Rainbow Six Siege, Anno 5 e Void Edge: nuova linfa vitale - Speciale
Qualche considerazione sull'Anno 5 di Rainbow Six Siege, alla luce della nostra prova approfondita di Operazione Void Edge.
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a cura di Pasquale Fusco
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Ubisoft Montreal
- Produttore: Ubisoft
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE
- Generi: Sparatutto
- Data di uscita: 1 dicembre 2015
Tom Clancy’s Rainbow Six Siege è come il vino: invecchiando migliora. Aforismi a parte, il titolo di Ubisoft Montreal rientra in quei (rarissimi) casi di Game as a Service che, negli anni, sono riusciti a espandersi in maniera sapiente, introducendo gradite novità sul fronte contenutistico e le giuste modifiche atte a rinnovare il sistema di gioco. Nei quasi cinque anni che ci separano dal lancio di ‘R6‘ non sono mancati passi falsi, ma il team canadese sembra aver ormai raggiunto la maturità necessaria per consolidare il dominio di Siege nello sfaccettato mondo degli sparatutto competitivi, non senza intraprendere strade nuove.
Si riparte dunque da Year 5 e da Operazione Void Edge, prima stagione di un’annata che promette di rivoluzionare – si spera – uno dei first-person shooter più amati del relativo scenario. Ci siamo concessi del tempo extra per provare in maniera approfondita ogni novità messa sul piatto da Ubisoft, partendo dai due nuovi Operatori fino ad arrivare alla ‘nuova’ mappa di gioco, passando per l’inevitabile Battle Pass.
Rainbow Six Siege, Anno 5: cambio di rotta
Come da tradizione, Ubisoft aveva svelato le ultime novità di Rainbow Six Siege in occasione del Six Invitational di Montreal, evento annuale che riunisce i fan del popolare FPS e i migliori team eSport provenienti da ogni parte del globo. Avevamo così assistito al reveal della nuova roadmap, quella di Anno 5, il vero punto di svolta di uno sparatutto che ci ha regalato gioie e, talvolta, amare delusioni.
Oltre ad essere la prima delle quattro Season che ‘celebrano’ il quinto anno di Siege, Operazione Void Edge (S1Y5) sarà anche una delle ultime ad abbracciare la classica formula dei due operatori: entrambe le Stagioni 3 e 4 si limiteranno ad introdurre un solo personaggio, spostando l’attenzione su altri, e più importanti, aspetti del gioco. Spazio dunque ai miglioramenti della QoL (Quality of Life), con cui Ubisoft si impegna a svecchiare l’ormai vetusto gameplay di Rainbow Six Siege introducendo nuove meccaniche o alterando quelle già esistenti.
Le modifiche più rilevanti arriveranno nella seconda metà del 2020, ma alcune di esse fanno già parte dell’ultimo major udpate. Void Edge ha infatti portato un’importante rivisitazione del sistema che regola il funzionamento delle barricate: una volta colpiti, gli assi di legno che coprono porte e finestre si sgretoleranno in detriti molto piccoli che non ostruiranno la vista degli operatori. Ricordiamo che, in precedenza, i difensori potevano sfruttare il comportamento anomalo dei detriti per creare una vantaggiosa linea di tiro, a scapito degli attaccanti che sarebbero diventati facili prede di eventuali ‘spawn kill’. La nuova Operazione ha inoltre aggiornato i droni degli attaccanti, che saranno finalmente generati in corrispondenza del punto d’accesso scelto.
Insomma, non si parla solo di semplici nerf (o buff) del roster di gioco, eppure avremmo delle gradite novità anche su questo fronte. Lesion, ad esempio, non potrà più tracciare le sue trappole se sarà troppo distante dalle mine GU, mine che, una volta calpestate, non infliggono il solito danno iniziale; il danno per tic è stato tuttavia incrementato, passando da 4 a 6 HP rimossi. Ribilanciamenti anche per Twitch e, in particolare, per il suo drone stordente, che perde un generoso quantitativo di danni – da 10 a 1 HP – e un paio di dardi – da cinque a tre – accogliendo tuttavia un inedito sistema di cooldown che rigenererà i dardi utilizzati, proprio come avviene con i droni di Echo.
Lesion e Twitch sono solo i primi ad essere coinvolti in una più ampia operazione di rework programmata da Ubisoft, almeno per l’Anno 5. Mentre attendiamo con ansia il ‘nuovo’, formidabile Tachanka, prossimamente assisteremo a lievi modifiche per Jäger, Buck, Ying e per altri operatori molto popolari nell’attuale meta, con effetti già percettibili nei server dedicati al test tecnico.
