Immagine di Pikmin 4 | Recensione -  Ritorno in grande stile
Recensione

Pikmin 4 | Recensione - Ritorno in grande stile

Con Pikmin 4 su Nintendo Switch, Miyamoto ed il suo team ci regalano il migliore episodio del franchise: scopriamo perché nella nostra recensione.

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

In sintesi

  • L'episodio più vasto ed ambizioso del franchise
  • Adatto davvero a tutte le età
  • Contenuti triplicati rispetto ai predecessori

Informazioni sul prodotto

Immagine di Pikmin 4
Pikmin 4
  • Sviluppatore: Nintendo
  • Produttore: Nintendo
  • Distributore: NIntendo
  • Testato su: SWITCH
  • Piattaforme: SWITCH
  • Generi: Avventura
  • Data di uscita: 21 luglio 2023

Nelle scorse settimane vi abbiamo raccontato delle nostre prime ore in compagnia del delizioso Pikmin 4, alla ricerca dei naufraghi su pianeti incantevoli ma non privi di pericoli.

Oggi, trenta e passa ore dopo, siamo pronti a chiacchierare anche del resto del nostro viaggio interstellare in compagnia degli adorabili esserini colorati che danno il nome alla serie, di quanto questo ci abbia divertito e di come, per quanto ci riguarda, questo quarto capitolo rappresenti l'apice del franchise fin qui, per tutta una serie di motivi che andremo a sviscerare in questa recensione.

Qualcuno salvi i salvatori

Che succede se la squadra di soccorso ha a sua volta bisogno di una squadra di soccorso?

Questa è la curiosa domanda su cui si regge l'intero comparto narrativo di Pikmin 4, non dissimilmente da quanto accaduto con alcuni dei capitoli precedenti: il capitano Olimar, intrepido e inarrestabile esploratore intergalattico, si schianta su un pianeta alieno, e il suo messaggio di soccorso viene captato da un'apposita squadra che parte subito per la missione di recupero.

Peccato che questa squadra, composta da sei membri più un essere che somiglia molto ad un cane, faccia la stessa fine del capitano Olimar, andandosi a schiantare su un pianeta misterioso, all'apparenza innocuo ma che nasconde insospettabili pericoli.

A questo punto entra in scena il nostro alter ego, una recluta il cui aspetto è interamente personalizzabile tramite un editor (per la verità piuttosto basilare, ma non è quello il punto), che sarà chiamata a salvare dapprima la cosiddetta squadra di soccorso – e poi, grazie al loro know how e al loro aiuto, a recuperare anche il capitano Olimar e la sua nave.

Pikmin 4 rappresenta, di fatto, l'apice della saga fino a qui.
Come successo con tutti i titoli del franchise fin qui, e più in generale, con moltissimi titoli firmati da Nintendo nel corso degli ultimi trent'anni, la storia non è che una flebile e spiritosa traccia narrativa, che funge semplicemente da contorno per il gameplay, che è il vero protagonista dello show.

Eppure, nonostante sia evidentemente un aspetto secondario della produzione, non significa che il plot sia tirato via o scritto male: diverse battute ci hanno strappato un sorriso e, complice la consueta, ottima localizzazione nella nostra lingua, ci hanno offerto un contesto ed una caratterizzazione, seppur minima, dei personagi con cui interagiremo per tutta la durata dell'avventura.

Il cast di comprimari è poi notevolmente allargato rispetto alle precedenti uscite e, tra una missione e l'altra, sarà possibile interagire con sempre più personaggi man mano che si avanza lungo la quest principale, ottenendo missioni secondarie, qualche piccola dritta e numerosi premi come ricompensa.

Abbiamo anche notato uno snellimento di tutta la sezione tutorial, senza che questa perda però efficacia nello spiegare funzioni e controlli: le schermate di spiegazione, consultabili in ogni momento dal menu, riescono in due o tre passaggi ad aiutare il giocatore a familiarizzare con un control scheme intuitivo e comodo, che diventerà naturale già dopo pochi minuti di gioco.

Tante novità e tanta libertà

La presenza di un'intera squadra di esploratori pronti a coadiuvare il nostro alter ego non appena rinvenuti nelle mappe, di una serie di tutorial chiari ed efficaci (ma mai troppo invadenti) e dell'ulteriore abbassamento del livello di sfida sono chiari indizi di come questo quarto capitolo punti non solo a coloro che apprezzano il franchise da tempo, ma anche, se non soprattutto, alle nuove leve – che, complice la scarsa importanza della trama, potranno iniziare da qui il loro percorso.

Non va poi sottovalutato, nell'economia di gioco, l'impatto delle due new entry nel roster di Pikmin disponibili, ovvero quelli di ghiaccio, che fanno il loro ingresso in scena già dalle prime battute, e quelli iridescenti.

