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Senua's Saga: Hellblade II | Recensione - Tutte le anime di Senua

Hellblade II è un seguito diretto non solo a livello narrativo, che potenzia i punti di forza del predecessore ma che ne eredita anche i difetti.

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

In sintesi

  • Un seguito migliorativo.
  • Presentazione audiovisiva di prim'ordine.
  • Lato gameplay ci sono ancora margini di miglioramento.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Senua’s Saga: Hellblade II
Senua’s Saga: Hellblade II
  • Sviluppatore: Ninja Theory
  • Produttore: Xbox Game Studios
  • Distributore: Microsoft
  • Testato su: XSX
  • Piattaforme: XSX , PC
  • Generi: Azione , Avventura
  • Data di uscita: 21 maggio 2024

Unica esclusiva Xbox (ma per quanto? – verrebbe da chiedersi viste le recenti manovre, ndr) della prima metà del 2024, Senua's Saga: Hellblade II è il prosieguo delle (dis)avventure della coraggiosa Senua, che seppero sconvolgere il mercato videoludico del 2017, trattando temi che raramente si trovano nei videogiochi e proponendo un prodotto viscerale, malato, visionario.

Al timone di Ninja Theory e di questo sequel c'è ancora il talentuoso Tameem Antoniades (che ha poi scelto l'addio a lavori già in corso, lasciando la guida nelle mani di Dom Matthews), ed era lecito quindi aspettarsi un prodotto altrettanto d'impatto.

Scopriamo insieme nella nostra recensione se il team di sviluppo inglese ha centrato il bersaglio.

Back from Hel

Ambientato nel X Secolo in un'Islanda tanto bella quanto selvaggia, il viaggio di Senua riprende poco dopo la fine degli eventi narrati nel primo capitolo, la cui conoscenza aiuta notevolmente più per l'immedesimazione nei panni della protagonista che per la reale comprensione della storia narrata, indipendente ed autoconclusiva rispetto a quella del prequel.

Tornata dal regno degli inferi, e decisa ad ottenere vendetta nei confronti dei predoni responsabili di aver inflitto atroci sofferenze a lei ed alla sua gente, Senua finisce con il farsi catturare (non è chiaro se di proposito o meno) da un gruppo di schiavisti norreni, che la conducono in ceppi sulle coste islandesi per sacrificarla, come un agnello, ai loro irascibili dei.

Fortunatamente per la nostra eroina, la furia del mare ha altri programmi per l'imbarcazione su cui è tenuta prigioniera: un'immane tempesta causa un rovinoso naufragio, e la guerriera si ritrova a nuotare nel mare in burrasca e ad evitare scogliere con rocce appuntite per salvarsi la pelle.

Tra corpi risputati a riva dalla risacca e schiavisti che cercano di preservare ciò che rimane del loro carico, i primi minuti di gioco sono tra i più intensi che ricordiamo negli ultimi mesi: quasi annegata, affamata e bagnata fino alle ossa, Senua riesce a liberarsi e tenta in tutti i modi di salvare più schiavi possibile, passando a fil di spada i vichinghi che si frappongono tra lei e i suoi sfortunati compagni di viaggio.

Eppure gli sforzi di Senua non sembrano bastare mai: innumerevoli morti bagnano di rosso la spiaggia, e una voce in particolare – come se non bastasse il coro di altre voci che martellano Senua – è implacabile nel far sorgere sensi di colpa nella mente della nostra guerriera.

L'interezza delle vicende si svolgerà sull'isola vulcanica, e Senua sarà chiamata, ancora una volta, ad ergersi contro forze apparentemente invincibili a costo di enormi sofferenze fisiche e psicologiche: memorabile, a tal riguardo, c'è un capitolo che costringe la protagonista ad una discesa nel sottosuolo tanto faticosa quanto claustrofobica, che sicuramente darà filo da torcere a quanti, tra i nostri lettori, non amano gli spazi angusti.

Le fasi di esplorazione sono lineari e castrate da muri invisibili onnipresenti e, dal punto di vista ludico, Hellblade II supera solo marginalmente il predecessore, che però è uscito nel 2017.
Hellblade II non ha paura di avventurarsi fin dove i suoi congeneri raramente sono arrivati, di mettere in scena tutta la fatica mentale che il viaggio della protagonista richiede, tutte le peculiarità della sua mente ed il continuo rimbombare di voci all'interno della sua testa.

La salute mentale di Senua è sempre appesa ad un filo, in bilico tra la realtà percepita e quella oggettiva, tra visioni e certezze, e, complice un buon cast di comprimari, tra cui spiccano l'aguzzino di Senua e Fargrimr, l'attenzione del giocatore è sempre contesa tra le voci, ciò che accade a schermo e gli input richiesti per l'avanzamento, a creare un'esperienza unica e decisamente d'impatto, che ricalca quella offerta dal capostipite ma ne porta all'ennesima potenza il livello di coinvolgimento e la scrittura.

