Domenica 15 dicembre si è svolta a Milano la finale del PG Nationals 2019, il campionato targato PG Esports. Protagonisti di questo strepitoso evento sono stati i Mkers, vincitori della scorsa Season, e i SMS (Samsung Morning Stars). Scopriamoli da vicino e vediamo com’è andata.
Vediamo i team
I due team finalisti, i Mkers e i Samsung Morning Stars, provengono sicuramente da un passato differente: da una parte abbiamo infatti una squadra ormai nota nel mondo di Rainbow Six, vincitrice delle ultime tre stagioni dei PG Nationals; dall’altra un team abbastanza “acerbo”, con una esperienza alle spalle sicuramente diversa, ma con tanta voglia di vincere e di farsi notare.
Dalla parte dei Mkers abbiamo trovato schierati:
- Alation
- Torok
- Sloppy
- Auer
- SirBoss (giocatore prestato da PENTA)
Per i SMS invece:
- Mekses
- J3n4
- NoAir
- Voy
- Gemini
- Guidati dal coach australiano Jessica “JessGOAT” Bolden
Durante tutta la stagione, i Mkers hanno perso solo tre partite – una volta contro i GoSkilla e una volta contro gli Outplayed – e durante i playoff hanno battuto i CGG 2-0 assicurandosi così il loro posto in finale.Grazie alla loro esperienza passata, i Mkers sono considerati una delle squadre più forti sulla scena di Rainbow Six Italia.
Dall’altra parte del ring abbiamo trovato però degli inaspettati Samsung Morning Stars (arrivati quarti nell’ultima stagione di PG, il PG Nationals Summer 2019). Inaspettati perché, nonostante la loro “inesperienza” rispetto ai campioni in carica, hanno saputo difendersi decisamente bene, sebbene qualche errore di percorso.Gli SMS hanno perso solo quattro partite durante la stagione e ne hanno pareggiate due. Per portarsi a casa un posto nella finale, sono riusciti a battere i GoSkilla 2-0.
Apriamo le danze!
Dopo l’esibizione di MadMan, noto rapper, in particolare sulla scena videoludica, e fan dei titoli Ubisoft, i due team hanno iniziato a fronteggiarsi in uno scontro decisamente agguerrito.
Prima mappa Cafè, dove i campioni in carica hanno iniziato da subito a marcare il territorio, portandosi a casa i primi due round. I SMS però, non si sono lasciati intimidire e hanno subito contrattaccato, portando il risultato finale sul 7-4 per i vincenti Mkers.La seconda mappa affrontata è stata Banca, che ha visto nuovamente la vittoria dei campioni in carica, nonostante una strepitosa prestazione di NoAir.
Dopo due sconfitte, la partita sembrava ormai decisa, volta verso il 3-0 finale, ma è proprio arrivati a questo punto che i Samsung hanno invece dato il meglio di sé, facendo capire che non avevano alcuna intenzione di mollare.
Sebbene sconfitti, infatti, gli SMS hanno fatto la storia in questa finale, battendo ben 7-0 i campioni in carica sulla terza mappa, Coastline. Vittoria che li ha portati sul 2-1.
Il sogno delle giovani promesse dei Samsung si è infranto sulla quarta mappa, dove i campioni in carica hanno mostrato tutta la loro bravura ed esperienza.
Ma cosa avrà reso questi SMS così agguerriti e prossimi alla vittoria? Certamente la voglia di spodestare i campioni in carica ha animato i loro animi, ma crediamo che parte del merito sia da attribuirsi anche alle loro scelte organizzative.All’inizio di questa stagione, infatti, i Samsung Morning Stars hanno scelto Jessica “JessGOAT” Bolden, come loro coach: parliamo di un allenatore australiano di grande esperienza, che aveva lavorato in precedenza nella lega professionale.
La nostra intervista
Abbiamo così voluto sederci per una breve intervista con questo coach di fama mondiale, per capire le scelte che hanno portato i Samsung così vicini alla vittoria.
SpazioGames: come tu e il tuo team vi si sete preparati per queste finali?
«Abbiamo deciso che tutto il nostro team avrebbe volato nella nostra gaming house, per affrontare un bootcamp di una settimana, prima delle finali. Volevamo che il team non solo avesse l’opportunità di prepararsi, ma anche che potessero vivere la pianificazione di un bootcamp, il professionismo e la leadership. Questo mi ha anche dato l’opportunità di parlare con i giocatori, di analizzarli su un livello più personale. È stato importante fare in modo che i giocatori andassero in sinergia, creare delle relazioni personali tra i compagni – perché a volte internet potrebbe rendere quelle stesse relazioni un po’ impersonali.»