L’Anno 5 vedrà inoltre il consolidamento del Battle Pass nella complessa struttura di R6. Introdotto per la prima volta pochi mesi fa, in via sperimentale, il pass battaglia segue il medesimo modello adottato da altri titoli competitivi: troviamo due percorsi, uno gratuito e uno a pagamento, che ricompenserà i progressi dei giocatori con contenuti cosmetici, potenziamenti Fama e pacchetti di crediti R6 – con cui gli utenti potranno ammortizzare la spesa effettuata per il ramo premium. Il più recente Battle Pass (‘Per il Mondo’) ci ha quindi sorpresi con una serie di premi molto allettanti, tra cui una skin Leggendaria per Buck che non avrebbe nulla da invidiare ai più ambiti pack Elite.
Operazione Void Edge: Iana, Oryx e la ‘nuova’ Oregon
Prima di poterci addentrare nel nuovo Rainbow Six Siege occorre varcare la soglia di Operation Void Edge. In queste settimane abbiamo approfondito la conoscenza di Iana e Oryx, i due eccentrici protagonisti di questa prima season, così come abbiamo avuto modo di analizzare la rinnovata mappa di Oregon spulciando ogni suo angolo – e, a tal proposito, dobbiamo ammettere di essere rimasti piuttosto sorpresi.
Nienke ‘Iana’ Meijer sognava le stelle sin da bambina: ha studiato ingegneria aerospaziale con l’intento di diventare una pilota di caccia, ma l’albinismo le ha impedito di raggiungere tale obiettivo. Meijer decide quindi di optare per l’ingegneria dei sistemi, sviluppando delle speciali lenti a contatto con cui riesce a correggere il suo difetto genetico e integrando, al tempo stesso, delle avanzate funzionalità di realtà aumentata.
Anche nel caso dell’operatrice olandese, la biografia non si limita a offrirci un affascinante background narrativo ed espone – non senza qualche forzatura – il funzionamento del suo gadget primario: il Replicatore Gemini, consistente in un piccolo sciame di droni volanti, riproduce una copia olografica di Iana al fine di ingannare gli avversari con estrema facilità. Parliamo di un vero e proprio clone che, a differenza del Prisma di Alibi, può essere manovrato sul campo di battaglia replicando alla perfezione l’aspetto e i movimenti di Iana. La copia olografica può quindi essere spedita in avanscoperta, individuando gli avversari del team di difesa e cogliendoli alla sprovvista.
Si tratta indubbiamente di uno dei gadget più futuristici dell’intero arsenale di Rainbow Six Siege, eppure il Replicatore Gemini ha superato il nostro test a pieni voti. Il suo utilizzo potrebbe sembrare elementare, ma per trarre il massimo vantaggio dalla copia olografica è necessaria una discreta abilità: c’è chi si limiterà a localizzare l’avversario, comunicando ai compagni la relativa posizione, e c’è chi tenterà di attirare la vittima in una trappola, magari sfruttando la granata a frammentazione presente nel nostro loadout.
Iana può così definirsi un’operatrice versatile e, tutto sommato, equilibrata, come dimostrano i 2 punti in Velocità e in Corazza. Nella sua dotazione ritroviamo due fucili d’assalto ben noti ai giocatori di Siege, tali ARX200 (Nomad) e G36C (Ash), mentre una pistola MK1 da 9mm figura come unica arma secondaria; la frag grenade è invece affiancata da una granata fumogena, un gadget diventato imprescindibile nelle fasi di attacco in modalità Bomba.
Dal vuoto dello spazio cosmico atterriamo sulla Terra, dove incontriamo il possente Saif ‘Oryx’ Al Hadid. Il gigante giordano ha un passato alquanto misterioso: dopo essere sparito da ogni radar per circa quindici anni, Al Hadid ha condotto alcune operazioni per un’organizzazione paramilitare, salvo poi approdare nella fortezza di Jalal ‘Kaid’ El Fassi assumendo prima il ruolo di cadetto e, successivamente, quello di consigliere del comandante marocchino.
