Season: A Letter to the Future | Recensione - Ricordi da conservare
Season: A Letter to the Future è un suggestivo viaggio che ci ricorda l'importanza di vivere nel momento.
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a cura di Nicolò Bicego
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Scavengers Studio
- Produttore: Scavengers Studio
- Piattaforme: PC , PS4 , PS5
- Generi: Avventura
- Data di uscita: 31 gennaio 2023
Questo 2023 videoludico sta iniziando con molta calma, da un punto di vista delle release “maggiori”. La presenza di poche uscite di peso sul mercato può però essere un’occasione in più per scoprire tutti quei titoli a medio e basso budget in arrivo sulle nostre console, che fin troppo spesso vengono tralasciati perché l’attenzione è troppo focalizzata sulle proprietà intellettuali più blasonate.
Oggi siamo qui a parlarvi di Season: A Letter to the Future, titolo sviluppato da Scavengers Studio, in arrivo il 31 gennaio su PlayStation 5, PlayStation 4 e PC. Lo stile grafico del gioco, fatto di colori a pastello, ci ha catturati fin da subito, così come la curiosa premessa: nei panni della protagonista, dovremo raccogliere le testimonianze della stagione che sta finendo, per consegnare i ricordi di chi l’ha vissuta a chi vivrà la prossima stagione.
Ma cosa significa stagione? E perché sta finendo?
L’ultima testimone della stagione
La storia di Season: A Letter to the Future (solamente Season d’ora in avanti) si apre con la protagonista pronta a lasciare il villaggio in cui ha sempre vissuto, Caro Village. Si tratta di un piccolo insediamento nascosto tra le montagne, che nessuno dei suoi abitanti lascia da generazioni.
Il motivo della sua partenza lo scopriamo nel giro di poco tempo: la sua intenzione è quella di raccogliere le testimonianze e i ricordi dell’attuale stagione, che sta ormai volgendo al termine.
Grazie alla sua macchina fotografica, ad un registratore ed al suo quaderno, la protagonista intende consegnare ai posteri un memento di quello che è stato, in modo che chi vivrà la prossima stagione possa comprendere cosa ha significato essere vivi in questo momento, in questa stagione che sta finendo e che non tornerà mai più.
Riprendiamo quindi la domanda che abbiamo posto nel paragrafo di apertura: che cosa significa una stagione? Perché sta finendo? E come sarà la prossima stagione?
Queste domande ci accompagneranno per buona parte dell’avventura, dunque non intendiamo darvi una risposta. Season è una storia tutta da scoprire in prima persona, attraverso i dettagli minuziosamente disseminati dagli sviluppatori in tutta la mappa di gioco.
Il punto forte di Season, però, non è la narrativa in senso stretto; ciò che più ci è rimasto nel cuore di questa esperienza è l’atmosfera che permea l’avventura. Sapere che la stagione sta finendo, pur senza capire che cosa questo significhi, comporta il vivere, attraverso gli occhi della protagonista, la sensazione di essere gli ultimi testimoni di qualcosa che potrebbe scomparire per sempre.
Questa consapevolezza spinge a raccogliere e custodire ogni racconto, ogni storia di questi territori e delle persone che li hanno vissuti come se fossero il bene più prezioso; ed effettivamente lo sono perché, quando la stagione finirà, tutto questo sarà solamente un ricordo e saremo noi, in un certo senso, a plasmare ciò che chi verrà dopo saprà di questa stagione.
Non aspettatevi quindi una vicenda carica di mistero, in cui l’obiettivo è indagare su ciò che circonda Caro Village e la storia dei suoi dintorni; ci sono sicuramente degli aspetti simili nell’avventura, ma non è su questo che si focalizza Season.
A questo proposito, vale la pena segnalare che il gioco è interamente in inglese, sia per il doppiaggio che per il testo scritto. Il lessico utilizzato non è particolarmente ostico, ma visto che la componente narrativa sta al centro dell'esperienza è consigliabile avere almeno un livello scolastico di inglese per tuffarsi nell'avventura.
