Resident Evil 8 deve continuare a far paura, ma nel senso buono – Speciale
La strada tracciata da Resident Evil 7 era particolarmente ispirata, e gli ultimi rumor in parte la confermano... in parte no
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a cura di Paolo Sirio
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Capcom
- Produttore: Capcom
- Distributore: Capcom
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , SWITCH , PS5
- Generi: Azione , Avventura , Survival Horror
- Data di uscita: 7 maggio 2021 - 28 ottobre 2022 (Switch)
Resident Evil è tornato sotto i riflettori all’incirca dal 2017, grazie alla strategia di Capcom che combina uscite annuali e remake di alcuni dei classici videoludici più amati di tutti i tempi.
Una strategia che, perlomeno nella prima parte della sua esecuzione, ha prodotto un’onda lunga positiva sul franchise, grazie alla buona riuscita di Resident Evil 7 e di Resident Evil 2, e che sta venendo in questi mesi capitalizzata con prodotti forse di nuovo sotto le aspettative ma comunque di una qualità oggettiva difficile da discutere.
Questo programma incessante, di cui discuteremo a dovere in un articolo a parte, sta garantendo una copertura mediatica e un interesse dei giocatori di non poco conto, dopo quelli che generalmente vengono definiti passi falsi di Resident Evil 5 e 6 – definizione non corroborata dalle vendite, tutt’altro che deludenti, però -, oltre che un’ampia gamma di rumor su Resident Evil 8 che in questa sede commenteremo perché piuttosto credibili ed emblematici della direzione assunta dall’IP.
Una direzione che da un lato ci piace, perché suggerirebbe l’intenzione di seguire il filone inaugurato con quel Resident Evil 7 che abbiamo tanto apprezzato, ma che dall’altro – complice la release quantomeno controversa di Resident Evil 3 ad inizio mese – ci lascia una vena di preoccupazione che speriamo venga smentita presto.
Il buon esempio di Resident Evil 7
Con Resident Evil 7, Capcom ha avuto il coraggio di rompere con il passato e inaugurare un nuovo arco narrativo, che fosse sostenuto da una rottura dall’elevato tasso simbolico.
Il passaggio dell’inquadratura dalla terza alla prima persona doveva significare qualcosa di vicino alla visuale dietro le spalle di Leon Kennedy in Resident Evil 4 dopo anni di camere fisse e fondali prerenderizzati e per certi versi, con le dovute proporzioni dovute ai tempi e alle modalità molto differenti, ci è riuscito.
Proponendo come base di partenza il tema della casa infestata, RE7 ha avuto la capacità di rielaborare la verve horror oltre che survival della serie, e per farlo non poteva rinunciare all’espediente tecnico della soggettiva, che risultasse allo stesso tempo più vicina agli accadimenti del gioco e limitante nei confronti della visualizzazione degli ambienti.
Puntare solo ed esclusivamente sugli zombie, per quanto più truculenti e credibili che mai, ha diluito in un certo senso la capacità di toccare il “perturbante” – così come inteso da Thomas Ligotti nel suo saggio La cospirazione contro la razza umana che non smetteremo mai di citare – di questo prodotto e quella è secondo noi una sfera alla quale, oltre ogni pulsione da b-movie che la anima dalla nascita, la saga non dovrebbe rinunciare.
I fan forse più tradizionalisti si sono concentrati esclusivamente sulla prima persona ma appare evidente che, al di là del cambio di prospettiva, Resident Evil sia riuscito a ritrovare se stesso con questo settimo capitolo dopo un paio di episodi che remavano nella direzione, completamente diversa, dell’action mainstream, che a Capcom non è mai riuscito pienamente di perseguire – sia da un punto di vista ludico che narrativo.
L’impostazione dell’inventario ibridata tra le iterazioni di maggiore successo e il ritorno degli enigmi; l’implementazione di una location da esplorare e riesplorare come quella di Villa Baker ispirata per design ed estetica ai luoghi iconici della trilogia originale; l’introduzione di un cast di personaggi attraenti, credibili e funzionali come quel Jack Baker stile Mr. X.
