Regali di Natale: Dieci indie da mettere sotto l'albero
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a cura di Daniele Spelta
Redattore
Che bel periodo il Natale! Pranzi e cene degni de “La grande abbuffata”, pigiami indossati al 24 di dicembre e tolti al 7 di gennaio, niente mail di lavoro, niente libri su cui chinare la testa e un meritato ozio letargico che se vi vedesse un Angela girerebbe un documentario proprio su di voi. Bello, ma prima di arrivare a tutto questo bisogna passare per i proverbiali nove gironi infernali e sopravvivere agli immancabili film terrificanti sui Kiss che salvano Babbo Natale, il vicino di casa che riempie il pianerottolo di neve artificiale probabilmente radioattiva e la fantozziana corsa ai regali di Natale. Magari nessuno ve lo ha detto, ma siamo agli sgoccioli del 2018 e se per quel grembiule ricamato che volete regalare a vostra nonna non c’è alternativa, per tutto il resto si può procedere comodamente a dar sfogo ai propri beceri istinti capitalistici con qualche semplice click. Questo vale ovviamente anche i videogiochi, ma purtroppo siete poveri e avete amici dai gusti sofisticati, regalare un codice di un God of War o di un Red Dead Redemption 2 qualsiasi sarebbe visto come un affronto. La soluzione è a portata di mano: un bel videogioco indie è la risposta che cercavate, ma siccome nel 2018 ne sono arrivati ad ondate – spesso anche di eccelsa qualità – eccovi qua di seguito una lista di dieci titoli da mettere sotto l’albero. Non cercate un ordine preciso, sono semplicemente alcuni fra i migliori pubblicati nel 2018 e, come in tutti gli elenchi, si tratta di scelte soggette a gusti.
The Hex
Daniel Mullins è un nome che gli appassionati di videogiochi ben conoscono; già creatore del bizzarro Pony Island, quest’anno l’autore è tornato a far parlare di sé grazie a The Hex, un titolo che definire particolare sarebbe un eufemismo. Si tratta infatti di un gioco che parla di videogiochi e che catapulta l’utente dentro ad una taverna affollata da sei classici cliché provenienti da altrettanti generi videoludici, come un lottatore da picchiaduro, una maga da GDR e un anonimo protagonista di un walking simulator. Sei storie che si intrecciano in un annunciato omicidio, ma che si dipanano in un’opera sfaccettata, che cambia continuamente forma passando da un gioco di ruolo classico a platform, da uno sparatutto ad un titolo investigativo.
The Red Strings Club
Da un bar all’altro, questa volta è il turno di The Red Strings Club, locale al neon – e titolo del gioco – gestito da Donovan e in cui, come se si trattasse di una pièce teatrale, entrano ed escono i protagonisti di quest’opera narrativa firmata dal team spagnolo Deconstructeam. Non è la solita avventura cyberpunk, si va ben oltre al rapporto uomo-macchina e ai discorsi sull’essere, perché sotto un’affascinante veste in pixel art i temi toccati spaziano fino al quotidiano, arrivando ad affrontare anche questioni di genere e problematiche inerenti al mondo del lavoro, il tutto condito da un pizzico di sarcasmo e dalla giusta dose di disillusione.
Wandersong
Basta pioggia e città su cui non sorge mai il sole: Wandersong è un inno alla felicità, un’avventura colorata creata da Greg Lobanov e ambientata in un colorato mondo sull’orlo del precipizio. L’unica cura contro l’imminente apocalisse? Cantare. L’eroe di Wandersong non è dotato di forza erculea e non è nemmeno tanto coraggioso, ma se c’è una cosa che sa fare è usare le sue corde vocali e questo basta per tentare di salvare il mondo. Non lasciatevi però ingannare dai toni pastello e dalla leggerezza del titolo, perché quella che potrebbe essere scambiata per un’opera infantile nasconde infatti un’anima adulta.
La-Mulana 2
Il Natale dovrebbe essere un giorno di spensieratezza e felicità, a meno che non decidiate di intervallare le portate del pranzo con sessioni di gioco su La-Mulana 2. Dedicato agli aspiranti cacciatori di tesoro che non hanno paura di perdersi fra infiniti labirinti, il titolo creato da Nigoro vive costantemente in bilico fra il puro sadismo e la soddisfazione estrema quando si ritrova il bandolo della matassa. La-Mulana 2 non è un titolo per tutti e serve una buona dose di pazienza per non finire sommersi in quei cunicoli e caverne, ma se siete alla ricerca di una Sfida con la maiuscola, avete trovato pixel per i vostri denti.