Esteticamente, Season è davvero bello da vedere: le ambientazioni sembrano realizzate con colori a pastello e, complice una direzione artistica ispirata, sono riuscite a rimanere impresse nelle nostre menti. Il gioco non presenta particolari problematiche tecniche: abbiamo notato solamente qualche bug, causato soprattutto dal muoversi in bicicletta in alcune zone, ma in generale l’esperienza risulta pulita e caratterizzata da pochi caricamenti, oltretutto davvero brevissimi su PlayStation 5.
Per quanto riguarda invece il comparto sonoro, Season si compone di tracce ambientali, che sottolineano il ritmo lento e rilassato dell’avventura; per capirci, potreste mettervi le cuffie e lasciare il gioco fermo, avreste tra le mani un ottimo ASMR.
Pedalando in cerca di ricordi
Veniamo quindi al gameplay di Season. Potremmo definire il gioco una via di mezzo tra un’avventura e un walking simulator. Sostanzialmente, nei panni della protagonista ci ritroveremo ad esplorare Caro Village e le zone intorno ad esso; la progressione è lineare, ma a differenza di un walking simulator classico viene concessa una buona dose di libertà al giocatore, con molte zone opzionali e con la possibilità di esplorare liberamente la mappa.
Il nostro obiettivo, come dicevamo, è quello di raccogliere testimonianze sulla stagione in corso. Con la macchina fotografica potremo immortalare oggetti, ambientazioni e persone; con il nostro registratore vocale, invece, potremo ascoltare i ricordi delle persone in alcuni punti particolari (solitamente segnalati dalle vibrazioni del controller e da un indizio visivo sullo schermo). Infine, sarà la stessa protagonista a prendere appunti sul suo quaderno ogni qualvolta troveremo qualcosa di interessante ai fini della nostra ricerca.
Come vi dicevamo, però, l’obiettivo del gioco non è quello di darci una missione da compiere, una lista di quest da spuntare una dopo l’altra: l’obiettivo è, piuttosto, quello di darci un’esperienza da vivere secondo il nostro ritmo, cercando di immergerci in questo mondo.
Proprio per questo, quindi, vi consigliamo di non considerarlo come un gioco da maratona: nonostante la durata piuttosto contenuta (parliamo di circa dieci ore, che possono aumentare o diminuire a seconda di quanto vi diletterete ad esplorare ogni singolo dettaglio), il nostro consiglio è quello di prendervi più sessioni per completarlo, in modo da vivere al meglio l’avventura che gli sviluppatori avevano in mente.
Raccogliendo un certo numero di testimonianze, siano esse oggetti, registrazioni o riflessioni della protagonista, potremo sbloccare ulteriori dettagli e riflessioni riempendo il nostro quaderno di questi ricordi, incollandoli letteralmente sulle pagine bianche. Questo ci permetterà di risolvere anche alcuni misteri e sottotrame legate alla storia principale, che potrebbero altrimenti rimanere irrisolti.
Come vi dicevamo, ci sono diverse zone ed oggetti opzionali, che possono essere tranquillamente persi nel corso di una partita; questo, unito alla presenza di alcuni bivi all’interno della storia, potrebbe anche convincervi a rigiocare l’avventura, anche se il gioco non offre particolari incentivi per essere rivisitato.
E Season è tutto qui, potremmo dire: è molto semplice sotto il profilo del gameplay, e tutto quello che c’è da sapere su cosa dovremo fare lo scopriremo nel giro di poche decine di minuti. Ma l’esperienza complessiva ci è davvero rimasta impressa. Complice anche la durata limitata, Season non paga lo scotto della sua semplicità e, anzi, riesce a configurarsi come un’avventura soddisfacente, che si ritaglierà uno spazio nel cuore di tutti gli appassionati delle esperienze narrative (e, se lo siete, preparatevi a rifornire il vostro portafogli virtuale sul PSN grazie alle card di Amazon).
Versione recensita: PS5
Voto Recensione di Season: A Letter to the Future - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Atmosfera rilassante e malinconica allo stesso tempo
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Esteticamente sublime
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Rimane nel cuore
Contro
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Qualche piccola imperfezione tecnica