Ready or Not | Recensione – L’erede definitivo di SWAT
VOID Interactive proietta il giocatore nelle difficili missioni affidate a un team delle forze speciali: ecco la nostra recensione di Ready or Not.
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a cura di Marino Puntorieri
Redattore
In sintesi
- Un'esperienza close quartier più tattica e punitiva del previsto, ma estremamente coinvolgente.
- Tante missioni rigiocabili, divertenti con gli NPC e in compagnia di altri giocatori.
- Alcune idee interessanti per la gestione preliminare della propria squadra sul piano psicologico.
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: VOID Interactive
- Produttore: VOID Interactive
- Distributore: VOID Interactive
- Testato su: PC
- Piattaforme: PC
- Generi: Sparatutto
- Data di uscita: 18 dicembre 2021 (Early Access)
Nel panorama degli sparatutto le esperienze più tattiche e ragionate hanno lasciato da tantissimo tempo spazio a progetti frenetici e principalmente orientati agli scontri online in versus.
Ripensare al glorioso passato dei capitoli SWAT, sotto Sierra Entertainment, lascia l’amaro in bocca a una nicchia di giocatori tanto specifica quanto esigente, solo in parte soddisfatta da Rainbow Six Siege. Per quanto riguarda il progetto di Ubisoft Montreal, infatti, l’idillio è finito in breve tempo, dato che il gioco è andato poi a focalizzarsi – in modo differente – verso un approccio sempre più online e competitivo, in sostanza abbracciando un altro tipo di videogiocatore.
Ready or Not, invece, è un progetto che potrebbe colmare adeguatamente le lacune in ottica single player e co-op lasciate in questi anni, proponendo un’esperienza decisamente più tattica, realistica, punitiva e a modo suo adrenalinica.
Parliamo di un titolo che si affaccia finalmente alla versione 1.0, dopo circa due anni in early access, che abbiamo approfondito con piacere su PC, imbracciando mouse e tastiera come un vero operatore delle forze speciali pronto a risolvere situazioni tanto delicate quanto letali, se sottovalutate.
Vediamo nella nostra recensione com'è andata.
Tre, due, uno… irruzione
Ready or Not, ci mette al comando di una squadra delle forze speciali chiamata a risolvere situazioni di stallo tra polizia e criminali. Spesso c'è bisogno del nostro intervento per irrompere in aree estremamente pericolose per i più svariati motivi: dalla caccia a qualche ricercato particolare, passando per la liberazione di covi di criminali utilizzati per la produzione di droghe, ai luoghi più comuni presi d'assalto da terroristi, con tanto di ostaggi o bombe da disinnescare.
Le situazioni vissute nelle missioni di Ready or Not, diciotto nello specifico, sono estremamente varie e realistiche, enfatizzando fin dai primi minuti di gioco gli sforzi profusi dal team di VOID Interactive nella raccolta di informazioni sensibili da gruppi di polizia di tutto il mondo da riproporre adeguatamente in-game.
Proprio sul fronte del coinvolgimento su schermo, abbiamo uno degli aspetti più riusciti di Ready or Not: in molti momenti abbiamo avuto addosso la sensazione di dover gestire situazioni di tensione estrema e di doverla gestire, valutando con mente strategica ogni mossa o spostamento.
Tutti elementi che sottolineano un buon lavoro proprio sull’intelligenza artificiale, anche se non mancano ancora alcune magagne tecniche e bug, durante gli spostamenti nei corridoi più angusti.
Ovviamente l’esperienza di Ready or Not è ancora più apprezzabile in co-op con un team di amici affiatati, con i quali coordinarsi in chat in modo ancora più completo.
Abbiamo apprezzato anche una certa rigiocabilità delle missioni grazie a un sistema a punti di fine livello che premia o penalizza le nostre azioni a seconda della condotta durante gli scenari: questo incentiva un gioco corretto e non sempre finalizzato all’utilizzo della violenza contro qualsiasi tipo di personaggio incontrato sullo scenario.
