Shadow Warrior 3 | Anteprima - Insedierà il trono di Doom?
Quanto è fuori di testa Shadow Warrior 3? Lo abbiamo chiesto direttamente agli sviluppatori
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Flying Wild Hog
- Produttore: Devolver Digital
- Distributore: Devolver Digital
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE
- Generi: Sparatutto
- Data di uscita: 1 marzo 2022
Shadow Warrior 3 punta a essere ancora più esagerato, folle, esplosivo e galvanizzante dell’episodio precedente, il quale già da solo faceva compiere in tal senso un salto in avanti decisivo al capostipite. Quando nella recensione di Doom Eternal scrivevamo che si trattava di un titolo associabile alla “virile esaltazione e tronfia arroganza” non avevamo ancora visto fin dove si erano spinti i ragazzi di Flying Wild Hog, ma dopo un lungo video di circa diciotto minuti interamente dedicato al gameplay e senza i riempitivi delle cut-scene possiamo dire che in quanto a soluzioni visive deliranti, combattimenti creativi e soluzioni di gioco inaspettate dal punto di vista scenografico, Shadow Warrior 3 sembra proprio non essere da meno rispetto ad altri sparatutto in prima persona più blasonati e lodati da critica e pubblico. Per l’occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con gli sviluppatori, che ci hanno riferito molti altri dettagli sulla nuova avventura di Lo Wang.
La storia
Tradizione vuole che giochi così sbilanciati sulla spettacolarità, sulla velocità e sull’essere molto “caciaroni” non abbiano mai una storia degna di nota; o che comunque, nonostante gli sforzi, non riesca mai ad essere più di una scusa per menare le mani o uccidere tutti i nemici su schermo e imbrattare gli ambienti di frattaglie. Non poteva dunque mancare la domanda che tentava di capire se Shadow Warrior 3 volesse in qualche modo rompere questa tendenza, e anche se gli sviluppatori avessero contezza del fatto che si trattasse di un conclamato punto debole. In realtà, gli sviluppatori si sono dichiarati «contenti e sorpresi dalla reazione positiva riguardante la storia del primo gioco, in special modo della bromance tra Lo Wang e la sua spalla Hoji», spiegando inoltre che «è questo il motivo per cui con Shadow Warrior 3 ritorneremo a una campagna single player lineare, che ci permetterà di mantenere il giusto ritmo per tutta l’avventura e una maggiore concentrazione sul carismatico protagonista e le sue relazioni coi personaggi di supporto e i comprimari».
Ciò non significa cambiare i connotati a una serie che è ben riconoscibile dal proprio pubblico già a una rapida occhiata, né che ci saranno stravolgimenti in tal senso. Flying Wild Hog è consapevole che il fiore all’occhiello di Shadow Warrior 3 sarà il suo sistema di gioco, ma ammette anche che ci sarà spazio per raccontare una storia divertente e in grado di supportare degnamente le azioni del giocatore.
In linea coi canoni della serie e col suo modo molto leggero e accattivante di proporsi, Shadow Warrior 3 comincerà dopo gli eventi del secondo capitolo, con Lo Wang che accidentalmente libererà un antico drago dalla sua prigionia eterna. Fuori dalla cattività, il drago infuriato diventa d’improvviso una minaccia tangibile per il mondo, e starà a Lo Wang e al suo ex nemico (ormai diventato alleato) Orochi Zilla e agli altri comprimari riuscire a trovare il modo di impedire la catastrofe e ricacciare il nemico da dove è venuto.
Si tratta di una premessa che non sembra far preludere a chissà quali giravolte ed evoluzioni della trama, e d’altra parte non è nemmeno questo il focus dell’opera. Al contrario, in diciotto minuti abbiamo visto cosa davvero funziona alla grande in Shadow Warrior 3, che si propone anche più affinato e stravagante dei precedenti due capitoli, coniugando grande velocità, un uso massiccio dell’ambiente di gioco anche durante gli scontri e grandi possibilità di interpretazione dei conflitti a fuoco, con un paio di sorprese inedite niente male.
Da quanto visto, l’unico vero interrogativo che ruota attorno a questo sistema che pare già ben rodato, è la sensazione che in Shadow Warrior 3 tutto sia stato costruito a compartimenti stagni, con le tipiche aree che fungono da arene inframmezzate da fasi platform e poche sperimentazioni per variare le modalità di avanzamento.