Questi ultimi sono i veri protagonisti dell'altra grande novità introdotta da Pikmin 4, ovvero la possibilità, per la prima volta nel franchise, di effettuare delle sortite notturne in una delle location già visitate, con una variazione sul tema quanto mai riuscita: di notte, il giocatore sarà chiamato a difendere le Luminotane, in una reinterpretazione in stile Nintendo di un vero e proprio tower defense.

Confrontandosi con un timer più rapido di quello che scandisce le normali giornate di esplorazione, il giocatore sarà chiamato ad impiegare i suoi Pikmin a scopo puramente difensivo, respingendo ondate di nemici affinché questi non abbattano una delle preziose tane, che contengono una sostanza fondamentale ai fini del gioco che ci guarderemo bene dallo svelare.

Proprio in questi frangenti, e in alcune delle boss fight nella seconda parte della campagna, i giocatori di Pikmin 4 troveranno alcuni tra i picchi più alti di sfida: nonostante, come detto, il gameplay ordinario risulti ancora più abbordabile rispetto alle precedenti iterazioni, questi segmenti tower defense sembrano pensati per il pubblico più maturo, che magari ha giocato a tutti gli episodi della serie fin qui e cerca anche un po' di sfida oltre al consueto relax.

Un discorso simile può essere imbastito anche per le battaglie Dandori, combattute tanto contro il tempo (mai così tiranno!) quanto contro un'intelligenza artificiale insospettabilmente astuta e ben organizzata.

Esse consistono in una ulteriore variante del consueto gameplay del franchise, in cui ognuno degli oggetti rinvenuti su campi di battaglia dalle dimensioni ridotte porta in dote un punteggio: chi più riesce ad ammassare tesori entro il tempo limite vince, ma con una serie di regole che ravvivano queste sfide e le rendono elettrizzanti.

Si va dall'impossibilità di portarsi dietro il proprio esercito di Pikmin, trovandosi a dover combattere con quelli passati dal convento, alla presenza di diversi nemici sulle mappe, passando per dei bonus temporanei (simboleggiati da una corona) che garantiscono punti doppi o anche tripli a determinati oggetti.

Raramente necessarie per l'avanzamento lungo la campagna, le battaglie Dandori si rivelano un piacevole diversivo ed arricchiscono la varietà dell'esperienza nel complesso, nel tentativo di ovviare all'inevitabile ripetitività che può sorgere dopo tante ore di gioco.

Appare azzeccata, sebbene fin qui estranea alle dinamiche di gioco della serie, anche l'inattesa, piccola svolta da gioco di ruolo, con la possibilità di insegnare ad Occin una serie di abilità di potenza crescente che ne aumentano notevolmente l'utilità tanto durante le fasi esplorative quanto durante le battaglie con le creature ostili sparse nei pianeti.

Debitamente potenziato, il bipede canino (!?!) farà man bassa delle risorse rinvenute in giro per potenziare le abilità anche del nostro avventuriero o dotarlo di gingilli che ampliano e facilitano le fasi di gameplay.

Questo sistema di crescita si estende anche alla possibilità, una volta salvato uno specifico membro della squadra di soccorso, di avere accesso alle sue invenzioni, la cui utilità varia molto da stage a stage: ci sono collari per proteggere Occin, un utilissimo sensore che scova e richiama all'ordine i Pikmin inattivi, aumenti della salute e persino immunità a singoli elementi, come fuoco e ghiaccio, ed è tutto acquistabile con la valuta in-game che si può facilmente trovare esplorando a fondo ogni livello.

L'introduzione della possibilità di spostare il campo base provvisorio in ogni momento durante le giornate è figlia poi dell'accresciuta dimensione delle mappe, di meccaniche di gioco più dinamiche e della necessità di cambiare i Pikmin in dotazione anche più volte nel corso della medesima giornata in-game, per adattarsi meglio alle sfide ed ai puzzle ambientali imposti dal livello o da una delle cave esplorabili sotto la superficie.

Un bello spettacolo

Pikmin 4 è splendido da vedere.

Se il passaggio all'Unreal Engine ha sicuramente giovato, consentendo un maggiore respiro agli stage, performance più stabili e un livello di dettaglio mai raggiunti finora dalla serie, è la direzione artistica, da sempre uno dei punti di forza del franchise, ad offrire scorci meravigliosi, con ambientazioni dettagliatissime, oggetti così verosimili che sembra di poterli toccare e una marea di animazioni convincenti per gli adorabili esserini ai nostri comandi.

Dall'accresciuta risoluzione permessa dalla maggior potenza di Switch rispetto a GameCube e Wi U al maggior numero di Pikmin manovrabili contemporaneamente, con picchi di diverse decine di modelli a schermo al contempo, contando anche quelli dei nemici, la serie ha fatto passi avanti evidenti sotto diversi punti di vista.