La violenza che ha segnato la vita di Oryx ne ha forgiato la tempra, trasformandolo nell’operatore più coriaceo che il team Rainbow abbia mai accolto. Dai suddetti gadget fantascientifici passiamo alla mera forza bruta: questo colosso di quasi 2 metri rinuncia a qualsivoglia dispositivo per caricare brutalmente i suoi avversari, scaraventadogli addosso tutti i suoi 130 kg di muscoli. L’abilità di Oryx è dunque lo Scatto Remah, che consente all’operatore di assumere una velocità senza eguali e di abbattere i muri distruttibili, respingendo gli attaccanti con uno spiacevole effetto sorpresa.
Per ogni varco aperto con il suo scatto Oryx perderà 10 HP, un sacrificio necessario per poter acquisire il totale controllo della mappa. Il gigante è infatti l’unico combattente in grado di arrampicarsi alle botole per raggiungere i piani superiori di un edificio – fatta eccezione per i tetti – in modo da effettuare le rotazioni con tattiche del tutto inedite. Queste caratteristiche rendono Oryx un operatore decisamente difficile da dominare: sfruttare al massimo lo Scatto Remah richiede un’ottima conoscenza della mappa e, nel caso in cui si vorrà caricare un attaccante, prontezza di riflessi. Oryx sarà anche l’incubo di personaggi come Montagne e Blitz – le prede ideali dello Scatto Remah – ma basterà il minimo errore per far vacillare il nostro colosso.
Velocità e resistenza sono le due parole chiave di Oryx, un operatore con 2 punti Velocità e 2 punti Corazza. Mentre l’MP5 di Doc e Rook vizierà anche il nuovo difensore, privato tuttavia del mirino ACOG, il suo SPAS-12 assumerà una doppia funzione: eliminare rapidamente i nemici raggiunti con lo Scatto Remah e abbattere le botole a cui dovremo arrampicarci. In alternativa, lo slot dell’arma secondaria potrà sempre essere occupato da un pratico Baliff 410, o da una più versatile pistola USP40. Il filo spinato e la telecamera antiproiettile completeranno la dotazione di Oryx.
Una breve considerazione per quanto concerne i loadout dei due protagonisti di Void Edge: anch’essi, come gli altri operatori che li hanno preceduti, non accolgono nuove bocche da fuoco che possano portare una ventata d’aria fresca nel comunque ghiotto arsenale di Siege. Si tratta di una scelta oculata che, come spiega la stessa Ubisoft Montreal, è volta a non compromettere l’attuale meta di gioco ed è, per come la vediamo noi, la decisione più sensata ai fini del bilanciamento.
A proposito di bilanciamento, Oregon necessitava senz’altro di qualche attenzione in più, diciamocela tutta. La mappa originale presentava alcuni difetti strutturali che costringevano i giocatori ad escludere immediatamente la scelta di determinate aree (Sala Conferenze, per citarne una) durante le fasi difensive, a causa dell’eccessivo numero di varchi e della mancanza di collegamenti tra le varie stanze dell’edificio. Dall’altro lato, gli attaccanti si ritrovavano ad affrontare almeno un paio di round in forte svantaggio, complice la quasi impenetrabile difesa di Lavanderia.
Nell’ultima operazione di rework introdotta da Operation Void Edge, dunque, Oregon cambia volto per semplificare il lavoro di entrambe le fazioni. L’intera struttura è stata espansa con nuove stanze e corridoi, come la nuova Cella Frigorifera che collega il seminterrato al piano superiore e che espone i giocatori a nuovi rischi durante la famigerata difesa di Lavanderia. Modifiche sostanziali anche per l’area delle torri, con collegamenti aggiuntivi alle stanze principali, mentre il Dormitorio del piano superiore può finalmente proporre una sfida ad armi pari, con una nuova via d’accesso per gli attaccanti e rinforzi extra per i difensori.
Dopo un Anno 4 da alti e (molti) bassi, Ubisoft Montreal è pronta a riconquistare i giocatori di Rainbow Six Siege con un piano a dir poco ambizioso. La roadmap di Year 5 propone grosse novità, in particolare per quanto concerne il gameplay stesso, con alcune modifiche che promettono di rinnovare una formula di gioco che comincia ad accusare il peso degli anni.
Operazione Void Edge è il primo strike del team canadese: Iana e Oryx si sono dimostrati due ottimi debuttanti, portando con sé abilità tanto divertenti quanto difficili da manovrare e spalancando le porte a strategie del tutto inedite. Strategie che potranno essere impiegate nella nuova e più funzionale Oregon, che rimedia agli errori della sua precedente versione.
Voto Recensione di Rainbow Six: Siege - Recensione
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