Una squadra speciale per ogni occasione
In Ready or Not abbiamo una vera e propria stazione di polizia che funge da hub centrale sia in single player sia in compagnia di altri giocatori, con diverse aree sbloccabili man mano che si superano le missioni e sezioni specifiche adibite alla personalizzazione del proprio equipaggiamento o delle armi.
Abbiamo anche un comodo tablet da utilizzare per gestire i compagni di team, con un interessante sistema legato a potenziamenti passivi – in linea con determinati tratti caratteriali – e ai tratti psicologici, che vanno monitorati a seconda che le missioni vengano superate o meno.
Essendo situazioni ad alto rischio, i vari scenari di Ready or Not provocano una certa dose di stress che nei casi peggiori può portare a erodere l'efficienza dei compagni di squadra durante le situazioni più delicate.
Per questo motivo possiamo sostituirli con altri commilitoni e farli riposare se sovraccarichi mentalmente; oppure, è possibile chiedere l'intervento di un terapeuta per i casi più estremi e lasciarli indisponibili per un certo tempo.
Si tratta di un aspetto estremamente interessante – ricorda, alla lontana, la gestione e la scelta degli operatori del primo Rainbow Six – e per certi versi pionieristico che aumenta una certa consapevolezza nel giocatore, anche se non è così chiaro in tutte le sue opzioni e rischia di essere messo in secondo piano.
A maggior ragione, ciò è enfatizzato da un’interfaccia, tra comandi e menù, abbastanza macchinosa che necessita di un po’ più tempo del previsto per essere digerita.
Coinvolgimento ad alto rischio
Il level design è poi un altro punto di forza dell’esperienza plasmata da Ready or Not, con il team di VOID Interactive che ha investito ingenti sforzi e risorse per realizzare mappe e scenari ricchi, che ampliano le possibilità di approccio durante le varie irruzioni.
Abbiamo stanze chiuse, corridoi, saloni più ampi, balconate, cunicoli e ripari di fortuna di ogni sorta da sfruttare al meglio per evitare il fuoco incrociato, su mappe pensate su più livelli e ricche di dettagli.
A conti fatti, il gameplay è abbasta difficile da padroneggiare, ma riesce a restituire enorme soddisfazione, pensando che bastano pochi colpi per incappare nel game over.
Considerando gli obiettivi multipli presenti in ogni scenario, capita però di dover ritornare sui propri passi e girovagare sulla mappa per qualcosa dimenticato durante il primo passaggio, soprattutto perché troppo preoccupati dall'evitare proiettili improvvisi.
La cosa si fa più evidente quando ci viene richiesto di individuare ad esempio tutti i civili nelle aree a rischio, spesso sparpagliati a caso sulla mappa e a volte eccessivamente nascosti, il che va parzialmente a ledere il senso di realismo e coinvolgimento.
Segnaliamo comunque che, rispetto alla versione early access di Ready or Not, è stata anche corretta la gran parte di bug e problemi tecnici. Come se non bastasse, anche sul piano dell’illuminazione e del comparto sonoro sono stati fatti degli ottimi passi in avanti, con quest’ultimo aspetto apprezzabile sia per le armi sia per i movimenti nei posti più chiusi, dove è possibile concentrarsi sul rumore dei passi per raccogliere informazioni sull’ambiente circostante.
Rimangono ancora dei bug, come anticipato, durante gli spostamenti dei compagni di squadra che ancora si incastrano un po’ ovunque, così come alcune animazioni negli NPC non sempre gestite al meglio. Il lavoro, nel complesso, rimane decisamente soddisfacente e siamo sicuri ci siano ancora margini di miglioramento con eventuali patch.
Voto Recensione di Ready or Not | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Approccio alle missioni estremamente tattico e ragionato
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Numerose armi e gadget da sfruttare
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Buon lavoro per il level design dei vari scenari
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Interessanti meccaniche gestionali per il proprio team…
Contro
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… anche se con l'interfaccia di gioco rimangono abbastanza macchinose
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Non mancano alcuni momenti di frustrazione per l'elevato tasso di sfida
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Ancora qualche bug quando si impartiscono ordini ai compagni di squadra
Commento
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