Dopo anni, allora, vediamo finalmente completato il percorso iniziato dal terzo capitolo, che rappresentava un enorme passo avanti rispetto al secondo in termini di modellazione e complessità poligonale, che porta cosi il franchise sui binari delle migliori produzioni first party Nintendo per valori produttivi e resa visiva finale.

Certo, qualche area in cui è possibile migliorare esiste ancora, a partire dai tempi di caricamento piuttosto prolungati a cui è costretto il giocatore ad ogni ingresso in un'area differente da quella principale (come le grotte), ma nel complesso siamo dinanzi ad un prodotto che a livello tecnico non presta il fianco ad alcuna critica particolare.

Le sortite notturne aprono a diverse e riuscite possibilità di gameplay.
Pur avendo alternato, come facciamo sempre, la nostra prova tra modalità portatile e televisiva, abbiamo finito con il propendere presto per la seconda, e non solo perché su un televisore si apprezza maggiormente la bellezza degli scenari: l'avvicinamento della telecamera, le mappe più ampie e il gran numero di Pikmin controllabili nelle fasi avanzate della campagna richiedono quanto più spazio di manovra possibile per non incappare in trappole o in imboscate nemiche, e riteniamo quindi che Pikmin 4 offra il meglio di sé quando giocato su uno schermo il più ampio possibile.

Nondimeno, la resa visiva si fa ancora più strepitosa sullo schermo OLED dell'ultimo modello di Switch, e quindi starà poi ai nostri lettori scegliere come preferiscono giocare.

In questo quadro di eccellenza il comparto musicale entra in punta di piedi, quasi adattandosi timidamente a quanto avviene su schermo, ma facendosi comunque apprezzare per la leggerezza e l'orecchiabilità dei suoi motivetti – che, uniti agli irresistibili versi dei Pikmin al lavoro, vanno a comporre un comparto sonoro meno appariscente di quello visivo ma ugualmente importante ai fini dell'atmosfera generale di brio e rilassatezza.

Chiosa finale per il fattore longevità, quasi triplicato rispetto al precedente capitolo e, più in generale, alla media del franchise fin qui: con ancora diverse sfide Dandori da portare a termine e numerose grotte da esplorare nei vari stage, abbiamo impiegato quasi trenta ore per arrivare in fondo, sebbene non possiamo negare di esserci attardati nell'esplorazione degli splendidi diorami offerti dal gioco.

Realisticamente, lasciandosi dietro quasi la metà dei contenuti complessivi rappresentata da quelli opzionali, è possibile completare il gioco in una ventina abbondante di ore, ma correndo ci si perde l'essenza di Pikmin, che è quella di prendersela con calma ed esplorare ogni anfratto delle mappe in buona compagnia.

Anche da questo punto di vista, comunque, il passo avanti rispetto alla decine di ore di gioco offerta da Pikmin 3 è evidente, a testimonianza di quanto Nintendo intenda puntare su questo brand per l'immediato futuro.

Offerte per Pikmin 4

Voto Recensione di Pikmin 4 | Recensione


9

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Il più vasto e ambizioso della serie

  • Fasi esplorative intriganti

  • Occin e i nuovi Pikmin sono aggiunte di grande rilievo

  • Splendido da vedere

  • Adatto a tutti...

Contro

  • Inevitabilmente ripetitivo dopo parecchie ore

  • ... e forse per questo un po' troppo facile

Commento

Partendo da una base solida che ci aveva già regalato tre capitoli di grande qualità, Pikmin 4 non lesina aggiunte, novità e raffinamenti, puntando chiaramente al trono di miglior episodio del franchise fin qui.
Per raggiungere questo obiettivo, Miyamoto ed il suo team hanno ampliato il respiro degli stage, reintroducendo le caverne sotterranee, aggiunto Occin e due nuovi tipi di Pikmin – e persino sperimentato con una sottile vena ruolistica, che premia i giocatori che spenderanno tempo ad esplorare ed accumulare risorse, sposando la natura rilassata e riposante del gameplay.
Pikmin 4 è poi bellissimo da vedere, con il passaggio all'Unreal Engine che ha giovato enormemente al livello di dettaglio, alla quantità di elementi interattivi presenti sulle mappe e finanche alle performance, mai in difficoltà nemmeno con tantissimi modelli (e tantissimi Pikmin!) a schermo.
Come perfezionare un tale gioiellino? Probabilmente aggiungendo un selettore della difficoltà per i giocatori più navigati e tagliando i caricamenti ma, anche così, l'ultima fatica di Nintendo rimane una delle esperienze migliori in fondo ad una giornata particolarmente impegnativa o per una serata di totale relax, da soli o in compagnia.
Anche per questa generazione di console, con buona pace perfino di Animal Crossing, per chi vi scrive il franchise Pikmin vince insomma il premio dedicato ai protagonisti più adorabili del panorama videoludico.
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