Project Scarlett, l'analisi del reveal
Le parole e i fatti dietro l'annuncio dell'E3 2019
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a cura di Paolo Sirio
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Microsoft
- Produttore: Microsoft
- Distributore: Microsoft
- Piattaforme: XSX
- Data di uscita: 10/11/2020
All’E3 2019, Microsoft ha come previsto annunciato al mondo l’esistenza di Project Scarlett, la sua prossima console. Già lo scorso anno eravamo stati informati dello sviluppo ormai avviato di questa nuova piattaforma, insieme ad un servizio di streaming di videogiochi, e siamo giunti al momento della liturgia generazionale in cui viene lanciato un teaser, con tanto di nome in codice, in vista del lancio l’anno successivo – precisamente, “holiday 2020”, ovvero la tradizionale finestra novembrina.
Grazie al trailer in questione e alle tante interviste concesse in giro per la manifestazione losangelina da Phil Spencer, executive vice president al gaming o head of Xbox per gli amici, possiamo scoprire alcuni dei particolari più interessanti sul progetto, e fare il punto su quanto non sappiamo e ci aspettiamo venga rivelato da qui ad un anno esatto. Mettete su il caffè, di cose da dirci ne abbiamo un bel po’.
Il trailer, parola per parola
Le parole sono importanti e, sebbene qualcuno abbia provato a deridere il teaser pubblicato all’E3 2019 per ragioni non troppo comprensibili, da sottolineare nella clip presentata da Xbox ce ne sono parecchie, così come i parallelismi interessanti da poter fare sulla base del materiale condiviso all’E3 2016 per l’allora Project Scorpio. Ci siamo rivisti quel trailer e abbiamo segnato alcuni dei passaggi di maggior rilievo, tra cui il “due anni fa abbiamo iniziato questo viaggio” di Phil Spencer, che faceva riferimento alla sua nomina come responsabile di Xbox e dimostrava come il suo ‘regno’ fosse visto come un punto d’inizio rispetto alle tribolazioni dell’inizio della generazione.
Il discorso sotto il profilo tecnico fu in quella circostanza basato sulla GPU, che sarebbe stata capace di sprigionare una potenza di calcolo pari ai 6 teraflop diventati poi un mantra, sul “vero 4K”, sui “60hz” e sui “pixel non compressi”; a corroborare queste tesi c’erano sviluppatori e publisher third party invece assenti per Scarlett, tra cui Peter Soderlund di EA e Todd Howard di Bethesda (che parlava peraltro di Fallout 4 VR).
Un momento chiave del manifesto fu quello in cui si disse che “ogni singola cosa che abbiamo fatto per Xbox One continuerà a funzionare”, qualcosa che adesso potremmo dare forse per scontato ma che al tempo, in una fase in cui iniziavamo a scoprire il concetto di macchina mid-gen, non lo era minimamente ed era un preludio al ragionamento portato avanti con Scarlett sulla retrocompatibilità.
Il teaser si chiudeva con riferimenti molto specifici sulla tecnologia, dal momento che Microsoft aveva bisogno di riaffermarsi la propria capacità di produzione dell’hardware dopo il passo falso di una prima Xbox One underspecced e overpriced, per usare qualche parolaccia: CPU 8 Core, oltre 300 GB/s di banda, e la frase di Kareem Choudhry “è un mostro” citata a mo’ di scherzo alla fine della clip di Scarlett con “mangia i mostri a colazione” (curiosamente tagliata dalla versione su YouTube).
Tornando ai giorni nostri, introducendo il video all’E3 2019, Spencer non ha mancato di ricordare il lancio di Xbox One, dicendo che “vi abbiamo ascoltato: una console dovrebbe essere progettata e sviluppata e ottimizzata per una cosa e una cosa sola: il gaming”, un cambio di prospettiva imponente per una piattaforma che fin dal nome era stata programmata per essere il centro dell’intrattenimento familiare.