SpazioGames: i Samsung MorningStars ti hanno scelta all’inizio della stagione per aiutarli a rafforzare il team. Che cambiamenti hai apportato, per fare in modo che diventassero un vero contendente al titolo dei Mkers?
«Sono stata introdotta al roster la settimana prima che i PG Nationals di questa stagione cominciassero. Come risultato, ho avuto poco tempo, quando si è trattato di dover apportare cambiamenti importanti alle performance, in compagnia dei giocatori per la stagione regolare. Inizialmente avevamo bisogno di fare dei cambiamenti al roster e poi di coprire quei buchi – è questo che ci ha portato a scambiare Mefisto per Voy. È stato quando si è verificato questo cambiamento nel roster, diverse settimane dopo l’inizio della stagione regolare, che il team ha iniziato ad avere il suo momentum, imparando strategie tutte nuove, ruoli, contro-adattamenti e altre abilità di alto livello. Credo che la mia precedente esperienza con giocatori professionisti mi abbia aiutata a identificare le debolezze dei giocatori, fornendogli chiari e semplici rimedi su cui loro hanno lavorato duramente, in maniera tale da farli propri con il tempo.»
SpazioGames: che valore pensi abbiano i membri dello staffi di supporto, come gli allenatori, nei team di eSport – e in particolare nei team di Rainbow Six Siege?
«Credo che lo staff di supporto negli eSport sia gravemente sottovalutato. Ci sono molte organizzazioni, in altri giochi, che vedono importanza nei mental coach, negli analisti e così via. Questo gli consente di prosperare in aree in cui il team da solo non riuscirebbe a eccellere. Lo staff di supporto consente ai giocatori di concentrarsi sul gioco, anziché su qualsiasi altro aspetto, mentre è il resto dello staff a occuparsi di tuti i lavori di background – come le analisi, la strategia, il management, il mental coaching. Come risultato, il valore di questi membri dello staff spesso può diventare inestimabile.»
SpazioGames: sebbene non siate riusciti a battere i Mkers, pensi che il tuo team possa essere un serio contendente al titolo per la prossima stagione?
«Penso che la nostra performance sulla terza mappa, Coastline, dove abbiamo registrato il primo 7-0 di sempre nella storia dei PG, mostri quanto dominante il team possa riuscire a essere. Ho avuto la possibilità di lavorare con il team per solamente due o tre mesi, che è più breve dell’off-seasoon. Penso che se avessi avuto la possibilità di allenarli per tutto l’off-season, allora saremmo stati un pretendente al titolo anche più forte di quanto siamo già. L’organizzazione ha poi introdotto un analista (MrBox, prima nei QLASH) solamente durante i play-off, quindi stavo cercando di svolgere le mansioni sia da analista che da allenatrice per molta stagione. Se avessimo avuto più tempo, il team avrebbe fatto sudare i Mkers per quei soldi, ne sono certa.»
SpazioGames: cosa ti ha fatto scegliere l’Italia e, in particolare, i Samsung Morning Stars?
«La scena italiana di Rainbow Six: Siege è grande. Molto più grande di quanto molti pensino sia. C’è parecchio talento nascosto. Volevo vedere come sarebbe stato lavorare con un team low tier e costruirlo dalle fondamenta. Ero anche intrigata dal supporto che i Samsung Morning Stars volevano dare ai loro lower tier in Rainbow Six. Penso che molte organizzazioni non si preoccupino di far crescere i loro team dai lower tier agli higher tier, ho creduto nella loro visione per mettere in rilievo questi giocatori e allenarli affinché possano diventare dei grandi giocatori. I tifosi italiani sono appassionati e mi è piaciuto molto essere parte di questo contesto, di conseguenza.»
SpazioGames: cosa pensi del livello di abilità dei giocatori in Italia e pensi che ci siano dei giocatori che si trasferiranno in competizioni più importanti?
«Penso che, come detto, ci sia molto talento nascosto qui in Italia. La mia analisi mostra che, sfortunatamente, molti di questi giocatori dal talento nascosto vengono tenuti nelle retrovie e non riescono a procedere nella loro carriera eSport a causa delle loro carenze in inglese. Non ci sono dei team professionali che parlino italiano – e non ci sono da un bel po’ – quindi questi giocatori, che avrebbero tutte le capacità di giocare nei team professionali, vengono invece fermati dalle loro abilità con la lingua inglese. Penso anche che ci siano molti giocatori che si sottovalutano o che non passano abbastanza tempo con lo staff di supporto, che potrebbe aiutarli a guadagnare le abilità che gli servono e a fare passi in avanti nell’industria. Spero sia un’area che possa migliorare, per tutti i giocatori italiani presenti e futuri.»