il basso, con geometrie e modelli poligonali che ci sono parsi inferiori e non di poco rispetto alle controparti “in locale” e fenomeni di aliasing molto marcati in movimento.

Il benvenuto di giorno nella Zona Morta Europea è abbastanza straniante, abituati come siamo alla resa del gioco su piattaforme della generazione corrente, ma per fortuna la situazione migliora in location più scure e dalla direzione artistica che punti più sulle architetture maestose (la Luna de Ombre dal Profondo, ad esempio) che sugli ampi spazi aperti, dove le scalettature sciupano crudelmente il quadro complessivo.

Esattamente sul lato opposto dello… Spettro rispetto a Samurai Shodown, in ogni caso, la scelta di trattenere qualcosa sul comparto grafico – risoluzione nativa di 1080p upscalata su 4K, tecnica che perlomeno smussa qualche spigolatura eccessiva – una ammirevole stabilità del netcode e prestazioni sempre molto decise.

Da nostri test, condotti con un’applicazione per limitare la banda adoperata da determinati processi su PC, abbiamo notato che il gioco in giorni feriali regge la sua fluidità dai 1080p in giù, concedendo il giusto e prevedibile sulla definizione soltanto dai 4Mbps in download a scendere; dato indicativo sia della qualità generale della piattaforma di Google che dell’ottimo lavoro di ottimizzazione compiuto dai creatori di Halo.

Nel fine settimana abbiamo giocato su PC anche con app gravose in termini di banda come Sky Go e vari dispositivi collegati e, mentre di sabato pomeriggio non abbiamo avuto problemi di sorta a gestire i giochi su televisore 4K e Chromecast con una connessione a 200Mbps, la domenica abbiamo avvertito qualche piccolo singhiozzo e cali di risoluzione dinamici, segno invece che il discorso dell’affollamento dei server nei weekend potrà essere un tema da non sottovalutare.

Allo stesso modo sarà un tema forse inaspettato il fatto che, partendo dal caso Destiny 2, gli sviluppatori potranno o dovranno realizzare delle versioni ad hoc per Stadia e non dei semplici port pompatissimi, come si poteva immaginare, dalle edizioni “locali” grazie ai 10.7 teraflop annunciati in pompa magna alla GDC 2019.

Per questa ragione, specialmente nei primi tempi, si potrà assistere a versioni tarate verso il basso mentre i diversi studi inizieranno a prendere confidenza con la piattaforma (che gira sulle ancora non troppo diffuse librerie grafiche Vulkan) esattamente come si verifica in apertura di ogni generazione e vorranno evitare di esagerare con la resa grafica così da non avere complicazioni con l’infrastruttura di rete, soprattutto per quei prodotti che abbiano un’ingrediente online spiccato.

Stadia Pro oggi e domani

Stadia Pro ha fatto il suo debutto al lancio di Google Stadia, proponendo due giochi gratuiti e la possibilità di fruirli (solo su televisore dotato di Chromecast Ultra, incluso nelle Founder’s e Premiere Edition) in 4K e HDR laddove disponibile. Ma come se l’è cavata in questa fase iniziale, dove risulta condicio sine qua non per l’ingresso in Stadia?

Per il day one, Mountain View è andata sul sicuro proponendo due titoli di sicuro affidamento e dalla lunga durata. Destiny 2: La Collezione offre praticamente tutto quello che si potrebbe chiedere allo shooter di Bungie, in un pacchetto esclusivo completo di ogni contenuto pubblicato finora, quindi diverse espansioni piuttosto corpose, e che verrà pubblicato fino al settembre 2020, ovvero gli unlock stagionali a pagamento.

L’impatto iniziale, specie per chi come noi ci mancava da un po’, è abbastanza soverchiante ma ben presto lascia spazio alla piacevole sensazione di avere una piattaforma ricca e viva da spolpare per svariate decine di ore. Avevamo storto il naso di fronte alla decisione di includere nella sottoscrizione un gioco disponibile anche nell’edizione gratuita A New Light, e in parte lo facciamo ancora, ma carta canta e la mole di contenuti messi sul piatto è di indubbio valore.