Il Gameplay
Considerata la natura di Shadow Warrior 3 non poteva di certo mancare la domanda incentrata sulla mescolanza tra gunplay e plaforming, cercando di capire anche se l’idea di rinsaldare con decisione questa commistione possa essere la carta da giocarsi per il successo assicurato. «Di sicuro lo speriamo», ci hanno confermato gli sviluppatori. «La mobilità e le meccaniche di movimento esagerate sono sempre state estremamente importanti per noi, esattamente sin da quando abbiamo iniziato a lavorare al franchise di Shadow Warrior», poi, facendo un breve excursus, hanno spiegato: «nel primo gioco abbiamo iniziato con più semplicità, aggiungendo l’abilità di schivare per offrire più modi per evitare gli attacchi nemici e muovervi in mezzo a loro più rapidamente. Nel secondo capitolo abbiamo compiuto grandi passi in avanti aggiungendo le schivate aeree, il doppio salto e l’arrampicata su parete che ci ha consentito di sviluppare i livelli in verticalità e dare quel feeling da parkour che volevamo inserire nei combattimenti. Shadow Warrior 3 migliora le caratteristiche esistenti e ne aggiunge di nuove, come la corsa su muro e il rampino che vi faranno sentire dei veri ninja e e vi offriranno l’opportunità di approcciare i nemici in modi nuovi».
Abbiamo poi notato come l’interazione con gli scenari sia diventata cruciale, aprendo nuove strade alle uccisioni creative e inaspettate, con tanto di concatenamenti in grado di non interrompere mai il flusso dell’azione. Abbiamo dunque chiesto se l’ispirazione fosse arrivata da qualche gioco in particolare o se fosse la diretta evoluzione della serie. Gli sviluppatori ci hanno spiegato che «si tratta di un’evoluzione di ciò che abbiamo fatto in precedenza. Se guardiamo agli inizi del nostro studio, il primo gioco che abbiamo lanciato nel 2011, Hard Reset, si concentrava parecchio sull’uso creativo degli ambienti di gioco, che conduceva molto spesso a reazioni a catena inaspettate. Guardando oggi a Shadow Warrior 3, appare evidente che faccia parte del nostro DNA approcciare in questo modo il design dei combattimenti. Miriamo sempre a creare molti metodi per usare gli scenari come un elemento significativo in grado di aggiungere più gusto e grande supporto agli elementi di gioco».
Ed è vero: nel lungo filmato di Shadow Warrior 3 abbiamo testimoniato come sia possibile mescolare insieme tutte le azioni possibili e inventare approcci creativi alle battaglie. Giusto per fare un esempio, in una particolare scena vedevamo Lo Wang passare dalla katana a un un grosso fucile a pompa, o all’occorrenza a una pistola tamburo, utilizzando il rampino per attirare a sé un barile e lanciarlo nuovamente dove sarebbero arrivati alcuni nemici, facendolo poi esplodere nel momento propizio. Quando la situazione iniziava a essere fuori controllo, con molti nemici su schermo, Lo Wang lanciava il rampino verso alcuni anelli posti in alto, tirandosi letteralmente fuori dalla calca e ondeggiando poi verso una zona più libera, atterrando nella parte opposta.
Tra i nemici standard faceva sempre capolino un mob o un opponente dotato di caratteristiche diverse rispetto a quelle degli altri. In un specifico frangente, Lo Wang si imbatteva contro un avversario dal corpo a fisarmonica, che una volta abbattuto mostrava al suo interno una sorta di minigun a manovella da cui uscivano fuori petardi colorati a ripetizione, creando un tripudio di festanti uccisioni come nel più folle dei capodanni cinesi.
O ancora, mentre si muoveva verso una nuova area e tirava già piattaforme col rampino, arrivava infine in una sorta di arena in cui oltre a un nugolo di nemici pericolosi doveva scontrarsi con un bruto dotato di un maglio enorme al posto di un braccio. Dopo numerosi colpi, dall’attaccatura spappolata del braccio usciva fuori l’osso, che diventava fragile e consentiva attraverso una finisher di smembrava l’orco e impadronirsi del martellone, che a quel punto diventava l’arma principe per creare devastanti danni ad area e sbarazzarsi di tutto ciò che rimaneva su schermo.
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+ Uso massiccio degli elementi dello scenario durante l'esplorazione e i combattimenti
+ Grande ritmo, velocità e libertà
Dopo quasi venti minuti di puro gameplay possiamo dire che Shadow Warrior 3 ci ha stupito e ci ha dimostrato come l’evoluzione della serie si sia spinta verso il campo della libertà creativa d’approccio, lasciandoci inoltre intuire che Flying Wild Hog ha tutte le carte in regola per la definitiva consacrazione. Velocità, follia, tecnicismi e un uso massiccio degli scenari e di tutto ciò che era già parte integrante dei precedenti capitoli sembrano poter trasformare Shadow Warrior 3 in un degno avversario di Doom Eternal, a cui al momento sembra avere ben poco da invidiare.
Voto Recensione di Shadow Warrior 3 - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Approccio creativo alle battaglie
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Uso massiccio degli elementi dello scenario durante l'esplorazione e i combattimenti
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Grande ritmo, velocità e libertà
Contro
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Troppo a compartimenti stagni?