Da tempo, ormai, siamo abituati a veder arrivare sulle console della generazione corrente riedizioni di titoli da parte di THQ Nordic. La ex Nordic Games, infatti, sembra intenzionata a rilanciare tutti i brand acquisiti dopo il fallimento della vecchia THQ, sfruttando in primo luogo le remastered per tastare il terreno. Oggi, a nove anni di distanza dalla sua uscita originale, è la volta di Red Faction: Guerrilla, titolo originariamente sviluppato da Volition che, all’epoca, riscosse un buon successo di critica e di pubblico. Non rimane dunque che vedere se e quanto il titolo soffre il peso degli anni.
Straniero in terra straniera
Siamo nell’anno 2125, sulla Terra le risorse cominciano a scarseggiare, con un vero e proprio tracollo economico che porta i potenti del mondo a cercare beni altrove, di preciso su Marte, colonizzata ormai da tempo. Qui, la Earth Defence Force (EDF), per rispondere alle richieste provenienti dalla Terra, sfrutta i minatori, creando un vero e proprio regime schiavista. È in questa situazione socio-politica che l’ingegnere Alec Mason arriva su Marte, di preciso nella regione di Tharsis, per riunirsi al fratello Dan, che gli spiega la situazione del pianeta e lo invita ad unirsi alla Red Faction, la forza ribelle di cui fa parte. Poco dopo, Dan muore sotto i colpi di forze della EDF. Alec viene salvato da guerriglieri della Red Faction, unendosi immediatamente alle loro fila. Da qui, la storia prosegue attraverso le numerose cut-scene presenti nel gioco, anche se purtroppo va detto che l’intreccio narrativo non riesce mai a sorprendere: pur partendo da una base estremamente interessante ed attuale come lo schiavismo economico, le sue buone premesse sfumano in una storia che sa di già visto e già sentito. I personaggi, soprattutto, faticano a rimanere impressi, rimanendo perlopiù delle macchiette senza troppo spessore. Come nota positiva possiamo segnalare che il gioco è stato interamente doppiato in italiano, un doppiaggio peraltro di buona fattura.
Il lavoro di rimasterizzazione di Kaiko Games si è rivolto essenzialmente al comparto tecnico, nel tentativo di svecchiare un titolo proveniente dal primo periodo della settima generazione di console. L’intento, però, riesce solo in parte: se certamente il titolo risulta più piacevole da vedere rispetto alla versione originale, gli anni passati si fanno comunque sentire, ed è chiaro che il gioco non appartiene all’attuale generazione. L’ambientazione, inoltre, soffre di una certa mancanza di varietà, connaturata d’altronde al setting prescelto dagli sviluppatori.
Distruzione totale
Il gameplay di Red Faction: Guerrilla si presenta come un action in terza persona votato all’open-world. Il pianeta rosso viene diviso in molteplici zone da esplorare, che si sbloccano con l’avanzamento dell’avventura, ciascuna delle quali offre una pletora di missioni principali e secondarie, oltre che obiettivi completamente opzionali sparsi sulla mappa. Il nostro obiettivo sarà quello di aiutare la Red Faction a riprendere il controllo del pianeta dal dominio della EDF, liberando così i minatori del pianeta dal loro giogo. La nostra principale arma di distruzione sarà il martello con cui cominceremo il gioco. Molto più che un semplice oggetto contundente, esso ci permette di radere letteralmente al suolo ogni edificio o struttura che si pari di fronte a noi. Red Faction: Guerrilla, infatti, si contraddistingue per l’impressionante distruttibilità delle ambientazioni, almeno per quanto riguarda tutte le costruzioni umane: basteranno dei colpi di martello per vedere le fondamenta di un edificio piegarsi di fronte ai nostri occhi, fino ad arrivare al disastroso crollo dello stesso edificio. Molte missioni prevedranno la distruzione di numerose proprietà EDF: per velocizzare la nostra opera, potremo ricorrere anche ad altre armi, come mine adesive pronte ad esplodere ad un nostro comando. Si tratta di una meccanica estremamente divertente, che dona più personalità al gioco di quanto ci si potrebbe aspettare. Ma non ci saranno solo edifici da distruggere: durante il gioco avremo anche numerosi scontri a fuoco con la EDF, inseguimenti in automobile, ostaggi in pericolo da soccorrere. Ciascuna di queste missioni contribuisce ad aumentare il nostro controllo su Marte, rappresentato da una barra gialla che, mano a mano, si riempie.