Samurai Shodown non dispone della stessa profondità, dal momento che la modalità Storia è una sorta di Arcade mascherata con mini campagne separate per ciascun personaggio del roster. Sotto il profilo qualitativo, però, è un divertente picchiaduro 2D all’arma bianca giocabile sia da soli, sia con gli amici a casa, sia in multiplayer online.

Ad oggi, sebbene per un lasso di tempo teoricamente limitato, Stadia rappresenta inoltre l’unico modo per giocarlo all’infuori di PS4 e Xbox One, dal momento che la versione per PC e quella per Nintendo Switch non saranno disponibili prima di un almeno un altro po’. Ciò significa che l’abbonamento Pro contiene una primizia non acquistabile altrove e da pagare a prezzo pieno quando sarà disponibile, e non è poco.

Se possiamo definire la partenza alquanto positiva, le scelte di dicembre fanno già discutere e danno un’idea non troppo felice di come potrà comportarsi Stadia Pro nei prossimi mesi. Tomb Raider: Definitive Edition ha un valore di mercato ormai irrisorio, 10 euro per gli abbonati persino sulla nuova arrivata Stadia, mentre Farming Simulator 19 è l’edizione di un anno fa di un simulatore di vita agricola, quindi la versione datata di un genere che non è esattamente il riferimento attuale degli appassionati di gaming.

Un passo avanti è stato fatto, ovvero si è deciso saggiamente di proporre due titoli al mese e non soltanto uno com’era stato svelato in fase di presentazione di Stadia, ma è evidente come nei prossimi mesi Google si ritroverà abbastanza in difficoltà a pescare giochi dal suo limitato catalogo provando a non selezionare quelli di cui non vorrà sminuire il valore di mercato (senza contare gli onerosi accordi commerciali da stipulare con i publisher di turno).

Quali che siano le scelte di Mountain View, rimarrà sempre il dubbio che si sarebbe probabilmente fatto assai meglio ad affidarsi ad un business model in stile Netflix e Xbox Game Pass, ormai quasi intrinseco al concetto di fruizione di contenuti in streaming, anziché ad un abbonamento à la PlayStation Plus e Xbox Live Gold più l’acquisto à la carte.

La casa americana si prenderà del tempo per capire come la sua offerta verrà recepita dall’utenza, prevedibilmente, e il primo step fondamentale a determinare le sorti del modello attuale sarà l’apertura agli utenti Stadia Base nel 2020; si potrà pensare di lasciarlo così com’è, affiancarlo ad una proposta modulare magari senza coinvolgere i tripla-A di nuova uscita, ma se il volume degli acquisti sarà soddisfacente è difficile che si avvertirà l’esigenza di passare ad un piano all you can eat.

Google Stadia si è presentata al lancio con tanti nodi da sciogliere e, sebbene permangano dei dubbi sulle scelte approntate in materia di offerta e costruzione della lineup iniziale, siamo rimasti piacevolmente colpiti da come se la sia cavata sotto il profilo strutturale. Ora che abbiamo fatto la conoscenza di una piattaforma sorprendentemente reattiva, aspettiamo di scoprirne la direzione a livello di ampiezza di contenuti, esclusivi e non, e di vedere quale sarà l’impatto delle diverse funzionalità assenti al lancio.

Voto Recensione di Google Stadia - Recensione


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Google Stadia si è presentata al lancio con tanti nodi da sciogliere e, sebbene permangano dei dubbi sulle scelte approntate in materia di offerta e costruzione della lineup iniziale, siamo rimasti piacevolmente colpiti da come se la sia cavata sotto il profilo strutturale. Ora che abbiamo fatto la conoscenza di una piattaforma sorprendentemente reattiva, aspettiamo di scoprirne la direzione a livello di ampiezza di contenuti, esclusivi e non, e di vedere quale sarà l'impatto delle diverse funzionalità assenti al lancio.
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