Ninja Theory ha confezionato un altro prodotto fuori dai canoni dell'industria videoludica moderna, che eleva ad eroina una ragazza tormentata, gravata da enormi responsabilità, che si addossa più colpe di quanto dovrebbe e che si carica sulle spalle i destini di tante persone, finendo con l'accusare, inevitabilmente, l'enorme peso delle sue scelte.

Anche in questo seguito, la forza di Senua è fonte d'ispirazione e punto di partenza per una storia semplice, dal finale finanche prevedibile, la cui grandezza è piuttosto insita nei dialoghi, nel continuo scavare delle voci nella testa della protagonista, nella sua pietosa lotta con l'onnipresente, malevola ombra della figura paterna.

Se c'è un motivo per dare fiducia ad Hellblade II è sicuramente per la sua capacità di veicolare emozioni forti e sporcare il giocatore con il loro fango, anche al di qua dello schermo.

Gameplay... d'accompagnamento

Nonostante il tentativo da parte del team di sviluppo di rendere più coinvolgenti le sezioni giocate, che continuano a pesare troppo poco nell'economia di gioco, Senua's Saga Hellblade II riesce a superare solo marginalmente il predecessore da questo punto di vista, rimanendo un'esperienza piuttosto che un vero e proprio "videogioco" nel senso più classico del termine.

Al netto delle fasi di esplorazione, purtroppo castrate da muri invisibili e da un level design lineare e assai poco arioso, spetta ai combattimenti e agli occasionali puzzle salvare Hellblade II dall'odiatissima e abusatissima definizione di "walking simulator", sebbene con risultati alterni.

Il sistema di combattimento è stato rinnovato e risulta più fluido ed intuitivo di quello visto nel predecessore, grazie ad una maggiore varietà di nemici e ad animazioni più convincenti – eppure gli scontri assomigliano di più ad una serie di quick time event che a quelli di un action game vero e proprio, se è vero che risulta fondamentale leggere le mosse degli avversari e reagire di conseguenza, più che impostare una propria strategia di attacco.

La danza coreografica che risulta dall'alternanza tra parate, attacchi rapidi, schivate ed attacchi pesanti contribuisce al notevole taglio cinematografico dell'esperienza, ma, nonostante Ninja Theory abbia dimostrato di saperci fare sin dai tempi di DmC, il risultato finale è discreto ma non eccezionale, più per l'occhio che effettivamente ludico.

I combattimenti risultano come danze coreografiche, contribuendo al notevole taglio cinematografico dell'esperienza.
In ogni caso gli scontri sono viscerali e violenti quasi quanto le traversie psicologiche a cui Senua dovrà far fronte, e risultano la parte migliore del lato prettamente ludico del titolo, perché l'altra, ovvero i puzzle, risulta presto stantia nonostante la scarsa durata complessiva dell'esperienza.

L'allineamento di rune, i giochi di prospettiva e la ricerca di simboli all'interno degli scenari tornano perlopiù immutati dal primo episodio, e sono i principali responsabili delle uniche fasi in cui il ritmo del gioco rallenta fin quasi a fermarsi: non perché il livello di difficoltà sia elevato, si badi bene, ma perché per risolvere i puzzle è richiesta la reiterazione ossessiva di due o tre azioni, come interagire con dei cristalli che modificano la realtà o cercare dei punti rialzati per avere una visione d'insieme delle aree.

Lo schema non è entusiasmante nemmeno alla prima esecuzione, figuriamoci alla quarta in meno di otto ore complessive: da parte nostra avremmo lavorato di più per differenziare i puzzle o li avremmo eliminati del tutto, puntando forte sui combattimenti e, magari, su sezioni esplorative maggiormente coinvolgenti, che valorizzassero gli splendidi scenari partoriti dagli artisti di Ninja Theory, davvero mozzafiato.

Invece, già dopo poche ore di gioco, appare evidente come – anche stavolta – il gameplay si limiti a fare da ruota di scorta alla brillante narrazione e ad un comparto tecnico che ha fatto passi da gigante rispetto al prodotto visto sette anni or sono.

Davvero un bel vedere

Considerando che la storia ed i combattimenti erano già di valore nel primo capitolo, il comparto che sembra aver fatto maggiori passi avanti nei sette anni intercorsi tra i due episodi del franchise sembra essere quello tecnico che, con un paio di asterischi, risulta al livello delle migliori produzioni tripla A viste nell'ultimo biennio.

Partiamo subito dai due asterischi, così da toglierci subito il dente cariato: la struttura di Hellblade II è assai limitata in quanto a dimensioni delle mappe e complessità del level design, il che ha di certo facilitato il team di sviluppo nel creare un mondo incredibilmente vivido, che prende forma grazie a texture perlopiù in alta risoluzione e con un livello di dettaglio davvero strabiliante.

In questo senso il passaggio alla quinta versione dell'Unreal Engine (Senua's Sacrifice girava sulla quarta) ha giovato enormemente alla cosmesi del titolo, che sfoggia espressioni facciali molto realistiche (e non solo della protagonista Melina Juergens), sincronia labiale perfetta ed un set di animazioni decisamente convincenti.