Seminare distruzione, peraltro, ci permetterà di raccogliere materiali necessari per l’upgrade delle nostre armi: nel corso del gioco ci troveremo spesso a tornare alla nostra base per migliorare le caratteristiche del nostro personaggio, dotandolo, ad esempio, di un jetpack. Questo senso di progressione contribuisce a rendere più appetibili le missioni secondarie e gli obiettivi opzionali. C’è da dire, però, che sebbene le missioni risultino divertenti, in parte grazie anche alla distruttibilità delle ambientazioni che contraddistingue il titolo, esse tendono a risultare ripetitive a lungo andare: le tipologie di incarichi sono infatti limitate e questo potrebbe portare il giocatore a concentrarsi solamente sulle missioni principali. Questo ci porta a rispondere alla domanda che ci eravamo fatti in apertura: Red Faction: Guerrilla è un titolo uscito in un periodo in cui gli open-world stavano solamente cominciando la loro ascesa. I suoi limiti appaiono dunque evidenti se paragonato con le produzioni odierne, visto che il genere si è evoluto in modo impressionante nel corso di questi quasi dieci anni, ed il titolo risulta quasi scarno per gli standard contemporanei. Ciò nonostante, le meccaniche di distruzione degli edifici danno ancora un elemento di freschezza al titolo, un elemento che potrebbe essere un’ottima base per un futuro sequel che sappia contestualizzare la serie nell’epoca moderna.
Quando un pianeta non basta
Oltre alla modalità principale, Red Faction: Guerrilla offre anche dei contenuti extra. Il primo è l’espansione Demons of the Badlands, il primo DLC che venne rilasciato all’epoca per il titolo. Se le circa quindici ore necessarie per completare il gioco principale non vi bastano, questa espansione aggiunge una manciata di ore di gioco, andando ad arricchire l’offerta per giocatore singolo.
Gli sviluppatori, però, hanno pensato di inserire anche contenuti per il multiplayer. Abbiamo innanzitutto una modalità per il multigiocatore locale, dove però i giocatori non giocano nello stesso momento. Come succedeva in molti titoli di una volta, i giocatori devono passarsi il controller, cercando di battere il record stabilito dagli avversari in vere e proprie gare di distruzione. Fino a quattro giocatori possono competere in diverse tipologie di missione, con un buon numero di mappe tra cui scegliere. Si tratta di una trovata tutto sommato simpatica, ma dubitiamo che vi possa tenere impegnati per più di qualche sessione. Molto più ricca è l’offerta del multiplayer online: anche qui troviamo diverse modalità di gioco, che vanno dal classico deatmatch alla difesa del quartier generale. Purtroppo non possiamo esprimere un giudizio concreto sulla componente multigiocatore: nonostante molteplici tentativi, ci è stato impossibile partecipare ad un match a causa della scarsità di giocatori presenti online. Qualora ve ne fosse l’occasione torneremo su questo aspetto in futuro, limitandoci per il momento a segnalarne la presenza.
– Seminare distruzione è ancora molto divertente
– Numerose missioni da completare
– La struttura open-world mostra la sua età
– Ripetitivo
– Comparto narrativo mediocre
Red Faction: Guerrilla è un titolo discreto che, però, sente il peso degli anni. Uscito quasi dieci anni fa, in un periodo in cui gli open-world ancora non avevano la fortuna che avrebbero avuto in seguito, il titolo mostra i limiti tipici dei primi tentativi, risultando fin troppo scarno e poco profondo se paragonato con le produzioni odierne. Ciò nonostante, la distruttibilità totale degli edifici riesce ancora oggi a divertire, risultando un elemento fresco ancora oggi, un elemento che potrebbe essere la base di un futuro sequel.