Il responsabile di Xbox non ha dimenticato di citare le tappe del suo percorso di successo da quando è alla guida della divisione gaming di Microsoft, menzionandole ancora una volta come un’assicurazione di qualità circa il prodotto che potremo acquistare il prossimo anno: un prodotto curato dallo stesso team di Xbox One X, dell’Elite Controller, della retrocompatibilità e di Xbox Live, e che ha l’obiettivo di “creare il futuro del gaming per voi”. Nel video di Project Scarlett, Microsoft ha avuto un atteggiamento simile anche se non identico: ha parlato con maggiore riservatezza delle specifiche, che così come per PS5 potranno cambiare in corso d’opera fino all’uscita dell’anno prossimo, e sottolineato la filosofia che ha ispirato la sua costruzione fin dal primo istante.
Come avremo modo di analizzare avanti, in questa sede il gigante di Redmond ha discusso soltanto di una console e non di due, diversamente dai rumor pre-fiera, ma nella clip è apparso chiaro che la filosofia alla base dell’intero progetto intenda abbracciare quanti più dispositivi e modi di giocare sia possibile.
“Quando pensiamo al futuro del gaming non pensiamo solo al PC, non solo alle console, non solo al mobile, ma a tutte queste cose insieme”, possiamo ascoltare in un segmento; “Xbox punta sulla libertà di scelta: stiamo investendo nella tecnologia attraverso tutti i canali dei videogiochi”, “i giochi che vuoi, con la gente che vuoi, sui dispositivi che vuoi”, “vogliamo che sia più facile entrare nei videogiochi e rimanerci”, dicono altri.
Tutta una serie di parole che sembra lasciare apertissima la parola non solo a Xbox Game Pass, non solo a xCloud, ma anche evidentemente ad un modello di Project Scarlett che sia meno performante ma pure meno costosa rispetto alla macchina high end, come parte di un ampio ecosistema in cui far entrare gli utenti di entrare più facilmente (più economicamente) nella prossima generazione.
In aggiunta, nel suo giro di interviste per l’E3, Spencer ha lasciato intendere che questo è ciò che stanno dicendo ora, come se non volessero fare confusione adesso con nomi in codice diversi e una presentazione ambigua, e che quindi se ne potrebbe parlare in seguito. Non sembrerebbe da escludere nemmeno un piano già delineato per altri modelli successivamente, a mo’ di mid-gen.
Una fase di collegamento del filmato vede un’esponente di Microsoft dire che “una delle cose per cui i giocatori e gli sviluppatori sono incredibilmente eccitati è ridurre i tempi di caricamento (…) Sono una giocatrice di RPG e le schermate di caricamento sono un problema”, con una menzione per gli “ascensori finti” usati dagli sviluppatori per caricare il gioco in background, e che a quanto ci viene detto spariranno nella prossima gen che “sarà un salto più grande rispetto ad ogni altra generazione che abbiamo fatto in passato”.
E al termine di questa fase sono stati snocciolati i primi dati tecnici. Come per PlayStation 5, si parla nel caso di Project Scarlett di un processore dal design personalizzato a partire dalle tecnologie Zen 2 e Navi dei partner AMD. “Da una prospettiva puramente computazionale, questa è quattro volte più potente di Xbox One X. Stiamo sfruttando l’elevata ampiezza di banda della GDDR6”, si è sentito in una dichiarazione.
La console è stata progettata per arrivare ad “una risoluzione e frame rate mai visti prima”, fino a 120 fotogrammi al secondo, con la capacità di riprodurre contenuti in 8K, “refresh rate variabile”, “ray tracing next-gen” che non sarebbe simulato ma “in real time dal momento che è accelerato per la prima volta dall’hardware”. Non un dettaglio di poco conto, visto che alla presentazione delle specifiche di PS5 ci si era avventurati in discorsi sulle difficoltà delle prossime console di reggere questa tecnologia.