Questi sono soltanto alcuni dei punti chiave di un gioco che, nel suo tentativo di essere dirompente, ha serrato le fila di un franchise che aveva smarrito per strada la propria dimensione e aveva la necessità di ritrovarsi in un contesto ludico moderno. Limitare questo tesoretto ad un’uscita una tantum è uno sperpero che persino la Capcom del remake di Resident Evil 2 non potrebbe permettersi.
Nell’ultimo rumor, proposto da fonti attendibili come l’insider Dusk Golem, è emersa la volontà di proseguire su questa strada sia da un punto di vista ludico – la prima persona sarebbe stata preservata – sia da quello delle meccaniche narrative, che dovrebbero poggiarsi su tematiche come l’occultismo, e l’ambiguità dei ruoli di diversi personaggi dovuta presumibilmente ad allucinazioni e flashback esplicativi.
Altro ingrediente che abbiamo apprezzato particolarmente è la riproposizione di Ethan Winters come protagonista, stavolta con una maggiore consapevolezza della propria parte nella storia più grande di Resident Evil – non malcapitato tra i malcapitati, per intenderci –, con qualche anno e vicenda terribile in più sulle spalle, e soprattutto con una figlia, il cui ruolo non è chiaro ma che potrebbe aprire quella dimensione personale che era stata così apprezzata nell’ultimo capitolo numerato.
Cosa ci preoccupa dell’ultimo rumor
Se Resident Evil 7 e il rifacimento di Resident Evil 2 ci avevano consegnato una Capcom finalmente in linea con i desideri degli appassionati della saga, Resident Evil 3 ci ha in qualche modo lasciato qualche inquietudine sull’argomento, e sul ritorno di fiamma della software house giapponese per una deriva action evidentemente mai del tutto sopita.
Come abbiamo testimoniato in un nostro articolo sulla stazione di polizia dell’R.P.D., che abbiamo trovato altamente simbolica dello sviluppo di quel gioco, appare chiaro come l’etichetta nipponica stia provando a tenere insieme tutte le diverse anime sue e del proprio franchise di riferimento, con fortune purtroppo alterne che si traducono spesso, ad esempio, in ritmo di gioco così alti da risultare innaturali nella cornice di un Resident Evil.
Quello che abbiamo letto nell’ultimo rumor ci ha parzialmente consolato, ma è anche vero che c’è una parte di queste indiscrezioni che sembra stare corroborando l’idea di una Capcom ancora interessata ad alzare il tasso d’azione della sua IP, confermando in pectore che Resident Evil 3 sia stato tutt’altro che un caso isolato.
Nella fattispecie, Dusk Golem parla di una sequenza in cui Ethan si ritrova a combattere contro un’orda di nemici tra i più disparati, tra cui bestie dalle fattezze umane (in passato si era vociferato di lupi mannari) e addirittura zombie in armature con spade; a guidarli ci sarebbe una strega inattaccabile in stile Marguerite Baker, che colpita per un numero di volte si trasformerebbe in uno sciame di insetti e costringerebbe il protagonista a barricarsi in un castello.
Una sequenza che ricorda le battute iniziali di Resident Evil 4, che abbiamo apprezzato non poco e che probabilmente apprezzeremo di nuovo qualora dovesse venire davvero inserita nell’ottavo episodio, ma che al contempo ci lascia dubbiosi riguardo a come potrebbe innestarsi in un horror dal tratto psicologico come immaginavamo sarebbe stato questo nuovo filone.
L’ambientazione ci intriga ma similmente sembra uno stacco di non poco conto rispetto a quel Resident Evil 7 che speravamo sarebbe servito da base per il prosieguo del franchise: parliamo di un villaggio europeo, che parrebbe rurale proprio sulla scia del già menzionato RE4, e che al centro avrebbe il castello presso cui Ethan vorrebbe per qualche ragione trovare rifugio.
Questa location sarebbe “aperta” in tante direzioni, dal momento che il giocatore potrebbe esplorare abbastanza liberamente e prendere una strada anziché un’altra prima di completare il suo obiettivo; ancora vibrazioni di Resident Evil 4, ma questo ci porterebbe nuovamente lontani dall’atmosfera da thriller più intimo e caldo su cui aveva puntato il diretto predecessore, e che sulla scia del successo di P.T. aveva attirato l’attenzione dei fan allontanati dalle ultime deludenti uscite.