Il gameplay fa da ruota di scorta alla brillante narrazione, in un viaggio capace di veicolare emozioni forti.
L'altro punto a sfavore è rappresentato dal cap, anche su Xbox Serie X, dov'è avvenuto il grosso della nostra prova, a 30 fps, che non pesano per la stragrande maggioranza del tempo, visto il ritmo piuttosto compassato, ma di certo non facilitano i combattimenti, che avrebbero sicuramente beneficiato dei fatidici 60 fps.

Al netto di questi due nei, però, la presentazione del prodotto è di ottima fattura: dai modelli poligonali dei protagonisti al sistema di illuminazione in tempo reale, che rende estremamente credibile il ciclo giorno/notte di cui si fregia il titolo, passando per particolari apparentemente secondari, come capelli, costumi, ambientazioni, tutto grida qualità e rappresenta un passo avanti sostanzioso rispetto ai tempi del prequel, quando ancora lo studio era indipendente e non disponeva dei fondi messi a disposizione da Microsoft.

Questo, purtroppo, si riflette in un incremento del prezzo al day-one del gioco, che passa dai trenta euro del primo ai cinquanta di questo sequel: i valori produttivi sono senz'altro eccellenti, anche se considerando che la durata complessiva è limitata (poco più di sette ore nel nostro caso, in linea con il predecessore) e che la rigiocabilità è piuttosto bassa, il detestabile rapporto quantità/prezzo potrebbe rappresentare un problema con cui il gioco dovrà fare i conti, una volta arrivato sul mercato.

Ad arrivare in soccorso del gioco e a tirarci fuori dalle secche di questo dubbio ci pensa l'inclusione dal day-one nel catalogo Game Pass, che consentirà a tutti gli abbonati al servizio Microsoft di vivere questa esperienza in prima persona senza costi aggiuntivi: inutile dire che, a queste condizioni, Hellblade II diventa un'esperienza – espressione che scegliamo non a caso – praticamente imperdibile.

Chiosa finale per l'audio, eccezionale quanto e più del primo capitolo: prima ancora della schermata iniziale, il gioco stesso suggerisce l'utilizzo di un paio di auricolari o di cuffie surround, ed in effetti l'esperienza, già incredibilmente coinvolgente e trainante anche sfruttando gli speaker della TV, guadagna in coinvolgimento ed in carica ansiogena, innalzando le emozioni e le percezioni del giocatore.

Versione PC e handheld

Paragrafo a cura di Stefania Sperandio

Dedichiamo una manciata di righe anche alla resa del gioco su PC, dove abbiamo trascorso qualche ora in compagnia di Senua.

Abbiamo giocato su una configurazione tutt'altro che all'avanguardia (con RTX 2060 Super e AMD Ryzen 5 3600), su cui il gioco con un po' di accorgimenti – e grazie al DLSS di Nvidia – si è difeso piuttosto bene, risultando godibile, ma a patto di farlo girare a 1080p e non a 1440p, come indicavano in effetti i requisiti suggeriti da Ninja Theory.

Ora come ora, Hellblade II è invece abbastanza complicato da giocare su Steam Deck, a meno di non abbassare così tanto la risoluzione da slavarlo, e fatica a tenere i 30 fps. Personalmente, non sono riuscita ad avviarlo su Lenovo Legion Go (in attesa magari di update, per ora va in freeze superato il menù iniziale), mentre è godibile su ASUS ROG Ally, dove si tiene tra quei 25 e 30 fps che vanno benissimo per un'esperienza cinematografica di questo taglio.

Voto Recensione di Senua's Saga: Hellblade II | Recensione


7.6

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Storytelling viscerale e ammaliante

  • Presentazione degna di un buon tripla A

  • Comparto sonoro incredibile

  • I combattimenti sono migliori di quelli del primo...

Contro

  • ... ma continuano a sembrare degli elaborati QTE

  • Puzzle noiosi e ripetitivi (di nuovo)

  • In un mercato come quello odierno, potrebbe penalizzarlo lo sbilanciamento nel rapporto quantità/prezzo

Commento

A fronte di un'intreccio tutto sommato prevedibile e di una durata complessiva limitata, Senua's Saga Hellblade II propone un ulteriore passo evolutivo rispetto al suo predecessore, immergendo il giocatore in atmosfere malsane e sulfuree, facendogli vivere sulla sua pelle la violenza fisica e psicologica del mondo in cui la protagonista si ritrova, suo malgrado, a combattere.
Ben scritto, molto ben recitato e splendido da vedere, questo seguito inciampa negli stessi punti del primo episodio, accontentandosi di proporre un gameplay di alleggerimento e, nello specifico, dei puzzle monotoni e ripetitivi, piuttosto che un'esplorazione dall'ampio respiro o un numero maggiore di scontri all'arma bianca.
Se Ninja Theory saprà costruire sulle basi gettate con Hellblade II, la saga di Senua potrà continuare e lasciare un segno ancora più profondo nella mente e nel cuore di quanti vi si cimenteranno.
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