Naturalmente, si è passati per una menzione dell’SSD, “una nuova generazione” a detta di Microsoft e dunque anche in questa fattispecie una soluzione sviluppata internamente che permetterà di avere “aumenti di performance di oltre 40 volte rispetto alla generazione attuale”; non ci è dato conoscere le dimensioni di questo disco a stato solido ma, nonostante i costi superiori, ci suona difficile un downgrade dall’1TB diventato una sorta di standard nell’ultimo paio di anni.
Questa soluzione prevede l’utilizzo della memoria virtuale, che, prendendo una parte dello spazio sul disco simulerà una RAM ancora più estesa rispetto a quella che verrà introdotta – non sappiamo ancora per quale quantitativo – sulla console. Un particolare che rende l’idea di come la velocità sia al centro dei pensieri del colosso americano, immaginiamo non soltanto per quanto riguarda la fruizione dei giochi ma specie per la permanenza nel sistema operativo della prossima Xbox (qualcosa che è stato reso godibile soltanto dopo anni di aggiornamenti in questo ciclo).
La chiusura del video è stata dedicata ai contenuti e ad un tema carissimo al team dall’arrivo di Phil Spencer alla guida ne 2014: la retrocompatibilità. Questa farà un ulteriore passo in avanti rispetto alla backwards compatibility di Xbox One, introducendo la compatibilità non soltanto dei giochi ma pure degli accessori della console precedente, una novità assoluta in casa Microsoft (e che mette al riparo dal pensiero di dover cestinare l’Elite Controller Serie 2 in uscita a novembre).
In un frangente della clip si osserva come “migliaia di giochi attraverso quattro generazioni di console avranno un aspetto migliore e si giocheranno meglio su Project Scarlett”, e questo, insieme al passaggio del team BC sulla nuova piattaforma fin da subito, sembra confermare le indiscrezioni circa una sorta di replica del programma Xbox One X Enhanced sulla nuova piattaforma; Microsoft, insomma, non si accontenterà di emulare i giochi delle gen precedenti.
Uscendo brevemente dall’ambito del trailer ma rimanendo in quello della retrocompatibilità, Spencer ha svelato che alcuni giochi più datati potrebbero non essere inclusi nel programma per ragioni di licenze in scadenza e altri accordi di business; per quanto si tratti di un’ipotesi remota, è interessante notare come Microsoft stia includendo delle clausole specifiche negli accordi rinnovati e in quelli nuovi siglati per i giochi in uscita su Xbox One e Scarlett, in modo che problemi del genere non si verifichino in futuro.
Quanto ai contenuti di cui potremo fruire all’uscita, “abbiamo centinaia di persone sia nei nostri studi first party che negli studi third party che stanno lavorando ad esperienze next generation oggi”, ha spiegato Dan Greenawalt di Turn 10 Studios, di fatto certificando l’uscita di Forza Motorsport 8 al lancio di Scarlett, come avevamo suggerito qualche tempo fa, affianco al già ufficiale Halo Infinite di cui avremo modo di parlare in separata sede.
Non è mancato un riferimento alla volontà di proseguire sulla strada del cross-save e del cross-play, così come a Xbox Game Pass, che trarrà beneficio dalla maggiore velocità di accesso ai titoli visto che ne ha così tanti in catalogo e un giocatore potrebbe voler passare da uno all’altro rapidamente nell’arco della stessa sessione.
Quello che sappiamo
Andando oltre l’analisi del trailer, c’è da dire che abbiamo parecchie informazioni provenienti dalle interviste fornite da Phil Spencer e Matt Booty, responsabile di Xbox Game Studios, nei giorni successivi al media briefing dell’E3 2019. Tra queste, la conferma che Project Scarlett disporrà di un lettore ottico, sebbene non sia ancora chiaro di che tipo, esattamente come Xbox One X.