Siamo tra quelli che hanno caldeggiato il rifacimento dell’avventura di Leon Kennedy in Spagna non appena colto che Capcom avrebbe puntato su quel gioco; forse non ne avvertiamo la necessità in termini pratici ma sarà sicuramente qualcosa su cui vorremo mettere le mani quanto più rapidamente possibile. Tuttavia, ci domandiamo quali effetti potrà avere una simile apertura – tematica così come strutturale a livello di giocato – sul percorso in cui RE7 pareva essersi infilato con nostro gradimento.
Probabilmente, fosse uscito un Resident Evil 8 – o Resident Evil VIIIAGE come pare verrà stilizzato – subito dopo il settimo capitolo non avremmo sollevato particolari obiezioni in una fase precedente al lancio, dal momento che è tipico di un sequel proporre qualcosa, in una sola parola, di più “grande”; dopo la vicenda del remake di Resident Evil 3, che sappiamo aver trovato tra i nostri lettori molti fan così come molti detrattori, il campanello d’allarme è suonato subito e ce ne dispiace un po’.
Il ruolo di Chris Redfield contro la stagnazione narrativa dei remake
L’idea di realizzare remake dei classici delle ere precedenti non ci dispiace affatto – ci siamo goduti Resident Evil 2, abbiamo giocato e rigiocheremo Resident Evil 3 con tutte le sue sfumature che non ci hanno esaltato, stiamo spolpando Final Fantasy VII Remake, e così via.
Ma è innegabile che, salvo rarissime eccezioni, il pubblico veda in operazioni come reboot, remaster e appunto remake una “stagnazione” sia creativa che narrativa che dà agli appassionati un certo fastidio; spesso ci capita di sentirci chiedere come mai una Capcom o una Square Enix non puntino a realizzare giochi nuovi anziché tornare puntualmente sui vecchi e sulle IP più sicure.
Un dettaglio che ci è piaciuto in tal senso del rumor commentato finora è l’utilizzo del personaggio di Chris Redfield, a ben vedere unico grosso punto di raccordo in termini di storia tra il passato glorioso della saga e l’arco inaugurato da Resident Evil 7; secondo questa indiscrezione, infatti, Chris potrebbe stare dandoci la caccia, dal momento che in una determinata scena lo si vedrebbe persino spararci contro.
Non è chiaro ad ora, naturalmente, perché si starebbe comportando così – quella scena potrebbe essere frutto delle allucinazioni di cui sopra, o addirittura Redfield potrebbe stare agendo sotto copertura – ma ciò che è certo è che ci piace questa riproposizione di personaggi storici in nuove vesti, con nuovi ruoli, e con nuove routine comportamentali che possano renderli imprevedibili e “dividere” le anime degli appassionati tra il dolce ricordo e l’amaro presente.
Stando nella fase dei rumor, ovviamente, il tutto potrebbe sfumare in una bolla di sapone oppure rivelarsi l’esatto opposto, ma questa potrebbe essere un’indicazione utile per il futuro: anziché proporre reboot dei videogiochi, perché non provare ad introdurre il concetto di “riavvio” per i personaggi con cui abbiamo legato di più, e che tanto potrebbero dare a nuove versioni delle serie storiche nei panni di nemici o alleati?
Siamo ancora in una fase embrionale del discorso su Resident Evil 8, e tanto avremo ancora da dirci da qui a quando il gioco sarà reso ufficiale. Al netto del sacrosanto diritto di proporre nuovi elementi, la strada intrapresa con il settimo capitolo ci è parsa riuscita, e la speranza è che non venga abbandonata di già in favore di pulsioni action poco consone ai momenti migliori del franchise. Il rumor su cui ci siamo soffermati oggi, abbastanza attendibile da meritare due parole, suggerisce un lancio per l’inizio del 2021 – salvo ritardi di sorta dovuti al coronavirus – e, così fosse, possiamo aspettarci un reveal che possa smentire o confermare tali indiscrezioni entro la fine dell’anno.
Voto Recensione di Resident Evil Village - Recensione
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