Minit
C’è poco da dire su Minit, un vero capolavoro del game design: prendete il gameplay dei vecchi Zelda, due soli colori – bianco e nero – una manciata di pixel ed una serie di eroi strampalati. A questo aggiungete poi una semplice meccanica di gioco: ogni sessanta secondi il protagonista muore. Detto così sembra uno di quei titoli nati come scherzo solo per causare dei travasi di bile al giocatore, ma attorno a questa regola il team di sviluppo ha creato un mondo armonioso e calibrato alla perfezione sfruttando lo scorrere inesorabile delle lancette, che impreziosisce l’esplorazione, le fasi più action e anche gli enigmi ambientali.
Celeste
Da sempre i platform sono visti come la pura essenza del giocare: pad alla mano si salta su piattaforme e si cerca di sopravvivere in livelli sempre più complessi in un senso di sfida crescente. Nato originariamente su PICO-8, Celeste ci ha invece insegnato come sia possibile raccontare una storia di caduta, speranza e rinascita anche dentro ad un level design spietato e spinti dall’incessante azione. Non ci sono lunghi spiegoni filosofici e la pixel art non permette l’impiego di raffinate scene animate, eppure l’avventura di Medeline e della sua scalata al monte Celeste riesce a rimanere impressa nel cuore del giocatore.
The Messenger
Il 2018 è stato l’anno del grande ritorno dei metroidvania, sottogenere spinto dalla voglia di esplorare nuovi territori rimanendo fedeli allo stile retro tipico dell’era 8-bit. Ma anche quella a 16-bit. Il titolo sviluppato da Sabotage si diverte infatti a passare da uno standard all’altro, e non solo per un semplice gusto estetico, ma intessendovi anche sapienti trovate di gameplay. E poi il protagonista è un ninja e non è Natale senza un protagonista armato di spada e shuriken.
Into the Breach
Subset Games è salita alla ribalta dando i natali a quel piccolo gioiellino che è FTL: Faster Then Light e quest’anno si è replicata grazie ad Into the Breach che, senza troppi giri di parole, è uno dei giochi con il Metacritic più alto. Le motivazioni del successo di questo piccolo strategico sono tutte racchiuse nel suo gameplay praticamente perfetto, in un livello di personalizzazione sconfinato e in una rigiocabilità che rende Into the Breach il compagno perfetto per queste vacanze invernali.
Return of the Obra Dinn
Return of the Obra Dinn non è solo uno fra i migliori indie del 2018, è proprio uno dei migliori giochi di quest’anno in generale. Con Lucas Pope in cabina di regia era pressoché impossibile fallire e la testimonianza di Papers, Please era forse il miglior indicatore della qualità di quello che all’apparenza è solo un titolo investigativo bicromatico, ma che alla prova dei fatti si dimostra una lezione di narrativa emergente. Si indagano gli indizi lasciati sul vascello che dà il nome al gioco, si scruta nella memoria di un equipaggio sparito nel nulla e si rimette ordine ai tasselli di un puzzle in modo intelligente e mai banale. Return of the Obra Dinn è un titolo che deve far parte della vostra collezione.
Subnautica
Cosa c’è di più natalizio di un viaggio fra i fondali marini, tra mostri e relitti sepolti? Praticamente tutto, ma ciò non toglie il fatto che Subnautica sia uno fra i titoli più affascinanti di quest’ultimo anno e meritevole di una nomination in questo elenco. Il survival sviluppato da Unknown Worlds Entertainment è un viaggio alla scoperta delle profondità, in un oceano vivo, popolato di immense creature e in cui si celano pericoli dietro ogni onda. Il titolo è capace di rapire per decine di ore, ma non soffre di quella monotonia tipica del genere a cui appartiene e, se giocato in VR, l’esplorazione diventa un’esperienza ancora più coinvolgente. Mal di mare a parte.
Il 2018 si è rivelato un anno ricco di piacevoli sorprese. Certo, qualche scivolone non è mancato – Underworld Ascendant is that you? – ma complessivamente il livello qualitativo nel mondo dei giochi più o meno indipendenti si è rivelato decisamente alto e fare una lista di dieci nomi è stato tutt’altro che facile. Fra illustri esclusi e titoli che potevano giocarsela tranquillamente, quella qua sopra è una lista ricca, esaustiva e adatta a chiunque voglia uscire dal confine dei titoli mainstream, sperimentando con contaminazioni e generi che impreziosiscono il nostro medium preferito.
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