L’idea di una rinuncia al lettore Blu-ray era circolata tra le tante speculazioni precedenti al reveal, mosse principalmente dal focus della compagnia su Xbox Game Pass, che di fatto non richiede un lettore ai propri abbonati ma soltanto un disco rigido ad alte dimensioni, e dal lancio di Xbox One S All-Digital Edition, una versione della console current-gen priva del suddetto lettore che inizierà a costare di meno del modello base ai primi saldi.
Spencer ha spiegato che al momento non è stato deciso come si chiamerà la piattaforma, anzi che non c’è neppure una rosa di possibili nomi dal momento che Microsoft non è ancora arrivata nella fase in cui si inizia a ragionare di marketing a livelli più bassi; per cui, prima di passare a qualche altro tipo di denominazione, saremo in compagnia di Project Scarlett per almeno un altro anno. Il discorso sul marketing è particolarmente interessante, giacché non è da escludere di trovare nei negozi fisici delle confezioni con il solo branding Xbox in copertina, e una volta arrivati a casa inserire il proprio Blu-ray nella console e vedere che la piattaforma lo elabora in base alla potenza di calcolo di cui dispone.
Questo approccio si rivelerebbe necessario nel momento in cui Microsoft dovesse lanciare davvero una Xbox Anaconda e una Xbox Lockhart, ovvero una Scarlett più potente e costosa, l’altra meno performante e più accessibile, com’è stato con S e X in questa gen. Una soluzione, quella del marchio unico, di cui si è chiacchierato all’E3 e che assottiglierebbe ulteriormente le differenze tra console e PC, e sfumerebbe ulteriormente le linee che separano le generazioni.
Altro punto su cui è interessante ragionare è il modo in cui da Redmond stanno gestendo la questione del prezzo. In questa generazione, Xbox One si è presentata al lancio al prezzo di 499,99 euro comprensivo di Kinect, Xbox One S tra i 299 e i 399 euro in base al taglio (da 500GB a 2TB), e Xbox One X a 499,99 euro, quindi soltanto in un caso si è riuscita a mettere sotto la concorrenza e comunque con diversi “ma” e un certo ritardo rispetto al day one.
Il team Xbox sa dunque che è una questione molto importante, dal momento che i cento euro di vantaggio di PS4 all’uscita ne hanno decretato per anni il successo a mo’ di assegno firmato e lasciato in bianco (quando anche, cioè, i big dell’ultimo biennio erano un miraggio). Spencer ha rivelato che la compagnia ha ovviamente una “finestra” in base alla quale è stata scelta la componentistica, ma che si prenderà tutto il tempo per valutare nel migliore dei modi su quali estremità dello spettro che si trova davanti attualmente posizionarsi.
Un fatto da tenere in considerazione è il dazio del 25% che l’amministrazione Trump sta promuovendo per i dispositivi elettronici prodotti in Cina e spediti negli Stati Uniti, una minaccia che a quanto pare ha spinto addirittura Nintendo a spostare la produzione rimanente di Switch e quella dei due nuovi modelli dalla Cina al sud est asiatico. Per cui si sta aspettando di capire come funzionerà e quanto durerà, vista la volatilità delle operazioni dell’ultimo presidente americano.
Chiudendo sul prezzo, va registrato che per PlayStation 5 Sony si è detta convinta di poter offrire un prezzo che sarà di forte appeal sui giocatori in considerazione delle specifiche di alto livello promosse da Mark Cerny nella sua inattesa intervista a Wired, una dichiarazione che – portando avanti il discorso sulla potenza e l’innovazione della macchina – è parso aprire alla possibilità di un lancio a 499,99 euro.
Microsoft ha in quella cifra una sorta di safe zone dopo il lancio di Xbox One X, il cui grande successo ha detto una cosa chiara e tonda all’azienda: i videogiocatori sono disposti a spendere certe cifre, ma ne deve valere la pena. Per una macchina da 6 teraflop nel 2017, vale eccome; per una console meno potente della concorrenza e con un dispositivo del quale non comprendo l’utilità ai fini del gaming, parliamone.
Argomentando sul discorso tecnico, Spencer ha spiegato che “tradizionalmente, le console sono state forti sulla GPU, molto leggere sulla CPU”, e questo è qualcosa che Microsoft si è posta di superare “come obiettivo di design” insieme al partner AMD. La stessa Xbox One X che ha una GPU da 6 teraflop ha nell’architettura Jaguar un collo di bottiglia notevole, che ci ha fatto godere molto di meno del potenziale di quel chip grafico con una ‘controparte’ all’altezza nel processore.
Questo maggiore bilanciamento, che arriverà possiamo dire per la prima volta al lancio di una console – sia PS5 che Scarlett avranno al day one delle tecnologie che saranno uscite tra i 6 e i 12 mesi prima sul mercato e a prezzi sensibilmente superiori, per cui rappresenteranno come ai tempi della prima PlayStation o della prima Xbox degli step evolutivi per tutto il gaming, non soltanto per quello su console) -, è stato molto apprezzato dagli sviluppatori.
Questi “hanno apprezzato le specifiche che abbiamo scelto, il fatto che siamo più bilanciati tra CPU e GPU che mai”, a detta dell’head of Xbox, e non stentiamo a crederlo. Sebbene i dev kit stiano per uscire dai laboratori di Redmond soltanto in queste settimane, i team first party hanno saputo “della nostra roadmap quasi un anno fa”, per cui gli Xbox Game Studios sono ampiamente proiettati nel supporto della nuova piattaforma.
Il claim che Project Scarlett sarà quattro volte più potente di Xbox One X è stato chiarito da Matt Booty: non parliamo di quattro volte i 6 teraflop di Project Scorpio, ma della “combinazione di velocità, non solo dell’SSD ma del processore, le performance della GPU e della RAM”. Per cui, è legittimo aspettarsi che il computo dei teraflop sprigionati dalla GPU sia vicino ai 12 dei quali si era vociferato nei rumor (con i 16GB di RAM, le cifre credibili finora).
Stando sempre a quei rumor, lo ricordiamo, tutta questa serie di ottimizzazioni e novità tecnologiche sarebbe in grado di permettere persino a Lockhart – il modello entry level non ancora confermato – di gestire in scioltezza 4K e 60fps con una GPU da appena 4 teraflop. Questo per dire quanto tale cifra sia molto relativa e che ci sarà parecchio altro a determinare la qualità visiva offerta dalle nuove console dal 2020 in poi.
Infine, risposta abbastanza simile a quella fornita dal boss di PlayStation Jim Ryan, Spencer ha replicato ad un’esplicita domanda sulla possibilità che questa sia l’ultima console di Microsoft che “onestamente, non lo so”. “Sono stato in giro abbastanza a lungo da sapere che ci sono stati molteplici ‘questa è l’ultima generazione’. Non è un nuovo meme che è uscito”.
Ha osservato che, in un mondo in cui lo streaming sta iniziando a diffondersi non solo nel gaming ma anche nella musica e nel cinema, “il numero di dispositivi computazionali intorno a noi non è diminuito, è aumentato (…) La verità è che il miglior modo per giocare un titolo ad alta fedeltà rimarrà per anni con un dispositivo locale”. Chiaro, no?
Abbiamo fatto un quadro generale di quanto visto nel trailer ufficiale di Project Scarlett e radunato tutte le informazioni trapelate in questi giorni di E3 2019 dei vertici di Microsoft, in modo di poterci preparare al meglio non solo per l’uscita ma anche quando ci saranno nuovi appuntamenti con la console del gigante di Redmond. I particolari emersi sono già parecchi e indicano come, al pari di Sony, non ci sia intenzione nel team Xbox di cambiare la squadra che si è tolta delle soddisfazioni nell’ultimo paio di anni; l’intenzione, e la speranza, è al contrario provare a replicare fin dal day one di fine 2020 il successo di Xbox One X.
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